CAPITOLO PRIMO-Sorelle di casa Lestrange (pt2)
Passiamo a qualche anno dopo, precisamente a quando Melody aveva otto anni. Come al solito stava gironzolando per la grande villa con i capelli biondo miele che ondeggiavano di qua e di là. Prese a scendere le scale ammiccando ai quadri e vide una serva alla fine dei gradini che stava attraversando la sala portando in mano un vassoio pieno di ceramiche da lavare. In quel momento, il tacco di una delle scarpe della donna cedette e Melody gridò:
«ATTENTA!»
La serva rimase bloccata a metà mentre stava per cadere di schiena e il vassoio restò in aria, così come le ceramiche che vi erano sopra. Poi, all'improvviso, la donna tornò in posizione eretta, con il vassoio in mano perfettamente intatto. Si guardò intorno sbalordita, ma poi riprese la sua aria formale e se ne andò, lasciando Melody, ancora sulle scale, con un'espressione incredula e il braccio allungato.
La bambina vide i suoi genitori che si guardavano preoccupati, per poi rientrare nella loro stanza. Melody corse verso di loro:
«Mamma! Papà! Avete visto? È stato incredibile!» i due non risposero. Eppure, Melody ne era sicura, la avevano sentita perfettamente.
«Ehi! Perché mi ignorate?» chiese. Silenzio.
«È perché ho fatto una magia?». I due coniugi si guardarono e si allontanarono.
«Mamma?» fece Melody, cercando di trattenere le lacrime. Sua madre non diede segno di ascolto.
La bambina corse via piangendo (rischiando di cadere sul pavimento bagnato). I suoi genitori la stavano abbandonando? Andò nella sua camera e si sedette sul letto. All'improvviso un vecchio servitore entrò nella stanza, infuriato. Prese la bambina e la sbatté contro il muro, per poi tirarle uno schiaffo in pieno viso:
«Praticare la magia qui! Davanti a dei Babbani per giunta!» esclamò, furioso.
«Babbani?» chiese Melody, confusa. Il vecchio la ignorò:
«Sarà meglio che tu non lo faccia più. Non posso Obliviare tutti!»
Prima che la bambina potesse chiedere cosa volesse dire "Bliviare", il servitore le tirò un'altra sberla.
«Fa' un altro passo falso e…» Melody non lo lasciò finire la frase: gli tirò un pugno sul naso e corse di nuovo via. Entrò nell'unico posto dove, lo sapeva, sarebbe stata sola: la biblioteca. Sbatté la porta e si sedette su una delle poltrone color crema, mettendo i gomiti sulle gambe e la faccia tra le mani.
"È tutta colpa della magia…" pensò. Forse c'era un modo per non possederla. Chiuse gli occhi e cercò di ripudiare ogni sua dote magica. Ma era davvero quello che voleva? "Insomma, non tutte le persone hanno dei poteri magici. Io, invece, li ho: dovrei sprecarli così?" No, non era quello che voleva. Aprì di colpo gli occhi, appena in tempo per vedere un rivolo nero sguazzare via da lei e dissolversi. Non sapeva ancora quanto fosse stata fortunata a fare quella scelta: come scoprì in futuro, era stata a un passo dal diventare un Obscuriale.
Il tempo vola e noi ci lamentiamo per questo. Forse perché non siamo capaci di cogliere l'attimo. Noi, almeno, ne abbiamo la possibilità. Melody, invece, aspettava quell' 'attimo' come si attende di aprire i regali la sera della Vigilia di Natale. Come è già stato detto, la famiglia Lestrange viveva in un piccolo villaggio, dove anche la mentalità era ristretta. La gente era poco istruita e dava della 'stramba' alla piccola Lestrange. Comunque, il giorno del quale andremo a narrare era esattamente l'undicesimo compleanno di Melody. La ragazza stava camminando per il suo paesino con in mano un piccolo cesto di vimini. Indossava abiti semplici: odiava essere etichettata come 'la ricca'. Quando arrivò davanti la libreria spalancò la porta e inspirò l'odore dei libri che tanto adorava.
«Buongiorno signor Knight» disse al libraio. Era un uomo dalla pelle olivastra, gli occhi color nocciola ed era di corporatura robusta.
«Buongiorno signorina! Hai attraversato l'oceano?» disse, riferendosi al fatto che Melody considerava i libri come un modo per scappare.
«In lungo e in largo» rispose lei, afferrando un libro dallo scaffale e buttando un paio di monete sul bancone.
«Ottima scelta» commentò Knight «'Ventimila leghe sotto i mari' è un libro meraviglioso».
La ragazza sorrise:
«Grazie, signor Knight. Arrivederci»
«Oh e buon compleanno!» esclamò l'uomo prima di sussurrare «Che stramba ragazza»
La bionda lo sentì forte e chiaro. Alzò gli occhi al cielo e se ne andò.
Si diresse verso la sua panchina preferita nell'unica piazza del villaggio. Fece per sedersi, ma vide avvicinarsi Aliya, una servitrice pakistana snob dalla cute dei capelli alle punte delle unghie dei piedi.
"E adesso che c'è?" pensò, sbuffando e cercando di non farsi notare nel farlo.
«Buongiorno Aliya» disse, piatta. La donna di avvicinò, guardandola storta e si sedette al suo fianco: l'ultima cosa che Melody avrebbe voluto facesse.
«Signorina, deve sapere che… no, è troppo difficile per me»
«Per favore Aliya, mi dica ciò che deve dirmi»
La donna prese un respiro e la ragazza iniziò a preoccuparsi: non aveva mai visto Aliya commuoversi.
«I suoi genitori… hanno sparato ai suoi genitori mentre erano in viaggio» annunciò la donna, prendendo un fazzoletto dalla tasca e soffiandosi sonoramente il naso. Tutte le persone che si erano radunate lì intorno iniziarono a bisbigliare o a fare versi di stupore. Melody rimase pietrificata: tutto nella sua mente si annebbiò. Prese il libro e corse in camera sua, buttandosi sul letto e iniziando a piangere: se solo avesse impedito ai genitori di partire! Se solo loro l'avessero ascoltata! Che ne sarebbe stato di lei Leta? Già, Leta…
La bambina si asciugò le lacrime e andò davanti alla camera della sorella. Bussò tre volte:
«Leta, ti prego. Non possiamo continuare così, io ho bisogno di te e…»
La sorella non rispose. "Forse sta piangendo…" pensò Melody. Poi diede le spalle alla porta e guardò fuori dalla finestra aperta il cielo stellato. Chiuse gli occhi ed espresse un desiderio. All'improvviso sentì un sonoro pop alla sua destra. Si girò di scatto e vide un uomo dai capelli e la barba rossi che si sistemava la lunga veste blu che gli scendeva fino ai piedi. Lei lo guardò incuriosita, per niente turbata da ciò che era appena successo. L'uomo sorrise.
«Buonasera, Melody. Io sono Albus Silente. Ho sentito della perdita e vorrei porti le mie condoglianze»
«Grazie, signore» disse lei.
«Beh, io sono il professore di Trasfigurazione della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. So che ti sembrerà strano, ma sei una strega. Una strega anche molto brillante a giudicare da tutti i libri che leggi» commentò Silente.
«…e lei sa tutto ciò perché…?»
Il mago rise e chiese:
«Vuoi rimanere qui o venire con me?».
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e andò a fare i suoi bagagli, ma Silente la fermò e tirò fuori dalla sua veste uno stecchino che Melody riconobbe come bacchetta magica. L'uomo la agitò e tutti i bagagli entrarono in una valigia.
«Incantesimo di Estensione Irriconoscibile. Lo imparerai» disse, per poi chiudere la valigia e porgere il braccio a Melody.
«Ti avverto: di solito le persone vomitano la prima volta» aggiunse. Prima di Smaterializzarsi, però, lanciò uno sguardo alla foto appesa vicino alla porta. Sorrise e scosse la testa. Melody guardò a sua volta la fotografia e lesse la didascalia: Newt Scamander.
~My space~
Perfetto, il capitolo introduttivo è finito. Quella in foto sarebbe Melody un tantino cresciuta (non vedo l'ora di vedere "Mamma Mia: Here We Go Again") e… che dire? Mi sono dimenticata di ringraziare mia sorella che fa finta di non ascoltare quando leggo ad alta voce a qualcuno, ma alla fine conosce la storia meglio di me😂. Dal prossimo capitolo (che pubblico sempre oggi, probabilmente *grilli interessati*) tornerà Newt perciò esultate grillini miei! *I grilli esultano*. E niente… vado a leggere un po'di "Hunger Games: Il Canto della Rivolta". Al prossimo capitolo!
Camy
P.S.: fatemi notare eventuali errori, per piacere❤
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top