CAPITOLO PRIMO-SORELLE DI CASA LESTRANGE (pt 1)

Melody era ancora davanti alla porta ad implorare sua sorella di uscire da quella maledetta camera e di giocare un po' con lei. In fondo aveva solo cinque anni, aveva bisogno di qualcuno con cui passare il tempo. Forse era la differenza di età che non faceva venire voglia alla maggiore di stare con lei, dato che la primogenita era ventunenne.
«Dai Leta! Voglio giocare!» ripeteva la bambina da due anni a quella parte.
«Vai a giocare allora!» rispondeva l'altra. A quel punto, come se fosse tutta una scena, Melody se ne andava, chiedendosi da quale dei due genitori avesse preso quella là.

La sua tristezza, però, se ne andava quasi subito, perché riusciva sempre a trovare il bello in ogni cosa. Persino in tutti i quadri e tutte le foto che i suoi genitori appendevano ai muri: avevano tutti delle facce scontrose e perennemente arrabbiate, ma Melody la pensava diversamente. Spesso si metteva davanti a quelli facendo facce buffe o imitando chiunque passasse per di lì cercando di farli sorridere. Sapeva che non avrebbero mai risposto, ma si divertiva e chi le vietava di farlo? In fondo, i suoi genitori erano buonissime persone, al contrario dei servitori della casa che le rivolgevano sguardi simili a quelli dei quadri. Melody avrebbe giurato di averli sentiti dire più volte "Brutta marmocchia" o, pochi di loro, qualcosa come "Sanguemarcio" o "Sanguesporco".

Già, perché quello dove la famiglia Lestrange viveva era più simile a un castello che una casa normale: un castello in mezzo a un piccolo villaggio. Arrivò il giorno del sesto compleanno della bambina. La madre posò una candelina sulla torta di mele che aveva preparato lei stessa e la piccola sussurrò, avvicinandosi alla fievole fiamma:
«Voglio che tutta la mia famiglia sia felice» e, detto questo, soffiò, spegnendo la piccola luce nella stanza buia. Il padre aprì di nuovo la finestra applaudendo e il sole arrivò direttamente in faccia a Melody. Tagliarono insieme la torta e la bambina chiese, addentandola per trattenere le lacrime:
«Secondo voi Leta si ricorda che esisto?»
«Certo, sei sempre lì a disturbarla davanti alla porta…» iniziò il padre, che ricevette una gomitata nello stomaco da parte della moglie.
«Sei proprio un idiota» sentì Melody dalla madre, che continuò «Tesoro, avrà qualche nobile motivo se non vuole vederci, non credi?»
La bambina annuì: in effetti non ci aveva mai pensato. Magari era triste o arrabbiata con qualcuno. Ma era comunque lì dentro da due anni a quella parte…

Quando fu il momento di andare a dormire la piccola passò di nuovo davanti alla porta: forse valeva la pena provare. Ma, quando stava per iniziare a bussare notò una cosa che non aveva mai visto prima d'allora: sul muro, di fianco alla porta, era appesa una fotografia, ma quella era diversa dalle altre: la persona immortalata sorrideva. Melody era così impegnata ad osservare quel dettaglio che si accorse solo qualche istante dopo che il tipo si muoveva. Quando lo vide, però, ne rimase altamente sbalordita e cominciò a squadrare il ragazzo da capo a piedi: aveva i capelli disordinati, era molto alto e aveva un'aria impacciata. Teneva, inoltre,una valigia in mano.
«Nah, le foto non si muovono! Tu che ne dici Tizio-Nella-Foto?» fece lei. Il tipo le sorrise timidamente «Bah, ti credevo intelligente» commentò la piccola. Le erano sempre capitate cose strane quando era triste o arrabbiata, come quella volta in cui aveva fatto cadere (soltanto con il pensiero) la parrucca bionda di una cameriera che l'aveva insultata, lasciandola quasi pelata davanti a tutti. Forse era lei che stava facendo muovere la fotografia.
«Melody Lestrange! Con chi per Merl… per il buon Dio stai parlando?!» fece la voce della sorella maggiore dalla stanza.
«Con questa foto tutta mossa… ma non potevi inquadrare meglio?» rispose la bambina.
«Melody!» esclamò l'altra, abbassando la maniglia della porta. In quel momento la piccola pensò di poter santificare l'uomo nella fotografia, sentendo la porta cigolare. Tuttavia, la sorella sembrò ripensarci e gridò:
«Vattene!»
«Che caratterino! Dimentichi che giorno è oggi…» fece ridacchiando lei.
«No! Vattene!»
Così fece la bambina, sbuffano e salutando con la manina il ragazzo, dicendogli:
«Che ci devi fare? È fatta così».

~My space~
Ok è andata. Grazie per chi sta leggendo *si sentono i grilli*. Comunque non vi preoccupate, Newt e gli altri nostri beniamini della giustizia torneranno presto, ma serviva un'introduzione a questo personaggio che sarà molto importante nella storia. Una curiosità? Melody è nata il ventisette luglio 1914: l'ultimo giorno di pace mondiale. È segno di speranza. E… beh, che dire? Spero che vi piaccia…*grilli* state zitti! E… forse domani posterò la parte due (già scasso con metà capitolo, figuriamoci uno intero in una volta sola!). Quindi… alla prossima e grazie ancora❤

P.S. Io adoro Leta… *i grilli ridono per la battuta* So che non sappiamo (?) nulla di lei, ma conosco molti "takers" e penso di avere capito il suo carattere. Quindi aspettatevi cose brutte (non pensate male grilli monelli!). E tanti momenti Newtina. Lo ribadisco:quella non mancherà.

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