Capitolo VII

- Ghrian, oggi non sembra volersi far vedere molta gente, concordi? - mi siedo al tavolino delle divinazioni, rigirandomi tra le mani il mio mazzo.

Incerta se farmi o meno una seconda lettura, dopo la solita mattutina.

Da quello strano pomeriggio sono passati tre giorni e da allora non ho più visto, men che meno sentito, Ethan.

Non che fosse in programma il contrario, solo...

La chiusura di quella movimentata vicenda è stata pure più folle di tutto lo svolgimento complessivo.

Jasper che sperava di scoprire qualche dettaglio "sordido" della relazione del suo amico con me.

La comparsa improvvisa di Estelle, affiancata da un ragazzo. Quello della mia divinazione, che non era ancora stato notificato al fratello. Essendo stata quella la loro prima uscita.

Cosa che ha quasi fatto venire una sincope ad Ethan, il quale si è comunque trattenuto dal fare una strage. Lasciandola andare con un molto più pericoloso "Ne parleremo stasera a casa".

Che Estelle ha parato ribattendo con un pacato "Anche tu mi dovrai raccontare un paio di cose."

Portando così la conversazione con Jasper a morire lì. Il quale, contro il volere del moro, mi ha chiesto il numero.

Minacciando il ragazzo di contattarmi per fargli il malocchio, in caso di sue prese in giro troppo acide.

Il che ha portato Ethan ad uscirsene con una frase in grado di paralizzare Jasper sul posto, per eccesso di stupore.

Una frase che ancora mi fa sorridere, al solo pensiero.

Soprattutto considerando quanto il suo sguardo era convinto e sorridente, mentre la pronunciava.

"Prova pure a chiederglielo, ma sappi che Ayleen non accetterebbe mai una richiesta del genere." sono state le sue esatte parole.

Dopo le quali sono stata accompagnata, proprio dal loro proprietario, a casa in macchina.

Perché... benché io volessi andare a piedi, essendo già piuttosto vicina alla meta, non sono riuscita ad oppormi al ragazzo. Il quale, quando si mostra più genuino, manda completamente in tilt il mio cervello.

Che in quel momento era già stato messo a dura prova e mandato praticamente K.O. dall'uscita fatta a Jasper.

- Che poi... - mi scompiglio i capelli - Non capisco perché sto ancora pensando a tutta questa faccenda. - mi accascio sul tavolino, sospirando.

Ricevendo in risposta uno stanco miagolio di Ghrian, per nulla interessato ai miei dilemmi interiori.

Da quando ho conosciuto Ethan non faccio che sentirmi sottosopra.

Non nego di averlo trovato piuttosto attraente, a primo acchito, ma... da lì a comportarmi come una pazza infatuata ce ne vuole.

Il punto è che... quel ragazzo è come un elaborato enigma e ciò mi incuriosisce.

La prima impressione di lui è stata pessima, togliendo quella meramente estetica.

Dopodiché è subentrata la comprensione, dopo la lettura del suo passato. Diventata preoccupazione a seguito della poco rosea visione.

Per finire con lo scoprire dell'esistenza di un giovane non solo cinico, ma pure in grado di ammettere l'esistenza di possibilità a lui incomprensibili, capace di chiedere scusa in maniera contorta, mentre si fa più gentile, ma al tempo stesso scherzoso.

Insomma... davvero un qualcosa di esplosivo per il cervello.

Anche se, in fin dei conti, credo che lui potrebbe dire lo stesso di me. O meglio, del mio lavoro.

A cui sicuramente sta ancora cercando di trovare una spiegazione.

Come io sto tentando di sbrogliare la matassa che mi ha lanciato contro, mostrandosi a me.

- Chiamando Jasper forse potrei scoprire qualcosa in più. - giocherello col mio cellulare, poco distante dalle carte - Però, a ben pensarci, non trovo giusto rivolgermi a terzi per sapere di lui. -

Anche perché... sento che la cosa non piacerebbe affatto ad Ethan.

La quale finirebbe per farmi tornare pure sotto il punto di partenza.

Che poi... a che mi servirebbe avere più informazioni su di lui?

Ethan è stato il mio pallino, di tutta la scorsa settimana, ma d'ora in poi chissà se lo vedrò ancora.

Nulla è certo a questo mondo ed io lo so meglio di tanti, però... c'è da dire che il mio l'ho fatto.

Il mondo me l'ha fatto incontrare, sabato, affinché mi mettessi il cuore in pace. E per darmi modo di salvare quel bambino, niente più di questo.

Pertanto non vedo perché il destino dovrebbe metterci nuovamente sulla stessa strada.

Già, altri motivi non ce ne sono.

Eppure... nemmeno il tempo di mettermela via, che vedo lo schermo del mio telefono accendersi.

- Pronto? - rispondo confusa, sconcertata dall'aver ricevuto una chiamata di Jasper.

- Ciao Ayleen, come sta la tua caviglia? Spero meglio. - trilla allegro.

- Ciao. Sì, grazie. È completamente a posto. - mi zittisco un attimo, in attesa di qualche sua ulteriore uscita.

Che non arriva, spingendomi a ribattere con fare timido - Ti serviva qualcosa o volevi solo assicurarti della mia salute? -

- Scusa, un collega intento a provarci con la nuova arrivata mi ha distratto. - comunica - Comunque sì, non ti ho chiamata solo per cortesia. Mi spiace. -

- Figurati, dimmi pure. - evito di commentare la prima parte - Se è qualcosa che riguarda Ethan... non ho nulla da dire più di ciò che ho rivelato sabato. - metto le mani avanti, facendolo scoppiare a ridere.

- Tranquilla. Non ti ho contattata per quel famoso malocchio. - è sempre più divertito - Al massimo mi piacerebbe sapere cos'ha spinto un tipo così ferreo nelle sue convinzioni a dar credito a te. Non perché tu mi sembri una cattiva persona, ma solo per il fatto che... conosco come la pensa riguardo certi argomenti. Di solito. -

- Uhm... io... - non so come togliermi dal discorso, senza rivelargli la questione delicata di quella divinazione che non avrei mai dovuto fare.

- Oh, scusami. Stavo dicendo che mi piacerebbe saperlo, non che volevo che me lo dicessi. - specifica - Il motivo per cui ti chiamo è un altro. -

- Ovvero? - mi sento sollevata solo in parte.

- La madre del bambino ha sporto denuncia contro l'ubriaco, per procurato danno emotivo. Pertanto, essendo tu una testimone, oltre che parte lesa... serviresti in tribunale come, appunto, testimone per l'accusa. - la rivelazione mi spiazza e non tanto per la richiesta.

Semmai perché... non mi è stata posta da Ethan. Considerando pure il suo lavoro.

- Ayleen? Mi hai sentito? - domanda Jasper, non ricevendo risposta.

- Oh, io... va bene. Nessun problema. - sparpaglio le mie carte sul tavolo, con la mano libera.

In una sorta di vano tentativo di distrarmi, dalla possibilità che Ethan preferisca non sentirmi più.

- Stai pensando al perché non è stato Ethan a contattarti, vero? - Jasper non aiuta, dandomi una stoccata dritta al cuore.

- Ma no, figurati. Lui nemmeno ha il mio numero. -

Anche se sa dove lavoro... e abito...

- Vero, ma non è quello il motivo per cui ti sto parlando io della cosa. - il suo tono muta, facendosi più impacciato - Diciamo che... quando è venuta fuori la storia della denuncia, potrei aver punzecchiato un po' troppo il mio amico. -

- Punzecchiato su cosa? - mi blocco.

- Su di te, ovviamente. Gli ho detto che venire a riferirti la cosa poteva essere una buona scusa per rivederti. Visto che pareva tanto legato a te... - abbassa sempre di più il tono di voce, soprattutto per dire l'ultima frase. Per poi riprendersi un po' - Volevo solo scherzare, ma così facendo non ho pensato al fatto che lo stavo solo portando dalla parte contraria. Sa essere incredibilmente testardo quando vuole. -

- Credo tu ci stia pensando troppo. - scuoto il capo, tra me e me - Da ciò che ho visto sabato, questo genere di scambi è all'ordine del giorno per voi. Inoltre, perché dovrebbe essersela presa per una battuta su di lui ed una strega? Già è tanto il fatto che mi considera una persona. -

- È questo il punto! - scatta, bloccandosi un istante - Cioè... lasciami spiegare. Mi riferivo alla prima parte, non all'ultima. - si agita.

- Ok, tranquillo. - non comprendo dove lui voglia arrivare.

- Di norma si limita a rilanciare al mio punzecchiamento, tra sogghigni e falsi sbuffi, ma oggi... no. Fissandomi serio mi ha detto che aveva poco senso fosse lui a riferirti la cosa, dato che come te rientra tra i testimoni. Fatto che gli toglie la procura del caso. - racconta - Niente più. Nessuna frecciata di rimando, zero commenti acidi o domande evasive... nulla. -

- E con ciò? È un discorso sensato, no? -

- Sì, ma anche no. Nel senso... non prendermi per pazzo, ma credo sia interessato a te sul serio. - sgancia la bomba.

Così, improvvisamente.

Facendomi assurdamente scoppiare a ridere.

- No, no Jasper. Hai frainteso. - mi asciugo una lacrima, nata dalle mie risa - L'interesse che ha in me non è di natura romantica, come credi. Semmai sta valutando che tipo di persona sono, considerando il particolare lavoro che svolgo. -

- Ma quello direi che l'ha stabilito già, non credi? - ribatte - La buona considerazione che ha di te è oramai appurata. Per questo trovo così strano il suo atteggiamento. Non vorrei spaventarti, ma non è mai stato uno da relazioni stabili. Come già detto, non è molto bravo ad interagire con le persone. Nemmeno con quelle con cui si frequenta. -

- Perché la cosa dovrebbe spaventarmi? - mi raddrizzo sulla sedia - Credo tu stia davvero travisando la faccenda. Ethan è innegabilmente un bel ragazzo, ma... -

- Se sapesse che sto parlando di questi argomenti con te mi farebbe fuori. - non mi lascia finire la frase - Ma per concludere... quello che volevo dire è che si vede lontano chilometri che c'è della chimica tra voi. Anche se lui sembra non essersene ancora reso conto. Questo non significa che vi vedo già innamorati, sposati e con figli. Solo che... se ti dovesse ricapitare di vederlo in giro, ti chiedo di non evitarlo solo perché è un tipo complicato. Ciò che vedi in superficie è il risultato di un passato che, se un giorno arriverà a confidarti, ti porterà a conoscere una persona meravigliosa. Che farebbe di tutto per le persone a lui care. - mi si stringe il cuore.

- Gli vuoi davvero molto bene, eh? - sorrido, intenerita dal tutto.

- Anch'io ho un passato di cui non mi piace parlare. Al tempo già ci conoscevamo e lui, assieme a sua madre e ad Estelle, mi ha aiutato molto. Perciò... sì. Anche se non ce lo diciamo così apertamente, sarebbe troppo strano. - il suo tono cambia, facendosi più composto - Comunque, volevo dirti solo questo. Perché considerando quanto, di solito, si espone quasi per niente con gli altri... non posso che dare il beneficio del dubbio ad una persona riuscita in ciò che hai fatto tu. - conclude.

In maniera assai frettolosa, chiudendo la telefonata dopo un rapido saluto. Senza richiedere, per mia fortuna, alcuna mia considerazione.

Chissà... forse aveva Ethan in avvicinamento.

Altrimenti perché chiudere tutto così velocemente, dopo tutte quelle chiacchiere?

Chiacchiere di un discorso che... finisco per mettermi ad analizzare.

Non potendo smentirlo del tutto.

Perché insomma... posso raccontarmela quanto voglio, ma...

Non mi ritrovavo a pensare così tanto ad un ragazzo dalle superiori, quando presi quella tremenda cotta per l'idiota che mandò in fumo i miei sentimenti proprio con ciò che lo genera. Il fuoco.

Più nello specifico, organizzando un falò con strega per l'ultimo giorno del festival scolastico.

Strega di paglia con capelli di carta colorata. Di rosso, ovviamente.

Cosa che mi spinse ad uscire allo scoperto, dopo un anno passato il più in sordina possibile.

Perché se lui sperava di mettermi in difficoltà con tale "scherzo", io ero pronta a dar prova del mio valore. Che mi spinse a fare scelte non sempre in linea con la persona giudiziosa quale sono adesso.

In grado di comprendere che Ethan è diverso da quello scemo, ma comunque un soggetto a cui avvicinarsi con cautela.

Perché l'interesse può nascere anche per persone con cui poi non si può andare oltre esso.

Senza contare che, di base, prima di farsi certe pare mentali... bisognerebbe aver modo di vedere l'altra persona in causa.

Rimuginare su sta cosa, senza avere la certezza se lo rivedrò o meno, non ha molto senso.

Certo, volendo potrei affidarmi a qualche divinazione chiedendo alle carte di lui, ma... lo trovo come barare.

Oltre ad essere ciò che cerco di non fare con i miei clienti.

Determinate cose devono accadere quando arriva il giusto momento e con la giusta dose di miste...

- È permesso? Ti disturbo, Ayleen? -

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