Parte 4: Preda

La tigre avanzava lentamente, coi muscoli tesi e pronta all'attacco.
Lentamente, Jyll incoccò una freccia e tese l'arco, puntato al terreno.
Qualora la tigre avesse attaccato, avrebbe avuto una sola possibilità.
Non sarebbe mai riuscita a prendere una seconda freccia.
Era molto semplice, terribilmente semplice.
Vita o morte.

Un ringhio annunciò che il felino aveva preso la sua decisione: attaccare. Si rannicchiò pronta al balzo e saltò ringhiando.
Mantenendo un minimo di sangue freddo, Jyll scoccò... ma la sua freccia si piantò in un poderoso braccio bianco, sporco di fango, che, calato da un albero, prese la tigre al volo, per poi rilanciarla lontano grugnendo di dolore e sforzo. Un ruggito poderoso e la minaccia a quattro zampe si diede alla fuga, riconoscendo la superiorità del nemico.
L'umana, nel mentre, si era bloccata.
Il suo salvatore scese dalla pianta e si strappò via dalle carni la freccia.
Era lui.
Il vastaya caduto nella grotta.

La prima reazione di Jyll fu, comprensibilmente, il panico. Subito tentò di incoccare un'altra freccia ma il cacciatore fu più veloce. Le spezzò l'arco in due con facilità, e la sbattè al suolo con il rovescio della mano.
La ragazza cercò di rimettersi in piedi ma venne schiacciata al suolo dalla presa potente del Kiilash.
Quello ruggì, stordendo Jyll, che pensò di star per morire e una lacrima le scese lungo la guancia, scivolando subito nell'erba.
Cercò di combattere per liberarsi ma il vastaya aumentò la pressione. No, lottare non sarebbe servito a niente. Era finita.

"Ti prego non uccidermi..." implorò Jyll, sperando che la creatura capisse il suo linguaggio "non uccidermi..." la sua voce era flebile e acuta quanto quella di uno scoiattolo.
"E perché non dovrei farlo?!" ribatté una voce tonante, un po' impastata dal dialetto vastayano natale "sei entrata nel mio territorio!"
Fermi tutti. La creatura sapeva parlare?!
"Tu... parli la mia lingua?"
"Vivo in questa foresta da anni e non si muove niente senza che io lo sappia, anche fuori da... come lo chiamate voi... il Territorio di Nord-Est! Sì, so parlare la tua lingua, ma non hai risposto alla mia domanda. Perché dovrei risparmiarti!"
La pressione al terreno, leggermente allentata durante il dialogo, si fece di nuovo schiacciante.
"Ti prego... Perdonami... Non volevo..."
"Balle. Sei entrata qui di proposito. Tu volevi, eccome!"
Ancora pressione. Jyll si trovò del fango in bocca.
"Non... respi..."
Il mostro lasciò la presa.
Subito la rossa si rizzò inspirando a pieni polmoni. Le era parso di soffocare.
Si ritrovò tuttavia con una lama appoggiata alla gola.
"Rispondi. Perché sei entrata."
Jyll deglutì, poi confessò "Stavo... stavo inseguendo un cervo. Si è inoltrato qui e sono stata costretta a seguirlo"
"Perché costretta?" la lama raschiò la carotide, comprimendo il fiato.
Le lacrime iniziarono a rigare le guance di lei, che pregò di non singhiozzare perché sarebbe stata morta il secondo dopo.
"Il mio villaggio... sta attraversando un brutto periodo di carestia... non c'è cibo, capisci? Quel cervo vuol dire salvezza..."
Dopo un breve attimo di riflessione, il Killash rinfoderò la sciabola kirai.
"Ecco la verità." aggiunse.
Jyll non riuscì a fermare le lacrime.
"Secondo te... io sto solo nel mio territorio? A volte caccio anche nei territori altrui... i vostri, per la precisione."
Il grosso vastaya si portò davanti a Jyll, che continuava a piangere.
"Per questo so tutto: lo vedo coi miei occhi. Ora... Dimmi un po', perché mi hai fatto finire in quel fiume?"
La punta della sciabola accarezzò, fredda e tagliente, il mento di lei.
"Non volevo... ucciderti... volevo solo allontanarti dal cervo... per poi prenderlo e tornare al villaggio..."
"Non hai un minimo di strategia, ragazza: un piano del genere contro un Kiilash è puro suicidio."
Breve attimo di silenzio, interrotto dal pianto di Jyll.
"Il cervo che stavi inseguendo è quello?" chiese il vastaya.
"S-sì... Posso... portalo con me?"
"Tu credi che io ti lascerò andare via?"
Un'ombra di paura oscurò gli occhi di Jyll. "Non... non posso andarmene?"
"Forse."
"Che vuoi dire..."
"Vivo da solo da molto tempo... Pensavo di portarti con me, nel mio covo... Dove starai con me per un po'"
Il terrore della ragazza fu completo.
Vedendola, il Kiilash scoppiò in una risata fragorosa.
"Sto scherzando, ragazza... Io sto bene da solo."
Si rialzò "Facciamo così: io ti dò il cervo, ma tu mi dai qualcos'altro in cambio."
"Ma il cervo era mio..."
"È entrato nel mio territorio, quindi è automaticamente mio."
L'espressione feroce del vastaya suggerì a Jyll di non replicare.
"O-ok... Come ti posso pagare... Vuoi qualche arma... o..."
"Le armi le ho già, e non potrei volerne di migliori.
"A-allora come pago..."
"Mmmh..." il cacciatore rifletté finché non vide qualcosa pendere al collo di Jyll "che hai lì?"
"Questa?" lei estrasse una collana "È... un regalo di mia madre..."
Una bella collana di legno e corda, con decori semplici ma eleganti, impreziositi da oro. L'oro era dell'orologio di suo padre...
"Quella andrà bene. Quella e una ciocca di capelli."
Jyll si strinse la collana al petto.
"Ci sono molto legata... non puoi prendere qualcos'altro..."
"Che altro avresti da offrirmi..."
Jyll si morse il labbro, pensosa. Non aveva molto...
"Dammi la collana e la ciocca."
"N-no..."
"Come?" il Kiilash mise la mano sull'elsa della sciabola.
"D-d'accordo..." cedette. Piangendo, si tolse la collana. Le diede un bacio d'addio e la consegnò al felino, che se la mise in tasca.
"I capelli, ora."
La ragazza estrasse il pugnale.
"No. Faccio io." la interruppe il cacciatore. Si portò alle spalle di lei.
"Resta ferma." raccomandò.
Con un preciso colpo della sciabola tagliò una ciocca di sette o otto centimetri della parte finale dei capelli davanti. Jyll non sentì niente.
"Ora il cervo è tuo." e con una rapida corsa, leggerissima per un essere così grosso, il predatore se ne andò.
Lei corse subito dal cervo (la scimmietta se n'era andata da un pezzo) e, ripreso in spalla, continuò la marcia. Dopo un'altra mezz'ora di lotta contro il peso della carcassa e il terreno, giunse finalmente alla fine del Territorio di Nord-Est.

"JYLL!" il grido acuto di Elly fece alzare la testa alla ragazza "Sei viva!"
"Già" sorrise lei "e ho il cervo!"
La bionda abbracciò forte l'amica guardandola con occhi raggianti.
"Sei mitica!"
"Sei stata un'incosciente" frenò i festeggiamenti Navia avvicinandosi "ma anche bravissima" finì abbracciandola.
"Grazie, sorella"
Anche se non erano davvero sorelle, si sentivano tali. Jyll, Navia e Elly.
Un fitto rumore di passi scosse le ragazze dai loro pensieri.
Sbucò un uomo alto, muscoloso, armato di arco e pugnale alla cintura, con il fiatone. Il suo viso si distese quando vide le tre. "Jyll! Sei viva!"
La rossa si irrigidì appena lo vide.
Mentre Elly andava in estasi, Navia spiegò sottovoce "Ti abbiamo dato per dispersa. Mentre Elly stava qua ad aspettarti, sono andata di corsa verso la zona di caccia a sud, a cercare Rogan e il suo gruppo. Sono i migliori del villaggio e in grado di combattere orsi a mani nude. Non potevamo non chiamarli, lo sai."
"Avete fatto bene" scandì fredda Jyll.
"Hey" aggiunse Navia, vedendo che lei non era convinta "ci serviva qualcuno con abbastanza coraggio da addentrarsi nel Territorio di Nord-Est e con abbastanza forza e abilità da sopravvivere. Tornare al villaggio e organizzare una squadra avrebbe richiesto troppo tempo. Loro erano l'unica alternativa."
Jyll brontolò qualche mugugno in risposta.
"Mammamia quant'è bello..." mormorò Elly mentre Rogan si avvicinava, con il suo gruppo di caccia al seguito.
"Beh" sdrammatizzò Jyll "almeno ora sappiamo chi porterà il cervo al villaggio!"
Navia ridacchiò. "In effetti, tutti quei muscoli dovranno pur usarli."

Ci fu festa, quella sera. Il cervo, unito a tutti i viveri procurati dalle altre squadre di caccia, avrebbe dato cibo sufficiente per una settimana.
Balli, canti, bevande, buon cibo (seppur razionato) fecero tornare l'allegria in quel villaggio che fino a poche ore prima si dava per spacciato.
Jyll partecipò ai festeggiamenti, tuttavia pensava al vastaya. Strana richiesta, la ciocca di capelli. Il vastaya aveva una collana di denti, quindi, suppose la ragazza, voleva una specie di trofeo?
Forse non aveva avuto cuore di ucciderla e cavarle un dente.
Oh, beh, tanto di guadagnato.
La serata passò piacevole, in compagnia di Navia e di un'estasiata Elly che si perdeva in ammirazione di Rogan, che tuttavia non la degnava di uno sguardo. Poverina, Elly: solo quindici anni e già stracotta di un ragazzo che non la filava minimamente.
Rogan aveva anche tentato di invitare Jyll a ballare con lui, ma lei aveva rifiutato categoricamente. Non l'avrebbe fatto con lui. Quando invece fu Navia ad invitarla, lei non si fece pregare.
Al ritmo dei tamburi e dei flauti, le due si scatenarono divertendosi.

Una piccola parentesi su Rogan e Elly. Se ve lo state chiedendo, lei una volta ha provato (ovviamente dietro incoraggiamento di Navia e Jyll) a parlare con lui. Era tuttavia diventata tutta rossa e non era riuscita a balbettare altro che qualcosa in un linguaggio incomprensibile di cui si stava ancora cercando il significato.
Qualche informazione su Rogan: è il miglior guerriero del villaggio (un classico) e ci prova con Jyll, la protagonista (ancora più un classico). È sui vent'anni, però STRANAMENTE non è tipo il figlio del capo ecc.
Vive con la nonnina e si prende cura di lei. Nonostante quello che ne pensi Jyll, è un ragazzo di buon cuore. Almeno, la maggior parte delle volte.
Insieme a Jyll è l'unico che si sia addentrato nel Territorio di Nord-Est e ne sia uscito (vivo).
Inutile dire che sia alto, aitante, muscoloso, bello, con profondi occhi verdi e lucenti capelli castani.
Potrebbe avere tutte le ragazze che vuole, ma non è un playboy. Anzi, è molto rispettoso e cordiale. Solo, a volte si crogiola nel fatto che è il migliore e si vanta eccessivamente delle sue imprese, e questo talvolta lo rende fastidioso ma è uno dei suoi pochi difetti.
Un bravo ragazzo, in fin dei conti.
Certo, a Jyll sta un po' là perché si ostina a corteggiarla (e lei sta disperatamente tentando, da ormai DUE ANNI, di non essere interessata a lui), quindi per lei non è proprio una compagnia favorevole, tuttavia è una fortuna per il villaggio (non per Jyll) che ci sia uno come lui.

Rogan, sconsolato, si sedette accanto a Elly distratto: contemplava colei di cui si era innamorato in una sorta di trance, mentre lei muoveva quella massa fluente di capelli rossi che lo faceva impazzire. Avrebbe voluto baciarla, stringerla, coccolarla, dormire insieme... Avrebbe voluto molte cose, e da tanto tempo, ormai.
Sorrise amaro: praticamente tutte le ragazze del villaggio sospiravano per lui ma lui sospirava per una delle pochissime a cui non interessava. L'unica altra era Navia, con una personalità così forte che a volte faceva paura anche a lui.
Distrattamente, appoggiò il mento sul palmo destro e lasciò cadere la mano sinistra accanto a sé.
Destino volle che quella mano arrivò sopra un'altra mano: quella di Elly, che realizzato chi la stesse toccando raggiunse velocemente una tonalità porpora. Lei si guardò bene dal parlargli (anche perché non ne era in grado) o dal distrarlo. Restò invece in adorazione del suo dio.
"Non è bellissima..." si lasciò sfuggire Rogan.
Elly non seppe cosa rispondere. Da una parte c'era il sincero affetto per l'amica, dall'altro una viva gelosia che la pungeva.
Solo allora lui parve ricordarsi di dove fosse la sua mano sinistra.
Arrossì leggermente e la levò frettolosamente, mormorando un "Oh, scusa..." pieno di imbarazzo.
"Fa niente..." farfugliò Elly dopo qualche secondo di silenzio.
Ancora silenzio.
Andava spezzato.
"Sì, è bellissima..." ci pensò lei, dando voce all'affetto che la legava a Jyll.
"Vorrei essere bella quanto lei..."
Rogan le sorrise (e Elly quasi svenne) "Sei bella anche tu".
Per non si sa quale miracolo lei non crepò sul colpo.
"Hai dei capelli stupendi" rincarò la dose lui accarezzando i suoi riccioli biondi.
"Anche gli occhi non sono affatto male."
Davvero, ci teneva a vederla morta o cosa?
"E hai un magnifico sorriso."
Ma il colpo finale doveva ancora venire:
"Dovresti sorridere di più, secondo me. Sei molto più carina, sai?"
In qualche modo l'anima di Elly riuscì a mantenersi viva e legata al corpo.
Lui le sistemò i capelli dietro le orecchie, la rimirò un secondo, disse un "Sei davvero bella" che ad Elly tolse il fiato (già corto) e tornò a guardare, sospirando, verso Jyll e Navia, che danzavano l'una con l'altra in modo sempre più sensuale, come se ci avessero preso gusto a provocarsi un po'.
Rogan sorrise amaro e si distese, sbadigliando, sulla panchina, guardando verso il cielo.
Chiuse gli occhi, osservando le stelle e sorridendo quando Elly gli mormorò, nell'imbarazzo più totale, "Buonanotte."
"Anche a te." e iniziò a sognare.

~~~

Immerso nella caccia, un Kiilash di nostra comune conoscenza svegliò i suoi sensi, sentendo il brivido e l'adrenalina corrergli lungo la schiena.
La caccia era il suo territorio, la sua vita.
L'unica cosa che lo facesse sentire vivo.
Correndo per la giungla, saltò sulla sua preda: una grossa scimmia appesa ad un albero. La trascinò a terra, schiacciandola con il suo peso.
Stava per affondare la sciabola kirai nelle carni della preda, ma un urletto acuto lo deconcentrò. Una scimmietta, probabilmente il piccolo della scimmia che il vastaya aveva catturato, gli stava gridando contro lanciandogli legnetti.
Apprezzando il coraggio, il cacciatore lo guardò meglio.
L'aveva già vista, quella scimmietta... quando aveva quasi accoppato la tigre, quella stessa mattina.
La scimmietta che stava nascosta dietro la ragazza.
Riconosciuto l'animaletto, il predatore allontanò la sciabola kirai dal collo della madre, si alzò lasciandola libera e se ne andò, dopo aver ruggito forte, mettendo a tacere quel piccolo avventato.
A volte, un vero cacciatore sapeva anche essere misericordioso.

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