3 Squadra riunita

Cassandra era sdraiata sul letto a pancia in su, con i lunghi capelli lisci castani che le incorniciavano il viso bagnato di lacrime. Markus era seduto su una sedia di fianco al letto, mentre le teneva la mano con la sua -  fredda e metallica - rivestita di un tessuto apparentemente uguale alla pelle umana.
"Mi ha ridicolizzata quel vecchio...",
mormorò Cassandra tra le lacrime.
"Su dai..." disse l'androide mentre ne raccolse una mentre segnava la guancia dell'amica, con un tono dolce e rassicurante "ci saranno altre occasioni. Vedrai".
La donna si mise a sedere sul letto e urlò tra le lacrime:
"Col cazzo che ce ne saranno! Hai visto come mi ha trattata quel bastardo?".
L'androide capì; l'amica non era solo infuriata, ma anche disperata.
Cassandra riprese a piangere coprendosi il volto con le mani;
Markus voleva consolarla ma non sapeva come. Nella sua memoria robotica non gli erano stati inseriti quei tipi di dati.
In quel momento Cassandra si asciugò con i dorsi delle mani gli occhi rossastri, con stampato sul viso un largo sorriso.
"Ho un'idea", disse con un sorriso complice.
"Non vorrai...".
"Esatto ".
"Non puoi uscire da questa stazione senza che qualcuno lo sappia".
"È necessario".
L'androide sospirò frustrato e disse:
"So già che me ne pentiro'...",disse amaramente, arrendendosi ai desideri dell'amica.
Si alzò in piedi e disse:
"Quando partiamo?".
"Domani sera. Raduna i miei uomini e comunica loro di andare nella sala comune".
"Quali?".
"Tutti e dieci. Adesso".

Tutti e dieci i soldati di Cassandra si ritrovarono nella sala comune, con le facce assonnate e stanche. Gli si presentarono davanti Markus con uno sguardo che non mostrava alcun sentimento.
Nella compagnia infatti soltanto Cassandra sapeva che provava emozioni, ma quel segreto non doveva essere reso pubblico; se mai si venisse a sapere che un androide provava sentimenti, si avrebbe intuito un possibile ammutinamento.
"Perché ci hai chiamati nel cuore della notte?", chiese nervosa Ann, la donna mora che sembra quasi un maschio.
"Il tenente colonnello ha insistito perché vi vedesse adesso".
"Ma ti ha almeno detto il motivo?", s'intromise Andrew, uno degli uomini più giovani del gruppo, alto e muscoloso con la pelata.
"Chiedetelo a lei. È già arrivata", disse indicando una delle porte.
In quel preciso istante entrò nella sala la tenente colonnello in divisa militare con le mani dietro la schiena come un perfetto soldato.
"Mi dispiace dovervi svegliare a quest'ora, ma la mia richiesta non può essere ignorata. Tutti voi eravate presenti all'ascolto del messaggio di Ellen Ripley, quindi da voi mi aspetto una risposta sincera. Questa sera ho deciso che domani a quest'ora lasceremo la stazione per cercare la Nostromo".
Martin fece per aprire bocca, ma venne subito zittito con un gesto della mano, da parte di Cassandra.
"Non rispondetemi ora. Vi lascio tutta la notte per decidere e voglio i nomi di coloro che verranno entro il coprifuoco".
Nella sala era sceso un silenzio innaturale. La donna fece per ritirarsi quando Ian chiese:
"Cosa ci aspetterà là fuori?".
Cassandra sospirò.
"Non lo so Ian, ma noi saremmo pronti a tutto".
Fece una pausa d'effetto e continuò:
"So che avete paura, e vi do' ragione. Non sappiamo a cosa sia successo alla Nostromo, ma prima che l'equipaggio venisse quasi azzerato, avevano fatto una brevissima sosta sulla luna LV-426, non molto lontano da qui. Da lì cominceranno le ricerche".
Si fermò.
"So che vi sto chiedendo di fare una cosa pericolosa, ma adesso non vi sto parlando da tenente, ma da compagna d'avventure. Chissà, forse questa sarà l'ultima volta in cui vedrete questa stazione, ma...".
Si avvicinò al tavolo e chiese con un tono supplichevole:
"mi seguireste un'altra volta?".
I membri della squadra, che fino ad allora erano rimasti seduti sulle sedie,si alzarono in piedi, uno dopo l'altro.
"Siete con me?!".
"Sissignore! ".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top