10 Scontro finale
I preparativi furono lunghi ed estenuanti, in tutto quindici giorni.
Markus non era stato stupido. Durante lo scontro, aveva impiantato alcuni GPS circolari sotto le ascelle degli Xenomorfi, potendo così rintracciarli in ogni angolo del cosmo.
Dopo aver scanzionato tutta la galassia, Markus era riuscito ad individuare il pianeta natale del Predalien; si trattava di Calpamos, la cui luna era l'LV-426. Infatti, secondo alcuni studi effettuati dall'androide, l'LV-426 era il posto dove l'ultima Regina vi aveva deposto le uova, prima di essere uccisa e sostituita dal Predalien. Si era impossessato di quel posto e lo aveva diviso in piccoli nidi sparsi per la luna, nascosti in grotte sotterranee, accessibili utilizzando dei canali aperti sul terreno.
Prima di prepararsi, Cassandra diede una mano alle ragazze ad indossare le armature metalliche, impiegandoci pochi minuti. Poco dopo, nella sua tenda, la donna si spogliò rimanendo con la biancheria intima, aspettando Markus. L'androide venne dopo pochi minuti, rimanendo stupito sull'uscio della tenda, appena vide Cassandra.
La donna rimase in piedi di fronte allo specchio mentre Markus le fissava dietro al collo un ago collegato a un motorino nascosto dentro alla coda dell'armatura.
"Se fossi umano, a quest'ora saresti tutto rosso", commentò Cassandra, ridendo.
"Le donne in intimo sono abituato a vederle stese su un lettino all'obitorio, non in piedi davanti a me", disse, sorridendo.
Poi toccò all'armatura. Appena entrarono le ragazze, Markus venne cacciato in malo modo, come se la compagna dovesse indossare l'abito nuziale.
Abito nuziale...
Quell'immagine se l'era immaginata tante volte in quell'arco di tempo, da quando aveva baciato Cassandra fino a quel momento. Dio solo sapeva quanto amava quella donna e avrebbe dato tutto pur di farla felice.
Se necessario, anche la vita stessa, ma per anni si era illuso di essere ricambiato; era un'anidride creato per servire e il suo valore morale era nullo. Ma Cassandra valeva molto di più e, a differenza sua, aveva un passato da ricordare e un futuro da vivere.
È la mia ragione d'esistenza.
In quel momento la ragazza aprì il fagotto con dentro l'armatura e cominciò, con eleganza, a indossarla, aiutata dalle compagne.
Una volta terminato, Cassandra andò a guardarsi allo specchio; l'armatura le calzava come un guanto e, insieme al fucile e alla lancia, le dava un'aura guerriera che le si addiceva, ma allo stesso tempo le pareva strano indossare un'armatura composta principalmente da una pelle di Xenomorfo.
"Stai da Dio", commentò Ann.
"Tu dici?", chiese Cassandra, guardandosi i fianchi e la coda.
"Eccome!", esclamò Zoe.
In quel preciso istante entrò nella tenda Ian, armato di fucile e protetto da corazza.
"Sbrigatevi. Gli altri ci stanno aspettando".
Le ragazze annuirono, quindi presero le loro armi e uscirono. Davanti a loro le aspettavano tutti i Predator, armati di fucili e protetti da corazze e placche metalliche. Fuori dal campo, la Sanctorium e quattro astronavi aspettavano di essere avviate. In un canto, Markus teneva sottobraccio un portatile.
Appena vide Cassandra ricoperta dall'armatura, rimase pietrificato.
Le calzava al pennello quella pelle metallica e le sue curve, eleganti e sinuose, lo confondevano ma lo attiravano allo stesso tempo.
"Sei bellissima", commentò con un cenno di imbarazzo.
"Grazie, ma non penserai mica di andare in guerra senza niente".
"Stai scherzando spero. Ho ricoperto il mio corpo con una serie di reti elettriche, collegate tra loro, creando un reticolato invisibile. Sarà impossibile che uno Xenomorfo mi tocchi senza essere ben cotto", ridacchio l'androide.
Cassandra sorrise.
Si avviarono alla Sanctorium, dove l'aspettavano i suoi compagni, il generale Yatuja e i soldati Predator.
Avviarono i motori, e il viaggio ebbe inizio.
I Predator dovettero mettere le astronavi alla velocità supersonica per raggiungere Calpamos in minor tempo possibile. I soldati videro i contorni del pianeta solo dopo due giorni di viaggio, meno cinque del previsto.
Atterrarono sul suolo alieno con poche difficoltà, senza incontrare nessun Xenomorfo.
Il paesaggio era irreale.
Era un'unica prateria erbosa, di un giallo spento, con sullo sfondo il profilo delle montagne.
"Dove sono finiti gli Xenomorfi?", chiese Ian.
"Si saranno nascosti come animali impauriti", commentò bruscamente Ann.
" No" disse Cassandra "
"saranno pure stupidi, ma non così tanto da vivere in aria aperta. Probabilmente vivranno in una grotta".
Guardò Markus. L'androide teneva lo sguardo fisso sullo schermo del computer, annuendo.
"Facci strada", le disse Cassandra.
Markus andò in prima fila e, guardando lo schermo, proseguì deciso verso le montagne.
L'esercito lo seguì.
Poco a poco che si avvicinavano alle montagne, il paesaggio cambiò radicalmente, passando da una prateria erbosa a una foresta cupa e stranamente silenziosa. Si fermarono davanti a una spaccatura di una parete rocciosa, grande a sufficienza per far passare una persona alla volta, o uno Xenomorfo. Essendo troppo piccola per i Predator, le creature cominciarono a spaccare la roccia intorno alla crepa, utilizzando una specie di piccone. Alla fine del lavoro, la crepa risultò molto più larga di prima, sufficiente per un Predator.
Entrarono.
Era un lungo corridoio buio, scavato interamente nella roccia. Il gruppo proseguì adagio, facendo attenzione alle piccole conche che il sangue acido degli Xenomorfi aveva causato.
Dopo qualche minuto, il gruppo intravide in fondo al tunnel una fioca luce giallastra, da cui provenivano strani rumori. Proseguirono adagio, fino a giungere la fine della galleria.
Era un'immensa sala circolare, dal soffitto alto e un gigantesco foro al centro del soffitto, mostrando un secondo piano, il tutto illuminato con piccole torce semispente, con in evidenza un breve tunnel buio.
Poi loro.
Xenomorfi. Tantissimi, minimo un centinaio, dormivano ronfando in posizione fetale.
Uno dei Predator fece per sparare, ma Cassandra glielo vietò con un gesto della mano. Per giungere al foro sul soffitto, il gruppo dovette fare salto d'ostacoli, cercando di evitare di schiacciare qualche coda di qualche Xenomorfo.
Con l'aiuto dei compagni, Cassandra oltrepassò il foro, giungendo a una seconda grotta.
Anch'essa era circolare con il soffitto alto dieci metri; a destra si apriva un breve corridoio, il tutto illuminato da fiaccole appese alle pareti.
E lo vide.
Il Predalien dormiva beato in fondo alla grotta, anch'esso in posizione fetale. Presentava un braccio metallico lucente, sostituendo quello perso.
Cassandra impugnò la lancia e si avvicinò alla creatura dormiente, a piccoli passi. Con estrema cautela, girò col piede il corpo del Predalien a pancia in su, senza svegliarlo.
La ragazza puntò il petto e con entrambe le mani impugnò la lancia e prese la mira.
Fece per colpire quando un pezzo di roccia si staccò dal soffitto, cadendo a pochi centimetri dalla testa dell creatura. Questa si svegliò di soprassalto e solo lì vide l'umana. Ruggì, allarmando gli Xenomorfi di sotto.
La battaglia ebbe inizio.
Mentre i Predator e gli umani erano occupati a sistemare gli Alien, Cassandra si occupò del Predalien.
La creatura attaccava da tutte le parti, tentando in qualche modo di infilzare la nemica da dietro, o anche solo sorprenderla per sbranarle la faccia, ma Cassandra, avendo imparato le mosse e le strategie del nemico, si muoveva fulminea evitando di dargli le spalle. Aveva i proiettili contati e non era molto brava con la lancia, quindi cercava di usare il fucile il minor possibile, sparando solo quando il Predalien le era sotto.
Cassandra stava cominciando a perdere i colpi e la creatura approfittò di quel momento per strapparle di mano il fucile, lanciandolo nel tunnel. Essendo rimasta con la lancia, la ragazza cercò di usarla più come una mazza per stordire la creatura. Una volta stordito il nemico, Cassandra ne approfittò per prendere il fucile, ma il Predalien la stava inseguendo, quindi dovette attraversare il tunnel, cercando in qualche modo di evitare lo scontro diretto. Il corridoio finì con una lunga passerella di roccia che finiva con una piattaforma circolare dal raggio di quattro metri, con sotto venti metri di buio profondo. Cassandra udì il rumore di onde e capì che sotto c'era acqua, sperando che ce ne fosse a sufficienza per sopravvivere a una possibile caduta. Predalien giunse alla piattaforma, con una serie di piccole ferite superficiali intorno al corpo e una furia omicida implacabile.
Lo scontro finale ebbe inizio.
Gli Xenomorfi erano stati annientati e Markus, preoccupato per Cassandra, salì al piano superiore, senza però vederla. Un tunnel si presentò a lui, ma in quell'istante un grosso pezzo di roccia si staccò dal soffitto e precipitò proprio davanti all'entrata, osturando il passaggio.
"Dové Cassandra?", gli chiese Malcom, quando l'androide scese dal foro.
"È andata in una sala secondaria, ma l'entrata è stata bloccata da delle macerie".
"Allora che facciamo?", chiese Stephanie.
"Ci sarebbe quello", commentò Ian, indicando con la mano il secondo tunnel.
Markus, seguito dai compagni e alcuni Predator, entrò deciso nella galleria, più larga e buia rispetto a quella con cui erano entrati nella sala principale.
Si ritrovarono in una gigantesca grotta circolare alta una trentina di metri e larga cinquanta, illuminata solo da un fascio di luna ben evidente dal soffitto. Erano su una piccola spiaggia di ghiaia scura, presentandosi poi un lago dalle acque nere.
"Guardate!", urlò Zoe, indicando un punto in alto.
Markus e gli altri seguirono l'indice. La ragazza stava indicando il centro della grotta, in cui si presentava un'altissima colonna di pietra, con sopra una piattaforma di roccia, collegata alla parete con una passerella.
Markus socchiuse gli occhi per guardare meglio. Due guerrieri si stavano affrontando su quella piattaforma. Il primo era sicuramente Predalien, ma il secondo era un po confuso. Aveva i lineamenti dello Xenomorfo, ma non si muoveva come un animale...
"È Cassandra!", esclamò Markus.
La ragazza stava ormai combattendo da un'ora e stava cominciando a perdere colpi, mentre l'avversario sembrava non cedere mai, nonostante le ferite che gli aveva procurato. Cassandra ebbe un attimo di esitazione, e ciò le costò caro.
Predalien la buttò a terra, con la schiena sul pavimento di pietra.
La creatura stava per sguainare la lingua dentata, quando la ragazza riuscì a ferire a morte la creatura, infilandogli in entrambi i fianchi la lancia. Il Predalien urlò di dolore, emettendo un verso acuto e gracchiante. Cassandra notò di essere circondata da un semicerchio segnato col sangue acido, quindi ne approfittò per spingere la creatura nella sua area, precipitando.
La ragazza si voltò, ma appena dopo un istante qualcosa le afferrò la caviglia, trascinandola verso il bordo della piattaforma. Il Predalien la stava tenendo col braccio sinistro, e non voleva mollarla, senza che questa lasciasse andare la presa. La creatura morse la caviglia libera;
Cassandra lanciò un urlo di dolore, costringendola a lasciare la presa.
Markus perse un battito.
La donna e il Predalien volteggiavano insieme mentre precipitavano verso l'oblio nero come la pece.
Poi le venne un'idea; suicida ma funzionale. Prese il fucile, aprì la sezione dove c'erano i proiettili e ne prese tre; Markus le aveva spiegato che le pallottole contenevano acido cloro solforico, un potente acido che appena andava in contatto con l'acqua esplodeva.
Cassandra fece per lasciarle cadere quando un pensiero le balenò in testa:
Era disposta a farlo? Era pronta a sacrificare la sua vita per uccidere il Predalien? Che cosa le avrebbe detto sua madre, avendo dato la vita per salvarla?
Cassandra non ebbe tempo per rispondersi.
A pochi metri dall'acqua, la ragazza, decisa più che mai, gettò i tre proiettili sotto di sé, creando una gigantesca nube infuocata.
Markus vide quel spettacolo come il più orribile che avesse mai visto; aveva visto il suo unico amore morire, sacrificandosi per uccidere quella mostruosa creatura.
"No!", urlò dalla disperazione.
"È morta?", chiese confuso Martin.
Malcom annuì guardando il compagno.
Markus cadde in ginocchio sulla spiaggia nera, osservando quell'orribile spettacolo. Urlò al cielo, sfogando la sua rabbia mista alla disperazione.
Poi pianse. Grosse lacrime attraversavano il suo viso metallico, lasciando pietrificati i compagni umani.
Poi udì un rumore proveniente dal lago; era una figura snella e sensuale che si dirigeva alla sponda nera. I Predator, scambiando la figura per il Predalien, fecero per sparare quando Markus glielo impedì. In quella figura c'era qualcosa che non apparteneva al mondo animale, e sembrava muoversi con stanchezza e frustrazione.
L'androide capì.
Cassandra aveva la vista offuscata e vedeva i compagni come macchie colorate senza contorni, disegnando poi quella di un giovane che le correva incontro. Poco a poco, riconobbe i lineamenti di Markus, quindi mollò le armi e corse verso l'androide. I due si abbracciarono calorosamente, come due persone che non si vedevano da molto tempo.
"Temevo di averti perduta ", le disse Markus, soffocando un singhiozzo.
" Tu che hai paura?", chiese scherzando Cassandra.
I due si sciolsero dall'abbraccio e si baciarono, come non avevano mai fatto prima. Sapevano che i loro compagni li stavano guardando, ma a loro non importò; volevano godere quel momento, assaporando ogni singolo istante. Quando si erano conosciuti, sapevano di essere legati da un legame e hanno sempre creduto che fosse l'amicizia.
Si sbagliavano.
Angolo dell'autore:
Saallvveeee abitanti del pianeta Terra, vi è piaciuta la storia?
Sono nuova su Waatpad.
Ci tengo a dirvi che ogni storia che scriverò ha un messaggio significativo che ci terrei a renderlo noto a tutti voi.
Secondo voi qual'è?
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