VI. RUMORI MOLESTI IN SOTTOFONDO - 1. Acqua
Vorrei sentirla scorrere ora, su di me
e restare lì sotto fino a svuotarmi.
Sotto l'acqua che lava via i brutti pensieri.
(Ph: Mano sotto la doccia, Daniela Troncacci © 2021)
"Non so ancora chi è l'assassino. Chi è? Chi è?" mi chiedevo, come una forsennata. Le lacrime di Thomas, più di tutte, mi facevano male, perché dal male avevano origine. Un male che migliaia di docce non avevano disciolto.
"Ricordi la nostra prima doccia, sul lago, amore mio?"
Chi l'aveva vista mai una doccia. Al paese grasso che colava s'avevamo una buca per i bisogni e una bacinella d'acqua per lavarci. La stanza da bagno è stata la prima cosa che Vito ha disegnato, quando abbiamo cominciato a pensare alla nostra casa: un water, un lavello, una vasca, «E un bidet, come i Signori».
La doccia non avremmo neanche potuto immaginarla.
Mi viene ancora da ridere; chiudo gli occhi e lo sento che mi chiama:
«Amelia, guarda, una cascata murata!»
Talmente era grande, che c'era posto per due. Eravamo adulti già da un pezzo e vederci nudi non c'imbarazzava più, anzi, ci divertiva.
"La ricordi anche tu quella prima doccia insieme, amore mio? Tu dietro di me, le braccia forti che cingevano i miei fianchi larghi; le tue labbra suggevano i patemi dalle mie spalle. 'L'acqua lava via i brutti pensieri', dicevi."
Vorrei sentirla scorrere ora, su di me e restare lì sotto fino a svuotarmi.
Sotto l'acqua che lava via i brutti pensieri.
Che pulisce, scalda o rinfresca.
Che ustiona la pelle di Myriam.
Che lavò via le lacrime di Thomas e Lucilla.
L'acqua che permise a qualcuno di restare ancora un minuto e rimandare: Thomas non fu l'unico ad attardarsi sotto il soffione che spara proiettili rigeneranti, quella mattina.
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