VI - FANGO. 1. Ragazzate?
Thomas lo sa
che ci sono tanti cani buoni,
ma è stato morso, e non si fida
(Ph: Il morso di Noa)
Fango, Poltiglia d'acqua e terra: metafora o realtà, il fango sporca. E lo sporco è difficile da mandare via. Anche, o forse di più, se sei un ragazzino, o una ragazzina, e a gettarti nel fango, o a tirartelo addosso, è una ragazzina, o un ragazzino, come te.
Per questo, vi prego, non chiamatele "ragazzate".
Non togliete alle azioni il carico che hanno, perché esse hanno un loro peso specifico, a ogni età.
Certe cose, vi assicuro, me le ricordo ancora, bell'e vecchia che sono; e a pensarci mi tornano bianchi i capelli tinti ieri di biondo burro.
Sono stata anch'io una monellaccia, sapete? Per cinque minuti.
Poi ho ricordato cosa si prova, a essere scansata perché:
«Tu sei piccola.»
«Tu sei femmina.»
«Tu sei brutta.»
Il potere delle parole! Era meno pesante, allora? Bah! Non viaggiavano un tot di megabit al secondo. Chi le pronunciava non si nascondeva dietro a un avatar. La violenza era più fisica, forse, che psicologica? Sta di fatto che ti poteva restare dentro e continuare a fare male pure quando tornavi a casa, che le belve, fuori, restavano dietro l'angolo pronte a saltarti addosso.
Mi chiamo Amelia, vi ricordate di me? Ogni tanto sparisco, nei miei racconti, ma sono qui, ora, su questo mio palco, per mostrarvi delle scene di passato che non passa mai del tutto, condizionando le relazioni, anche le più belle, e frenando le emozioni, anche le più spontanee. Non parlo solo di me, che non interagisco se non con voi, che non rido con le labbra e non piango con gli occhi, ma solo col cuore.
La fiducia è un dono che ho stentato spesso a concedere e ora vi racconto perché; poi capirete, spero, perché ve lo sto raccontando.
Al centro del palco compare un gruppetto di bambini, li vedete? Tre femminucce e tre maschietti stanno in fila indiana lungo una strada di terra battuta; le loro case sono poco più in là. Avanti a tutti, sta la più alta del gruppo, con in mano un bastone. In coda, una trottolina di cinque o sei anni petula perché lo vuole indietro:«È mio, l'ho trovato io».
M'avete riconosciuta? Ero bisbetica già da allora; non direi dispotica, quanto orientata a non farmi mettere i piedi in testa.
C'è un movimento, tra i cespugli: la bambina più alta di tutti torna indietro, mi rende il bastone e mi costringe a prendere quello ch'era stato il suo posto: «Il bastone lo tiene il capo; se lo vuoi, vai avanti tu».
Un passo, due; qualche mano dietro la schiena, una spinta e cado giù per uno strapiombo. Gli altri ridono e corrono via.
La scena cambia, repentina, come fanno i ricordi, che si associano l'un l'altro in una maniera ch'essi solo sanno.
Stessa strada, stesse case, stessi bambini e una nuova arrivata, più piccola, da lasciare indietro nelle corse, da canzonare per due molari mancanti o per la voglia di caffè sul collo del piede: una su cui rivalermi!
"Non ricordo d'averlo pensato davvero."
Un click. Un attimo. Capisco da quale parte mi sento più a mio agio. Ora siamo in due, a essere prese di mira. Ci proteggeremo a vicenda, e saremo amiche, vere, per tutta la vita.
Negli anni ci siamo dispersi; qualcuno, come me, ha lasciato il paese. Non ho più visto nessuno di loro.
Ma non mettetemi mai in prima fila; non fatemi sedere al primo banco; al ristorante riservatemi un posto con le spalle al muro, anche ora che m'appresto a spegnere ottanta candeline. Non voglio nessuno dietro di me.
Allo stesso modo, non portate Thomas nel bosco di notte! Sentirebbe le iene crepitare, gorgogliare e ridacchiare, anche dove non ci sono.
I codardi in branco si credono eroi. Mordono e fuggono.
Come cani randagi, affamati di cibo a carezze.
Thomas lo sa che ci sono tanti cani buoni, ma è stato morso, e non si fida: è successo qualcosa, in un bosco, di notte, tanti anni fa, che lo porta a diffidare degli uomini, se non dei suoi fratelli e dei loro padri. Alex, che gli scodinzola attorno e tenta, a modo suo, di leccargli le cicatrici infiammate, lo guarda come Sally a Myriam, quando fa la brava e si aspetta un premietto; ma non è un cucciolo indifeso, nel loro rapporto non ci sono proprietà e padrone, o animale e umano. Sono sullo stesso piano; per ricevere, si deve dare, d'ambo le parti. Per uscire dalle sabbie mobili, bisogna accettare il ramo che viene teso, ma anche spiegare come ci si è finiti, se non si vuole continuare, un po' alla volta, a morire dentro.
L'assassino è da qualche parte, forse tra voi e non sapete ancora chi è. Non ve l'ho detto, vero? La mente si offusca di più, quando penso al fango; è come se l'avessi negli occhi. Brucia. Brucia davvero tanto. Come certi ricordi. Ma non posso tacerli, non sarei coerente.
Aprite le orecchie, ascoltate, e guardate il male che può fare, a volte, anche a chi lo fa, fare del male.
*Noa*
Noa è la mia bambina pelosa, la più buona del mondo. Ma anche lei è stata morsa, mentre giocava con un'amichetta, pelosa come lei, e ora guai a guardarla in cagnesco.
Tornando alla storia, cosa ne pensate delle riflessioni di Amelia?
Thomas e Alex: quali prospettive per loro?
Non vi resta che voltare pagina: un giovane fan vi aspetta!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top