III. PROMESSE - 1. Puntino luminoso


Quel giorno l'alba,

come una promessa che si tardi a mantenere,

si fece attendere più del solito.

Poi il sole spuntò, e fu accecante.

(Ph: Alba a Milano, Daniela Troncacci © 20__)



Walter ha sempre saputo dove voleva arrivare. Era un asterisco sopra l'orizzonte, rasserenava il cielo, irraggiava il mare. Il mattino in cui capì che il flirt estivo con Godfried era sopravvissuto al solstizio d'inverno, decise di mettere i puntini sulle ì, ché non avrebbe rinunciato, per niente e nessuno, a trasformare il suo sogno in realtà.

Lo svegliò e l'invitò a prepararsi per raggiungerlo in cucina. Quando se lo trovò davanti lavato, sbarbato e profumato con indosso i vestiti di Mamma Natura, si fece scrupolo a parlargliene perché un suo «No» l'avrebbe portato a voltagli le spalle e lui non voleva voltargli le spalle: per la prima volta stava bene con un uomo che non fosse un genitore, un fratello, un parente stretto, un amico.

Gli saltò al collo, quando Godfried rispose: «Anch'io voglio arrivare lì, a quel puntino luminoso, e voglio arrivarci con te!»

Hanno camminato tanto, l'uno a fianco dell'altro. Dopo il primo Capodanno insieme, Walter s'è trasferito in Olanda, ma non s'ambientava e a Godfried Milano piaceva: era la città di suo padre, con cui aveva trascorso vacanze più o meno lunghe, e ci aveva preso la seconda laurea. Sono tornati, con una fede al dito, quella fede d'oro tanto bella che brilla ancora come se la portassero da ieri. Poi è successo qualcosa.


Sul mio palco, attorno a me, esplode un bosco: grovigli, rovi, animali selvatici.

Un lupo ulula, eppure non c'è la luna piena.

Tra Walter e Godfried s'acuminano spine.


Corsi! Concorsi! Abilitazioni!

Le rate del mutuo da pagare.

La casa. Il lavoro.

Gli affanni d'una vita quotidiana, d'una solidità economica da costruire, d'una stabilità abitativa da raggiungere.

Migliorare, migliorarsi!

E quell'asterisco sempre più opalescente, sempre più distante.

Ora, qui, davanti a voi – lo vedete? – Walter annusa fiori profumosi; sta incantato a osservare i colibrì vibrare le ali così velocemente da non riuscire a contarne i battiti.


I battiti. Delle lancette.

Che scorrono scandendo i minuti, le ore.

Il tempo passa. Si sente vecchio.

Per fare quel viaggio, per raggiungere quel puntino.

Per prendersi certe responsabilità.

Non sa dirlo a Godfried, non sa confessarlo neanche a se stesso.

S'illude d'essere felice seguendo le orme dei suoi fratelli.

Fa niente se lo portano in tutt'altra direzione.

Fa niente se con quel suo desiderio hanno niente a che fare.

Non tutto si può realizzare.

Allora una meta può essere sostituita da un'altra.

E poi magari da un'altra ancora.

Non serve farne un dramma.

Godfried ne fa un dramma, inutilmente.

Ma Godfried non capisce.

Non capisce perché non sa, e Walter non sa come dirglielo: non riesce a mantenere la promessa che si sono scambiati, scambiandosi le fedi.

Cerca di colmare la lacuna con piccole promesse quotidiane:


«Ti prometto che porto io fuori la spazzatura.»

«Ti prometto che metto io i panni nella lavatrice.»

«Ti prometto che tolgo io i panni dalla lavatrice.»

«Ti prometto che stiro io le tue camicie.»

«Ti prometto che pulisco la casa e faccio la spesa.»

«La facciamo, sì, la cena con i tuoi amici olandesi.»

«Ti aiuto io. Promesso.»


Promesso. Tre sillabe. Quattro consonanti.

P: le labbra s'uniscono e discostano.

R: la lingua vibra verso il palato.

M: viene coinvolto anche il naso.

S: l'aria sibila e conduce verso un Sì.

Promesso è un'affermazione.

Promesso è un'intenzione.

Se prometti la gente ti crede.

Godfried ci ha creduto.

E pure Walter.

Eppure...

È possibile mettere in filodiffusione Ideale di Francesco Paolo Tosti suonata al pianoforte? I versi, di Carmelo Errico, li canterò io:


«Io ti seguii com'iride di pace

Lungo le vie del cielo:

Io ti seguii come un'amica face

De la notte nel velo.

E ti sentii ne la luce, ne l'aria

Nel profumo dei fiori;

E fu piena la stanza solitaria

Di te, dei tuoi splendori.

In te rapito, al suon de la tua voce,

Lungamente sognai;

E de la terra ogni affanno, ogni croce,

In quel giorno scordai.

Torna, caro ideal, torna un istante

A sorridermi ancora,

E a me risplenderà, nel tuo sembiante,

Una novella aurora,

Una novella aurora.

Torna, caro ideal, torna, torna».


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