5. Maccheroni con le noci
A fare i maccheroni con le noci, m'ha insegnato Povera Zia Tina, una donnina dal corpo fragile e l'animo forte, con tante rughe sul viso e sul cuore, perennemente vestita di nero per quel fratello partito una mattina d'estate e mai tornato.
«È solo questione di tempo.» Tutte le mattine al sorger del sole, e ogni sera prima di coricarsi, allungava il capo fuori dalla finestra, a destra verso la piazza, a sinistra verso il viale alberato che accompagnava al cimitero, con i capelli in ordine e le mani pulite, «Per accoglierlo come si deve».
Ogni Natale, Pasqua, o compleanno, a tavola aggiungeva un posto anche per lui e nel suo letto le lenzuola erano fresche di bucato. «S'è sistemato in qualche villaggio. S'è innamorato d'una brava ragazza russa. Ha messo su famiglia e sta risparmiando i soldi per il viaggio. Torna. Io lo so. Torna; il lutto lo porto perché ho fatto un voto. La mia anima è piena di colori», come la sua voce e i rettangoli di stoffa legati dietro il collo e dietro la schiena, che indossava quando era in cucina, cioè per la maggior parte della giornata. Il suo affetto lo dimostrava così: cucinando e insegnando, a chi volesse imparare, come preparare, con pochi soldi, piatti gustosi e nutrienti.
È stata a lei a trasmettere a mia madre, «La mia cuginetta prediletta», i segreti per la Pizza di Pasqua più buona del mondo ed era a casa sua che la famiglia tutta si riuniva per la Vigilia di Natale.
Ho tanti ricordi di quelle cene: volti loquaci; mani che arrotolavano spaghetti al tonno e pomodoro o che si passavano frittelle di baccalà, di broccoli o di mele; bocche che masticavano tocchetti d'anguilla marinata o lattarini fritti; dita che sbucciavano mandarini, e delle bucce facevano pezzetti con cui coprire i numeri della tombola, che le cartelle erano di cartone e non avevano le finestrelle; e le sedie, che non bastavano mai, fino a quando hanno iniziato a essere troppe.
Visioni che cambiano col cambiare dei tratti della mia vita a cui appartengono, ma sempre dolci, come i sovrani assoluti della serata, gustati a mezzanotte suonata, dopo che i grandi avevano brindato e i piccoli recitato la poesia:
«Bambinello ricciarello
Che la mamma lo pia o lo infascia
J'accarezza li piedini
Ammirate quegli occhini!
C'è una piccola capannella
Col bue e l'asinello
Co' Giuseppe e co' Maria
Oh che bella compagnia!
Nun vojo né oro né argento
Dateme 'n sordo che me contento».
I bambini avevano il soldino. E i maccheroni con le noci.
Mangiati per ultimi, venivano preparati il giorno prima, seguendo un "rito magico" che le bambine dovevamo osservare nei minimi particolari, per poterne apprendere ogni singolo passaggio.
Mi sembra d'averla davanti agli occhi, Povera Zia Tina, con i capelli neri lunghi e lucidi raccolti in uno chignon, che si rimbocca le maniche e indossa un grembiulino di cotone a fiori, ricavato da un abito in disuso, abbottonato sul davanti.
Eccola che sgombera il grande tavolo di marmo e ci posiziona la spianatoia su cui preparerà le tagliatelle senza uovo; l'impasto sarà disteso con un mattarello e poi tagliato a strisce con un coltello. Sul ripiano della credenza bianca, dentro un sacchetto di carta, stanno le noci nostrane; in una ciotola di coccio ha versato un pacchetto di zucchero, un pizzico di cannella e noce moscata quanto basta; s'un vassoio di ceramica bianca a fiorellini azzurri ha grattugiato il cioccolato fondente a quadrotti; in una tazza di vetro lattimo, la giusta quantità di uva sultanina è a bagno, da un paio d'ore, nel liquore rosso che lei chiama Archemose.
Un battito di ciglia e le tagliatelle sono in un pentolone pronte per essere lessate. La spianatoia è già ripulita da ogni residuo d'acqua e farina; Povera Zia Tina ci spande le noci liberate dal guscio da Povero Zio Dino a suon di martello, le copre con un canovaccio, poi prende una bottiglia di vetro e ce la passa sopra distesa per tritarle in granelli grossolani che aggiungerà agli altri ingredienti per mescolarli ben bene.
Batto le mani e le tagliatelle sono già lesse. Povera Zia Tina prende un piatto di porcellana piano, rotondo, di quelli su cui si mettono le torte, e ci sistema uno strato di tagliatelle. Sopra mette un miscuglio di tagliatelle e condimento, poi fa un altro strato di tagliatelle e ancora uno di condimento, compattando bene tutti gli strati con una cucchiaia di legno. Infine, pone il piatto a raffreddare fuori dalla finestra in attesa di ricevere i meritati onori.
Tra tutte le mie ragazze e i miei ragazzi, l'unico che s'è mostrato interessato alla ricetta originaria, è stato Godfried; prepara ancora le tagliatelle fatte a mano, mentre in molte famiglie esse sono state sostituite da pasta lunga ondulata che si acquista in qualsiasi negozio di alimentari. Anche quell'anno si prodigò per non lasciarci delusi, per non lasciarmi delusa.
Walter portò i maccheroni da me ch'erano ancora caldi.
«Godfried ti abbraccia forte e ti manda gli auguri. Quest'anno ha deciso d'andare da sua madre e sua sorella. È partito due ore fa. Forse torna dopo Santo Stefano.»
La voce di Walter divenne fievole: «Cioè, torna a Milano; forse, poi... torna anche a casa.»
Mentre porgeva il piatto a Maria Dolores, il suo sguardo si perse lontano.
«Ci vediamo domani a pranzo.»
Fu un pugno nello stomaco. Presagivo che sarebbe successo, ma quanto avrei voluto avere torto e vedere tutt'i miei ragazzi e le mie ragazze paghi a trascorrere del tempo condiviso, a mangiare, cantare e brindare al futuro!
M'attendeva un Natale d'assenze; di sedie vuote perché chi avrebbe dovuto riempirle si sarebbe seduto a un altro tavolo; di cuori annacquati e pensieri chissà dove; d'interminabili minuti a domandarmi s'avrei avuto un altro Pranzo di famiglia. E allora ripresi a scervellarmi, e a chiedermi, come fosse una goccia che scavava il cranio:
"Chi è l'assassino? Chi è l'assassino? Chi è l'assassino? Riuscirò a saperlo, prima d'andare via? E la promessa? Nessuno sa della promessa, nessuno m'aiuterà a mantenerla! Chi è l'assassino?"
* Curiosità *
Conoscete i Maccheroni con le noci?
Quali sono i dolci Natalizi tipici della vostra famiglia?
N.B. Nella ricetta non ho inserito le dosi perché...
A casa mia si fa A occhio 😃
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