2. ' Tutto torna come prima'


Il lunedì sera Alex si preparò con zelo, non tanto nel look quanto nella disposizione interna. Di fronte allo specchio, si incitò con motti motivazionali sulla fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità appresi da libri e video consigliati dal suo Agente ai tempi del suo esordio professionale.

Non arrendersi. Non fermarsi. Reagire.

Inutile piangere sul latte versato. Doveva pulirlo, prima che prendesse d'acido.

"Il vino m'ha reso audace. Glielo spiego, mi scuso, rimetto le cose a posto; ci mettiamo a suonare e tutto torna come prima."

«Tutto torna come prima.»

«Tutto torna come prima.»

«Tutto torna come prima.»

Lo ripeté come un mantra, mentre faceva "L'ultima pipì prima di uscire di casa", come gli aveva insegnato sua madre; mentre metteva in moto la Cabrio anni '70; mentre s'imbottigliava nel traffico tenendo d'occhio l'orologio.

"Tutto calcolato. Non c'è fretta. Respira."

Riuscì a parcheggiare e a entrare in teatro in anticipo per prendere Thomas per mano e chiarirgli quanto gli sobbolliva nelle viscere, senza lasciare spazio ai vuoti di parole: l'assenza di risposte l'avrebbe ferito più di mille ingiurie; meglio non averne il tempo.

Si guardò intorno con sguardo di speranza.

Le luci erano spente e il silenzio assordante.

Thomas non c'era.

William e Nicolas arrivarono puntuali. Lo salutarono sollevando e riabbassando il mento e si misero ad accordare gli strumenti. Con i volti imperscrutabili e i movimenti rigidi, attesero un suo cenno per cominciare.

Le prove furono condotte meccanicamente, senza errori e senza enfasi; quasi un esercizio tecnico, privo di sfumature e di emozioni, nello sforzo di contenere la miscela di malinconia, delusione, ira che fermentava nel fegato d'ognuno di loro: se William e Nicolas erano arrabbiati con Alex per come s'era comportato con Thomas, Alex lo era con se stesso per aver sbagliato qualcosa anche se non sapeva cosa.

Cantare fu un supplizio; fraseggio dopo fraseggio, si convinse che i due fratelli avessero perso l'entusiasmo di suonare con lui, gli atteggiamenti amichevoli nei suoi confronti e, cosa ancor più grave, la stima necessaria per lavorare insieme. Sempre più insofferente, in quel clima che avvertiva ostile, sentì le guance infiammarsi ed ebbe voglia di fuggire.

«Per oggi direi che può andare bene così.»

«Siamo d'accordo.»

Come se non aspettasse altro, Nicolas ripose la chitarra, per tornare a casa al più presto, riflettere e capire bene in quale situazione si stavano impegolando.

Alex se ne rattristì.

"Non volevo."

Aveva otto anni.

«Non devi aprirlo.»

Il barattolo di marmellata era sul tavolo. S'era avvicinato per indovinarne il gusto, l'aveva urtato, era caduto, non s'era rotto.

«Hai disubbidito.»

«Io non volevo.»

Ci aveva messo un bel po' a spiegare a suo padre che s'era trattato d'un incidente.

Non era più quel bambino, ma si sentiva esattamente come lui.

Alex non voleva che andasse tutto a rotoli.

Non voleva perdere la loro simpatia.

Non voleva perdere Thomas.

"Devo rimediare, in qualche modo."

I due fratelli stavano già uscendo dal portone. Alex sfiorò una spalla di Nicolas;  dai muscoli contratti del collo, gli uscì un suono appena percettibile, una sorta di spinta per aiutarsi ad articolare le tante parole che aveva sotto il palato, stando attento a scegliere quelle meno sbagliate. Quando riuscì a pronunciarle, suonarono sciocche alle sue stesse orecchie.

«Per il Tour, stiamo stilando il programma; forse dovremo spostare qualche data. Contiamo di concludere entro la prossima settimana. Spero che Thomas sarà dei nostri. Stasera non è venuto... Sta bene?»

Voltandosi di scatto, Nicolas lo guardò con occhi di ghiaccio e rispose, a bocca asciutta: 

«Certo, siamo un gruppo. Thomas ci sarà, e starà bene e farà bene il suo lavoro. Siamo molto lieti di collaborare con te; faremo tutti del nostro meglio per esserne all'altezza».

"Loro sanno."

«Credo ci sia stato un equivoco, con Thomas.»

Alex avrebbe voluto ostentare baldanza; ne uscì una litania, l'eco del lamento che aveva dentro sé.

«Ci vediamo domani», rispose ancora Nicolas, a denti stretti, con gli occhi che sembravano lì lì per lanciare lampi di fuoco e fulmini e saette. Quello che non disse, Alex lo capì da sé: 

"Per il resto, stai lontano da lui o dovrai vedertela con i suoi fratelli".

Alex, allora, non sapeva neanche che fossero così tanti.

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