2. Mirko. Giorni ricordatori
Il cielo era fosco e l'aria umida. Linda aiutò Mattia a mettermi in auto e mi baciò.
«Non avremmo potuto scegliere un giorno peggiore.»
Sapeva che nessun giorno sarebbe stato quello giusto. Grosse gocce trasparenti bagnarono il finestrino a cui avevo poggiato una guancia; non erano le mie lacrime. Partimmo, tanto lentamente che quasi non me ne accorsi. Non sapevamo che sulla città stava per abbattersi un violento temporale.
Lo stridore dei freni arrivò improvviso quanto assordante, come il tonfo di masse di metallo che s'urtavano e il suonare isterico dei clacson. Poi le urla: arrabbiate, oscene, preoccupate, compassionevoli. Fu tutt'un susseguirsi di gesti, odori, rumori, parole che Mirko udiva appena.
Per le strade del centro c'era un traffico pazzesco. Di fronte allo Strehler la strada fu deviata. A passo d'uomo, Mattia riuscì a procedere lungo la via che costeggia i binari del tram; imprecò contro il maltempo e le persone che svicolavano senza regola né rispetto; pregò che tutt'i ragazzi fossero a casa. Maria Dolores snocciolava il rosario in sardo, io guardavo i giovani che camminavano verso il teatro.
Una suora sollevò uno zaino grigio topo.
Il mio cuore perse un colpo.
La mia mente vagò altrove.
In fuga.
Misto a pioggia e gas di scarico, Mirko avvertiva l'odore del sangue, ma non provava dolore. A terra, stordito, cercava di guardarsi attorno; un uomo lo teneva fermo. Solo dopo un tempo infinitamente lungo riuscì a scorgere la ruota anteriore del suo motorino e due scarpe da running bianche, qualche metro più in là.
Mi venne il singhiozzo. Il mio futuro prossimo era un mistero. Speravo tanto che lì dove stavo andando concedessero ai miei ragazzi di passare a trovarmi e a prendere il tè; a William di suonare la tromba, a Myriam di leggermi quel libro che non avevamo ancora finito. A tal proposito mi chiesi, per la milionesima volta, chiudendo gli occhi:
"Chi sarà, alla fine, l'assassino?"
Due sirene squarciarono l'aria satura di smog, alternandosi nell'ordinare ai tram, agli autobus, alle auto e alle persone accalcate lungo i marciapiedi: «Largo, fate largo!»
Mattia prese il cellulare; come se avesse udito il mio tacito rimprovero, lo guardò soltanto, senza effettuare alcuna chiamata.
La folla andava moderatamente scemando. Le voci mormoravano sommesse. I telefonini scattavano fotografie senza flash. Quando le sirene si fermarono, la sagoma immobile, riversa a dorso in giù sull'asfalto a pochi metri da Mirko, respirava ancora. Dal suo cellulare usciva una musica dolce; una voce maschile, calda e struggente, cantava così:
«Ghiaccio,
spirito puro,
bianco e lucente
la mia anima rispecchi».
«Giorni ricordatori», li chiamava tua madre, amore mio, ricordi?
Il 4 gennaio: «Un nubifragio si portò via mio padre».
Il 20 aprile: «Un morbo si portò via mia madre. Aveva infestato il paese: c'erano più morti che vivi».
Il 16 giugno:«Il lago di Vico, ogni anno si fa un amico; si prese mio fratello».
La Pasqua, il Ferragosto e tutte le feste comandate; giungeva le mani e recitava un Eterno Riposo.
Ecco un nuovo giorno ricordatore d'aggiungere all'elenco. Esso segnò il transito tra la mia vita prima di qui e la mia vita qui; non è questo il motivo per cui nessuno di noi lo dimenticherà.
La mia schiena si piega sempre più verso il basso, ma non voglio tergiversare. Vi ho presentato, chi più, chi meno, i miei ragazzi. Dov'erano? Cosa stavano facendo in quel lugubre pomeriggio di pioggia? Un pomeriggio marchiato da una brutta notizia, quella che nessun genitore vorrebbe mai ricevere.
Driiiiin
Si abbassino le luci, mentre mi prosterno; proprio io, che non ho mai pregato molto, ora... prego.
Driiiiin
Lo sentite?
Driiiiin
Inutile tapparsi le orecchie!
Driiiiin
Driiiiin
Driiiiin
Driiiiin
Driiiiin
Driiiiin
Non risulta anche a voi estremamente insopportabile?
Driiiiin
*Facciamo due chiacchiere?!*
Ecco qui l'incipit (diviso in due parti) della terza parte di questa storia, che riprende un po' la prima parte. Come vi sembra? Siete pronti a scoprire chi è Mirko e come il suo incidente si lega al resto del racconto? Avete qualche idea? Grazie per essere di nuovo qui con me e la mia "famiglia", siete voi che le permettete di esistere anche fuori dalla mia testa <3
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