2. Magazzini segreti
Di quell'estate movimentata di viaggi in pullman, di «Monta e smonta e accorda e scalda la voce», ricca d'esperienza professionale e personale, di cibi piccanti e materassi troppo duri o troppo flaccidi, di tempo variabile e improvvisi temporali estivi e dita incrociate che «Speriamo non ci piova in testa!» Thomas avrebbe ricordato con vividezza gli spiccioli di sera, dopo ore e ore di prove e una cena leggera, il giorno prima d'ogni concerto. A me ne sono rimaste delle immagini, istantanee fissate negli occhi della mente grazie a un brivido alla schiena e sussulti nell'addome che non ho potuto né voluto reprimere, mentre Thomas raccontava. Proverò a descriverli e a trasmettere a voi, le mie emozioni.
Non saprei dire dove fossero, né la data, ma fu presto che cominciò a rompersi quella lastra di ghiaccio che lo teneva a distanza di sicurezza da Alex.
Titubanti nell'attraversarlo, per timore di slittare e finire col culo per terra, l'avevano guardata sperando che prima o poi si restringesse da sé. Ciò non sarebbe accaduto, se non ci avessero alitato su, un po' per uno, ognuno dalla sua sponda.
Il processo fu graduale e piacevolmente lento.
Nicolas, in cuor suo, diede a Thomas il permesso di restare da solo.
"Proteggere dalle intemperie non fa imparare a riconoscere le belle giornate."
Restò in osservazione, pronto a cogliere possibili sbalzi d'umore o disarmonie, poi si rilassò e si godette la vacanza.
Alex raggiunse Thomas seduto al centro d'un cumulo di scogli. Il lungo-mare era deserto. Gli ombrelloni, abbioccati sotto il baluginio di sporadici lampioni, distendevano le loro ombre in un meritato riposo, in silenzio, eccetto che per lo sciabordio di lente onde, che lambivano appena la sabbia rastrellata, per poi ritirarsi verso il mare.
«Ricordavano il gesto d'una mano che si tende nell'intento d'una carezza, poi si ritrae per timore del rifiuto, ci prova di nuovo e di nuovo torna indietro, in un eterno tentativo d'attracco», mi disse Thomas nel rammentarle: un po' come il gioco di sguardi e tocchi leggeri che si stava creando tra lui e Alex, i quali si trovarono, onda dopo onda, ad avvicinarsi sempre più.
Alex c'è nato, al mare; ci torna quando può, anche se il suo mare è più blu e più profondo.
Non fu esso, a stregarlo. S'accostò piano, cauto. Per qualche minuto non parlarono.
Thomas catalogò le emozioni infossate in un magazzino segreto, discriminandole in base al colore principale senza farsi confondere dalle sfumature, per dare ad ognuna il suo nome e comprendere quale di esse prevalesse sulle altre.
A preponderare fu la più positiva e paventata.
Essa premeva per uscire e spiegare le ali verso nuovi lidi.
Non poteva più ignorarla o inibirla, né lo voleva.
Anche Alex aveva in sé un magazzino segreto; miriadi di lettere si rimestavano a formare le più svariate combinazioni di sillabe, tra cui non c'era mai il lemma adatto.
Le accantonò tutte, tranne le prime che aveva scartato, dirette e spoglie, senza orpelli o corone, un po' infantili: le più veritiere!
«Io. Non intendevo. Volevo dire. Che. Tu. Mi piaci. Veramente. Scusami. Non ti ho chiesto se ti andava.»
«Okay.»
Thomas, ch'era rimasto a fissare il mare, si voltò a guardare quel viso che avrebbe voluto prendere tra le mani e baciare fino a perdere il fiato. Annusò l'odore di sudore e frittura di pesce. Sorrise. Diede ad Alex un lieve bacio a fior di labbra, gli prese una mano e lo trascinò giù dagli scogli.
«È tardi. Andiamo a dormire.»
Non era successo niente e niente sarebbe successo, di quanto avrebbero desiderato; ma il sollievo e la contentezza condussero i due giovani a un sonno profondo e proficuo.
Il giorno dopo Thomas mandò un messaggio ad Alex:
"Stasera il nostro primo concerto insieme. Una grande opportunità per me, i miei fratelli. E per te. No interferenze. Solo lavoro. Amici e colleghi. Fino alla fine della tournée. Poi riprendiamo dove abbiamo interrotto se ti va. Ti va?"
Alex, un po' deluso e molto assonnato, inviò tre icone: un pollice alzato, un cuoricino e due mani giunte, le stesse con cui avrebbe voluto accarezzarlo, stringerlo, farselo aderire addosso, nel cercare gli incastri atti a costruire un puzzle indefettibile: nelle sue fantasie più complete, Thomas lo completava, sempre.
*Noticina*
Corona: simbolo grafico che, sovrapposto ad una nota o ad una pausa, ne prolunga la durata indefinitamente (dal web)
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