2. La decisione di Mattia


In quel lasso di tempo, sia io che Lucilla, girando come trottole imbizzite, frequentammo più i medici che gli amici, più gli ospedali che i bar.

Me l'ero cavata per un pelo, dicevano. Oh quante battute ci avrei fatto su! Ma non riuscivo «Ad articolare fonemi né a deambulare», mezza bloccata com'ero, dalla vita in giù e dalla vita in su; e me la facevo sotto, non solo dalla paura.

Il mio cervello era andato in tilt. Parenti e professoroni ne discussero dinanzi a me, credendomi sorda o incosciente; non comprendevo il gergo, afferravo il punto: sarei potuta migliorare oppure no. A neppure ottant'anni ero conciata così e anche ora non è che stia molto meglio.

Mi sento giovane, dentro; non come i gemelli, sarebbe troppo, ma come Lucilla e Thomas sì. A volte m'identifico con loro, e con William, Nicolas, Walter e Myriam. Riassaporo le sensazioni provate alle loro età. Vivo mediante i loro racconti. Ma il tempo passa e il corpo lo sente.

Mi rigirarono come un pedalino, con Mattia che tartassava lo specialista di turno: «Ci dovrà pur essere una terapia. Chi mi vieta di credere in un miracolo? Lei si è arreso, dottore, io no». Sempre la stessa tiritera.

«Di miracolo ne ha avuto già uno», ribattevano sbrigativi, «Non chiediamo troppo alla Divina Provvidenza».

Mattia non si rassegnava a perdermi, non in questo modo.

Lucilla disse addio al miraggio d'una tournée con Alex Au79; io fui trascinata in tour da un medico all'altro. Non che mi stancassi, anzi! Mi divertivo: ad ascoltarli e a salire in auto, col finestrino aperto; a respirare la corrente libera, come io non ero più. Mi è sempre piaciuto mettere la mano fuori e catturare il vento; ora m'accontento d'inspirarlo ed espirarlo trasformato dai miei umori interni.

Queste gite dentro e fuori porta, però, si interruppero e io dovetti subire che Mattia decidesse al mio posto cosa fosse meglio per me. I ruoli si ribaltano, a un certo punto della vita, quant'è dura accettarlo, d'ambo le parti!

La cosa, tuttavia, non passò inosservata e Mattia non poté agire senza il beneplacito generale.

Una sera in cui Maria Dolores, la mia governante, era in ferie, il mio soggiorno si riempì di voci fuori tono e male parole. Come accade in tutte le famiglie, io credo, quando c'è una decisione da prendere e non tutti sono d'accordo. Attorno a un tavolo; in bocca un cicinin della famosa crostata ai mirtilli di Linda; in mano un bicchiere di vino rosso.

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