Parte quinta

Lily si trovava a osservare il Lago ghiacciato davanti a lei. Non sapeva perché, ma Rose aveva assolutamente voluto portarla là e ora se ne stava in silenzio con le sopracciglia aggrottate, come se stesse pensando a qualcosa di importante.

Purtroppo, quando erano uscite, sua cugina non le aveva fatto presente la loro meta, così si trovava con solo un maglioncino addosso nel tipico freddo di Dicembre.

«Rosie?» domandò dubbiosa, quasi spaventata all’idea di distrarla dai suoi pensieri. «Senti… io mi sa che rientro.»

Rose si voltò di scatto verso di lei, un’aria preoccupata che le deformava il volto.

«No!» strillò, afferrandole la mano.

Lily aggrottò le sopracciglia, perplessa.

«Ho voglia di cantare!» continuò la Caposcuola, mentre agguantava entrambe le mani della sua compagna e iniziava a saltellare sul posto.

«Cantare?»

«Si, cantare!» dichiarò Rose, coinvolgendo nella sua esplicita felicità Lily che si ritrovò –costretta- a trotterellare allegramente. «Non ti ricordi come ci divertivamo da piccole?»

Infatti, fin da quando erano piccole, le due cugine si divertivano a guardare cartoni animati tutto il giorno per poi cantare –certo non con l’intonazione migliore e quindi disturbando entrambe le loro numerose famiglie- le musiche di quei film da loro così amati.

La domanda di Rose sembro comunque strana a Lily, in quanto erano ormai anni che non si dilettavano più in quella attività. Ma, stando ormai saltellando –naturalmente con molta grazia-, decise di assecondarla.

«So chi sei, vicino al mio cuor ogni or sei tu…»

La giovane Potter fece un trillò di gioia. Adorava quella canzone! E magari, se era particolarmente fortuna, Lysander sarebbe comparso a cantare insieme a lei.

«So chi sei, di tutti i miei sogni il dolce oggetto sei tu…» continuò Lily, mentre faceva una giravolta su se stessa, accorgendosi vagamente di una musica di sottofondo che l’accompagnava.

Rose, intanto, con un sorriso furbo sulle labbra, accorgendosi che la cugina era ormai completamente presa dalla sua fantasia –stava infatti avvicinandosi a un uccello, probabilmente sperando che quest’ultimo iniziasse a cinguettare per accompagnarla-, si allontanò, nascondendosi dietro a un cespuglio.

«Anche se nei sogni è tutta illusione e nulla più…» intonò la ragazza ramata, non prestando troppa attenzione alla scomparsa della cugina: probabilmente anche lei aveva intuito che Lysander sarebbe dovuto arrivare.

***

Scorpius Malfoy si chiedeva, ogni giorno che passava, se una delle caratteristiche che il Capello Parlante prediligesse per la casa di Grifondoro fosse la stupidità.

Infatti si era ormai da tempo convinto a non avere più a che fare con nessuno di loro, soprattutto dopo che la Potter l’aveva incastrato in quel modo il giorno prima.

Purtroppo per lui la sua fortuna non sembrava girare per il verso giusto e, quella mattina, si era ritrovato ad avere una discussione con Hugo Weasley. In verità il ragazzo non sapeva nemmeno spiegarsi come fosse finito in quel casino, il giovane infatti gli era andato incontro correndo, dicendogli che l’avrebbe sfidato a duello davanti al Lago Nero.

Lui naturalmente aveva cercato di ignorarlo continuando a camminare, ma lo stupido Grifondoro aveva attirato l’attenzione dei presenti su di sé, iniziando a strillare come una ragazzina che lui era uno sDidollato e Scorpius non poteva permettersi di rovinare in quel modo la sua reputazione –anche se non aveva ancora capito cosa significasse quella parola-.

E così si stava dirigendo verso le rive del lago con un Hugo Weasley, tutto felice, che gli trotterellava al fianco.

«Oh!» esclamò ad un certo punto il ragazzo rosso, battendosi una mano sulla fronte. «Ho dimenticato la bacchetta in dormitorio! Vado a prenderla e torno! Ti raggiungo al lago!»

E così dicendo si dileguò nell’arco di due secondi, mentre il giovane Malfoy si chiedeva quale idiota potesse dimenticarsi la bacchetta in dormitorio quando andava a sfidare qualcuno.

***

«Il mio cuore sa, che nelle realtà…» continuava a cantare Lily, mentre si intratteneva in delle giravolte.

Infatti, notando che gli animali –ovvero un corvo che aveva cercato di adescare- non sembravano intenzionati a cantare con lei, la ragazza aveva deciso di chiudere gli occhi e aspettare che il suo principe arrivasse.

Si ricordava molto bene come nel cartone, mentre la protagonista cantava, ad un certo punto, dopo che questa aveva chiuso gli occhi, arrivava magicamente il principe che era pronto a proseguire con la strofa successiva della canzone.

Lily si era posta il dubbio che Lysander non conoscesse la canzone, ma aveva abilmente risolto il problema decidendo che poteva suggerirgli le parole lei.

Per questo continuava imperterrita a volteggiare con gli occhi chiusi, sperando che da lì a poco sarebbe andata a sbattere contro un qualche petto muscoloso.

«A me tu verrai e che mi amerai ancor di più…»

***

Scorpius stava comodamente appoggiato al tronco di un albero, le braccia incrociate al petto, aspettando il suo avversario, quando sentì un suono atroce provenire da non molto lontano da lì.

Velocemente voltò il capo nell’altra direzione, cercando di non prestargli attenzione.

Ma poco dopo si staccò dal legno: sembrava quasi che un animale agonizzante stesse chiedendo aiuto.

Va bene che era una Serpeverde e non certo da lui aiutare animali agonizzanti, ma quel rumore lo disturbava profondamente e non sembrava intenzionato a smettere.

Chiunque, anche Voldemort in persona, sarebbe andato a far finire le sue sofferenze.

Così si diresse verso il suono, curioso e allo stesso tempo un po’ spaventato all’idea di cosa avrebbe potuto trovare.

Superato un cespuglio da cui giungevano gli strani rumori, Scorpius intravide la cosa che produceva quell’orribile suono e spalancò gli occhi sorpreso.

Precisamente, quello che lui aveva creduto essere un animale agonizzante, non era altro che la Potter che cantava e, da vicino, era ancora peggio che da lontano.

Tappandosi le orecchie, il ragazzo rimase fermo ad osservarla, chiedendosi cosa mai stesse facendo.

La giovane stava, infatti, sbattendo da un albero all’altro mentre si muoveva in maniera scomposta e continuava, come se nulla fosse e con più fiato avesse in gola, a cantare.

Probabilmente era ubriaca e lui, si disse, non poteva mica lasciarla lì in quello stato; motivo per cui con un sorrisetto divertito sul volto, si diresse verso di lei.

***

«Lalalà, Lalalà»

Lily iniziava a preoccuparsi, era quasi arrivata alla fine del suo assolo e ancora non aveva sbattuto contro nessun petto muscoloso e, dir la verità, manco contro uno gracilino.

L’unica cosa che incontrava ogni tanto sul suo cammino erano i tronchi degli alberi che –se proprio doveva essere sincera- colpire non era tanto piacevole; ma la ragazza non aveva proprio intenzione di arrendersi e continuava imperterrita a stringere le palpebre.

«Il mio cuore sa, che nel-» * ma, il fiato che le si mozzò in petto, le impedì di continuare.

Finalmente Lysanderuccio era arrivato!

Con una mano percorse il petto del ragazzo e approvò mentalmente gli addominali che si potevano sentire da sotto i vestiti.

Dopo qualche minuto di contemplazione a occhi chiusi, la ragazza si riprese e, voltando le spalle al giovane e aprendo le braccia -così che lui potesse afferrarle i polsi per guidarla nella danza-, si schiarì la gola, pronta a finire la sua strofa.

«Potter?» chiese però una voce, impedendole di ricominciare e facendole spalancare le sue iridi nocciola.

Mannaggia, quella purtroppo non era la voce di Lysander.

Lily si voltò di scatto incontrando così lo sguardo di Scorpius Malfoy alquanto perplesso.

«Malfoy?» chiese sorpresa, guardando successivamente oltre la spalla del ragazzo come alla ricerca di qualcuno. «Venendo qua hai per caso visto Lysander?»

Il giovane aggrottò le sopracciglia, incerto.

«Non sei ubriaca?»

«Perché dovrei essere ubriaca?» replicò, osservandolo confusa.

«Bah… ti muovevi come una pazza.» affermò il ragazzo, sempre più dubbioso sulla sanità mentale della giovane.

Lily lo scrutò, allargando le iridi nocciola, prima di voltargli le spalle e andarsene indispettita.

«Si chiama ballare, Malfoy!» dichiarò, prima di scomparire definitivamente alla sua vista.

*-Io lo so (da La Bella Addormentata nel Bosco)

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