PROLOGO
Nell'era dei draghi, dei maghi e dei guerrieri,
nell'era delle principesse, dei re e dei cavalieri,
nel paese dove della libertà suonava la campana,
questa nostra storia ha origine lontana.
Regnavano gioia, felicità, amore,
la luce al mondo dava calore.
Campava l'allegria, c'era serenità,
ma tutto questo presto in sogno si trasformerà.
In mani sbagliate infatti il mondo è caduto
la madre terra cerca invano aiuto,
fiumi senz'acqua, castelli distrutti,
le armate nemiche vi annienteranno tutti.
Ma la luce non ha mai smesso di brillare
l'oscurità è finalmente pronta a scacciare.
Ha mandato un cavaliere,
solitario giustiziere,
Che fine alla guerra metterà
anche se ci vorrà un'eternità."
"Adesso ormai anni son passati da quand'era nato,
e il suo arrivo era stato predestinato dal fato;
il mondo forse rinascere riuscirà,
ma solo se il cavaliere infuocato apparirà.
La sua spada di rosso finalmente luccicherà,
sull'armatura il sangue dei nemici porterà,
giustizia sarà fatta, oh nemici, tremate,
con la lama le vostre teste verranno tagliate.
E, oh cavaliere, quando la tua ora giungerà,
la tua spada con te in eterno brucerà.
Ma per il bene dei popoli tu non morirai,
dalle ceneri del tuo stesso corpo risorgerai.
Finché il conflitto non sarà placato
Il tuo eterno riposo sarà rimandato.
Un istante ripetuto nel tempo diventa eternità,
e la tua vita porta dentro di sé l'immortalità.
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