Post fata Resurgo - Dopo la Morte torno ad Alzarmi

Rey stava per fare uno degli errori più grandi della sua giovane vita, Anakin Skywalker sapeva cosa sarebbe successo, ma non era disposto a continuare a guardare.

Da quell'angolo di aldilà così uguale alla regione dei laghi di Naboo, un luogo che Anakin e Padmé avevano amato tanto, lo Jedi aveva osservato ogni movimento dei suoi figli e non solo, questo finché anche i suoi gemelli non li avevano raggiunti nell'aldilà.

Era riuscito a rimanere fermo per tutti quegli anni, ma ora non aveva intenzione di rimanere lì, troppo a lungo aveva aspettato.

Lo Jedi si alzò dalla riva del lago dove stava osservando l'andamento della battaglia finale, movimento che non sfuggì agli occhi attenti di sua moglie.

-Anakin cosa vuoi fare? - domandò a quel punto Padmé prendendogli la mano.

L'uomo la guardò con gli occhi seri.

-Devo andare da loro, Padmé, devo finire quello che ho cominciato tempo fa - dichiarò lo Jedi.

-Non andrai da solo, vengo con te - affermò Padmé.

Non avrebbe mai abbandonato il suo sposo ora che si avvicinava la vera resa dei conti, si giocava l'atto finale di una partita millenaria.

-Angelo mio è pericoloso.

Anakin non voleva metterla in pericolo, aveva già rischiato molto in vita non lo avrebbe permesso ora che si erano ritrovati.

-Lo so, ed è per questo che vengo con te.

Padmé non era mai stata così sicura, non lo avrebbe lasciato, erano insieme e niente li avrebbe separati.

-Nostro nipote e Rey hanno bisogno di noi, ed è ora di far vedere a, quel verme che cosa vuol dire quando ci si mette contro la famiglia Skywalker.- dichiarò Padmé convinta.

Anakin le accarezzò il viso, come tante volte aveva fatto in vita, sapendo che niente avrebbe impedito a sua moglie di andare con lui, anche se si fosse opposto con tutte le sue forze lei lo avrebbe preso per sfinimento.

-Sai che sarà come affrontarlo di nuovo?

-Sí, lo so, ma non ho più paura, non più. Non ora che ho di nuovo te al mio fianco - Sorrise Anakin.

-Padre, stai attento, sai meglio di chiunque altro di cosa è capace Palpatine - Luke era comparso dal nulla e fissava i suoi genitori con gli occhi azzurri velati dal turbamento.

-Non preoccuparti, Luke so cosa devo fare, questa volta davvero.

Anakin lo fissò, nonostante il figlio si fosse chiuso alla Forza anni prima il loro legame non si era mai interrotto.

Sia Luke che Leia erano tornati con l'aspetto di quando erano giovani, come se tutto quello che avevano vissuto non fosse successo e loro fossero rimasti i ragazzi di un tempo.

Ma tutti loro sapevano che non era così.

Tante cose erano cambiate ed era finalmente arrivato il momento di mettere fine a quella storia una volta per tutte.

-Cosa pensi di fare, Skywalker? - domandò Han raggiungendo quella che a tutti gli effetti la sua famiglia.

Lui che una famiglia non l'aveva, o meglio non l'aveva mai avuta.

Leia, Luke, Chewbacca e i ribelli erano diventati la sua famiglia.

-L'unica cosa che avrei dovuto fare già all'inizio, uccidere Palpatine, una volta per tutte. Han non mi sono mai perdonato per quello che ho fatto in vita e vedere mio nipote che fa i miei stessi errori fa male. Devo fare qualcosa, sono stanco di fare qualcosa, la Forza non me lo può impedire. - fu la risposta di Anakin.

Si voltò verso Han e Leia guardandoli con i suoi penetranti occhi blu, identici a quelli di Luke, nei quali brillava una forte determinazione.

-Vi renderò vostro figlio e porrò fine a questa guerra una volta per tutte - affermò Anakin.

-Dubito che potrò fermarti, padre, quindi ti dirò solo di stare attento - dichiarò Luke, il quale aveva capito fin troppo bene cosa volesse fare il padre e tentare di fermarlo sarebbe stato inutile.

Anakin afferrò la mano di Padmé e svanirono.

***
Ben Skywalker Solo, un tempo conosciuto come il leader supremo Kylo Ren, abbatté l'ultimo dei Cavalieri di Ren, quelli che lo avevano aiutato a distruggere il nuovo ordine Jedi messo in piedi da suo zio, Luke Skywalker.

Già, Luke, aveva un sacco di spiegazioni da chiedergli, ma era morto, quindi non avrebbe potuto rispondergli.

Aveva sempre avuto un rapporto conflittuale con la sua famiglia.

Quella famiglia formata da persone molto importanti, eroi di guerra, i quali avevano combattuto in prima linea contro l'impero galattico.

Lui si era sempre sentito soffocare dall'aspettativa, dall'idea di rendere fieri i suoi genitori e suo zio, l'idea di essere all'altezza del nome che portava.

Quando aveva scoperto la verità su suo nonno ci era rimasto malissimo, soprattutto perché sua madre e suo zio l'avevano tenuto all'oscuro di una storia che, per quanto terribile, era parte della loro famiglia e forse, averla conosciuta prima, avrebbe impedito a Ben di cadere vittima del Lato Oscuro.

Lo stesso lato oscuro che aveva sedotto suo nonno e che lo aveva trasformato in Vader.

Ben non conosceva altro della storia, ma voleva conoscerla, forse ci sarebbe riuscito.

Quante volte avrebbe voluto parlarne con suo zio, ma temeva che lui non lo avrebbe capito, e questo lo aveva portato a pensare di essere solo e lo aveva allontanato dalla sua famiglia.

Una famiglia il cui nome era troppo pesante da portare sulle spalle, aveva provato a distruggere il legame che lo teneva ancorato alle sue origini, a quella famiglia che lo aveva allontanato, perché considerato diverso, ma forse non erano i soli ad aver sbagliato, forse anche lui, Ben Solo, aveva fatto degli errori a tratti imperdonabili.

Era questo a cui pensava Ben mentre correva verso Rey, consapevole di avere il tempo contato.

Avrebbe voluto avere più tempo per metabolizzare tutto, per capire prima che non era un nome a dire ciò che si è, ma sono le scelte che si compiono a definire l'individuo.

Avrebbe voluto avere più tempo per definire che genere di sentimenti provava per Rey, poiché dentro di lui albergava una tempesta di emozioni a cui non sapeva dare un nome.

Era amore? O forse semplice attrazione fisica?

Oppure quel legame scaturiva da qualcosa di più profondo, dovuto al fatto che erano la forma vivente del Lato Chiaro e di quello Oscuro?

Ma davvero erano così diversi?

Forse no.

Il rumore dei suoi stessi passi facevano da sottofondo a quella corsa forsennata verso l'ignoto, verso il suo destino.

Il sangue gli fischiava nelle orecchie, avrebbe voluto essere più veloce, ma non poteva, stava già chiedendo molto alle sue gambe.

Quando giunse nella sala del trono, sentí un brivido lungo la schiena.

Era un'arena, più che una sala, il tetto era aperto e si poteva vedere la battaglia che infuriava sopra le loro teste.

Sugli spalti di pietra, contraddistinte dal sigillo dell'antico impero Sith, vi era una folla di adepti del Lato Oscuro che inneggiavano al loro leader.

Palpatine era al centro di tutto questo, al suo fianco vi era Rey, visibilmente provata, ma felice di rivederlo.

Ben affiancò Rey brandendo la spada laser che era stata di sua madre.

-Combattete insieme, cadete insieme! - affermò l'imperatore, la cui voce graffiante era peggio di un'unghia sul vetro.

I due ragazzi si prepararono a ricevere un attacco, ma l'imperatore fu più veloce, disarmandoli con un colpo solo e risucchiando una minuscola parte della energia vitale dei giovani.

-L'energia vitale del vostro legame! Una Diade nella Forza, un potere enorme come la vita stessa - dichiarò l'imperatore mentre le dita cadaveriche ritornavano ad essere integre, come se la vita fosse tornata a scorrere in lui.

L'attacco successivo fu tremendo, Palpatine stava risucchiando da loro tutta l'energia vitale.

Non può finire così fu il solo pensiero che scivolò nella mente di Ben.

Era questo il suo destino?

Morire per mano dell'uomo, o meglio cadavere, che aveva tenuto sotto scacco la galassia per più di vent'anni?

Tutti gli sforzi della sua famiglia erano dunque stati vani?

No, non poteva permetterlo!

Sua madre, suo padre, suo zio, Chewbacca, avevano sacrificato tutto pur di dare alla galassia un futuro migliore e ora, lui aveva rovinato tutto!

Mamma, papà, perdonatemi fu il solo pensiero che passò per la mente di Ben.

Come avrebbero reagito i suoi genitori a vederlo arrivare dall'altra parte così presto?

Quando la vita li aveva quasi lasciati del tutto e Palpatine si era quasi completamente rigenerato, Ben si sentí strappare da terra.

Di colpo si trovò sospeso per aria, del tutto inerme e incapace di difendersi, era troppo debole.

-Così come io caddi tempo fa, così cade l'ultimo Skywalker! - ruggí l'imperatore dando una spinta con la Forza al ragazzo che venne sbalzato lontano, oltre l'arena.

Ben era certo che sarebbe morto, si era aggrappato con tutte le sue forze ad un costone di roccia tentando di risalire, ma non era convinto di riuscire a reggere ancora per molto.

Era esausto, Palpatine aveva risucchiato quasi tutta la sua energia vitale.

Mentre si sforzava di tenersi attaccato al costone di roccia, avvertí una presenza nella Forza.

All'inizio pensò che fosse suo zio, ma poi si rese conto che non era lui, era una presenza diversa, più forte di quella di suo zio, brillava di una luce intensa, ma vi era anche oscurità.

Un equilibrio perfetto, che Ben non aveva mai percepito.

-Coraggio, Ben, non puoi arrenderti adesso - affermò una voce profonda.

Il ragazzo alzò lo sguardo e vide un uomo dai capelli biondi con qualche striatura bianca, il viso era solcato da alcune cicatrici, e un inizio di barba addobbava il suo volto rendendolo più maturo.

Gli occhi azzurri erano profondi come il mare, identici a quelli di suo zio, la tunica Jedi era bianca con delle striature rosse, sulle spalle portava un lungo mantello anch'esso rosso di foggia parecchio pregiata.

Vicino a lui vi era una delle donne più belle che Ben avesse mai visto, dai lunghi capelli castani, anche lei con quale striatura bianca, gli occhi bruni, tanto assomigliava a Leia che Ben non faticò a capire perché.

Quei due erano i suoi nonni : Anakin Skywalker e Padme Amidala.

Anakin tese la mano al nipote aiutandolo ad issarsi oltre il costone di roccia, finalmente al sicuro.

-Come stai? - domandò Padmé.

-Voi...come è possibile? - Ben era sorpreso.

-La Forza - fu la risposta di Anakin con un sorriso.

Ben accennò a sua volta un sorriso, ma era veramente esausto.

-Coraggio, abbiamo un Sith da uccidere - Anakin si alzò in piedi, già sapendo come voleva entrare in scena.

****

Sheev Palpatine non si era mai sentito così ebbro di potere e così sicuro della sua vittoria, mentre con i suoi fulmini faceva strage dei suoi nemici, sentiva di aver raggiunto il massimo del suo potere.

Aveva finalmente distrutto la minaccia degli Skywalker, quella insulsa di sua nipote giaceva a terra ormai priva di vita, come era giusto che fosse, poteva esistere un solo Palpatine, ed era lui.

Le ovazioni dei suoi sottoposti di colpo si zittirono, e un brusio corse lungo l'arena, deconcentrando l'imperatore.

I Sith si stavano spostando, come per far passare qualcuno di molto importante, tanto che Palpatine non riusciva a capire chi potesse avere cotanta autorità da far addirittura cadere in ginocchio i suoi adepti.

L'imperatore si voltò verso gli spalti notando che lo stuolo di Sith si aprivano come ali, facendo passare qualcuno.

Niente si muoveva, si sentiva solo il respiro affannato di Rey, la quale era ancora aggrappata ad un residuo della vita che le era rimasto in corpo e stava lottando per non soccombere al destino che suo nonno aveva deciso per lei, ovvero una morte lenta e il più dolorosa possibile.

Se lo meritava, dopotutto, aveva rifiutato di diventare imperatrice, aveva rifiutato la sua eredità e il suo destino, non meritava altro sentimento se non il disprezzo più profondo.

Ma ora l'attenzione di Palpatine era tutta proiettata sugli spalti, sul silenzio tombale che era sceso e sul rispetto reverenziale che i suoi adepti stavano mostrando verso quel qualcuno che stava arrivando, che però non riusciva ancora a scorgere in mezzo a quella marea di mantelli neri e rossi.

Poi di colpo li udì.

Passi lenti, cadenzati, degni di un re, un camminare che conosceva fin troppo bene.

La rabbia si fece largo dentro il vecchio Sith, mentre con lo sguardo cercava frenetico colui che più aveva odiato, la causa della sua rovina.

Ed eccolo, fiero e altero senza più niente del ragazzino che era stato, ma uomo fin troppo consapevole di ciò che stava succedendo.

Come volevasi dimostrare non era solo al suo fianco, come sempre vi era lei, Padmé Amidala.

Presenza fastidiosa come una spina nel fianco, oltre a loro vi era anche Ben, il quale corse immediatamente verso la ragazza che giaceva inerte ai piedi dell'imperatore.

Palpatine non fece caso a quel ragazzino, la sua attenzione era tutta dirottata su di lui.

Su Anakin Skywalker.

Un lampo illuminò il viso dell'uomo di fronte a lui.

Anakin era tornato e questa volta non si sarebbe fatto trovare impreparato.

L'imperatore ghignò. Era pronto a reclamare la sua vendetta.

****

Rey seguí a fatica lo sguardo del nonno e pensò che la sua mente le stesse giocando un brutto scherzo.

Ben era inginocchiato di fronte a lei e la stava chiamando, ma la ragazza non riusciva a sentire la sua voce, le sembrava un sussurro lieve, come se il giovane non fosse lì, davanti a lei, ma fosse molto lontano.

-Ben- Rey mimò il nome con le labbra, ma anche dire quella semplice parola le costava fatica.

-Tranquilla, Rey, non è arrivato il momento per te di passare a miglior vita - dichiarò una voce che la giovane non conosceva.

Una donna bellissima era china su di lei e le poggiò una mano sulla fronte.

La vita tornò a scorrere nelle vene della ragazza che si sentí quasi rigenerata.

La donna sorrise mentre Rey abbracciava il giovane Solo, era felice che fosse tornato alla Luce.

-Il nonno ha bisogno di aiuto - dichiarò Ben staccandosi da Rey, ma Padmé lo fermò.

-No, non dobbiamo interferire, non preoccuparti, Anakin sa cosa deve fare, devi avere fiducia in lui -

Ben tornò a guardare verso l'imperatore e Anakin, i quali si stavano ancora fissando.

L'ex Jedi ed ex Sith saltò giù dalle gradinate su cui si era fermato e atterrò proprio davanti all'imperatore.

-Quanto tempo è passato maestro - dichiarò Anakin con tono gelido.

-Parecchio, direi - fu la risposta di Palpatine che poi continuò dicendo :

-Vedo che alla tua famiglia non è passata la voglia di impicciarsi nei miei piani -

-Che ci vuoi fare, siamo nati per mettere i bastoni tra le ruote.

Il ghigno di Palpatine mise i brividi a Rey, ma non ad Anakin il quale non perdeva un movimento del suo avversario.

Di colpo l'imperatore cercò di colpirlo con i fulmini, ma Anakin si spostò all'ultimo minuto, evidando che la sua energia venisse rubata da quel cadavere ambulante.

-Sei sempre il solito insolente! - ruggí Palpatine cercando di nuovo di colpire Anakin.

Ma di nuovo l'uomo evitò i colpi, attirando a sé le spade che erano state brandite da Rey e Ben.

Le sguainò pronto a combattere, e Padmé si rese conto che Anakin non si sarebbe arreso.

-Vedo che finire nello scarico della tua super arma non ti è bastato - dichiarò Anakin provocando, apposta, Palpatine.

-Pagherai per ciò che hai fatto - rispose Palpatine tentando un'altra volta a colpire Anakin.

Fallendo.

Padmé comprese da un movimento di Anakin le sue intenzioni, aiutò Rey ad alzarsi e fece segno a Ben di seguirla.

Rey si reggeva in piedi a fatica, non che per Ben fosse facile, ma almeno riusciva a muoversi da solo.

Si nascosero in una nicchia, fuori dalla portata dell'imperatore.

-Perché qui? - domandò Ben osservando il duello che si stava svolgendo a pochi passi di distanza.

-Perché Palpatine è un subdolo avversario, potrebbe tentare di colpire noi per far cedere Anakin - rispose Padmé facendo appoggiare Rey alla parete della nicchia.

-Potremmo chiamare qualcuno della Resistenza, il nonno non può farcela da solo - Ben si morse il labbro inferiore, mentre osservava Palpatine lanciare fulmini di Forza contro Anakin, il quale aveva incrociato le spade di fronte a sé, restituendo al mittente i suoi colpi.

-Non mi puoi sconfiggere di nuovo! Io sono tutti i Sith! - dichiarò l'imperatore.

Non aveva fatto tutta quella fatica per vedersi soffiare di nuovo la vittoria da uno Skywalker, anzi dal primo Skywalker che gli fosse capitato tra le mani.

-I Sith sono morti, Altezza, così come i Jedi! - affermò Anakin facendo due passi verso l'imperatore.

-No, non può essere - Palpatine cercò di attingere ancora di più ai suoi poteri, cercando nel lato oscuro la conferma che le sue convinzioni erano vere.

Ovvero che i Sith erano destinati a governare la galassia.

-Basta con giochetti - questa volta il gettito di potere fu più grande e Ben temette di vedere suo nonno sbalzato via dai fulmini, ma ancora una volta il patriarca degli Skywalker stupì il nipote.

Anakin evitò il colpo, questo sì, ma spense le spade attaccandole alla cintura, forse aspettando qualcosa.

-Sei un illuso, se pensi di riuscire a battermi -

-L'ho già fatto una volta, o devo ricordartelo - dichiarò Anakin.

-TACI! - ruggí l'imperatore mentre scagliava altri fulmini verso il Prescelto.

Per un attimo tutti temettero che Anakin fosse stato colpito in pieno, ma presto fu chiaro che non era così.

Il Prescelto aveva bloccato i fulmini.

-Mai più, Palpatine! Tu o il tuo ordine minaccerete la mia famiglia, per te, questa volta non ci sarà via di uscita, in futuro. Questa volta il tuo viaggio all'inferno sarà definitivo -

Non dette tempo al suo nemico di rispondere perché gli rispedí indietro i fulmini, colpendolo in pieno e in un ultimo temibile grido di Palpatine rimase solo un mucchio di cenere.

Angoli Autrice : vi avevo detto che lo avrei scritto ebbene eccolo qui, una versione tutta mia del duello finale de L'ascesa di Skywalker :) spero vi piaccia e che la Forza sia sempre con tutti noi :)

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