Capitolo 56
Federico si è allontanato per parlare al telefono mentre io sto sulla sdraio fuori a rilassarmi ma quando si siede la madre mi inizio ad agitarmi. Chissà cosa potrebbe dirmi. ‹Tutto bene Silvia?›
‹Si, perché me lo chiede?› dico
‹Il ciclo è regolare?› dico
Ecco che arriva con le domande discrete. Gli mento o gli dico la verità??
‹Mi deve venire a breve› dico.
Questa è una mezza verità.
‹Sicura?› dico
‹Dove vuole andare a parare?› domando senza risultare scortese
‹Non so sei strana› dico
Con qualcuno dovrei parlarne e sinceramente è meglio con lei che con mia madre. ‹E va bene, è in ritardo di una settimana e ho paura› dico
‹Paura di essere incinta?›
Annuisco.
‹Hai provato a fare il test?› dice
Vedo sulla porta uscire Fede, ‹ciao› dice
Spero che non abbia sentito nulla. ‹Ciao› dico alzandomi per raggiungerlo, ‹chi era al telefono?›
‹Benji› dice, ‹mamma tutto bene?›
‹Si tutto bene› dice guardandomi poi entra in casa senza dire nulla. ‹Che è successo›
Oh è preoccupata che ti faccia diventare padre così presto. Alzo le spalle.
‹Vuoi andare stasera o domani mattina a Cervia?› dice
‹Domani mattina› dico.
Sto per entrare quando Fede mi ferma, ‹che test parlava mia madre prima che venissi?› dice
Merda. Che mi invento adesso?
‹Ehm...mi vergogno a dirtelo› dico
‹Ti vergogni di me?›
‹Penso che non disapprovi› dico
‹Sono tue le scelte e non posso che non appoggiarti› dice
‹Ho fatto domanda per entrare nell'accademia di teatro a Bologna e sto aspettando che mi chiamano per fare il test› dico
Non so come mi sia venuta in mente una cosa del genere, ma meglio questa che dirgli di un eventuale gravidanza.
‹Sono contento per te› dice
‹Vado a farmi la doccia› dico.
Lo bacio ed entro ma Fede mi tira per un braccio, ‹non so che hai Silvia, ma sei strana›
‹Sono solo un po' stanca tutto qui› dico
Mi fissa con quei occhi celesti dove mi perdo ogni volta. Poi mi bacia e mi lascia andare a fare la doccia.
Quando esco dal bagno lo vedo di nuovo al telefono a parlare con Benjamin. Non posso smettere di lavorare neanche il giorno di Pasqua quei due. Vado verso la mia camera a vestirmi poi decido di andare nella camera di Federico. Ho sempre voluto vederla e l'ultima volta che ci sono stata non ho avuto tempo. Dovevo risolvere una questione. ‹Perso qualcosa?› dice
Mi volto e vedo Federico alla porta. ‹Ti stavo aspettando in realtà› dico, ‹bella camera, spaziosa e mi ti immagino mentre studiavi... sempre se lo facevi›
‹Certo che studiavo, non lo sapevo che ero uno dei migliori?› dice
‹Ma se quando ti chiedo di aiutarmi non sai mai nulla› dico
‹Che c'entra, sono passati tanti anni›
‹Che scusa di merda, non devi mentirmi per farti bello ai miei occhi, ti amo lo stesso così come sei, anche con i tuoi sbalzi d'umore›
‹Io non ho gli sbalzi d'umore›
Annuisco. ‹Oh fidati si› dico
‹Lo ammetto sono un po' lunatico, ma dipende dalla giornata come procede› dice
‹Comunque in qualcosa sei il migliore›
‹Hh si in cosa?› dice
‹Nella musica›
‹Qualcosa di meno scontato?› dice
Mi spinge verso il muro, ‹sai essere romantico, spesso› dico
A rompere questo momento è un cellulare ed il mio, ma è quello di Silvia. ‹Cristiano› dico.
Sbuffa ed esce dalla stanza alzando le mani, ed io accetto la chiamata.
‹So che sei impegnata volevo solo farti gli auguri› dice
‹Grazie› dico
Guardo fuori dalla stanza. ‹Adesso dovrei andare scusa› dico
‹Si, certo non ti trattengo› dice, ‹Silvia volevo solo dire che tu a me piaci e tanto›
‹Cristiano lo sai che sono fidanzato e sono felice› dico
‹Si so anche questo›
‹Grazie per avermi chiamato› e poi chiudo la chiamato, ed esco per raggiungere Federico, il quale improvvisamente gli rode. ‹Durata poco la chiamata› dice
‹Hai ascoltato?› dico
‹Francamente le cazzate che ti dice non mi interessano› dice
‹Fede›
‹Che c'è?› dice in modo sgarbato
‹Vedi che avevo ragione sul fatto che cambi umore ogni secondo› dico
‹Si sono incazzato, quindi lasciami solo› dice e si chiude in camera sua.
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