Capitolo 36
NATALE.
Sono in piedi dalle otto di mattina nonostante gli ospiti arrivano verso le 12 ma io sono nervosa e non faccio altro che spostare in qualsiasi posizione, pulire, spolverare. Sembro si una casalinga stressata ma tutto deve essere perfetto.
‹Silvia rilassati, è solo un pranzo di Natale› dice mio padre
Lui non capisce.
‹Non è un pranzo, è IL pranzo dove c'è anche il ragazzo che amo da morire› dico
‹Gli piacerai anche se il pranzo non va alla perfezione› dice
‹Ma...›
‹Finisco io, tu vai in camera a rilassarti e a lavarti› dice
‹Okay, ma mi raccomando›
‹Si si› dice
Sbuffo e mi dirigo verso camera mia.
Queste settimane di dicembre sono praticamente volate. Tra scuola, compiti e lunghe chiacchierate serali con Federico al telefono. Si perché una volta tornati insieme, ci siamo visti di persone pochissime volte. Erano sempre a Milano per impegni ma quando poteva veniva a trovarmi a casa di mio padre.
Il giorno prima sono andata a fare shopping assieme a Tommy per prendere qualcosa di carino da mettermi per oggi, nulla di esagerato e da H&M ho trovato un vestito nero e una cintura rossa. Lo indosso con le converse rosse che si abbinano perfettamente, matita nera e mascara e sono pronta.
Suonano il campanello ed è mia madre con il nuovo fidanzato, Emanuela e mio fratello con Martina
Infine entra Benjamin, da solo, ‹dobbiamo cercati assolutamente una ragazza› dico
‹Quando la trovi dimmelo› dice stuzzicando gli aperitivi ma lo fermo, ‹che c'è?› Stanno qua apposta›
‹Dobbiamo Fede› dico
‹Ah quasi mi dimenticavo ti ha detto che ti aspettava fuori› dice
Non lo lascio finire e vado via ma prima lo vedo afferrare un'oliva. ‹Ben!› alzando gli occhi al cielo, afferro il mio giacchetto ed esco.
Giro intorno alla casa per raggiungere il retro ma non vedo nessuno fino a quando non sento delle mani intorno alla mia vita e un mazzo di rose davanti. ‹Buon Natale amore mio› sussurra Fede
Mi sciolgo e piano mi giro verso di lui e lo bacio.
‹Buon Natale anche a te› dico.
Rientriamo dopo qualche minuti, anzi quando i miei ci chiamano. ‹Tutti?›
‹Tutti› dico abbracciando Fede
‹Si, sappiamo che lui è quello più importante›
Sorrido e arrossisco
‹Era preoccupata che qualcosa andava storto, due giorni a preparare, organizzare il tutto. Stavo per buttarla fuori di casa› dice mio padre
‹Immagino, può essere una ragazza molto esigente e pesante ma la amo lo stesso› dice Fede
‹Ehi pesante a chi› dici
‹Lo sei a volte› dice e poi mi bacia.
‹Ci sediamo?› domanda mia madre
E tutti si avviano ai propri posti
‹Sono rimasti quelli in fondo, proprio per voi due così vi potete fare le effusioni› dice Ben seduto vicino a Emanuela.
Non starebbero male insieme. ‹Farebbero una bella coppia?› dico
‹Chi?›
Indico Benji ed Emanuela, ‹si... ma lei non ti stava antipatica?›
‹Prima per vari motivi di cui uno sei tu, ma adesso mi è simpatica. Forse perché stiamo per diventare sorellastre›
Durante il pranzo, mentre tutti parlano tra di lui, io e Federico ce ne siamo per i fatti nostri a fare le effusioni.
‹Giocate a tombola?› domanda mio fratello
‹Si› dico.
Squilla il cellulare di Federico. ‹è Marco› dice passando il cellulare a Benjamin
‹Sempre tutto io devo fare› dice
Alza le spalle e Ben va a rispondere fuori dalla sala.
‹Non mi andava di alzarmi e allontanarmi da te› dice
‹O perché ho un fidanzato pigro?› domando
‹Io pigro?› domanda facendomi il solletico
Rientra Benjamin e riconsegna il telefono a Federico. ‹Anno nuovo, vita nuova› dico
‹Cioè?› domanda Fede
‹Me ne vado...no scherzo faremo nuovi eventi› dice
‹Se lo fate a Roma vengo con con voi› annuncio
‹E con la scuola?› domanda mia madre
‹Quando vengono a Roma ho detto, so benissimo che gli altri non posso› dice.
Il resto della giornata passa molto tranquillamente con qualche partita a tombola dove Fede ha vinto tre partite. Nonostante diceva che era sfortunato.
Sul tardi i maschi giocano a carta mentre noi ragazze ce ne stiamo seduti sul divano a parlare. ‹Allora com'è?› domando a Emanuela
‹Chi?› dice
‹Non fare la finta tonta, come ti sembra Benjamin?›
‹Carino› dice lei
‹Solo carino?› dico
‹Silvia che cosa vuoi sapere di preciso?› domando
Alzo le spalle. ‹Ti ci fidanzeresti?›
‹Forse› dice
‹Il forse non esiste, o si o no?›
Emanuela sbuffa. ‹Si, okay mi piace›
‹Ti aiutiamo noi› dico
‹Non so ma ho paura› dice
‹No!› sentiamo un urlo dal tavolo
‹Che è successo?› domando
‹Niente il tuo Romeo non ha accetta di aver perso› dice Benjamin
Mi avvicino a Federico, ‹tanto per me sarai sempre il migliore, perdi o vinci›
‹Carina, consola il fidanzatino› mi prende in giro Benjamin e io gli faccio la linguaccia.
Pomeriggio tardi io e Fede andiamo in camera mia per stare un po' da soli
‹Ti fermi stanotte?› domando, ‹staremo soli perché tutti quanti ritornano ad Aprilia e invece mio padre deve andare dai nonni in campagna›
‹Non me lo faccio ripetere due volte› dice
Sorrido e ci baciamo, con tanta passione che cadiamo sul mio letto. ‹Piccioncini, che fate scendete a salutare?›
‹Arriviamo› urlo di rimando poi scendiamo, ‹stavamo solo parlando›
‹Si si come no› dice Ben
Gli mostro il medio mentre abbraccio Martina, ‹grazie di essere venuta›
‹Anche per me, sono contenta che abbiamo fatto pace e ci sentiamo› dice
‹Tanto ci vediamo a Capodanno, ma verrò io questa volta ad Aprilia e lo passeremo insieme›
‹Non vedo l'ora› dice.
Poi abbraccio mio fratello, ‹mi raccomando fratellino te la lascio in buone mani non farla soffrire› dico
‹Non ho nessuna intenzione però ho anch'io delle raccomandazioni al tuo Federico›
Sorrido mentre lui va da Federico. ‹So come sei fatto e so che non vedi l'ora di entrare dentro di lei ma vacci piano amico›
‹Giovanni!› lo rimprovero arrossendo
‹Faremo quando sarà pronta lei, non voglio fare niente contro la sua volontà, ho già fatto soffrire una persona in passato›
Penso a Jasmine.
‹Bene altrimenti non potrai più cantare› dice
Federico sorride alla sua minaccia poi esce seguito da Martina e gli altri.
‹Ti sei sistemata bene, sono contenta che cerchi di recuperare il tempo perduto con tuo padre ma a casa manchi›
‹Mamma è a due ora da qua, tornerò qualche volta› dice abbracciandola, poi saluto il nuovo fidanzato.
‹Sei una ragazza molto coraggiosa e a tua madre ci penso io›
‹Grazie› dico ed escono
‹Io devo andare dai nonni e immagino che voi non vogliate venire, quindi a domani› dice
‹Papà tranquillo va tutto a posto, ce la caviamo da soli e salutami la nonna›
‹Mi raccomando›
‹Si tranquillo vai adesso e buonanotte› dice e baciandolo sulla guancia poi esce da casa
‹Finalmente siamo soli› dico
‹Già finalmente, che cosa vuoi fare?› dice
‹Io so che cosa voglio fare›
‹Non chiedere cose che poi te ne pentiresti› dice
‹Io sono sicura di quello che voglio› dico avvicinandomi, ‹e tu invece?› domando poggiandogli la mano sulla cintura dei suoi jeans e lo sento ansimare poi Fede mi spinge contro il muro
‹Mi trovi divertente?›
Mi mordo il labbro, ‹si› dico
Mi bacia poi mi prende fra le braccia e senza smettere di baciare mi porta in camera mia. Gli aggancio le mani intorno al collo e mi distende sul letto, lui sopra di me continuandoci a baciarci.
Federico si toglie la maglia poi lentamente mi toglie il vestito facendomi restare in intimo e inizia ad accarezzarmi piano. È una lunga straziante fantastica attesa.
Quando però all'improvviso suona il citofono. Ma chi è che rompe la notte di Natale??
Fede sbuffa alzandosi e mi lancia la sua maglia, me la infilo velocemente e scendo ad aprire la porta. ‹Nonni? Che diamine ci fate qua?› dico
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