Capitolo 34
DICEMBRE.
Mancano poche settimane al Natale e io non sono più nella pelle. Il Natale mi è sempre piaciuto fin da bambina. I regali, il pranzo, il pandoro, il terrone a me mettevano di buon umore e felicità. Quando mio padre se ne è andato di casa si è perso quel calore natalizio in famiglia però è una delle mie feste preferite.
Mi sarebbe piaciuto passarlo anche con Federico ma invece lo passeremo separati. Benjamin mi ha riferito che è stato praticamente impossibile parlare con lui di questo tema, come se mi avesse cancellato e si penso che sta esagerando adesso.
Mattia ha finta di non sapere niente del video ma poi ha confessato che è stato lui, soprattutto quando gli ho detto che avevo una prova (che in realtà non avevo ma era solo per spaventarlo e farlo parlare). E gli ho detto subito che tra me e lui non ci potrà essere nulla perché io sono innamoratissima di Federico e non voglio stare con nessuno a parte di lui.
Nella scuola nuova ho fatto amicizia con un ragazzo gay Tommy ed è anche della mia classe e viene preso in giro da tutti e io sono l'unica che lo difende. È dolcissimo e tenerissimo.
‹Non vedo l'ora che sia Natale, sarà fantastico quest'anno› mi dice Martina al telefono una sera.
Ne dubito.
‹Che stronza che sono, per te non sarà cosi›
‹Sono contenta di passarlo con te ma manca Fede, non lo sento da molto e non pubblica niente di nuovo sul suo instagram› dico
‹Vedrai che tutto si sistemerà› dice, ‹arrivo mamma sto parlando con Silvia...devo andare, ci sentiamo› dice e chiude la chiamata.
Neanche un minuto che mi chiama Benjamin. Parlava sottovoce. ‹Perché parli piano?›
‹Perché non voglio che Fede si accorge che sto parlando con te› dice
‹Capisco, come sta?›
‹La verità? È intrattabile, non so come gestirlo›
‹Parla di me?›
Anche se posso già immaginarmi la risposta
‹Finge di non averti mai conosciuta›
Bastardo.
Mi si spezza il cuore
‹Silvia, non te la prendere questo è il suo modo di reagire e devi dargli solo tempo. Infondo gli manchi anche se lo nega›
‹Grazie› dico
‹Posso darti un consiglio?›
‹Non dirmi di dimenticarlo perché è praticamente impossibile›
‹No, ti consiglio di stare un po' lontani forse vi farà bene› dice
‹Ma è passato quasi un mese, penso che stia esagerando tutto qua› dico
Sento mio padre chiamarmi dal piano di sotto. ‹Arrivo papà› dico, ‹devo lasciarti Ben, ciao› e chiudo a chiamata.
FEDERICO.
Benji si è alzato per fare una chiamata, ma io so che è andato a chiamare Silvia.
È passato quasi un mese da quando non ci parliamo più, e si cazzo mi manca da far schifo.
‹Con chi parlavi?› domando quando ritorna dalla chiamata
‹Con mia madre› dice
Non le sa dire le bugie.
‹Stavi parlando con lei› dico
Alza le spalle, ‹scusi due mojito› dice
‹Era Silvia vero?› ritento
‹Se dico di si, a te che interessa? Non mi hai detto che non te ne frega più nulla? Poi per cosa? Per un bacio innocente dato quando era ubriaca che non se lo ricorda e tu stai facendo tutto questo casino› dice, ‹non volevo dirtelo ma spero che lei ti dimentichi presti›
‹Come sta› gli chiedo
‹Come vuoi che sia?› domanda
Il cameriere ci porta da bere e io mi affretto a mandarli giù entrambi in due secondi
‹Comunque uno era mio, sempre il solito egoista› dice
‹Scusami ne avevo bisogno› dico
‹Un altro› dice al cameriere
‹Altri dieci grazie› gli dico io
‹Vuoi ubriacarti per caso?› domanda
Non rispondo. ‹Oh no, c'è mia sorella con le sue amiche› dico. Non era tanto per mia sorella, ma una delle sue amiche. So che gli piaccio e mi gira intorno e francamente io non le ho mai dato corda.
‹Se non ricordo male è qua lavora il fidanzato› dice
Ci salutano poi si siedono al loro tavolo.
Arriva il cameriere con proprio dieci mojito e li mando giù in tre minuti. Ho solo un nome in testa che vorrei togliermi. Silvia,
Dovrei odiarla, dimenticarla invece è tutto il contrario perché tutto mi ricorda lei, ogni cosa anche la più piccola cosa insignificante.
Qualche ora dopo mi alzo barcollando e vado dritto al bagno ma sulla porta vedo una figura femminile. ‹Fede stai bene?› quella voce
‹Mi gira la testa› dico e inizio a vedere tutto sfocato e dopo tutto intorno a me divenne bianco.
Era tutto bianco, deve essere un giorno di dicembre con Natale alle porte, dai balconi tutti decorati, quando sento una risata.
La risata di lei.
Quel suono meraviglioso di cui non mi sarei mai stancato di sentire.
Volevo raggiungerla, baciarla e accarezzarla ma q quando mi avvicinavo, lei si allontanava.
E poi mi accorse che non era sola,era assieme ad un ragazzo... era con Mattia.
Ma lei sembrava così presa da lui, aveva quello sguardo innamorato che aveva quando era solo con me...ma adesso è rivolto a Mattia.
Quando le loro labbra si toccano, volevo urlare, allontanarli e soprattutto picchiare Mattia ma non potevo fare niente di tutto quello che volevo fare.
Cado a terra con le mani sulla neve gelida e...
E mi sveglio tutto sudato
‹Ehi che succede?› domanda una voce femminile
Mi giro di scatto e vedo una delle migliore amiche di mia sorella, la quale si nascondeva dietro il lenzuolo.
Aspettate ma cosa si faceva nel mio letto? Se sono nel mio letto
‹Che cosa ci fai qua?›
Sorrise ma non risponde.
Mi appoggio alla testiera del letto e mi accorgo di essere completamente nudo. Che ho fatto ieri sera?
Annuisce timidamente.
Io mi alzo di scatto dal letto e mi prendo qualcosa per coprirmi
‹Dimentica tutto, è stato un errore›
‹Per via di Silvia?›
Come faceva a saperlo??
‹Non facevi altro che pronunciare il suo nome invece che il mio, mi ha dato così fastidio ma al pensiero di fare l'amore con te era che ho fatto finta di niente›
‹Mi dispiace› dico e mi infilo in doccia sperando di togliermi i segni della sera precedente.
Merda. Io che me la prendo con Silvia per quel bacio con Mattia da ubriaca poi faccio il suo stesso errore. Mi fa così male la testa e il petto.
Nella mia testa ancora sono imprese quelle orribili immagini di lei e quel troglodita di Mattia
Ma se è vero? Se fossero fidanzati? Infondo è passato un mese e lei mi avrà dimenticato e si sarà messa con quello, che non avrà perso tempo per farsi avanti.
Esco dalla doccia quando ormai l'acqua è fredda, mi asciugo e mi vesto poi vado verso casa senza guardare il telefono per vedere se c'è una sua telefonata.
SILVIA.
Ogni giorno è sempre ugualetra scuola, lezioni e parlare con Tommy. È tutto così noioso e stabile quando ungiorno a ricreazione stavo per parlando con il mio amico che decido di entraresu Twitter.
Non entro da tanto che ho tante notifiche ricevute ma mi cade l'occhio su untweet di Federico. Penso che bello una sua notizia invece...
"Graziedella magnifica passata con te, sei fantastica. Per sempre tuo Fede"
Non può essere dedicato a Benjamin.
Gli occhi mi si annebbiano di lacrime. Non ci credo. È passato solo un cazzo dimese e lui mi ha già rimpiazzato con un'altra.
‹Che succede Silvia?› domanda Tommy
Scuoto la testa mentre ormai le lacrime scengono liberamente e così lui prendeil mio cellulare e legge. ‹Non credo che sia stato lui›
‹Ah no? Allora chi è stato? Io sono stata una stupida nello sperare in un suoritorno quando lui si sta frequentando con un'altra›
‹Dovresti andare a Modena e parlarvi. Solo così puoi veramente sapere se è veroo no› dice
‹Dici?› dico asciugandomi le lacrime
‹Dico› dice.
Ha ragione perché questa faccenda non si può risolvere per telefono.
‹Domani andiamo a Modena› dichiaro
‹Andiamo?›
‹Si, io e te› dico
‹Mia madre non mi lascerebbe mai venire›
‹Andiamo di nascosto›
‹Tu sei pazza›
‹Ai pazza di Federico, dai mi aiuti? Ti prego, ti prego›
‹Perché non lo chiedi a Martina?›
‹Lei ci serve come diversivo, allora mi accompagni?›
‹Silvia riesci sempre a convincermi in un modo o nell'altro?›
Lo abbraccio di slancio, ‹grazie, ti adoro, domani mattina alla stazione alle 7›
‹Okay› dice.
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