Capitolo 62
Abbiamo preso tutti i mobili per la nuova casa e un sabato tutta la band ci hanno aiutato con il trasloco. E adesso è pronta per portarci abitare.
Vogliamo fare un'inaugurazione con gli intimi, ossia la loro band, Ben con Sara, Martina con mio fratello e la cuginetta, mia suocera con Valentina.
I miei non possono purtroppo salire e quell'altri hanno una cena di beneficenza. La casa dove ho vissuto fino ora essendo non mia ho chiamato la proprietaria e ci siamo accordati di venderla ma i miei hanno detto di non farlo. Quindi lascio fare loro.
‹Cavolo è immensa› dice Martina appena entrata
‹Ho fatto la tua stessa espressione quando l'ho vista per la prima volta ma adesso siamo una famiglia allargata› dico sfiorandomi la pancia.
Federico non è ancora arrivato, mi ha comunicato che fanno tardi e che vengono tutti insieme con la pizza. ‹Va alla grande eh› dice Valentina
‹Alla grandissima› dico
‹E con le sue fans come va?›
‹Va bene la maggior parte, qualche insultino c'è ancora ma di meno rispetto a prima›
‹Fede lo sa che alcune ti insultano ancora?›
Nego con la testa. ‹Sono piccole e non le do importanza› dico.
Suona il citofono e sono i ragazzi con le pizze, assieme a Ruggero. ‹Lo abbiamo intravisto con la bici e gli abbiamo dato un passaggio› dice Fede
‹Stavi venendo con la bici?› domando
‹Non è tanto, dieci minuti› dico
‹Forse devo pensarci anch'io›
‹Tu devi pensare a prendere la patente› dice Fede, ‹sono un ottimo insegnante›
‹Non lo metto in dubbio› dico.
Apparecchiamo in soggiorno poi ci godiamo una bella serata in ottima compagnia.
Fino a quando Ben e Sara non si alzano contemporaneamente, ‹volevamo fare un annuncio› dice Ben tintinnando con la forchetta il suo bicchiere e tutti si voltano verso di loro. Diciamo che io qualcosa sospetto.
‹Volevamo dire che io e Sara abbiamo deciso di sposarci› dice, tutti rimangono in silenzio sbalorditi dalla notizia
‹Congratulazione fratello› dice Federico alzando il bicchiere, ‹a Sara e Benjamin›
‹A Sara e Benjamin› ripetono tutti facendo tintinnare i loro bicchieri. Poi a turno vanno a fare a loro i complementi.
‹Adesso dovrai sopportatelo tu eh› dice Fede abbracciando Sara ed io invece abbraccio Ben.
Tutti se ne vanno verso mezzanotte e, mentre Federico mette a letto Serena, io carico la lavastoviglie, anche se Fede ha insistito di lasciare perdere e che lo fa lui solo perché sono incinta e mi stanco. Non ci vuole tanto, basta spingere alcuni pulsanti ed è fatta.
È troppo iperprotettivo in questo periodo, è un po' stressante lo ammetto ma mi piace quando si preoccupa per me. Poi finalmente andiamo entrambi nel nuovo letto.
‹Domani mi accompagni al corso pre-parto?› domando
‹Non posso ho una riunione›
‹Non puoi spostarla?› domando
-No, tu non puoi spostarla?› dice
‹E' un gruppo e non possono spostare per me› dico
‹Ma è una riunione importante›
‹Più di tuo figlio e di me?› dico
‹Non ho detto questo, sai che siete la cosa più importante›
‹Allora vieni con me› dico.
Fede sospira toccandosi il ciuffo, ‹okay vengo con te però basta che non litighiamo›
‹Non mi piace litigare con te› dico.
‹Neanche a me› dice.
***
‹Allungate a destra› dice l'insegnante di corso, ‹poi a sinistra, non dimenticate di espirare e inspirare›
Siamo al corso pre-parto assieme ad altre coppie. Tutti i mariti perfetti nel fare gli esercizi, tranne Federico. È proprio negato con la ginnastica. Se dice a sinistra, lui va a destra e viceversa.
È un caso disperato.
‹Era meglio che non venivi› mi lamento a voce bassa
‹Sto facendo del mio meglio›
‹Mi stai riempiendo di lividi› dico
‹Silenzio› dice fulminandoci.
All'improvviso squilla un cellulare ed è quello di Federico, ‹i telefoni spenti› dice l'insegnante fulminandolo
‹Ho dimenticato di spegnerlo› dice rifiutando la chiamata e riprendiamo gli esercizi.
Il prossimo esercizio è quello su una palla rossa, dove noi mamme dovremo restare sedute in equilibrio e i padri devono farci restare ferme.
Tutte le altre coppie perfette tranne noi. Federico mi fa cadere tipo quattro volte.
‹Basta Fede, così non si può fare› dico
‹Fate troppo casino, qua si necessita pace e tranquillità› dice
‹Mi scusi, è il padre› dico
Risquilla di nuovo il suo cellulare, ‹scusate di nuovo› dice Fede
‹Spegnerlo no? Non può concedere due minuti a tuo figlio?› dico
‹Siete pregati di uscire›
‹Si andiamo, il papà ha altre cose da fare più importante di me› dico raccogliendo le mie cose e mi dirigo verso l'uscita.
‹Silvia ti può fermare› mi urla Federico correndomi dietro
‹No›
‹Sono venuto al corso con te, che devo fare di più?› dice
‹Tipo spegnere il telefono no? Sembri un presidente con tutti questi impegni, io e tuo figlio siamo una minuscola parte nella tua vita›
‹Non è vero, siete tutti e tre importanti nella mia vita, dai andiamo a casa› dice afferrandomi il braccio ma io mi scosto
‹Vado in ufficio›
‹Ti accompagno›
‹No sola, ho bisogno di pensare› dico e mi avvio
‹Silvia› mi chiama.
Nel pomeriggio sto aspettando che Federico mi raggiunga assieme a Serena sotto il mio ufficio quando mi squilla il cellulare, è mia madre. ‹Ciao mamma› dico
‹Tesoro ho una bellissima notizia›
‹Ah si?›
‹Abbiamo aspettato a dirtela, prima volevamo essere sicuri che tutto fosse sistemato›
‹Che fosse tutto sistemato?›
‹Ci siamo trasferiti a Milano, abbiamo affittato la casa dovevi abitavi tu prima›
‹Davvero? È bellissimo, potremo vederci sempre allora?›
‹Si› dice
‹E quando venite?›
‹In realtà siamo già qua, abbiamo fatto le cose di nascosto, volevamo farti una sorpresa e Fede è stato nostro complice›
‹In che senso vostro complice?› dico
‹Eh tesoro ci ha chiamato dicendo della sua idea di farti una sorpresa della casa poi ci ha proposto di trasferirci qua›
Perché non mi ha detto niente?
Li vedo girare all'angolo poi raggiungermi. ‹Allora siete dei nostri a cena?› domando
‹Disturbiamo magari, volete stare solo voi tre›
‹Quattro...è in arrivo un altro›
‹Giusto quattro...almeno possiamo stare vicino anche al nostro nuovo nipotino› dice. Prima di attaccare, le chiedo la casa di Roma. ‹La abbiamo affittata›
La mia casetta. Quella dove ho vissuto da bambina.
Mi mancherà.
‹A stasera› dico poi chiudo la chiamata, <abbiamo i miei a cena stasera...si sono trasferiti qua a Milano affittando la mia ex casa, ma tu questo già lo sapevi›
‹Ai lo sapevo...faceva parte della sorpresa, te lo avrei detto›
Non sono arrabbiata, sono così fiera di lui.
Almeno so che quel proverbio che riguarda la suocera -ossia che tra moglie e suocera non scorre buon sangue- è falso.
Morena nei miei confronti è dolcissima e gentilissima, sa quando non deve intromettersi e quando deve farlo.
Con mia madre biologica sto recuperando il rapporto passato, ho accettato i soldi per pagarmi la patente anche se è stato difficile perché io non sono una che accetta soldi, faccio ancora fatica ad accettarli da mio marito.
Sono stata sempre indipendente da questo punto di vista.
Però piano piano chissà potremo avere lo stesso rapporto che ho con quella adottiva.
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