Capitolo 61

‹Si é tuo› dico consegnandogli il cellulare.
Lui guarda sullo schermo poi scrive qualcosa e lo mette via.
‹Non devi dirmi nulla?› domando
‹No› dice
‹Allora chi è questa Olga?› domando incrociando le braccia al petto
‹Una della Warner› dice
‹E ti chiama a quest'ora? Non può dirtelo domani, la verità Federico› dico
‹Non posso dirtela›
‹Non puoi o non vuoi?› domando
‹Diciamo che non posso al momento› dice
‹Non ci credo, neanche un mese e hai già un'altra› dico
Lui alza gli occhi al cielo, ‹non mi vedo nessuna› dice, si avvicina, ‹è una sorpresa›
‹Non ti credo e oggi dormi sul divano› dico e faccio per allontanarmi ma Fede mi tira a sé. ‹Abbiamo un conto in sospeso› dice
‹Non si può risolvere tutto con il sesso, Federico› dico, mi libero dalla sua stretta e vado nella camera di Serena per augurarle la buonanotte. Poi vado in camera mia, mi metto il mio pigiam.
Ovviamente non riesco ad addormentarmi ma quando sono sul punto di farlo sento Federico entrare nel letto e si avvicina a me. ‹Non essere arrabbiata con me per favore› sussurra poi mi lascia un leggero bacio sul collo.
Fremo a quel gesto ma non mi volto e neanche lo allontano.
Mi piace averlo vicino nel letto. E dopo mi addormento.

La mattina dopo l'arrabbiatura con Fede è quasi sparita ma ancora mi rode.
Odio quando non mi dice le cose.
Oggi devo uscire prima, così preparo il pranzo di Serena visto che ha il tempo pieno poi mi vado a vestire.
Mentre sono in intimo, Federico apre gli occhi. ‹Che buongiorno invitante› dice.
Il mio corpo si contrae sotto il suo sguardo malizioso.
Può farmi questo effetto solo guardarmi?
‹Voltati, sono ancora arrabbiata con te› dico
Lui si muove nel letto fino al bordo del letto, dalla mia parte. ‹Davvero?› domanda
Annuisco.
‹Allora so come farti cambiare idea› dice, mi afferra per il bacino e mi fa finire sul letto bloccandomi le mani. E mi inizia a baciare lungo il collo scendendo fino ai miei seni e prosegue fino al mio addome. Cerco di divincolarmi sotto di lui.
‹Ti prego Fede›
Poi infila un dito dentro di me, entrando e uscendo varie volte. Gemo di piacere.
‹Come tu fai impazzire me, io farò impazzire te›
‹Io non ti faccio...› ma vengo interrotta dalle sue labbra sulle mie mentre lui continua ad entrare e uscire. Non credo che resisterò ancora.
‹Scusa› dice Fede lascia le mie mani e si alza da sopra di me, ‹questo si che è svegliarsi bene›
Non posso che dargli ragione.
‹Indossa il vestito celeste› dice indicando il vestito appeso fuori dall'armadio.
Ho preso quel vestito durante la tappa a Napoli, avevamo qualche ora libera prima di andare via e così ho approfittato di fare un po' di shopping.
Un po' scossa da quello che è successo pochi minuti fa mi alzo dal letto e indosso il vestito indicato da Fede, non perché lo ha consigliato lui sia chiaro, avevo già intenzione di metterlo prima che lui mi interrompesse. E mentre stavo per uscire Fede mi viene vicino
‹Tieniti libera in qualsiasi momento› dice
‹Cosa?› domando voltandomi ma lui è ritornato in camera.
Alzo le spalle ed esco di casa dirigendomi verso l'ufficio.
Ruggiero mi aspetta davanti alla scrivania con un sacchetto pieno di ciambelle con la glassa al cioccolato. Come mi conosce bene il mio collega.
Però oggi è triste. ‹Ehi che ti prende?› domando addentando l'ultima ciambella
‹Mi sono lasciato con Martin› confessa
Martin è il portiere che sta all'uscita del Vanity Fair, o meglio era..
‹Ecco perché non l'ho visto stamattina fuori, che cosa è successo?› domando
‹Incompatibilità›
‹Ma se eravate così carini›
‹All'esterno si, ma all'interno andava tutto male, avevo come dubbio che fosse geloso›
‹Geloso e di cosa?›
Indica la scrivania, ‹non sopportava che io avessi un ruolo più importante del suo›
‹Convinta che non è solo quello il motivo› dico
‹Infatti non lo era, l'ho beccato nel nostro letto con un'altra› dice
‹Cazzo mi dispiace› dico.
Si sente all'improvviso un clacson sotto da noi ma non gli diamo molta importanza, infondo siamo in pieno centro. ‹È per te Silvia, è un van› annuncia.
Strabuzzo gli occhi e mi affaccio alla finestra, scende l'autista e mi saluta.
Federico mi ha preannunciato di tenermi libera.
Scendo giù seguita dalle altre e attendo che esca Fede ma di lui nessuna traccia.
‹Vuole salire?› domanda
‹Io?› domando, sono un po' confusa poi mi rivolgo verso le ragazze che mi invitano a salire, ‹non posso lasciare il mio posto›
‹Non ti preoccupare vai›
Sorrido e salgo nel van poi la portiera si chiude, l'autista sale nella sua postazione e parte verso una destinazione ignota.
Inutile che glielo chiedo tanto non me lo dirà mai.

Il van si ferma davanti ad una villetta a schiera a pochi metri da Milano, ‹arrivati› dice facendomi scendere
‹Arrivati dove?›
‹Ho solo fatto quello che mi è stato detto di fare› dice e riparte lasciandomi davanti a questa villetta sconosciuta.
Più tardi vedo uscire Federico assieme alla ragazza di ieri, stavolta il rossetto è rosa.
‹Ah finalmente› dice Fede avvicinandosi.
Non capisco a che cosa si riferisce.
‹Volevo mostrartela quando era tutto chiaro› dice
Guardo la ragazza, ‹non ci credo, mi sta facendo vedere dove abita? Sei un stronzo, un maleducato, un cafone›
La ragazza con la sua sfacciataggine si presenta allungando la mano verso di me, ‹piacere io sono Olga l'agente immobiliare› dice.
Agente immobiliare?
Guardo la casa dietro, ‹è stata venduta da suo marito...voleva farle una sorpresa›.
Voglio sotterrarmi dalla vergogna.
Mi volto verso Fede, ‹scusa, solo che eri strano, misterioso poi vi avevo visto assieme e...› dico
‹La vogliamo vedere dentro?› domanda.
Annuisco. E apre il cancello poi ci avviamo verso la porta.
Quando entro rimango a bocca aperta per quanto è grande e immensa.
È a due piani e tutto intorno è circondato da un giardino anch'esso immenso.
‹Ovviamente la casa è da riempire, questo sabato andremo insieme a vedere i mobili›
Annuisco solo perché sono troppo emozionata per parlare.
Il piano terra ha due grandi stanze, che useremo per la cucina e il salotto.
‹Fede potresti venire qua un attimo› dice Olga
Lui annuisce, ‹ti raggiungo› mi dice.
Faccio le scale per raggiungere il piano superiore e nel mentre mi osservo intorno soffermandomi su Olga che parla con Federico.
Credo che sia l'unica donna che resiste al suo fascino. Non sbatte le ciglia né arrossisce quando Fede sorride o si tocca il ciuffo.
Forse non ho motivo di esserne gelosa.
Entro in una prima stanza, abbastanza grande con la finestra e terrazzo. Potrebbe essere la stanza di Serena.
Sono alla seconda stanza, più piccola rispetto alla prima, e potrebbe essere quella di Mirko, quando all'improvviso sento entrare Federico. ‹È stupenda grazie› dico
‹Pensavo che non ti piacesse invece› dice
Mi avvicino, ‹ti chiedo di nuovo scusa per il mio comportamento› dico
‹Non ti preoccupare...diciamo che me la sono cercata, potevo avere l'agente immobiliare maschio invece per non farti sospettare niente ho preso una femmina›
‹Non farmi sospettare nulla non direi proprio›
Sorride, ‹questa camera a chi la diamo?›
Mi sfioro la pancia, che adesso è un pochino evidente, ‹al piccolo Mirko› dico
‹Ottima scelta› dice mordicchiandomi l'orecchio mentre con la mano sfiora la pancia.
Brividi di piacere in tutto il corpo.
‹Se battezzassimo questa casa?› domando poggiando una mano sulla sua cintura.
Lui sospira, ‹anche se la tentazione è forte, un'altra volta, magari soli› dice marcando sul soli.
‹Va bene› dice
‹Adesso ti mostro il giardino esterno› dice.

Federico sta chiudendo la porta quando mi avvicino a Olga che si sta accedendo una sigaretta. ‹Volevo chiederle scusa per il mio comportamento di prima, io non...› dico
‹Tranquilla è tutto apposto, a volte do questa espressione ma fidati non ho mai provato a conquistare Fede, anche perché non avrei avuto speranza›
‹Cioè?› domando.
Anche lei è una bella ragazza.
‹Non riuscirei mai a rompere una coppia così unita come voi, si vede che siete innamorati l'uno dell'altro, quando Fede parlava di te aveva gli occhi che gli luccicavano› dice

Sento un braccio attorno ai miei fianchi. ‹Tutto bene?› domanda

‹Si› dice Olga, ‹ci sentiamo per metterci d'accordo sul pagamento›
‹Va bene› dice.
Olga poi si allontana verso la sua macchina e noi nella nostra.
‹Quando glielo diciamo a Serena?›
‹Io pensavo di portala stasera›
‹Magari dopo aver dato un'occhiata a qualche mobile› dico
Fede mi bacia, ‹ci sto› dice

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top