Capitolo 34

Entro nella mia vecchia casa dove ho vissuto durante l'adolescenza e dove è iniziata e finita la mia primissima storia con Fede. ‹Come mai qua?›
‹Una pausa›
Non mi va di dirle di Fede e di Mattia.
Vado nella mia stanza e la vedo rinnovata. Non assomiglia più alla mia vecchia stanza con il letto rosa e poster attaccati, ma è una vera stanza degli ospiti
‹Ciao› dico ad Emanuela
‹Ciao...come mai qua?›
‹Una pausa...devo studiare e mi sono concessa una vacanza›
‹Posto ideale per una vacanza›
‹Bisogna pur adattarsi›
Squilla di nuovo il telefono, è Fede e non rispondo.
Tra lui e Mattia non so chi mi ha più chiamato stamattina in treno.
‹Sicura che non c'è qualcos'altro?›
‹Sicurissima› dice
‹Con Fede come va? Ho letto qualcosa su di lui e non mancavi tu in prima pagina›
Alzo le spalle, svuota la mia valigia e anche quella di Serena. Dopo vado ad aiutare mia madre in cucina. ‹Stai bene?› domanda
‹Certo mamma, anch'io ho imparato le faccende domestiche e sono una mamma anch'io›
‹Non tanto ordinata...l'ultima volta che sono venuta era disordinata al massimo›
‹Perché cambiare totalmente›
Arriva Serena, ‹posso parlare con papà?›
Se ci parla potrebbe dirgli dove stiamo, ma non posso impedirgli di parlare con il suo papà. ‹Adesso si sta per pranzare›
Nel pomeriggio voglio fare un giro nell'album dei ricordi. ‹La bicicletta funziona ancora?› domando
‹L'ho usata due giorni fa›
‹Solito posto?›
‹Se con il solito posto intendi la cantina, si è là› dice
Serena è voluta rimanere con Matteo e Emanuela a giocare alla wii. ‹Io sto uscendo›
‹E la chiamata a papà?›
‹Non stavi facendo la partita? Quando ritorno, prometto che lo chiamiamo›
‹Quando fai così vuole dire che avete litigato, voi litigate sempre› dice Serena,
‹Serena...›
Ma mi ignora, così prendo le chiavi ed esco di casa immergendomi nei vecchi ricordi. Iniziando dalla mia scuola. All'esterno rimasta sempre la stessa, quel grigio triste c'è sempre. Se chiudo gli occhi posso ancora vedere una me piccola assieme a Martina che ridevano mentre attraversavano il cortile per andare nelle classi.
Poi vado verso il parco: è stato qua che io e Martina a quattordici anni circa abbiamo giurato amicizia eterna.
Cerco una panchina, infondo al parco, la nostra, e ci ritrovo ancora le nostre scritte, la maggior parte erano su Benji e Fede.
Io che sognavo di sposarmi con Fede...forse quel sogno da adolescente ancora c'è dentro di me.
Ritorno a casa verso le sette e Serena ancora è arrabbiata con me.
Sto per apparecchiare quando suonano alla porta, ‹vado io› guardo allo spioncino ed è Fede. Che cavolo ci fa qua?
‹Silvia ti sento...sei qua dietro, aprimi›
Non voglio aprigli
‹Se non apri, mi siedo qua per terra finché non mi apri›
Spio di nuovo nello spioncino e lo vedo veramente seduto
‹Sono curioso di vedere le facce dei tuoi vicini quando apriranno la loro aperta›
Sbuffo poi apro la porta
‹Lo faccio solo per Serena›
‹Papà› dice Serena correndo verso di lui
‹Amore› dice lui prendendola in braccio
Mia madre si affaccia, ‹oh Fede, ti va di restare a cena?›
La guardo male, ‹mamma...›
‹Si papà resta› dice Serena
Fede mi guarda
‹Se lo dice Serena, non posso contraddire› dice
‹Resto› dice facendo scendere Serena, lo prende per mano e lo porta in salone
‹Ho vinto a Just Dance› dice
‹Allora sei bravissima›
Mentre loro iniziano a ballare con Just Dance, io inizio ad apparecchiare quando mi raggiunge Emanuela. ‹Carini vero?›
‹Si› dico
‹Non sei molto contenta di vederlo, che è successo?›
Sospiro. ‹Ero venuta in primis per allontanarmi da lui e Mattia, un altro ragazzo, e lui si presenta qua› dico
Mi siedo al mio posto e piu tardi si siede accanto a me Fede, ‹dopo possiamo parlare?› sussurra
‹No› dico
‹Lo prendo per si invece› dice
Decido di dargli le spalle per tutta la cena.


Verso le 22 e mezza metto Serena a letto assieme a Fede. ‹Domani ci vediamo?›
‹Domani papà riparte› dico
‹No, non è vero› dice, ‹staremo tutto il giorno insieme›
Ma che meraviglia penso.
‹Buonanotte› dico.
Spengo la luce e chiudo la porta. ‹Grazie per essere venuto ma adesso puoi anche andartene›
‹Accompagnami giù...devo parlarti› dice
Non so neanch'io il perché ma mi ritrovo ad annuire, prendo il giacchetto e le chiavi.
‹Cinque minuti niente di più› dico
Scendiamo le scale in silenzio. ‹Perché non mi hai detto che partivi?›
‹Perché adesso devo avvisarti se voglio vedere mia madre?›
‹Siamo una famiglia›
‹Noi non siamo una famiglia, solo per Serena›
‹Dimmi la verità...sei qua per pensare a me e a Mattia?›
‹Ma che dici? Poi anche fosse, non devo spiegarti nulla›
‹Vero e hai già pensato? Con chi vuoi stare?›
‹Me ne vado, sono passati cinque minuti› dico
Sto per andare via quando lui mi tira per il braccio, ‹per non dimenticarti› dice e appoggia le sue labbra sulle mie
‹No, Fede così mi confondi però› dico
Lui sorride e mi ribacia di nuovo. ‹Pensaci bene, io ti aspetterò sempre› sussurra sulle mie labbra e poi se ne va.
Quando si allontana appoggio la testa al cancello e intanto mi arriva un messaggio al cellulare. Pensavo di non averlo preso, ma era ancora in tasca.
Lo prendo e c'è un messaggio da Mattia
"Mi manchi, mi mancate. Quando ritorni, devo parlarti. Buonanotte"
Non mi è stato di aiuto per niente. 

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