Capitolo 33
Sto per salire quando mi squilla il telefono ed è Benjamin. Fa un segno a Mattia e gli rispondo. ‹Serena ha la febbre, stiamo a casa di Fede›
‹Sto arrivando› dico e metto giù, scendo dallo scalino del treno, ‹non posso, Serena sta male› dico e corro via senza dargli il tempo dire qualcosa. Fermo un taxi e gli do l'indirizzo di casa di Fede e partiamo.
Il taxi mi lascia davanti casa, lo pago, vado al citofono e mi risponde Benjamin.
Con fatica tiro il trolley fino al suo appartamento, ‹in partenza?› domanda Benji
‹Dovevamo andare a Verona questo fine settimana›
‹Ci sarà rimasto di merda quando ti ha visto andare via› dice
‹Capirà› dico.
Vado verso la stanza quando sulla porta mi scontro con Fede, ‹sono venuta solo per Serena e nient'altro› dico
Aspetto che il dottore faccia il suo lavoro prima di avvicinarmi. ‹Una semplice influenza, basta prendere l'antibiotico per una settimana› dice
Mi dà la ricetta medica, poi saluta Serena e si ritira accompagnato da Fede.
Mi avvicino, ‹scusa mamma per oggi› dice
‹ Shh non importa›
‹Resti finché non mi addormento?› domanda
Annuisco togliendomi le scarpe e mi sdraio vicino a lei in attesa che si addormentasse.
Qualche minuto mi alzo per andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua ma sulla porta mi scontro con Federico. ‹Ho sete› dico andando in cucina e lui mi segue
‹Stavi partendo?› dice
‹Il 'non devi parlarmi più' vale ancora, non perché Serena sta male, io ti ho perdonato› dico
‹Scusa per stamattina non volevo dirti quelle cose›
Ritorno in camera, ‹allora buonanotte› dice, ‹stasera mi tocca il divano›
‹Vado io se vuoi› dico
‹Mamma, papà› dice Serena e andiamo in camera, ‹dormiamo assieme?› domanda
Ci guardiamo, poi Federico sposta il comodino e avvicina il letto mentre io mi sdraio vicino a Serena
‹Adesso si che si sta bene›
Sorridiamo, poi tutte e tre ci addormentiamo.
La mattina seguente vengo svegliata da Serena che si muoveva nel letto, ‹stai meglio?› domando toccandole la fronte e non aveva la febbre.
‹Si› dice
Guardo verso Federico. ‹Ti va di svegliare papà?› sussurro
Si alza mettendosi sopra di lui inizia a fargli il solletico poi incomincio anch'io
‹Non vale, siete due contro uno› dice
‹Ehm vale› dice
Poi si capovolge la situazione, non è più Fede ma sono io ad subire il solletico ed io lo soffro tantissimo. Però Serena è andata via, ‹possiamo anche finire, Serena non c'è›
Siamo troppi vicini, i suoi occhi erano fissi sui miei, le sue labbra fisse sulle mie, dovevo allontanarmi e lo faccio con la scusa del telefono. ho due messaggi, entrambi da Martina
"Ci vediamo questo pomeriggio? È urgente"
Le rispondo con un "va bene".
Strano che Mattia non mi ha cercato, speriamo che non se la sia presa troppo.
‹Non ti ha cercato il tuo Mattia?› domanda Fede
‹Sarà impegnato›
Faccio per alzarmi, ‹devo vedermi con la mia migliore amica, potresti passare in farmacia e prendere l'antibiotico?›
‹Se mi dai un bacio si›
‹Fanculo, lo vado a prendere da sola› dico
‹Scherzavo, posso farlo›
Mi alzo, ‹vado a lavarmi›.
Qualche minuto dopo esco dal bagno e sono nella camera di Fede ma lui non c'è. Mi ha portato però la valigia, la apro e prendo dei leggings grigi.
Ho una voglia matta di mettermi una sua maglia ma forse è troppo azzardato, però mi ritrovo ad aprire il suo cassetto e a sfiorare le sue magliette.
Ne prendo una e la odoro, poi la rimetto a posto e chiudo il cassetto.
Prendo una mia maglia, chiudo la valigia e li raggiungo in cucina
‹Oggi resti con papà poi stasera ti passo a prendere› dico
Dovevo passare anche al giornale per comunicargli il giorno della mia laurea e per vedere se è confermato il mio futuro lavoro. Ma quando entro, era tutto cambiato.
‹Silvia, non ti aspettavo perché hai finito le tue ore›
‹Sono passata per comunicarti che il 22 febbraio mi laureo› dico, ‹e vale ancora la proposta che dopo mi prendevi al lavorare?›
‹Silvia...› sta per iniziare, quando entra l'altra Silvia
‹Non gliela hai detto?›
‹Cosa?›
‹Mi ha preso al lavorare› dice
Speravo che fosse uno scherzo.
‹Complimenti› dico ed esco.
Chiamo Martina per anticipare l'appuntamento di questo pomeriggio, e accetta e ci vediamo al parco. Ho proprio bisogno di parlare con la mia migliore amica.
Al parco la vedo seduta con il pancione. ‹Quando nasce?›
‹Tra qualche mese› dice
‹I preparativi per matrimonio invece?›
‹Benissimo...avevamo pensato fine mese, ma tuo fratello parte quindi per adesso è fermo› dice
‹Fatemi sapere quando che devo comprarmi il vestito›
‹Ho saputo che vuoi andartene a Verona› dice
‹Si, è solo un'idea›
‹Fede lo sa?›
Annuisco. ‹Non l'ha presa molto bene, vuole che lasci Serena qua con lui›
‹Comprendilo, ha appena scoperto di aver una figlia e gliela porti via subito›
‹Lo comprendo ma avrò anche il diritto di farmi una famiglia no?›
‹Ma che ti dice che non puoi farla anche qua a Milano› dice
Alzo le spalle.
‹Non conosco Mattia così bene ma Fede si e penso che sia cambiato tantissimo, si sta prendendo le sue responsabilità›
Non rispondo.
Aveva ragione.
‹Mi piacciono entrambi› ammetto
‹Di più Fede o Mattia?›
‹Fa differenza?› domando
‹Devi prenderti una pausa, riflettere bene cosa vuoi veramente, non qua ovviamente›
‹Forse meglio che io ritorna dai miei per qualche giorno›
Le arriva un sms, ‹è tuo fratello, devo andare›
‹Salutamelo e dirgli che si degnasse di rispondere ai miei messaggi›
Ci abbracciamo e se ne va. Più tardi mi raggiunge Fede con Serena. Ma quest'ultima va a giocare con gli altri bambini mentre io e Federico restiamo soli.
‹Tutto a posto?› domanda
‹Oggi ho scoperto che il mio "capo" non mi vuole più prendere al lavoro dopo tutte le ore di tirocinio fatte insieme ..ha conosciuto un'altra con il mio stesso nome e ha preso lei›
‹Se vuoi chiedo alla Warner se ne cercano una giornalista›
‹No›
‹Perché?›
‹Non voglio sembrare quella raccomandata› dico ma in realtà non volevo lavorare nel suo stesso posto di lavorare
‹Non sembrerai raccomandata, sempre se non ci sta un'altra scusa?›
Si avvicina
‹Tu prova poi vedo› dice
Fede è particolarmente vicino ed io indietreggio ma a forza di andare indietro, sono arrivata alla fine della panchina. Per fortuna salva la situazione Ben, ‹Fede dovresti venire in studio›
‹Sarei passato, non serviva che venivi fino qua›
Fede si alza, ‹ti faccio sapere per quella cosa›
‹Cosa?› domanda Ben
‹Una cosa nostra, non puoi sempre sapere tutto› dice
‹Scusa› dice poi si allontanano, ma poi si gira, ‹ah la valigia è a casa tua›
Chiamo Serena e andiamo a casa. ‹Ti va di andare dalla nonna per due giorni?›
‹Poi però ritorniamo?›
‹Certo che ritorniamo› dico.
La mia valigia è pronta, faccio quella di Serena, prenoto online i biglietti e domani partiamo, senza dire nulla a Mattia, né Fede.
Mando solo un messaggio a Sara pregandola di non dirlo a nessuno.
Parto per schiarirmi i pensieri, per capire che cosa voglia veramente ma anche per studiare e per stare con la mia mamma.
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