Capitolo 11

Bussano alla porta e così sono costretta ad alzarmi dalla mia tesi per andare ad aprire. ‹Silvia Dorato?›
‹Il campanello è quello? Allora si sono io›
«Mi ha detto che eri cosi simpatica› dice
Mi ha detto chi?
‹Per lei tieni›
‹Grazie› dico afferrando le due enorme scatole,‹posso però sapere chi le manda?›
‹Ha preferito anonimo› e se ne va.
Sbalordita chiudo la porta. Sicuramente centra Federico.
Serena mi viene incontro, ‹per me?›
‹Si uno di questi è tuo› dico dandole la scatola più piccola e appena la prende, la scarta velocemente ed è un vestito rosa
‹No, è quello che volevo›
Cade per terra un foglietto, lo raccolgo e lo leggo ad alta voce
"Non posso vederti ma sono sicuro che saresti una bella mini-principessa. Baci"
‹Questo é Fede me lo sento›dice
‹Mmh non credo›
‹É Federico, chi ci ha invitato al matrimonio? Vorrei che fosse il mio papà›
Sospiro, ‹ma ti manca proprio tanto il papà›
‹Mi manca tantissimo.»
‹Capisco›
‹Vedi il tuo vestito›
Guardo la scatola ancora chiusa, non voglio aprila né accettarlo come regalo. Ma Serena la apre al posto mio e tira fuori un lungo vestito rosso. Rimango a bocca aperta per lo splendore.
‹Non posso accettarlo›
‹Mamma, è un regalo e si accettano i regali, lo dici sempre tu›
Non da Fede però.
‹Non è bellissimo?»
‹É meraviglioso› dico
‹Fede ha scelto proprio bene›
Annuisco e guardo il vestito,‹dovrei dargli un'altra possibilità?›
‹S si vede che a Fede piaci e che piace anche a te..e a me›
‹Ho una figlia troppo sveglia› dico alzandomi per andare a finire la mia tesi.



Mattia mi ha mandato un messaggio dicendo di portare un'ora prima Serena alla lezione di canto.
Ma quando siamo arrivate, Mattia non c'è
‹Sta arrivando› dice la segretaria.
Ci sediamo su due sedie e aspettiamo. ‹mamma posso prendere qualcosa alla macchinetta?›
‹Si› dico dandole i soldi poi corre al piano di sotto mentre mi sentivo lo sguardo della segretaria addosso. ‹Tutto bene?›
‹Hai un'aria familiare, eri fidanzata con Federico Rossi?›
Vedo che la notizia è arrivata fin qua. ‹Si›
‹E che vuoi da Mattia?›
Ci mancava solo la segretaria innamorata dell'insegnante
‹Diciamo che è l'insegnante di mia figlia›
‹Vuoi portamelo via?›
‹Cosa? Io non voglio portare via niente a nessuno› dico
‹Ne ho letto tante su di te, sei una santerellina del cazzo› dico.
Peccato mi stava simpatica, invece vedo che la cosa non è ricambiata.
‹Pensa quello che te pare su di me› dico.
Ritorna Serena e al tempo stesso arriva Mattia. ‹Scusate il ritardo, ero alla Warner›
Che palle, è ovunque sta Warner.
‹Due caffè e un succo di frutta› dice fa alla segretaria, poi a me, ‹dobbiamo parlare del concerto di Natale, ho una proposta per Serena›.
Nel suo ufficio, ‹accomodatevi› dice, ‹in vista del concerto natalizio, avevo pensato di farle anche fare un assolo con una canzone scelta da lei essendo la migliore del corso›
‹Tempo di cambiare›
‹E inoltre volevo farla cantare con un cantante›
‹Benji e Fede› dice lei
‹Erano i primi che avevo scartato a essere sincero, ma avevo optato per Jasmine Thomspon›
Perché ne parla a me? Io non capisci niente di musica.
‹Ho parlato con la Warner e non hanno problemi, poi mi fanno anche pubblicità› aggiunge con il sorriso,
‹Allora è a posto› dico
Sentiamo del chiacchierare fuori e suppongo che sono arrivati gli altri ed Serena esce correndo dall'ufficio.
‹La proposta della cena è ancora valida, magari questa domenica›
‹Questa domenica non posso, devo andare al matrimonio con Federico›
‹Non sapevo che tu e lui fosse fidanzati›
‹Non lo siamo infatti› dico. È solo il padre della bambina volevo dirgli.
‹Allora facciamo un'altra volta?›
‹Si, un'altra volta› dico.
Io però per ora non voglio avere un'altra relazione seria.
Voglio prima concentrarmi sulla laurea. E pensare a Serena.

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