27/09/19_Perché non ho Instagram

A volte capita che, per rispondere a una domanda, possa risultare più costruttivo ribaltare la domanda stessa: perché dovrei farmi Instagram?

Si rifletta per un momento. Le argomentazioni favorevoli al social network più esplosivo degli ultimi tempi sono qui di seguito riportate. Mi impegno, ai fini di una più pratica comprensione del mio pensiero, ad allegare in ogni punto la mia personale risposta (in corsivo).

1) Instagram, ormai, ce l'hanno tutti. Senza Instagram, si sta fuori dal mondo virtuale e, citando un giornalista per me anonimo, " oggi il mondo reale è quello virtuale". Quindi, perdersi Instagram significa perdersi il mondo reale, o almeno - per fare quelli che attutiscono il concetto per non sembrare dei teledipendenti - una buona fetta di esso. La società va avanti, con il suo iperbolico progresso tecnologico e la frenesia futuristica tradotta nella velocità di connessione, e non si può non stare al passo con i tempi.

Forse vi sorprenderà sapere che Instagram non è un obbligo di legge sancito dal Ministero della Salute. Inoltre, credo che sia abbastanza idiota fare una cosa solo perché la fanno tutti, a meno che, appunto, quella cosa non sia da fare per legge. Si tranquillizzi poi il lettore: vivo delle bellissime esperienze di vita ogni giorno, anche senza condividerle.

Secondo punto: non credo proprio che Instagram costituisca il pinnacolo dei nostri sogni fantascientifici. Non mi capacito, cioè, di come uno possa sentirsi immerso nella modernità perché possiede un coso in grado di condividere le sue stortissime foto delle sue vacanze al mare, del suo barboncino col cappotto, dei suoi figli sempre bellissimi, del cibo che sta mangiando, dei monumenti che sta visitando, di se stesso davanti allo specchio, del suo culo sodo nei leggins aderenti, del suo fisico scolpito, del suo nuovo tatuaggio a tribale, delle sue tette gonfie come canotti e di tutte le altre stronzate.


2) Instagram permette di raccontarsi a velocità luminale. E' un modo comodo e simpatico di far sapere agli altri cosa si sta facendo, dove e quando. E' un'opportunità per curiosare nella vita privata dei vip, gli individui ricchi e dall'esistenza privilegiata che tanto amiamo, odiamo e invidiamo. E' lo stratagemma supremo per apparire come più si vuole, per mostrare agli altri la miglior versione di sé, giorno dopo giorno.

Non si dica che non è vero: Instagram si usa per apparire. A prescindere da cosa si possa pensare e obiettare, è solo uno spazio bianco ricoperto di foto amatoriali. Questo non deve considerarsi un rimprovero, ma solo un dato di fatto. Non ho, infatti, alcun dito da puntare su chi desidera apparire. Semplicemente, io non ne ho bisogno. Non ho bisogno del tripudio endorfinico generato dalla pioggia di "mi piace", né di commenti standardizzati sulla mia ipotetica bellezza. Non ne ho bisogno.

E poi, francamente, non me ne frega un cavolo fritto delle foto degli altri. Bisogna razionalizzare: perché uno apre Instagram? Perché vede delle notifiche. E quali notifiche? Si spera qualche follower, diversi mi piace, commenti lusinghieri... E poi? Qual è il tornaconto, alla fine? Non è che forse tutto questo è un effimero sacchetto di polvere in due dimensioni?


3) Instagram è innovativo, dinamico, giovane! Guarda, quella vecchia fattucchiera di novantacinque anni ha Instagram! Che forte la nonnina!

No, Instagram non è giovane. La gioia di muoversi è giovane. Trovare il coraggio di provarci con la propria cotta è giovane. Una nottata all'addiaccio è giovane. Ingobbirsi sul telefono per elemosinare cibernetica approvazione, questo non è giovane affatto. E' solo superficiale.


4) Tramite Instagram si possono immagazzinare i propri ricordi nel modo migliore, perché ci sono i filtri e le descrizioni.

Sbagliato, Instagram serve solo per ostentare il proprio vissuto. L'utente medio non sa convivere con la propria solitudine, ovvero non sa attribuire valore alle sue esperienze in mancanza di qualcun altro che le approvi tramite le sofisticate forme di affezione di un telefono. Ma che sappia una cosa: tutti i "mi piace", tutti i "sei bellissima", le emoji più strampalate... Niente di tutto questo è più che una manciata di caduchi pixels.

Piccola curiosità: le coppie che si ostentano maggiormente su Instagram sono quelle meno stabili. Esattamente come quelle che si sbaciucchiano all'aperto ogni due per tre. Il motivo? Perché non si bastano da sole. 


5) Instagram, così come il web in generale, amplia esponenzialmente la libertà di parola, poiché permette a chiunque di esprimersi su qualunque argomento. Inoltre, permette di commentare sui profili dei vip, cosa che rende questi ultimi molto più vicini alla "plebe".

Premetto che la libertà di parola è un diritto inviolabile e sacrosanto. Detto questo, ho avuto il discutibile onore di leggere dei commenti raccapriccianti, specie sui profili dei politici. Dietro le impenetrabili mura di uno schermo, persino l'individuo più meschino e socialmente inetto non ha paura di insultare, minacciare o bullizzare il prossimo. E' tutelato da una barriera fisica, da una distanza concretamente lunga. Inoltre, essendo Instagram il re dell'apparenza, le campagne elettorali si trasformano in fotografie studiate ad hoc per lobotomizzare i lobotomizzabili, condite da frasi fatte di teatrale sdegno e false promesse di cambiamento.



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