26/03/20 - cosa ci insegna il Covid-19?
Premessa. Premessa, premessa, premessa. E' fuori discussione che ci sia un lato positivo di tutta questa storia. Se il Covid-19 insegna qualcosa, questo qualcosa non vale l'inabbordabile prezzo della vita umana. Ci sono, in giro per la rete, certi video o articoli che, in maniera più o meno diversa, parlano di un fantomatico lato positivo che io, francamente, non riesco proprio a vedere.
Per cui, riformulo il titolo dell'articolo: cosa ci costringe a imparare il Covid-19?
La prima cosa che mi ha colpito è stata proprio l'efficienza con cui le istituzioni hanno messo le mani in pasta, tant'è che la Spagna, trovandosi attualmente in una situazione critica, intende imitare i protocolli italiani sulla tutela della popolazione. Per me, questa è una silenziosa risposta a tutti coloro che criticano gli intricati ingranaggi della nostra nazione, credendoli erroneamente vecchi e arrugginiti.
In secondo luogo, non sembra essere assolutamente vero che al mondo piaccia solo fare surf sulle onde del turbocapitalismo, come non di rado si sostiene. Se la gente è in pericolo, allora non si lavora. Punto. In Italia, così come in altri Paesi, esiste un magazzino di risparmi che permette di far fronte all'attuale scenario apocalittico, per tutelare, oltre alla salute psicofisica, anche quella economica dei cittadini. Le tasse si pagano anche per questo, e vanno pagate, in quanto imposte da persone competenti che sanno come mandare avanti la baracca senza farla colare a picco.
Terzo, non ci sono informazioni che ci vengono nascoste. Basta con tutti 'sti complottismi da Grande Fratello. L'incolumità dei cittadini, al giorno d'oggi, è la priorità assoluta negli affari istituzionali. Se siamo scemi, le istituzioni intervengono e ci insegnano come lavarci le mani. Se siamo curiosi, le istituzioni ci insegnano come si trasmette il virus, con parole semplici ma esaustive. Se siamo menefreghisti, le istituzioni controllano le strade e arrestano i trasgressori. Le istituzioni, insomma, ci trattano meglio di quanto pensiamo.
Infine, non credo che questo mondo sia senza scrupoli. Non credo, cioé, che la realtà in cui viviamo si basi sulla disuguaglianza sociale, su uno sfruttamento crudele delle risorse umane e ambientali. L'ho detto, la forza-lavoro è stata proverbialmente fermata nonostante le ripercussioni sull'apparato produttivo. Certo, ci sono molte cose da migliorare, ma a mio parere c'è molto più buono che cattivo. Solo che è quest'ultimo a catturare la nostra attenzione, perché lo sdegno che diciamo a tutti di provare ci fa avere la pretesa di comprendere come funziona davvero la realtà, facendoci sentire degli eroi impavidi e illuminati che hanno scoperto di vivere dentro Matrix, piuttosto che accettare umilmente, e con una certa perplessità, l'idea che forse abbiamo preso un abbaglio. Non avete idea di quanto sia meravigliosamente complicato il sistema che sorregge il mondo.
Direi che ho imparato tutto questo. I vostri pensieri su questo folle periodo di domiciliari sono ben accetti, anzi, apprezzatissimi. Vi ringrazio per l'ascolto e vi saluto a distanza di sicurezza. Bacioni.
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