17/12/19_ Politica e violenza verbale
Nonostante la mia convinta necessità di allontanarsi il più possibile dai social network, sono una discreta fan della pagina Instagram di certi omini in giacca e cravatta, soprattutto di quelli camuffati da gente come noi - oppure del contrario? Non sapevo che Dj Salvini fosse anche un politico.
Scioccanti scoperte a parte, ribadisco che sì, sono una grande fan della nostra vita politica. Non mi capacito, infatti, di come si possa non ridere di fronte alle cose che elenco qui di seguito:
1) il demagogo vestito da pecora. Il messia ovino del popolo ovino, che ci fa capire quanto sia in realtà semplice risolvere i problemi del nostro Paese se ci si rimbocca le maniche e si agisce con coraggio. Non servono titoli accademici né conoscenze approfondite sul complesso delle dinamiche statali. Grazie, maestro.
2) il gregge. Quando minacciato, tende a vomitare una caterva di insulti dal raro spessore intellettuale, quasi stupendosi del fatto che ci sia un'opposizione, oppure desiderandola, giusto per avere qualcuno su cui scaricare le proprie becere frustrazioni.
I membri di questa specie assai diffusa arrivano a non risparmiarsi in minacce di morte, battute sconce, insulti, diffamazioni, pregiudizi, manifestazioni di razzismo e altre cose non troppo spassose per chi le riceve. Non badano alla sensibilità della persona attaccata, anzi, se ne hanno l'opportunità, fanno leva proprio su questa. Non sono persone dotate di intelligenza sociale, né di intelligenza e basta: non compiono ragionamenti, parlano per sentito dire e ripetono a macchinetta la stessa, turpe tiritera, puntando non sulla validità delle loro argomentazioni ma solo sul volume della voce.
3) i social. Secondo me si dovrebbe fare una legge per cui i politici non possano utilizzare i social network per la loro propaganda elettorale. Non ha senso, per mancanza di trasparenza e possibilità di discutere effettivamente gli argomenti trattati: non si può dibattere con un gregge scemo. La democrazia da voce a tutti, ma nel coro le voci si coprono a vicenda. Il gregge scemo è facile da manipolare con una foto ritoccata o una bufala ad hoc, e così la democrazia mostra il suo lato oscuro.
Nel mondo che vorrei, il diritto di voto dovrebbe essere un diritto, sì, ma da guadagnarsi: un test che misuri la preparazione sui programmi elettorali dovrebbe discriminare chi può votare da chi no. Scusate, ma non è concepibile che uno voti per simpatia o senza conoscere le proposte di tizio o di caio. Vuoi votare? Informati.
Ovviamente, il discorso vale anche dall'altra parte. Le sardine che augurano la morte a Salvini sono forse meglio di lui? Non ha Salvini una famiglia che tiene a lui?
Io non credo proprio che eleggerei in politica un uomo o una donna che augura la morte a un altro uomo o un'altra donna. Non eleggerei mai uno che promuove la violenza fisica e verbale contro l'opposizione, le compagnie petrolifere, i poteri forti e altre cagate. Cosa hanno insegnato i principi della non-violenza? Per cosa ha lottato Gandhi? Per cosa ha pagato Mandela?
Ci sono principi su cui non si discute, a prescindere dell'orientamento politico. Chiunque discuta ha torto a prescindere e purtroppo certa gente ha avuto e ha tutt'ora torto. Io non ho voglia di lottare per certa gente, e se questa gente diventasse, che ne so, il 90% della popolazione, allora io per prima rinnegherò la mia italianità.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top