Capitolo due
Quando vide la terra, seppur da lontano, Daphne pensò di star sognando.
Era da tre giorni che era bloccata in mezzo al mare, vittima della nausea e della quasi totale incapacità a mangiare senza rischiare di rigettare tutto, dunque, non desiderava altro, se non mettere piede sul suolo di Kalos, dove avrebbero passato una settimana o due, prima di ripartire... preferibilmente con l'aereo.
Ignorò la breve vibrazione del cellulare nella sua tasca, probabilmente un messaggio di sua madre, mentre, ricaricata di nuova energia ed entusiasmo, partiva di buon passo per dare la buona nuova a Clover e Shana, che, probabilmente, erano rispettivamente in camera e... beh, dovunque ci fosse stata quell'assistente di bordo carina che Shana puntava da quando erano partite.
Daphne aveva seguito la vicenda, a dirla tutta, aspettando solo che finisse come succedeva di solito, e che la ragazza si rivelasse essere fidanzata, peraltro con un ragazzo, ma le cose stavano filando inaspettatamente bene, visto sopratutto che...
"Come?!" Parli del diavolo... Daphne si bloccò sul posto, le sneakers nere che si ritiravano silenziose sulla moquette rossa del pavimento, osservando Shana, gli azzurrissimi occhi che luccicavano in direzione dell'assistente carina, un'espressione incredula su quel volto, quasi bambinesco.
"Puoi avere il mio numero...? Cosa c'è di strano?" Shana, dal canto suo, non credette a ciò che aveva appena sentito, sul serio era riuscita ad avere il numero di telefono di una ragazza tanto carina?
Se le avesse addirittura dato il suo vero numero, sarebbe stato a dir poco perfetto.
"No, no! È fantastico, Kora, detta!" Quasi perse il telefono mentre lo tirava fuori dalla tasca dei pantaloncini da basket neri, le dita che digitavano veloci, quasi come se i numeri, dettati da Kora, avessero potuto scappare via e lasciarla lì, come un pesce lesso, ad osservare una serie di numeri che correvano via.
La chiamò, lì su due piedi, per assicurarsi che il numero non fosse falso.
La sigla di un vecchio cartone risuonò debolmente dalla testa dell'uniforme della ragazza castana.
Stava per dire altro, quando il messaggio di un numero sconosciuto irruppe nello schermo crepato del cellulare, notifica prontamente aperta.
"Ah... scusa, Kora... questa è una cosa importante, devo andare a chiamare i miei amici... ci sentiamo dopo?"
"Chiamami quando vuoi"
Con tante altre frasi, probabilmente prese da telenovelas sdolcinate, e saluti, Shana saltellò entusiasta verso l'angolo di Daphne, dove la corvina stava appoggiata con la schiena, il capo che annuiva con aria soddisfatta.
"Vedo che migliori, casanova"
"Da quanto eri lì?"
"Da sapere che sei riuscita ad avere un numero senza che ti proponessero di fare una cosa a tre" Daphne si alzò dal muro, che si poteva reggere perfettamente in piedi anche da solo, rivolgendo il viso, di un colore leggermente verdognolo, all'amica, che la osservava con un'espressione di puro giubilo in volto
"Quindi? Cosa ti è arrivato di tanto importante da lasciare quella ragazza?"
La ragazza dai capelli rigonfi parve riscuotersi immediatamente, il suo sorriso si fece ancora più largo mentre riprendeva il cellulare dalla tasca e, dopo essersi schiarita totalmente la voce, leggeva ad alta voce il messaggio, arrivato da un numero sconosciuto, il tono cristallino e ben scandito
"Gentili rappresentanti della comunità di Unima, buongiorno, sono Marrow Mice, uno dei capi della comunità di Kalos.
Ovviamente non c'è bisogno che vi dica quanto ci sentiamo onorati di ospitare qui, a Fluxopoli, una delle tappe della Pride March, e quanto siamo felici di potervi dare ospitalità.
Volevamo informarvi principalmente di due cose:
Prima cosa, il membro della nostra comunità che fungerà da portabandiera assieme a voi è già stato deciso, ed è entusiasta all'idea di conoscervi.
Seconda cosa, quando attraccherete, un membro della comunità di Fluxopoli sarà lì ad aspettarvi per scortarvi alla sede e farvi fare, se lo desidererete, un tour della città.
Sperando che abbiate fatto buon viaggio.
Vi aspettiamo ansiosi."
Un sorrisetto ironico comparve sul volto di Daphne al solo udire la frase 'buon viaggio', era davvero buffo, se si considerava che lei l'aveva passato tutto a vomitare giù dalla nave, inquinando la distesa cristallina che si espandeva a perdita d'occhio senza darle possibilità di fuga, e chiedere pietà.
"Beh... sicuramente il tuo viaggio è stato migliore del mio, promettimi che, se ce lo chiederanno, non farai parlare me"
"tranquilla, non l'avresti fatto comunque"
Le due si avviarono alla ricerca di Clover, che era esattamente dove l'avevano lasciato quella mattina: in camera.
Il ragazzo era profondamente assorto nella lettura di un libro dall'aria complicata, sulla copertina era raffigurato un ragazzo con gli occhiali, uno dai capelli rossi, ed una ragazza con i capelli crespi assieme ad un Rowlet, un Rattata ed un Litten.
Nemmeno si era accorto di essere rimasto chiuso in quella stanza per delle intere ore, senza staccare gli occhi dalle stampe ad inchiostro su quelle pagine di un caldo bianco, e nulla avrebbe potuto distrarlo, se non fosse stato per la porta improvvisamente sbattuta della cabina, il rumore lo fece sussultare, a tal punto che il libro cadde sul suo petto.
Shana, seguita da una molto meno grintosa Daphne, fece il suo ingresso nella stanza, un grande sorriso fiero ed il petto portato in fuori.
"SVEGLIA SVEGLIA, IO HO RIMORCHIATO E CI ASPETTANO AL PORTO"
Ore.
Ore passate ad ascoltare le lamentele ed i rigurgiti di Daphne mentre Shana parlava della sua nuova conquista a ruota libera.
Ecco quale fu l'esperienza del ragazzo dai capelli di latte nel lungo tragitto fino al porto, fuori dal confortante silenzio della cabina che era stato a lasciare.
Per quanto lui potesse apprezzare le due ragazze, doveva ammettere che stava davvero cominciando a seccarsi, più per il fatto che voleva leggere il suo libro che per le due in sé, il leggero ondeggiare della nave a seconda del vento che tirava, poi, non si poteva dire che fosse d'aiuto, ormai pure a lui cominciava a venire la nausea, e non vedeva l'ora che scendessero, in modo da poter rimettere piede sulla terraferma.
Cosa che successe nell'arco di quattro ore.
Quattro.
Benedette.
Ore.
Il giovane uomo, mentre sbarcavano, si chiese se il membro della comunità di Kalos li stesse ancora aspettando, se stesse ancora guardando il mare, in attesa che la mastodontica nave, poco prima simile ad un giocattolo nella vasca di un bambino, arrivasse a destinazione, in modo da poter svolgere il suo lavoro e tornare a farsi i fatti suoi.
I tre, una scesi, si guardarono attorno.
Fluxopoli era, pensò la ragazza dai capelli corvini e le grandi occhiaie, una città dall'aria davvero accogliente, i numerosi edifici, dalle calde sfumature del grigio ed i tetti pieni di pannelli solari, davano un'aria moderna alla città, mentre i numerosi alberi e le chiazze di verde le davano quel tocco di colore che non guastava, per non parlare, poi, di quello che era il più grande punto di interesse della città, quella che, secondo Daphne, poteva essere definita una delle sette meraviglie del mondo: la meridiana.
L'enorme pietra rosata, che pareva esser fatta di cristallo, colpita in pieno dai raggi del sole, scintillava come un gioiello in vetrina, lanciando enigmatici giochi di luce sui tetti delle case.
Un lieve tocco sulla gamba, distolse la sua attenzione dal simbolo di Fluxopoli, facendo rivolgere i suoi grandi occhi verdi ad un pokèmon che lei, personalmente, non aveva mai visto: si trattava di una ranocchia dalle sfumature azzurre, una striscia sul suo muso tendeva al blu, mentre due grandi occhi gialli guardavano calmi la giovane, che si chinò verso la ranocchia per toccare, in preda alla curiosità, quella strana criniera schiumosa che le circondava il collo
"Ehi, piccolo... ti sei perso?"
"Froakie..." ad uno sguardo più attento, Daphne notò che al collo della ranocchia era legata una bandiera con i colori dell'arcobaleno.
Stava per dire qualcosa a Clover, che di specie, anche di altre regioni, prega intendersene, quando una voce femminile arrivò per spaccarle i timpani
"Oh.... ODDIO, MA CHE CARINI CHE SIETE!
Insomma, sapevo già che Froakie era carina, ma tu non scherzi... POSSO TIRARTI LE GUANCE?"
Con un urletto di sorpresa, Daphne cadde all'indietro, non che Shana avesse avuto una reazione tanto diversa, anzi, per lo spavento dato da quell'improvvisa tromba nelle orecchie, senza nemmeno pensarci, la giovane dai capelli magenta aveva tirato un invidiabile gancio dritto in faccia alla sconosciuta, dando dimostrazione di anni di allenamenti nella box assieme al suo Emboar, e facendo volare via un paio di tondeggianti occhiali dal viso di quella che, ad un secondo sguardo, si rivelò come un'alta ragazza dai voluminosi capelli argentei, tagliati in un pratico caschetto, che ora si massaggiava la guancia destra lanciando versi lamentosi, i suoi occhi, di un colore indistinto fra azzurro e viola, saltellavano fra i tre nuovi individui, mentre il pokémon, Froakie, strappava un grosso pezzo della sua schiuma, che ricrebbe subito, lanciandola poi all'indirizzo della ragazza, che aveva appena cominciato a scusarsi.
Fu Clover, l'unico che non si fosse scomposto troppo, a fare un passo avanti verso la sconosciuta, un sorriso imbarazzato dipinto sul volto
"Mi scuso per lei... è impulsiva, ma non voleva farti del male" raccolse da terra gli occhiali della ragazza, che le porse scusandosi ancora
"Oh, tranquillo, una volta un Machamp mi ha colpita per sbaglio, sono stata peggio!" Agitò la mano, liquidando le scuse dell'albino, nel mentre, Froakie saltò sulla spalla destra di quel bizzarro soggetto, che carezzò la ranocchietta sul muso
"Comunque... è un piacere, voi dovete essere Clover, Daphne e Shana, no?"
"Beh..." fece per rispondere la corvina, il tono pastoso di chi ancora aveva i postumi della nave
"Ottimo! Io sono Nova, sono uno dei capi, qui, e sarò la vostra guida qui a Fluxopoli!"
ANGOLO AUTRICE
HERE WE GO AGAIN
FINALMENTE UN NUOVO CAPITOLO
Devo ammettere che è stato leggermente un parto...
Quindi direi di saltare i convenevoli e mostrare il presavolto di Nova ed i Meme ^^
Nova
MEME
Ultima cosa
Chi capisce la citazione del libro di Clover vince la Nutella
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