Capitolo 24: Incubi, piste e un po' d'origano (Seconda Parte)

Centosettantesimo anno del drago, ore 12.08.

- (D-dove sono? N-non sento niente... Perché è tutto... Così buio...)

- S.....so

- (Uh?)

- Sh....so

- (Di...Di chi è questa voce?)

- Shi...so

- (Credo... Stia chiamando me...)

- SHINSO!

- E-egh... a... a... Ah...

- SHINSO! SVEGLIATI SHINSO!

Piano piano, il Frogadier riuscì a riprendere conoscenza. Vicino a lui, con le ginocchia a terra, il capitano lo stava chiamando a squarciagola. Dopo l'avvenimento nei sotterranei, la Schiumorana era rimasta K.O. anche dopo che i soccorsi erano arrivati là dentro. Era completamente indolenzito: aveva un gran mal di testa e si sentiva tremendamente intorpidito.

- U-urgh...

- Grazie al cielo stai bene! - esclamò il Riolu.

- D-dove...

- Fai con calma adesso: Sylveon ha detto che hai affrontato un grande shock, quindi cerca di rilassarti.

La vista cominciò a rischiarirsi: davanti a lui apparve il pokémon Emanazione.

- C-capitano? Sei tu?

- A-adesso non mi riconosci?

- N-no... E' che...

Si interruppe a metà frase, cercando di rimettere assieme i pezzi sparsi nella sua testa. Nonostante la vista recuperata, non aveva ancora la mente lucida per fare un discorso lungo di senso compiuto.

- C-cosa... E' successo? - Chiese stordito.

- Questo è quello che vorremmo sapere noi, idiota, - commentò Weavile.

- Ti abbiamo trovato in ginocchio con lo sguardo vuoto verso l'alto, - disse Sylveon, - avevi un aspetto orribile! Ci hai davvero fatto preoccupare stavolta!

- C-come? S-scusate ma, m-mi... gira la testa... N-non riesco a capirvi bene. N-non ricordo neanche cosa stavo facendo esattamente...

Shinso si guardò intorno, immerso nel suo disorientamento. L'arena sembrava devastata: c'erano tagli profondi sul pavimento e sugli spalti, mentre le radici dell'albero sotterraneo erano ricoperti di polvere.

La sua testa era ancora sottovuoto: non riusciva a collegare lo stato dell'anfiteatro agli avvenimenti passati. Girò il volto completamente alla sua destra, scorgendo Chansey e Comfey assieme ad Ampharos e Mawile, mentre stavano trattando un altro ferito.

- C-capitano.

- Dimmi.

- C'è qualcun altro oltre a me... Che è stato ferito?

Il piccolo licantropo abbassò gli angoli della bocca, mostrando un'espressione sconsolata.

- Sembra... che davvero tu non ricordi niente. Abbiamo trovato te e Kenji in condizioni gravi. Come ha detto Sylveon, tu eri completamente sotto shock. Invece... Lui è...

Lo sguardo del ninja si soffermò in un punto preciso, a distanza di dieci metri da lui: in mezzo agli infermieri, riuscì a riconoscere il suo compagno, completamente ferito dalla testa ai piedi. Era pieno di tagli su tutto il corpo, che Comfey si stava impegnando a ricucire utilizzando fili di Meisoku, mentre Chansey stava usando Covauova per aumentare la rigenerazione delle sue cellule. Tutto questo, mentre lui era cosciente.

- AAAAARGH!

- Ci dispiace Kenji, - disse Chansey, - cerca di tenere duro! Purtroppo, non so cosa realmente sia successo qua, ma hai perso molto sangue, e anche il tuo Konsoku ha subito dei danni. In queste condizioni, non possiamo rischiare di farti un anestesia: non sapremo se saresti poi in grado di risvegliarti...

- Gnnnnnn... AAAAAAAARGH!

- Ti prego caro! Devi resistere! - disse Comfey, - sto facendo del mio meglio per far si che le cuciture siano meno dolorose possibili. Non sforzarti a parlare e cerca di stringere i denti! Signor Ampharos, - disse rivolgendosi al capo Gilda, - la prego: prenda quel panno e lo bagni in quella bacinella! Lo metta poi nel suo becco. Kenji: stringi forte questo panno quando te lo mettiamo in bocca. Ti aiuterà a sopportare il dolore!

- Ecco il panno! - Rispose il pokémon Luce, - Kenji, vedi di dimostrave che sei un vevo combattente e scerca di sopvavvivere! Non ascettevò una tua vesa!

- MFFFFHHH! MFHHHHHHHHHH!

Mawile stava in disparte, con il volto afflitto dalla preoccupazione. Nella sua mano stringeva il Veloscuro che il Frogadier aveva usato precedentemente, osservando le scritte in alfabeto Unown intrise di un rosso acceso. Lo stava stringendo con rabbia, guardando preoccupata lo stato del corpo dello spadaccino.

Rukio rivolse lo sguardo verso il vice capo Gilda, ansioso di sapere se la condizione del Legnogeco stesse migliorando. Tuttavia, la sciarpa nera strappò via tramite paura l'attenzione del licantropo, costringendolo a chiedere prima di questa.

- M-mawile... Quello è un Veloscuro... Perché l'hai portato con te?

La pokémon Inganno abbandonò il gruppo del Grovyle, raggiungendo quello della Schiumorana, stringendo forte la sciarpa nelle sue mani, quasi come se volesse distruggerla. Guardò prima negli occhi il Riolu con aria seria, per poi rivolgere lo sguardo verso il Frogadier, in cerca di risposte.

- Questa non è la sciarpa rinvenuta nell'incidente dei bimbi di Borgo Quieto, quella che mi avete dato voi. E' la sciarpa di Slade, quella che avete rinvenuto ieri sera. So che sei sotto shock ancora, ma in questo caso, ogni secondo non va sprecato. Questo Veloscuro, Shinso, l'abbiamo trovata attorno alla tua testa.

https://youtu.be/cFQLWVl6-ws

(Ost Madoka Maigca Puella in Somnio)

Il ninja acquatico si pietrificò sul colpo, lasciando il suo sguardo perduto alla mercé della rabbia piatta dell'archeologa. In quel momento, i ricordi del fatto nefasto cominciarono a rifiorire a tratti nella sua testa, facendolo tremare come una foglia in mezzo ad una tormenta. La sua mente capì immediatamente la risposta, ma il suo cuore, già completamente frantumato, non aveva il coraggio di volerlo accettare. Anche l'espressione di Rukio era cambiata, leggendo nel compagno l'ombra fredda e distorta del suo terrore.

Un anno e sei mesi non poteva essere considerato un tempo ragionevole per conoscere una persona, figuriamoci una persona sfuggente e volutamente mascherata come quella del ninja.

Tuttavia, questo periodo era abbastanza per permettere di capire la sua fragilità e la sua sensibilità, soprattutto tra missioni impegnative ed esplorazioni emozionanti.

Non conosceva il passato del suo compagno, ma aveva un idea di cosa avrebbe potuto portarlo sull'orlo della disperazione.

- I-io n-non... I-io...

- Sei stato tu ad arrecare quelle ferite a Kenji, giusto? - Continuò spietatamente Mawile.

- MAWILE! - cercò di interromperla Rukio , - NON E' IL MOMENTO D-

- E' TUTTA COLPA MIA!

Un grido straziante si levò dalla gola del pokèmon Schiumorana: cadde a terra sui suoi ginocchi, con le mani strette su di esse come se se li volesse strappare. Le lacrime gli stavano scorticando il viso, come se avessero intenzione di cavargli gli occhi.

- S-shinso...

- E' COLPA MIA SE KENJI E' RIDOTTO IN QUELLO STATO! SI': SONO STATO IO! MA... MA... IO NON VOLEVO! VOLEVO TROVARE UN MODO PER POTER COMBATTERE QUELL'ABOMINO SENZA BISOGNO CHE IL CAPITANO SI RIDUCA A PEZZI!

Da lontano, Kenji riusciva a sentire i lamenti del compagno.

- Mfff... (Shinso...)

- SONO STATO UNO STUPIDO! CREDEVO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO BENE E CHE SAREI RIUSCITO A CONTROLLARE QUEL POTERE! INVECE... HA PRESO IL SOPRAVVENTO! HO INIZIATO A DISTRUGGERE TUTTO CIO' CHE AVEVO INTORNO! E QUEL CHE E' PEGGIO... HO FERITO IL MIO COMPAGNO CON LE MIE STESSE MANI! E' COLPA MIA, MIA, MIA, MIA, MIA! I-IO... I-IO... IO NON VOLEVOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

Dopo la dolorosa confessione, la sua faccia cadde al suolo, annegandosi in un requiem di lamenti e pianti tale da rendere la morte di un genitore un male passeggero. Nessuno avrebbe potuto consolarlo in quel momento, nemmeno il capitano, che per la sua condizione non aveva potuto fare niente per aiutare i suoi compagni.

Rukio si paralizzò sul colpo: un misto di emozioni si mescolarono tra di loro come le boccette di un pittore disattento, cadute per sbaglio su una tela. Qualcosa di paragonabile al rimpianto, la tristezza e la rabbia, uniti in un unica sinfonia.

Stringeva i pugni feriti, con uno sguardo cupo verso il pavimento. Sylveon guardò il suo amato con uno sguardo compassionevole.

- (Rukio-kun...)

- Va bene così, Shinso, - disse Mawile, - E' giusto sfogarsi... Quello che è fatto è fatto e non si potrà cambiare. Ci è andata bene che non ti è successo niente e Kenji starà bene, anche se ha rischiato. Sono contenta che sei perfettamente conscio dei tuoi errori, a differenza di qualcuno altro... - disse, lanciando un'occhiata dura al piccolo licantropo.

Prese sottobraccio la ranocchia, accompagnandola verso la pokémon Legame.

- Sylveon: porta Shinso fuori di qui. La sua condizione potrebbe peggiorare, se rimane. Arbok, Drapion: scortatelo, - ordinò poi al team AWD, - non sappiamo se l'energia negativa creata da Shinso potrà ripresentarsi.

Il Cobra e lo Scorpiaccio seguirono gli ordini senza obbiezioni, in riverente silenzio. I tre pokémon portarono via il piangente Frogadier, fuori da quella gabbia d'inferno creata da un desiderio innocente.

Nell'arena rimasero solo il team di soccorso di Kenji, Weavile, Dedenne, Rukio e Mawile. Quest'ultima, si avvicinò al piccolo licantropo puntando al suo volto, mentre lui aveva ancora lo sguardo verso il pavimento.

- Guardami.

Il capitano del team Skyriders non ebbe la forza di sollevare i suoi occhi ed incontrare quelli di Mawile, colmi di rimprovero e rabbia.

- Come preferisci. Ti dirò solo questo: sappiamo entrambi di chi è la colpa di tutto ciò. Questo è successo perché hai preferito la salute futura degli altri piuttosto di quella delle persone che ti stanno intorno. Credo che come capitano sia il momento di rivedere le tue priorità, non credi?

Il Riolu rimase con lo sguardo a terra, non dando cenni di rispondere alla sentenza della pokémon Inganno. Ella non aggiunse altro come promesso: chiuse gli occhi, per rifiutare gli eventi accaduti, distogliendo lo sguardo da lui per dirigersi verso l'uscita, lasciando alle sue spalle un silenzio velenoso nei suoi confronti. Si rivolse invece agli altri due rimasti.

- Dedenne: tieni sott'occhio Rukio per il momento. Weavile: quando se la sentirà, riportalo indietro in stanza.

- Umhf... D'accordo...

L'archeologa uscì dall'arena senza aggiungere altro, lasciando il pokémon Emanazione in uno stato iracondo, nei confronti della sua stessa persona. Era sul punto di esplodere: stava digrignando i denti con cattiveria e stringendo i pugni per trattenere la sua stessa furia.

Così facendo, le ferite sulle mani che non si erano ancora del tutto chiuse si riaprirono, lasciando gocciolare il sangue avvelenato sul pavimento. Il Grovyle non stava più pensando al dolore dell'operazione: guardava il suo capitano senza la rabbia del vice capo gilda, che trovava insensata e irrispettosa nei confronti del suo punto di riferimento, ma gli mancavano virtualmente le forze per provare sdegno verso la segretaria di Ampharos.

Il suo sguardo e i suoi sentimenti erano volti a tranquillizzare un compagno d'armi, come farebbe un soldato nei confronti del suo generale mentre si chiede dilemmi sulla sua esistenza e sulla salute dei suoi sottoposti.

Entrambi, però, non avevano la forza per oltrepassare l'incontro degli occhi e passare ai fatti: si incolparono a vicenda per la propria debolezza, uno per non essere stato abbastanza responsabile da fermare in anticipo il compagno, l'altro per aver preso la decisione sbagliata in quell'antro nefando due giorni fa.

Il Suikōryo, nella sua disinvoltura, riuscì a leggere tra le righe dell'atmosfera, ma preferì non proferire inutili parole, in attesa di utilizzarle al momento propizio.

************************************

Dopo il trattamento di Chansey e Comfey, Kenji era riuscito a recuperare in una notte le sue forze, grazie alla capacità dei tipi erba di rigenerare in fretta le proprie ferite. Aveva ancora qualche acciacco qua e là, ma non aveva bisogno di ulteriori trattamenti se non riposo.

Shinso non era riuscito a dormire, a causa di ciò che aveva causato all'interno dell'arena sotterranea. Era rimasto sveglio la maggior parte del tempo, continuando ad osservare il letto di paglia del suo compagno, rimasto vuoto per una sistemazione più comoda in un lettino dell'infermeria. Il senso di colpa per la sua inutilità anche in quel momento, così come quello per aver devastato la vita dei suoi amici attorno a lui, lo tenne amara compagnia per tutta la notte, tenendolo con un peso sul cuore come il più capriccioso dei fanciulli.

Il capitano del team d'esplorazione era stato in una simile condizione: anche lui non aveva potuto fare niente, costretto dalle sue stesse ferite a rimanere a letto a riposo, senza poter consolare la Schiumorana.

Era tutto fuorché un'ipocrita: era troppo arrabbiato e demoralizzato per poter ascoltare un'altra persona, conscio del fatto che in parte era colpa sua. Forse, se avesse chiesto aiuto, non sarebbe ridotto in quello stato, forse avrebbe potuto controllare il suo team e impedirgli di agire di testa propria.

Non era un'ipocrita, giusto? Aveva affrontato Slade perché aveva ritenuto necessario farlo.

Per il bene degli altri.

Lo aveva fatto anche per i suoi compagni, non per se stesso. Giusto?

Queste domande, insieme alle parole dell'archeologa, lo avevano confinato nella morbida culla, ieri sera, lasciandolo interdetto tra pensieri profondi come una pugnalata nel petto ed un triste rammarico per il suo agire spericolato.

Centosettantesimo anno del drago, dieci di mattina. Ampharos, Mawile e anche il team AWD: in quel momento erano tutti riuniti nella stanza del Team Skyriders, per non sforzare ulteriormente Kenji e Rukio.

Questo era ancora immerso in uno dei suoi pensieri profondi, distaccato dalla realtà circostante. Non si accorse della presenza di nessuno, finché il Frogadier non cercò di parlargli direttamente.

- C-capitano...

Quella voce lo riportò alla realtà. Rispose con il solito sorriso, anche se l'ombra sul suo volto non gli lasciò esprimere felicità.

- Ah... Ciao Shinso. Sei sveglio ora? Sono contento che stai bene...

- Già... Bene...

Uscito dal pensiero chiuso, il pokémon Emanazione si guardò intorno: notò gli ospiti nella sua camera, così come il suo sottoposto.

- Oh... Vedo che ci siete anche voi. Come stai Kenji? Sono contento che tu ti sia ripreso...

Il tono del capitano era avvolto in una tristezza infinita: la sua persona sembrava ben lontana dal disinvolto ma passionale Riolu pronto a tutto pur di compiere il suo dovere.

- Sì, capitano, - disse il Grovyle con un sorriso, - ho recuperato gran parte delle mie forze. L'unica mia restrizione e di non fare sforzi eccessivi in questi giorni. Non devi preoccuparti per me, eheh...

Lo spadaccino, stranamente, aveva risposto in modo formale ed educato. Molto probabilmente, anche lui si sentiva in parte responsabile dell'accaduto. O, forse, era l'unico tra i tre ad avere la forza per ricominciare. Chiamala forza di volontà, chiamala leggerezza: per il Legnogeco tutto ciò era già diventata una pietra miliare per continuare il loro percorso, già protratto per il futuro. Purtroppo per lui, però, il capo Gilda non era di quell'idea.

- Silence, s'il vous plaît. Non vi ho convocati qui pev una viunione allegva. Devo pavlave seviamente, a tutti i pvesenti.

Neanche quel tono severo era solito del Suikōryo, il re della disinvoltura e dell'ingenuità. Gli altri pokemon si zittirono, in attesa delle parole del Capo del GIK.

- E' chiavo, ovmai, che nessuno di voi può vimaneve in dispavte vispetto agli avvenimenti vescenti. Sono seviamente pveoccupato e, sopvattutto, sono deluso dal tuo compovtamento come capitano, - disse rivolgendosi al Riolu.

Questo, seduto con la schiena sul cuscino, ascoltò le parole del pokémon Luce in silenzio, in un sentimento di colpevolezza.

- Vukio. No... Ōvyugo Vukio. Il tuo compito è quello di pevsevevave lo scopo pev il quale il Gvuppo Investigativo Kodamon è stato cveato, ovvevo aiutave i Kodamon in difficoltà e completave il Geoglobo. Pvima di tutto, pevò, come capitano, è tua pviovità gavantive la sicuvezza dei tuoi compagni, la pvinscipale vesponsabilità che gvava sulle tue spalle. Hai affvontato un nemico che era tvoppo fovte pevsino per le tue capascità, che indubbiamente viconosco essere supeviovi alle mie, e sei vimasto fevito. Per colpa di sciò, non hai avuto più contvollo del tuo team che, seguendo sciò che tu stesso gli stai insegnando e pveoccupati pev tua debolezza, hanno pvovato di testa lovo, scevcando di tvovave un futuvo vimedio. Molto pvobabilmente, se non eva per il tuo stato, sono sicuvo che gli avvesti fevmati. Contvo la Matevia Oscuva eva divevso, vevo? Avevi pvesupposto che, una volta affvontato, savesti tovnato nel mondo degli umani, e che Amelia savebbe vimasta con una fevita nel cuove sì, ma senza un eventuale pevicolo futuvo.

A sentire il nome di Amelia, il respiro del piccolo licantropo rallentò, quasi a diventare inesistente.

- Ma tve giovni fa, avevi due compagni a cui badave, e avvesti dovuto pensave alla loro integvità invece di buttavti a capofitto contvo quel mostvo.

- M-ma capo, - cercò di parlare Shinso, - il capitano era l'unic-

- SILENSIO! NON ASCETTO INTEVVUSCIONI!

Il Frogadier sobbalzò all'indietro, preso completamente alla sprovvista dalla rabbia del pokémon Luce. Dopo la piccola pausa, questo tornò a rivolgersi verso il Riolu.

- I fatti contano più delle pavole, e quello che è suscesso è la conseguenza della tua descisione. Spevo che tu sia pvonto ad assumevti le tue vesponsabilità.

Preso dal rimorso delle sue azioni sconsiderate, la Schiumorana tornò di nuovo a difesa del suo mentore, nonostante il richiamo precedente.

- NON E' COLP-

- Ha ragione Ampharos, Shinso.

Lo sguardo dei presenti si posò su Rukio.

- Se in un team qualcosa va storto, è colpa del capitano. Siamo colpevoli per le nostre azioni e il caso è solo una scusa debole di chi non sa contare sulle proprie forze. E' vero. Sono state la mia debolezza e il mio egoismo a portarci a questo punto. Potrei dire che ho pensato di fermarlo a tutti i costi, con la paura che avesse potuto creare disagi futuri. Ma se dicessi di non essere stato coinvolto dal lato emotivo... sarei il più grande dei bugiardi.

Il ninja acquatico si ammutolì allentando le spalle, conscio del fondo di verità delle sue parole.

- Da qualunque lato si guardi, ha ragione lei, Capo Gilda. La realtà dei fatti è che, invece di preoccuparmi delle persone intorno, ho pensato a me stesso, trascinando con me i miei compagni. Hanno agito di testa loro ieri, è vero. Ma... questa è solo una conseguenza della mancanza ai miei doveri. Se non mi fossi messo in pericolo... se non fossi stato accecato dalla vendetta...

Prima di concludere il discorso, guardò prima il Grovyle, per poi rivolgere lo sguardo al Frogadier.

- Mi dispiace che abbiate un capitano così egoista, ragazzi...

- Bene, - disse Ampharos, - sono contento che tu sia così compvensivo. Non avvei mai pensato di dovevlo fave, e sopvattutto mai avvei pensato di favlo a te, Vukio, ma sai cosa bisogna fave se un capitano non è adatto a guidave un team.

Purtroppo, il Riolu conosceva quella regola. Non era mai successo all'interno del GIK, ed era un disonore talmente grande che avrebbe compromesso l'intero status di un team, impedendogli di trovare altre occupazioni. Se il capo di una sede esplorativa riteneva che il capitano non fosse all'altezza del suo ruolo, veniva ritirato a questo il distintivo, con conseguente scioglimento della squadra.

Normalmente chiunque avrebbe protestato: un lavoro che coinvolgeva l'essere al servizio del bene ti coinvolgeva in ogni modo, sia con l'anima che con il corpo. Perdere quell'impiego, oltre che alla difficoltà nel ricominciare, avrebbe ucciso una parte di sé stessi, diventando irrecuperabile.

Pur sapendo cosa gli aspettava, il piccolo licantropo non proferì parola, accettando con consapevolezza la scelta del capo Gilda. Dalla borsa dell'Esploratore e dal Salvatesori prelevò il kit del GIK completo: Intersfera, Distintivo GIK e Gadget GIK.

Fece per consegnarlo ad Ampharos, il quale non aggiunse altre parole non necessarie. Allungò le braccia verso di lui per accogliere le dimissioni di Rukio, di fronte agli occhi dei presenti.

- (Guarda te che situazione...) - Pensò tra sé e sé Weavile, irritata per non aver più la possibilità di rivaleggiare contro il Rakujitsu no Senshi.

Quello più afflitto era Shinso: era con le ginocchia a terra, sul punto di scoppiare in lacrime. Sapeva perfettamente che la colpa non era per niente sua, che semplicemente si stava "assumendo le proprie responsabilità". Le dimissioni del capitano avrebbero sciolto il team, ma non avrebbe intaccato lo status degli altri due membri: il fatto che si stesse addossando tutte le colpe per permettere agli altri due di poter continuare la strada dell'esploratore, fu un peso troppo grande per lui.

Era sul punto di esplodere, pronto ad esprimere la sua contrarietà a tutta quell'ingiustizia, pronto a fare un ultimo tentativo per prendere posizione, pronto persino a gettare la sua maschera, costruita lungo dieci anni, per mettersi in gioco per qualcuno che contava davvero.

Tuttavia, il trattenersi e la volontà di rimanere confinato nell'oscurità era diventata qualcosa di più simile ad un istinto, che ad una vera impostazione: rimase a terra, senza fiato nella gola, con le lacrime agli occhi per la disperazione della sua stessa impotenza.

Lui era l'ombra dispettosa: celando in sé il suo lato brutto, doveva mostrare un altro lato di sé che non corrispondeva alla sua persona, un attore misero e combattuto nella sua impossibilità nel mostrarsi al pubblico e ad i suoi ammiratori.

Non era lui il protagonista;

non era lui la stella dello spettacolo;

non era lui quell'esistenza carismatica quanto semplice che involontariamente guidava mortali e non verso la sua figura, splendente e ispirante come il sole cocente.

Non era lui, la luce.

- COL C**ZO!

(ost bleach fade to black)

https://youtu.be/R0cz0lbJz_g

Il Grovyle non riuscì a rimanere in disparte riguardo a quella, a suo parere, ingiusta espulsione. Si era trattenuto di fronte alla mancanza di rispetto verso il suo mentore, verso al suo compagno, verso colui che, un giorno, si era promesso di superare a tutti i costi.

Irresponsabile? Egoista? Brutta scelta?

Era inaccettabile. 

Con uno scatto feroce, si lanciò in avanti, afferrando il kit e il distintivo, strappandoli dalle mani di Rukio. I presenti rimasero shockati dalla violenta presa di posizione del Pokèmon Legnogeco. Non riuscirono a proferire il loro stupore se non rimanendo a bocca spalancata, mentre Ampharos, il più sorpreso di tutti, si mise ad urlare dallo spavento.

- QUEEEE?!

Le lacrime di Shinso rimasero ferme sotto le palpebre, in un'espressione d'incredulità.

- CHE TI SALTA IN MENTE, KENJI, - esclamò il pokémon Luce, - ESIGO UNA-

- E' tutta colpa del capitano?! E' colpevole di aver salvato il futuro dei Kodamon?! E' colpevole che i suoi sottoposti non sono riusciti a starsene buoni in attesa di ordini?!? BASTA CON QUESTE STRONZATE!

- PARBLEU! COME TI PEVMETTI BVU-

- ZITTO, LUCERNARIO SCHIZZATO!

Ampharos sobbalzò per cattivissimo commento nei suoi confronti.

- IIIIIIIIIIIIIIIK!

- QUANDO UN TEAM NON ADEMPIE ALLE PROPRIE RESPONSABILITÀ', NON E' COLPA DEL SINGOLO E NEMMENO DEL CAPITANO! TUTTO IL TEAM SI DEVE PRENDERE LA COLPA! OGNUNO IN QUESTA FACCENDA HA FATTO I SUOI PASSI SBAGLIATI! NON E' CORRETTO SCARICARE TUTTE LE COLPE SU DI LUI!

Il piccolo licantropo rimase sconvolto dal modo di parlare del suo compagno.

- K-kenji...

- SEGUENDO IL TUO RAGIONAMENTO, NON E' COLPA DEL CAPITANO DI QUESTA SITUAZIONE, MA TUA, AMPHAROS! SEI TU IL VERO CAPO DEL GIK, NON LUI! LA COLPA E TUA PER NON AVERCI FERMATO, PER NON AVER PREVISTO L'ESITO DELLA NOSTRA MISSIONE E PER NON AVERE NEL NOSTRO GIK UN'ALTRA SQUADRA FORTE COME NOI! POTEVI PRENDERE PER LE CORNA IL TEAM AWD E DIRGLI DI AFFIANCARCI DURANTE LA MISSIONE! INVECE, NON HAI FATTO PROPRIO UN BEL NIENTE! E' COSI' CHE SI COMPORTA IL CAPO GILDA?! SCARICA LE MISSIONI SU GLI ALTRI E SE VANNO BENE SI PRENDE I MERITI SE NO LI LICENZIA?! SEI SOLO UN VISCIDO IPOCRITA! MI FAI VOMITARE!

La stanza cambiò atmosfera in un secondo. In un attimo, lo stato d'animo sconfitto dei due compagni fu spazzato via dall'intervento dello spadaccino, lasciando spazio ad una nuova fiamma di speranza. Il loro respiro si fece carico, ed il loro sangue ribollì nuovamente della forza e della volontà che li contraddistingueva, che rendeva ciò che era il team Skyriders. Mawile rimase spiazzata: neanche lei, in un discorso del genere, avrebbe potuto controbattere. Non erano tanto le parole utilizzate, quanto lo spirito indomabile dietro di loro. "Io mi rifiuto!", "I miei compagni non meritano di essere umiliati così!": l'anima di Kenji gridava a tutto spiano quelle affermazioni feroci, lasciando il resto dei presenti in uno stato d'impotenza e completo rispetto nei confronti del Legnogeco. Weavile, sebbene si dovesse sentire chiamata in causa per quella frecciatina, rimase invece stupita e deliziata dal comportamento della dannata lucertola, che, in quel momento, vide sotto una luce diversa da quella della rozza e attaccabrighe canaglia che ormai aveva assimilato.

- (Tsk! Odio ammetterlo, ma ha le palle lo stuzzicadenti. Niente male davvero.)

Mentre parlava, si mise tra Ampharos e il capitano, come se volesse fare a fette il capo Gilda con il solo sguardo.

- Se ha altro fango da gettare addosso al mio capitano, dovrà passare sul mio corpo! Se sono stato ferito è colpa mia che non ho voluto fermare Shinso! Sapevo che ci teneva molto ad aiutare il capitano ed ho preferito seguire le sue idee del c**zo piuttosto che pensare alla sua salute! Non sono innocente: ho quante colpe quante ne hanno i miei colleghi! Devo essere io quello espulso dal GIK!

- NON E' VERO!

Trovando il coraggio per dire la sua, la Schiumorana si mise di fianco al compagno spadaccino, per assumersi le sue colpe.

- DEVO ESSERE PUNITO IO!

Il capitano rimase di sasso: era passato tanto tempo, nella sua giovane vita, dall'ultima volta che non aveva saputo come reagire in una situazione.

La prima volta era stata talmente tempestiva da non lasciargli neanche il tempo di parlare, quando una giovane Fennekin lo afferrò per la mano con la bocca e lo trascinò per il villaggio natale.

Ora, invece, a tenergli la mano e a portarli sulle proprie spalle, c'erano due figure bizzarre che la maggior parte del tempo si comportavano in modo sconclusionato, ma con dei cuori grandi che valevano i loro cento capricci.

- E' STATA UNA MIA IDEA! - Continuò il ninja, - L'AVREI FATTO ANCHE SE KENJI MI AVESSE DETTO DI NO! VOLEVO AIUTARE IL CAPITANO, MA NON HO CONSIDERATO LE CONSEGUENZE! DEVO ESSERE IO QUELLO ESPULSO DAL GIK!

I due erano schierati davanti al piccolo licantropo, con lo sguardo deciso fisso contro quello di Ampharos. La loro determinazione era incrollabile: in quel momento, nemmeno Slade avrebbe potuto fargli paura.

- S-shinso... - balbettò il Riolu.

- Capitano... la vendetta non è mai una bella sensazione, - disse il Frogadier, - non da felicità, non da sensi di colpa: l'odio che provavi nei confronti di quella persona sparisce tutto ad un tratto, lasciandoti la mente libera dalla morsa del tuo cuore avvelenato. Ciò che ti rimane è un senso di vuoto, così come l'inconsapevolezza di quale dovrebbe essere il passo successivo per trascorrere ciò che ti rimane della tua vita. Io lo so bene....

Il Grovyle lasciò per qualche secondo la sua rabbia, guardando in silenzio il suo compagno interlocutore.

- Quando hai sconfitto Slade, non eri in quello stato. Eri sollevato, felice. Non era il compimento della vendetta l'emozione che ti ha smosso, ma il compimento del tuo dovere, e la consapevolezza di aver sventato un'enorme pericolo. Ti impegni così tanto per essere onesto con noi...

Shinso si girò nei confronti del suo capitano, guardandolo con un sorriso amichevole ed allegro.

- Dovresti essere onesto anche con te stesso!

Anche se in parte, il commediante da strapazzo era riuscito a dire qualcosa che andava aldilà della sua maschera da buffone, prodigandosi verso un amico nel momento del bisogno. Non era stato inutile: per la prima volta in un anno e sei mesi di servizio, il ninja acquatico aveva fatto qualcosa che andava ben oltre la noncuranza e l'essere infimo.

Rukio si lasciò scappare un sorriso di fierezza, nei confronti dei suoi studenti di vita.

- (Porca miseria... Da quando sono diventati così fighi? Eheheh...)

Muovendosi lentamente a causa delle sue condizioni, si alzò sul letto e si poggiò alle spalle dei due, mettendosi in mezzo ai suoi compagni leali.

- Ampharos.

- R-rukio...

- Mi dispiace, davvero. Ho ammesso io stesso di essere egoista... Credevo di addossarmi la colpa di tutto, in modo da fare ammenda per i miei sbagli nei confronti di questi miei due grandi amici. Buffo... Nonostante volessi rimediare al mio egoismo, il prendermi sulle spalle tutto questo peso non ha fatto altro che riconfermare ciò che volevo negare. Ancora una volta ho pensato a me stesso, senza considerare i sentimenti degli stessi compagni che volevo proteggere. Sebbene volessi solo che continuassero ad inseguire i propri sogni, gli stavo per abbandonare senza pensarci. Scusatemi, ragazzi, - disse guardando prima il Grovyle e poi il Frogadier, - vi prometto di non farlo mai più.

- Tsk! Farai meglio! - Commentò Kenji, - non ho firmato per mollare tutto ora!

- Parbleu... Il maestro che si fa trascinare dagli studenti... dove andremo a finire...

Il piccolo licantropo rivolse poi di nuovo lo sguardo verso il suo capo.

- Ampharos: ti chiedo umilmente scusa per quello che è successo. Non sono stato in grado di portare a termine la missione nel modo più sicuro possibile, ed ho messo in secondo piano l'integrità del mio team. Almeno, ad un primo sguardo potrebbe risultare così. Tuttavia, anche se i fatti dicono il contrario, non ho mai smesso di pensare a loro per un solo istante! Se fossero stati in pericolo, sarei stato il primo a difenderli con la mia stessa vita, ma probabilmente sarei stato tanto egoista da non dirglielo. Se dobbiamo dirla tutta, quel mostro molto probabilmente non ci avrebbe reso nemmeno la fuga una passeggiata. Come responsabile del team, era mio dovere far tornare a casa i miei compagni, e ho visto come soluzione solo quella, anche a costo di rimetterci la vita. Ho sbagliato! Non mi faccio alcun problema ad ammetterlo! Ma l'ho fatto in buona fede! Questo non me lo puoi negare!

Lo sguardo infuocato del Riolu penetrò nelle viscere più profonde del pokémon Luce, scuotendolo dal più profondo del suo animo.

- Mi assumo la completa responsabilità per il mio team! Ora e per sempre! Se ci allontanerai dal GIK, sappi che non ci fermeremo! Anche se dovessimo essere cacciati da Brusilia, anche se non potessimo avere più una casa, anche se dovessimo diventare dei fuori legge, non smetteremo di combattere per ciò che riteniamo giusto e per proteggere gli altri Kodamon!

In quel momento, accadde qualcosa: le menti del team diventarono capaci di leggersi l'un l'altro, diventando perfettamente consci delle parole che avrebbero dovuto dire per concludere il discorso in modo epico e risoluto.

- Anche se siamo deboli...

- Anche se non possiamo fare molto...

- Lotteremo finché avremo vita!

Concludendo poi, in coro:

- NON CI ARRENDEREMO MAI! *

Prima regola del team Skyriders, la capostipite del credo tramandato dai fondatori: "Mai arrendersi". Ampharos aveva fatto un grosso errore nel suo rimprovero: non aveva tenuto conto della forza di volontà e lo spirito di squadra del miglior team di tutta Brusilia, se non del mondo Pokémon intero.

In tutta la sua testa, quelle parole risuonarono come una chitarra elettrica, che prepotentemente distrusse il silenzio d'attesa con un assolo, per poi arrivare davanti al pubblico ed essere fracassata sul palco. Non gli aveva mai visti così uniti: per quanto il piccolo licantropo fosse considerabile un veterano, nonostante la sua corta esperienza, vedere un team formato da niente di meno che un anno e sei mesi così affiatato era benzina sul fuoco, sia nel bene che nel male.

Come avrebbe potuto fare a meno di quella potenza? Come avrebbe potuto scioglierli e rischiare di non recuperarli più? Come aveva potuto solo pensare che tutto questo fosse una buona idea?

Era ridicolmente fuori discussione fare a meno di questi talenti. Non importa da che prospettiva si guardava: Ampharos aveva letteralmente le mani legate.

Buttare fuori Rukio significava perdere anche Kenji e Shinso, e buttarli fuori tutti quanti significava perdere l'intero prestigio del GIK.

Tutto ciò che rimase negli occhi del capo del GIK, dopo quel grido di guerra, era il riflesso di un giovane avventuriero alla ricerca della felicità e del mistero, un viandante stravagante che faceva della sua stessa luce il faro per illuminare il suo cammino. Non aveva mai dato conto a nessuno, inebriandosi dell'aria fresca e umida dei Dungeon che esplorava. Era felice e si divertiva. Ma, nonostante questo, l'evento più bello della sua vita era rimasto indubbiamente il momento in cui aveva deciso di unirsi ad un piccolo peperino con la bocca da coccodrillo come messa in piega.

La sua coscienza gli bussò sulla testa e lo rimproverò con un sonoro "che c***o stai facendo?".

Preso dalla rassegnazione, davanti all'indubbio spirito grintoso che aleggiava tra i tre, per il povero capo non rimase altro che sorridere e rimangiarsi le sue stesse parole una per una.

- Eheh... Evo qui sevio sevio per davvi una lezione, ma a quanto pave non ho fatto altvo che favvi visplendeve di una luce ancova più gvande... Siete... Siete scempliscemente mevavigliosi! Quale folle potvebbe mai casciavvi via! Ahahahah...

- (E'... Abbastanza volubile quando ci si mette...) - pensò il piccolo licantropo.

Mawile sobbalzò all'indietro, dando voce alle sue preoccupazioni.

- C-capo! Sono d'accordo con lei, ma... NON PUO' CAMBIARE IDEA COSI' IN FRETTA! NON RIESCO A STARGLI DIETRO!

- Oui oui, lo so bene, mademoiselle Mawile. Non ho intensione di favgliela comunque passave liscia.

Il tono del Suikōryo tornò serio.

- Anche se è ivvitante ammettevlo, Kenji ha vagione Questo epilogo è anche il visultato delle mie ascioni. Un capo deve viconosceve i pvopvi evvovi e fave in modo che gli stessi non si vipetano. Sono sicuvo che vovvete mettevvi sulle tvacce del fuvbacchione che sta cveando scompiglio con questi Veloscuvo. Mawile mi ha vaccontato della tvaduzione, e la situasione non è da pvendeve sottogamba. Dunque, vi davò degli ovdini che non potvete vifiutave, o potvete scovdavvi una fissa dimova al GIK intesi? Non vi davò una seconda chance!

- SI' , CAPO GILDA AMPHAROS! - Risposero in coro il team Skyriders.

- (Mostro di qui, mostro di là... Aura oscura... Io me ne tiro fuori.) - Pensò Weavile, che facendosi forte del fatto che, per lei, la sua presenza in quella stanza era totalmente inutile, fece per andarsene, richiamando a sé i suoi scagnozzi.

- Beh... allora noi del team AWD vi lasceremo soli. Secondo le regole, quando si danno ordini ad un team, gli altri devono allontanarsi per evitare confusione. Mi raccomando: vedete di non farvi ammazzare di nuovo!

- Excuse moi? Non cvedo pvopvio!

Senza perdere tempo, il pokémon Luce afferrò per la pelliccia dietro il collo Weavile, alzandola da terra.

- EHI, BRUTTO CANGURO SCHIZZATO! METTIMI GIU'! NON SI TRATTA COSI' UNA SIGNORA!

- Quale signova usa questo linguaggio?

- UNA ARRABBIATA!

- Mon dieu... Ascoltami bene. Punto pvimo: ho detto che dovvimediave ai miei evvovi. Punto secondo: hai detto "Se il team non è coinvolto", ma io non ho detto nulla viguavdo il contvavio.

- C-cosa vorres... ehm... vorrebbe dire? - chiese confusa la Lamartigli.

- D'ova in avanti, pev la missione "Veloscuvo", tu ed il tuo team affianchevete il team Skyvaidevs come team ausiliavio. Siamo intesi?

Tutti i presenti nella stanza rimasero giustamente shockati dalle parole del capo.

- COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAA?!!?!?!??!!??!

- Avete capito bene, e quando ho detto "non potvete vifiutavvi" mi vifevivo anche a voi, team AWD! Vukio: dovvai viposavti ancova pev scinque giovni. In quel fvangente, i vestanti membvi dovvanno allenavsi e pvepavave ojetti pev il viaggio. Sono sicuvo che savà molto lungo: quindi povtatevi soldi, stvumenti pev sopvavviveve, e per accampavvi duvante la notte. Non dimenticate il kit GIK e l'Intevsfeva: dovvete aggiovnavci almeno una volta al giovno. Tovnevete al GIK solo in caso di missione compiuta o in caso di estvema vitivata. Considevatela come vostva punisione. Il fallimento non è conscesso!

- C-COSA CENTRIAMO NOI?!?! - Chiese impaurita la felina.

- E me lo chiede anche, mademoiselle? Quando ha visto Magnezone non ha fatto niente pev aiutavci. E' andata via chissà dove sensa dive niente!

- NON E' VERO! ABBIAMO FATTO DELLE COSE IMPORTANTI ANCHE NOI!

- Ah sì? Sentiamo allova! - disse Ampharos rimettendola a terra, - sii esaustiva, s'il vous plaît.

Weavile era nervosa come pochi: avrebbe voluto lacerare il corpo del pokémon Luce fino a che non le avrebbe chiesto scusa per tale umiliazione.

Tuttavia sapeva di non poterlo fare, o il suo team ne avrebbe pagato le conseguenze: l'ultima cosa che voleva era perdere quel lavoro che, a parere suo, era facile come bere un bicchier d'acqua.

Si passò leggermente la mano dietro il collo, come se fosse schifata dall'essere toccata da altre mani che non fossero le sue.

- Non sono andata a divertirmi, se è questo che pensate. Prima però esigo delle risposte: non do mai informazioni senza nulla in cambio. Ordine o no, state per mettere da quel che ho capito me e il mio team in una brutta situazione. Non è giusto che rimanga all'oscuro, non trovate?

- A pavol vajionate non posso dive di no. Vukio: spiegali cosa vi è suscesso.

Raccontò tutto: dalle decine di Claydol e Golurk che avevano dovuto affrontare per farsi largo nel dungeon, al combattimento contro il team Deathmetal, fino a menzionare cosa era in grado di fare il Veloscuro.

La Lamartigli non si scompose per tutto il racconto, nonostante provò un senso di inquietudine quando venne menzionato il golem d'ombra. I suoi compagni, invece, deglutirono un paio di volte durante la storia, e non poterono fare a meno di guardare con ancor più rispetto il team Skyriders.

- Normalmente non crederei ad una sola parola di questa assurda storia, - disse la felina, - ma visto che non sei il tipo da dire cazzate, e quelle ferite di Magnezon non erano una barzelletta, ti crederò.

La gatta ladra si grattò la testa dietro all'orecchio destro: lo faceva quando sapeva di essere in una brutta situazione.

- D'accordo allora: vi dirò quello che ho scoperto. Non so quanto possa essere utile, ma quando il topastro tre giorni fa ha detto "attento all'ombra", mi sono ricordato di certe voci che giravano ad Arenilia, nella Terra della Sabbia. Scommetto di no, ma avete mai sentito parlare di Bazaropoli?

Quando sentirono Terra della Sabbia, i presenti drizzarono le orecchie.

- Con Bazaropoli intendi la città del commercio? - commentò Mawile.

- Precisamente. E' una vecchia città segreta che esiste da tempi immemori che solo recentemente ha aperto le porte al resto del mondo. Prima era un rifugio di delinquenti dove si scambiavano informazioni e anche bottini in cambio di mappe di Dungeon famosi. Se vi può interessare, ho rinvenuto là la famosa mappa dell'Isola Zero * , di cui voi avete anche una copia. Adesso è conosciuta come la città dei commercianti e si vendono i più rari e bizzarri oggetti in certi periodi dell'anno. In questo momento è appena iniziata la Kokukatsu no shū (*), una settimana speciale con delle condizioni particolari, che la rendono il periodo più atteso di tutto l'anno. Secondo la mia fonte, l'ultimo giorno avverrà un'asta di cui i pokémon fanno a gara per entrare e aggiudicarsi qualcosa: l'Asta degli Orrori.

I pokèmon della stanza si guardarono confusi.

- Drapion, continua tu per favore. Non sono brava con le spiegazioni più dettagliate.

- (Diciamo che non hai più voglia di parlare...) - Pensò il Riolu.

- Va bene, signora Weavile. EHM EHM! Non ci ha voluto rivelare molti dettagli, in realtà: sappiamo solo che un grosso Kodamon milionario ha acquistato manufatti preziosi in tutto il mondo, e che ha intenzione di rivendere a Bazaropoli in un' asta esclusiva. Quest'anno, ha fatto circolare nei bassifondi la seguente voce: venderà un oggetto in grado di "manifestare l'ombra". Non ha detto altro: ha lasciato che la voce circolasse così incompleta. Come scusa ha detto qualcosa come: "anche i plebei hanno il diritto di fantasticare, una volta tanto. Date vita ai vostri pensieri più profondi. Non deludo mai le aspettative! OHOHOHOHOH!"

- C'era bisogno della risata, formica cresciuta? - chiese il Legnogeco.

- Che ci posso fare? Il nostro informatore ci ha detto che era rimasto talmente colpito da quella risata ridicola che non ha potuto fare a meno di tentare di imitarla! Però ha detto che era più acuta e non ha un accento comune.

- Mon dieu... Se sapete così bene come descriverlo perché non un nome? Non credo sia un personaggio che passa inosservato, - commentò Shinso, - ma fa niente. Se non altro, non abbiamo più dubbi, vero capitano?

- Già. Cifratura della Terra della Sabbia e asta di oggetti controlla-ombre. C'è un'alta possibilità che l'oggetto in vendita sia un Veloscuro. Dunque una settimana e ultimo giorno... Si terrà tra sette giorni, dunque.

- Esattamente, - commentò Weavile, - Abbiamo il tempo di preparare tutto il necessario ed allenarci un po'. Inoltre, tu avrai il tempo di riprenderti completamente.

- Allova cvedo non ci siano più pvoblemi. Mi vaccomando: povtate a tevmine la missione con il minov numero di feviti e non fate stupidajini. Se avete bisogno di assistensa, usate l'intevsfeva.

- (Per un po' non sentirò questa voce snervante... Potrei farci l'abitudine), - pensò la felina.

- Non ti diamo garan-

Prima che il Grovyle potesse concludere la frase, il Frogadier gli tirò una sberla sulla faccia per interromperlo.

- F-faremo del nostro meglio, capo, - disse, correggendosi.

- Tres bien! Dunque, cosa hai intensione di fave, Vukio?

- Uh?

- Sei il lovo capitano, no? Quali sono i tuoi ovdini?

Il capitano del team Skyriders chiuse gli occhi sorridendo, facendo poi un respiro profondo.

- Ragazzi! In questi cinque giorni io mediterò sul letto e cercherò di riprendermi. Fino al momento in cui mi sarò ripreso, non fatevi venire strane idee, o, se ne avete, prima consultatemi. Intesi?

- Sì, capitano! - Dissero rispondendo in coro.

- Kenji.

- Dimmi.

- Tu ti allenerai con Drapion per irrobustirti un po' di più. Sei forte e veloce, ma non reggi i colpi al di fuori delle tue lame: devi rafforzare i tuoi punti deboli. Ti va bene Drapion se si allena con te?

- Per tutti i Wailmer! - rispose lo Scorpiaccio, - Certamente! Non potrei chiedere di meglio! Conta pure su di me!

- Eh? Contro questo qui? Sei sicuro che non mi farai fare la ruggine? - commentò stuzzicante lo spadaccino, guardando lo Scorpiaccio con un sorrisetto arrogante.

- RHAHAHAH! Non rubarmi le battute! Dovrai darti da fare, bello!

- Eheh... lo stesso vale per te...

Il piccolo licantropo, poi, si rivolse alla Schiumorana.

- Shinso.

- Oui?

- Recupera bacche, semi, e tutto l'occorrente per accamparci e ripararci da intemperie. Per allenarti non so: dovresti prima risolvere i tuoi dubbi, no?

- Lo farò, capitano! Pensò però che farò anch'io meditazione: voglio trovare nuovi modi per usare al meglio le mie tecniche e magari provarne nuove. Inoltre... Penso che debba allenare la mia stamina. Sarebbe un problema se contro mostri del genere mi stancassi in mezzo al combattimento, no?

- Eheh... Sono d'accordo. Poi vediamo... Weavi-

- NON TI AZZARDARE A DARMI ORDINI, RATTATA SU DUE ZAMPE!

Il pokémon Emanazione sobbalzò sul letto, cadendo all'indietro per colpa del poco equilibrio datogli dalle gambe ingessate.

- O-O-O-OK!

- Ci penserò io al mio team e a quello che dovrò fare. Mi allenerò anch'io, ma forse prima farò dei giretti per accumulare altre informazioni, e magari avere notizie più approfondite su quello che ci troveremo di fronte. Tu invece, - disse rivolgendosi ad Arbok, - dovrai fare il lavoro della ranocchia per noi e dovrai confrontarti con lui per il necessario. Penso che mister so tutto io qua se ne sia dimenticato, ma non credo che se portiamo gli stessi strumenti sia una buona idea.

- (In effetti...)

- Dovrai preparare anche tu una delle nostre Borsa dell'Esploratore, visto che dovremo portarci l'Intersfera.

- Conti su di me, Sssssignorina Weavile. Non vedevo l'ora di poter disquisire con mister Ssssshinssssso...

Un brivido scorse lungo la schiena del Frogadier.

- Tres Bien! - commentò Ampharos, - Se è tutto apposto, mi conjedo. Al lavovo, mes amis! Buona fovtuna a tutti!

***********************************************

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Centosettantesimo anno del drago, ore 8.00. Era il sesto giorno del Kokukatsu no Shū, dove i due team avrebbero dovuto lasciare Brusilia per un tempo indefinito.

Nei cinque giorni di stop dalle missioni, essi si erano impegnati duramente per svolgere le mansioni che si erano prefissati.

Drapion e Kenji si erano sfidati a duello praticamente ogni momento delle giornate, facendosi arbitrare da Sylveon per evitare di arrivare al punto di fare troppo sul serio.

Shinso era riuscito a ritrovare la serenità interiore e aveva aumentato l'efficacia di certe tecniche, provando anche in segreto quelle più innocue tra quelle che non voleva fare vedere a nessuno.

Assieme ad Arbok, si era procurato delle ottime tende montatili e dei sacchi a pelo confezionati dalla Leavanny di Villaristoro, nella Terra della Nebbia. Il pokémon Cobra si era assicurato di essere il giusto limite per la Schiumorana, poiché questa poteva diventare alquanto eccentrica negli acquisti: era stata una fatica procurare un sacco a pelo che andasse bene per il ninja, senza rovinargli la sensibilissima pelle.

Weavile aveva indagato ad Arenilia per ottenere altre informazioni su Bazaropoli, cercando anche di scoprire l'identità del pokémon milionario. Tra un viaggio e l'altro, di notte, si era esercitata con Arbok per migliorare i suoi attacchi.

Rukio, invece, affrontò la convalescenza meditando per potenziare il controllo del suo Meisoku, almeno due ore al giorno. Nel restante del tempo si era riposato pensando ad eventuali strategie per poter sfruttare al meglio i membri del team, senza ripetere gli errori del passato.

- (Shinso è bravo con attacchi veloci e repentini. Potrebbe essere una buona strategia farlo concentrare contro probabili attacchi aerei...)

- E' permesso?

Qualcuno bussò alla porta mentre faceva gli ultimi preparativi prima della partenza.

- Sì certo! Entra pure Mawile.

La pokémon Inganno aprì la porta usando la sua finta mandibola.

- E' il grande giorno, eh?

- Sì...

- Senti... Prima di dirti qualunque cosa... Ecco... Scusami per quello che ti ho detto nel sottosuolo... qualche giorno fa. Non volevo offenderti...

- Hai solo fatto il tuo dovere, - rispose sorridendo,- riprendere un capitano un po' sbadato è il tuo compito, no? Non c'è bisogno di scusarsi quando non si fa nulla di male.

- Sei troppo comprensivo, per i miei gusti. Ci starebbe che tu fossi un po' arrabbiato con me...

- D-davvero... N-non ho niente per essere arrabbiato! Quel giorno... Avevo provato solo rabbia con me stesso, e contro nessun altro. Se fossi stato più forte, non avrei messo in quelle condizioni i miei compagni.

- Uff... Ed io che volevo farti sfogare un po'. Prima o poi questo tuo caricarti tutto sulle spalle ti spezzerà la schiena, te lo dico io. Taglierò corto, visto che non voglio farti arrivare in ritardo.

Nel mentre che Mawile parlava, il Riolu scese dal letto: le gambe non gli facevano più male e anche le braccia erano tornate come nuove. Si tolse le bende e fece qualche pugno davanti a se per vedere se sentiva contraccolpi.

- (Perfetto! Sono come nuovo!) - pensò tra sé e sé.

- Mi rispondi?

- Oh, scusa! Volevo prima vedere se ero in forma! Dimmi pure.

- (Svampito come sempre...) Ampharos mi ha detto di "restituirti" questa.

Nella mano sinistra il pokèmon Inganno teneva uno strano disco marrone chiaro, dai riflessi ocra. Molto probabilmente si trattava di una Macchina Tecnica, uno strumento in grado di memorizzare ed insegnare ad un Pokèmon una determinata mossa.

- Quella MT...

- E' Centripugno, la mossa che ti sei fatto cancellare da Hawlucha. L'hai richiesta tu, giusto?

Consegnò il cd senza proferire altre parole: nelle sue mani teneva la mossa più pericolosa che avesse mai usato, e la scelta di rimpararla gli era costato un sacco di preparazione mentale.

- (E' da un po' che non ci vediamo, eh? Non avrei mai pensato di dover usarti di nuovo...)

- Tutto bene?

Il Riolu guardò con uno sguardo serio e deciso l'archeologa. Non si poteva più tornare indietro: il Rakujitsu no Senshi era pronto ad iniziare il suo lungo viaggio.

- Sì.

- I tuoi compagni ti aspettano al Laprascafo. In bocca al Lycanroc.

- Crepi.

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https://youtu.be/i4oelVlDJZc

- Ci siamo tutti? - Chiese il pokèmon Emanazione.

- Eheh... Che faccia tosta! - commentò Kenji, - sei tu in ritardo, capitano.

- S-scusatemi. Dovevo prima... Risolvere una questione.

- Che rottura, - disse Weavile, - da capitano di un team d'esplorazione a baby sitter. Spero che ne varrà la pena...

- Buona micetta, - disse lo spadaccino, - Se ti lamenti all'inizio non oso pensare quando dovrai veramente rimboccarti le maniche.

- NON CHIAMARMI MICETTA! STUZZICADENTI!

- Ah? E tu perché avresti il diritto di chiamarmi stuzzicadenti?

- Ehi ehi ehi! Ciao, mes amì! Ti ricordi di me? - s'intromise la ranocchia, - sono io! Il grande amico con cui litighi sempre! Cerchiamo di andare d'amore e d'accordo per il bene della missione, no? Io sono in grado di sopportarti, non penso che gli altri invece ne siano capaci...

- RHAHAHAH! Partenza perfetta!

- (Porca miseria... N-non la vedo molto bene...)

- Cosssss'è quella faccia, ssssssignor Rukio? Non sssssi preoccupi! Abbiamo tutto il tempo per conossssserci al meglio e diventare buoni amici! Vero, sssssignor Ssssshinsssso? Non vedo l'ora di ssssapere tutto sssssu di te!

Nel mentre che concludeva la frase, Arbok abbracciò con la coda la Schiumorana.

- VOGLIO UN POSTO LONTANO DA LUI!

- Tranquillo, - disse Rukio, - sei un tipo Acqua! Ti legheremo con una corda a Lapras e nuoterai per tutto il tragitto.

- CRAAAAAAA!!!! DEVO NUOTARE!!?!?!?

- Guarda il lato positivo, Shinso: potrai mantenere fresca la tua pelle senza problemi. C'è un sacco di sole, oggi.

Davanti alla reazione del ninja, il Cobra si lasciò andare in una risata sibillina.

- Ish ish ish! Non mordo mica, eh!

- Mon Dieu... Non ci credo neanche se lo giuri...

- Allora? - riprese Weavile, - Dobbiamo stare qui ancora per molto? Muoviti, pantegana!

Rukio divenne depresso all'improvviso.

- Pantegana...

- E ora che gli prende?

- Odia quel nomignolo, molto semplicemente, - disse Kenji.

- Ma per favore... Vuoi umani siete sempre così permalosi?

- Hai parlato te, micetta...

- TI SCARTAVETRO LA FACCIA SE NON LA PIANTI!

Insulti, litigi, imbarazzo: il momento della partenza fu tutto tranne che il preoccuparsi dell'ignoto che si sarebbero trovati di fronte.

Per un certo senso era un bene: quale avventuriero che si rispetti si cura della fine del viaggio?

Forse era meglio lasciarli così: tra momenti irrisori e confronti inutili, tra paure inesistenti e animi infuocati.

Solo una persona in quel cumulo di polvere chiamata discussione levò lo sguardo all'orizzonte, facendosi cullare dal limpido cielo che si trovava di fronte.

In cuor suo sperava che quello non fosse l'unico momento di bellezza del suo viaggio imminente, e che avrebbe avuto la possibilità non solo di abbattere il gigantesco muro che si trovava sul suo cammino, ma anche di incontrare nuovi amici, esplorare nuovi Dungeon, e di potersi ricordare della bellezza e della meraviglia di quel mondo bizzarro.

Questa era la storia di un giovane umano trasformato in una creatura dal pelo blu e gli occhi passionali come il tramonto, che assieme ai suoi amici affrontò paure e nemici improbabili, che viaggiò tra le Terre dell'Acqua, del Vento, della Sabbia, della Nebbia e dell'Erba per garantire la pace del mondo Pokémon, e più di ogni altra cosa, la sua pace interiore.

Benvenuti, nelle "Cronache dell'Oricalco".

****NOTE DELL'AUTORE****

- Legenda:
Kokukatsu no shū (黒蝎の周): settimana dello Scoprione Nero, Week of Black Scorpion.

************************************

RINGRAZIAMENTI FINALI:

Vi ringrazio vivamente per avermi accompagnato in questa avventura. Ci tenevo molto a far conoscere questo mondo interiore che mi portavo dentro e spero di riuscire a concludere l'intero viaggio che mi sono prefissato. Ringrazio Elisa Gasparini, Elgas per gli amici di EFP, per avermi seguito e per avermi guidato sotto certe scelte; ringrazio Antea Monterosso per aiutato su alcune correzioni e per avermi fatto notare alcuni errori d'ingenuità, ma che per un perfezionista come me possono risultare alquanto fastidiose. Inoltre, anche se non avete lasciato recensioni, ringrazio chiunque, anche solo per curiosità, abbia dato un occhiata a questo piccolo angolino di cameretta, come a me piace chiamarlo. Anche se non mi porterà lontano, o molto più probabilmente sbatterò la testa con prepotenza contro qualche muro, questa storia continuerà. Vi ringrazio per il vostro appoggio.

P.s. : vi aspetto nel secondo atto:

https://www.wattpad.com/579138779-psmd-le-cronache-dell%27oricalco-secondo-atto-il

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