Capitolo 23: Incubi, piste e un po' d'origano (Prima Parte)
Limpido è, sentire, invero,
Lacrime dipinte, sottile sincero.
Sempre mi fu, abbraccio caloroso,
Pensiero dolce, di bambino ansioso.
Aria femminea, tra dita tremanti,
Persa nel vuoto, fulmineo domani.
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Si dice che da grandi poteri, derivino grandi responsabilità. Molti mi remano contro quando prendo troppo spunto da pellicole fantasiose o cartoni discutibili, ma ritengo sempre che uno abbia il diritto e il dovere di prendere tutto quello che più gli aggrada e interpretarlo per sé, costruendo leggi morali che permettano di definire un individuo elegante ma al tempo stesso giusto.
- Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz...
Mi farebbe molto piacere descrivere anche il mio protagonista come tale in ogni occasione, ma più che la precedente frase iconica il motto giusto per descrivere Rukio in quel momento sarebbe stato "da grandi poteri, derivano grandi russate".
- Zzzzzzzzzzzz...
Centosettantesimo anno del drago, ore 12:00. Il piccolo licantropo aveva dormito pressoché per un giorno intero, completamente distrutto dall'esperienza della Caverna del Tartaro. Per riuscire a fargli mettere qualcosa sotto i denti, la sera prima, Shinso e Kenji si sono dovuti adoperare per portargli la cena in camera. Non appena egli aveva sentito l'odore di cibo, dal letto si era precipitato sui piatti preparati a base di Baccarancia, Baccapesca, riso bianco e e dolcetti alla Baccacao e Baccasalak, i suoi preferiti. Aveva consumato una quantità di leccornie pari a cinque volte il suo peso, per poi crollare sul pavimento nel precedente letargo, lasciando ai suoi compagni il compito di rimetterlo un'altra volta sul letto.
- zzz... Yaaaaawn...Uff...
Rukio aprì gli occhi lentamente, cercando di rimettere insieme i pezzi del giorno precedente.
- (Stavo... Ancora dormendo?)
Si guardò intorno nella sua stanza, ancora con gli occhi annebbiati. Poté notare sulla scrivania, in fondo a sinistra, dei piatti di ceramica lucidi con sopra delle posate argentate.
- (Mi hanno portato il cibo in camera... eheh)
Grattandosi la testa, cercò di fare mente locale sugli avvenimenti di due giorni fa. Si ricordò della mattina precedente, quando fece la chiacchierata con Mawile sulla pericolosità del suddetto oggetto.
- (Veloscuro... eh? Un oggetto in grado di fornire un potere tremendo a chiunque la indossi... E quelle scritte... In che guaio mi sono cacciato, stavolta? Una cosa è certa, - pensò, cercando di rimettersi in piedi, - non posso stare ancora su letto! Dev- )
Non fece in tempo a finire la frase che cadde in avanti, sbattendo la faccia sul materasso. Purtroppo, le sue gambe non erano ancora nelle condizioni di sostenerlo adeguatamente, rendendogli impossibile la riuscita dei suoi buoni intenti.
- (Eheh... Accidenti... Sembra che dovrò davvero riposarmi questa volta, eh?) - Pensò sorridendo, - (Beh, se non altro... sono tutto d'un pezzo, no? )
Cercando di mettersi a pancia in su rotolando da sinistra verso destra, il piccolo licantropo esaminò il suo corpo: attorno alle braccia aveva ancora delle fasciature, mentre le gambe erano completamente ingessate da cima a fondo. La schiena era a posto, anche se un po' indolenzita, mentre la soffice coda era completamente guarita e lucidata.
- (Poteva andare peggio, - pensò toccandosi sul collo, - e anche tu sei intatta... cara Amelia...)
Quest'ultimo verso lo rivolse alla sua sciarpa, che fedelmente era rimasta attorno al suo collo per tutta la convalescenza già attraversata.
Toccandola, Rukio fu assalito da preoccupazioni: era chiaro che, da quel punto in poi, avrebbe dovuto affrontare altri nemici pericolosi quanto se non di più di Slade, e ciò voleva dire che davanti alla realizzazione del suo desiderio si poneva un ostacolo di cui non era possibile garantire la sua eliminazione.
- (Quel mostro... Se non fosse stato per noi non so come sarebbe andata a finire. Non mi giustifica dal mio comportamento, ma non è qualcosa che un normale Kodamon potrebbe affrontare, e a malapena ne siamo usciti vincitori da quello scontro. Devo diventare più forte! - pensò stringendo il pugno destro, - non permetterò che un abominio del genere rovini questo mondo meraviglioso! Mi aiuterai anche tu, non è vero Amelia?)
Come al solito, la Sciarpa dell'Armonia non diede segno di risposta. Chiudendo gli occhi in segno di rassegnazione, provò a posizionarsi con le braccia vicino al cuscino, dove di fianco erano posizionate due stampelle di metallo con sopra un bigliettino di carta.
"So bene quanto ti piaccia uscire dal balcone e assaporare l'aria fresca la mattina. Spero che queste possano esserti utili nyan!"
- Sylveon
Fece un sorrisetto nervoso, realizzando il motivo della sua coda lucida.
- (Porca miseria... mi pareva strano.)
Il pokémon Emanazione prese le stampelle, preparandosi per camminare.
- (Sylveon-chan... se non ti conoscessi, mi sarei già adoperato per un'ordinanza restrittiva...)
Si alzò dal letto, uscì sul balcone e fece un respiro profondo. A mezzogiorno l'aria era meno fresca del mattino, ma non gli dispiacque sentire un caloroso sole scaldargli il viso sopito, mentre veniva bagnato da un'aria ventilata.
- Vorrei essermi svegliato prima, ma anche questo non è male... Chissà se anche tu stai guardando questo sole, Amelia...
Riaprì gli occhi, rivolgendoli all'orizzonte mentre stringeva la sciarpa a sé.
- Vorrei... Lasciarmi cullare dal vento e godermi le nuvole, le stesse che vedevamo insieme scorrere per il cielo di Borgo Quieto. Vorrei che il sangue di queste ferite non sporcasse il futuro del nostro sogno, ma credo di non poter fare altrimenti in questa situazione...
Uno spiffero di brezza gli accarezzò la nuca, facendo muovere al vento le sue orecchie.
- Stai tranquilla, - disse di nuovo abbassando lo sguardo verso il velo blu e verde, - non ho intenzione di arrendermi. Continuerò a combattere, perché questo mondo permetta ai Kodamon di esplorare le bellezze dell'avventura senza avere paura di pericoli e minacce.
Un altro soffio d'aria lo richiamò di nuovo al bel paesaggio che si trovava di fronte, costringendolo ad alzare di nuovo il suo viso.
- C'è la farò... riuscirò a realizzare il tuo sogno! E...
La vista del sole chiaro, il ricordo della sua solenne promessa: l'espressione del piccolo ma forte licantropo divenne decisa e seria, come se le prossime parole dovessero essere dichiarate con fermezza, davanti alle stesse nuvole tanto care alla sua dolce compagna.
- Tu... sarai qui con me quando ci riuscirò. Troverò un modo per riportarti qui, accanto a me. Il tuo viso solare... il sorriso allegro che solo tu sapevi darmi... Farò in modo di rivedere questa luce!
Qui, il suo sguardo si chiuse in una malinconia rassegnata, portata dall'oggettività dei fatti. Sebbene le sue emozioni dicevano che ce la poteva fare, la sua mente sapeva bene di quanto fosse impossibile un desiderio del genere. In quel momento di debolezza, non poté fare a meno di cambiare il tono, tenendosi stretta la mano sinistra sul cuore.
- Andrei in capo al mondo... Vorrei tanto rivederti. Almeno... solo per poterti riabbracciare ancora una volta... Amelia...
- Ma che teneroni che siamo... Il Kodamon più temuto della Terra dell'Acqua passa il tempo a romanticare alla finestra!
A sentire quella frase, il Riolu girò la testa verso destra.
- Tsk-Tsk... Dovresti scegliere con più attenzione le parole da usare, quando parli da solo...
Sul lato destro del balcone, uno sguardo felino guardava Rukio con fare malizioso e provocatorio. Weavile era lì, seduta a gambe incrociate con il braccio destro a sostegno della testa, spettatore del monologo malinconico del piccolo licantropo. Il capitano del team Skyriders ci mise un po' a realizzare la situazione, rimanendo immobile a fissare i suoi occhi con una faccia senza espressione.
Quando si rese conto di ciò che era successo, gridò spaventato.
- WAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!
Cadde all'indietro, tornando all'interno della stanza e sbattendo la testa contro il pavimento.
- OUCH! C-che male...
- Fufu... Certo che ti fai impressionare facilmente... - disse la felina.
(ost Around 8)
https://youtu.be/A7FL78qXG0U
- C-C-CHE DIAVOLO CI FAI QUI?!?!? C-C-COME SEI ENTRATA?!?!?!
- Saltando dai tetti, - rispose seria, in piedi sul cornicione del balcone, - in questi casi la mia specie ha delle capacità molto utili.
- TI SEMBRA IL MODO DI ENTRARE NELLA MIA STANZA?! PER DI PIU' DA MALATO?! MA CHE TI DICE IL CERVELLO?? - Disse con le guance arrossate dalla vergogna.
- Come ti chiamavano? Rakujitsu no Senshi? L'unica cosa che è calata è il tuo bel culetto sul pavimento (*). Uff... Sei proprio inguardabile...
- S-SE VENUTA AD ISTIGARMI O HAI UN MOTIVO PER ESSERE QUI!?!?
La Lamartigli fece uno sbuffo di rassegnazione, consapevole del fatto che non avrebbe potuto giocare con lui.
- E io che volevo continuare la nostra bella chiacchierata... Certo che non si può proprio iniziare un discorso che te capisci subito il secondo fine, eh? Chissà che noia nel vostro mondo...
- N-non è difficile da intuire... - Disse distogliendo lo sguardo, - Non parli con me volentieri...
- Non hai tutti i torti...
Entrò nella stanza, avvicinandosi al corpo del piccolo licantropo caduto. I suoi passi furono così leggeri che non si sentirono nemmeno.
- Non sono qui perché voglia aiutarti o simili, - continuò, - ma ho delle informazioni riguardanti tu sai cosa.
- N-non so di cosa tu stia parlando...
Weavile si accucciò verso il pokémon Emanazione, faccia a faccia, incrociando le braccia sulle ginocchia.
- Sarò anche solo un Kodamon in confronto a te, signor umano. Ma, al contrario tuo, invece che di testa preferisco andare d'istinto. In certe situazioni è molto più veloce di elaborati piani e seghe mentali.
Allungò le unghie sul petto del piccolo licantropo, muovendole lentamente. Il freddo proveniente da esse fece accapponare la pelle all'eroe.
- Dopo aver ottenuto quello che cercavo, ho sentito che dovevo riferirlo a tutti, a te in particolar modo. Ma poi sono venuta qui ieri pomeriggio, e mi hanno detto che eri in una condizione tale da rimanere a letto una settimana.
Spostò le sue unghie sul mento, tirandolo in sù e avvicinandolo alla sua faccia.
- Visto che Ampharos e Mawile non mi hanno voluto dire niente, ho pensato di tenermi l'informazione e di riferirla solo a te. In cambio... voglio che tu mi dica qualcosa di più. Mi pare equo, no? Io do una cosa a te... e tu in cambio, la dai a me.
- (Mawile sta mantenendo la parola...) - Pensò lui, noncurante delle parole della felina.
- Cos'è quella faccia? Mi stai ascoltando?
- D-difficile darti retta quando piombi così all'improvvis-
La Lamartigli, senza lasciarlo finire, allungò gli artigli della mano destra con dell'aura bianca, trasformandoli in Lacerazione.
- S-sono tutt'orecchi! - Disse subito il piccolo licantropo, capendo l'antifona.
- Vedo che ci capiamo...
Weavile ritrasse le unghie alzandosi da terra, mentre il piccolo licantropo tirò un sospiro di sollievo.
- Fiu...
- Allora... comincia a cantare. Sarà meglio che tu dica la verità in merito a quelle ferite. Non ci credo che è bastato un semplice squilibrato a ridurti così.
Rukio non rispose subito: non sapeva minimamente se raccontare davvero tutto al capitano del team AWD, oppure tenere la bocca chiusa.
- (Non posso certo dire qualcosa se gli altri stanno facendo del loro meglio... Ma... Quale informazione avrebbe Weavile che potrebbe essermi utile?)
- Ehi! Ancora?! Sto parlando con te!
- A-AH?
- Non capisco come facciano i tuoi compagni a sopportare questi tuoi momenti di coma! E' snervante vedere un Kodamon ignorare bellamente con quello sguardo che dice "cosa fare, cosa non devo fare"! E' sì o no! Fine!
- (Vediamo se riesco a sviare il discorso) C-come mai sei così disponibile? Non è da te volermi dare una mano...
Il Riolu conosceva abbastanza bene lei da immaginarsi che quel "favore" che gli stava rendendo sarebbe stato da restituire in qualche modo. Non era assolutamente una domanda fuori luogo: fu più che comprensibile concedere una risposta anche se la felina capì subito il vero motivo di quella richiesta.
- Svii il discorso, eh? Non arrivo a questi livelli di stupidità...
Il piccolo licantropo rimase in silenzio per qualche secondo osservando la Lamartigli. Nonostante la voglia di chiudere l'argomento, non aveva intenzione di venire meno a ciò che si era imposto. Non bisognava farne parola con nessuno, anche a costo di prendersi qualche graffio dalla pantera nera lì davanti.
Passò qualche secondo, prima di riprendere il discorso per mantenere al patto fatto.
- Senti... - esordì, - vorrei dirtelo... davvero. Ma-
- RUKIO!!
Tuttavia, non riuscì a finire in tempo la frase: nel mentre che stava parlando, Dedenne spalancò la porta furiosamente.
- RUKIO!! E' SUCCESSA... UNA COSA... ANF...
- (Come fa ad urlare con il respiro affannato?)
- Ehi Dedenne, - disse Weavile, irritata dall'interruzione, - Io e la palla di pelo stavamo avendo una conversazione completamente confidenziale. Potresti tornare più tardi?
- N-non ascoltarla Dedenne! D-dimmi pure.
- EHI! - Esclamò la Lamartigli.
- S-SHINSO... S-SHINSO...
Incuriosita, la gatta ladra rivolse alla pokémon Antenna uno sguardo tagliente.
- Cosa? Finalmente la lucertola gli ha tagliato la gola? Quella ranocchia doveva pur imparare in qualche modo a stare zitto...
Dedenne, piuttosto che dare corda alla sua voce affannosa, decise di sputare tutto d'un fiato saltando le spiegazioni.
- LA SITUAZIONE E' SERIA! E' NELL'ARENA SOTTERRANEA, SVENUTO, E NON RIUSCIAMO A FARLO RINSAVIRE! KENJI E' FERITO, ED E' RICOPERTO DI SANGUE!
https://youtu.be/rayoPyKFz3E
Nel giro di un secondo, l'espressione di Rukio divenne terrorizzata, come se davanti a lui fosse morta la sua amorevole madre. Non ebbe nemmeno un attimo d'esitazione: al finire della frase della topina elettrica, il dolore nelle gambe sparì, e si mise a correre in direzione dell'arena sotterranea del GIK.
Tuttavia, dopo nemmeno esser sceso dal primo piano, il capitano del team Skyriders cadde a terra, con le gambe pietrificate che non davano segno di risposta.
- U-urgh... M-maledizione...
Weavile lo raggiunse qualche secondo dopo: prima di parlare, fece una risata arrogante.
- Eheh... Solo un piano? Sei proprio ridotto male...
Il Riolu non rispose: cercò in tutti i modi di avanzare verso il piano successivo, strisciando con i gomiti malridotti.
- Tsk! Sei inguardabile! Pensi davvero di arrivare intero da loro?
- N-non... importa... - rispose, continuando a strisciare.
- Che rottura... C'è un limite a tutto...
Senza proferire parola, la felina afferrò il pokémon Emanazione per la schiena, per poi caricarlo sulle spalle a cavallina.
- Oggi faccio un'eccezione, palla di pelo. Non farci l'abitudine!
Senza perdere tempo, la Lamartigli riprese la corsa, tenendo salde le gambe del ferito.
- A-ahia! F-fai piano...
- PRIMA NON TI IMPORTAVA! NON ROMPERE I C***NI!
Nel mentre che scendeva, la felina incrociò i suoi scagnozzi, che erano rimasti nell'atrio in attesa del capo.
- S-SIGNORA WEAVILE! D-dove...
- A DOPO LE SPIEGAZIONI! SEGUITEMI!
Il team AWD, assieme a Rukio e Dedenne, scesero i due piani sotterranei della sede del GIK, fino ad arrivare all'entrata del colosseo. La porta massiccia di legno era già stata aperta, e si sentivano dentro dei pokémon discutere preoccupati.
- Ci siamo quasi. Spero che questo trambusto non sia per niente Dedenne. Non mi piace fare la babysitter.
- PENSI CHE MI DIVERTA A CORRERE COSI' ? PRIMA DI CONTATTARE VOI HO CONTATTATO IL TEAM HUG HUG E AMPHAROS. SONO GIA' SUL POSTO!
- (Shinso... Kenji... Vi prego... Fa che stiano bene...)
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Centosettantesimo anno del drago, 11.20. E' necessario tornare un attimo indietro nel tempo prima di proseguire con la nostra storia.
- Che seccatura... Era proprio necessario venire fin qua?
Shinso aveva portato Kenji nell'arena sotterranea del GIK, insistendo fermamente nell'accompagnarlo senza rivelargli cosa avesse in mente di fare. Non era da lui avere l'iniziativa di andare in quel luogo: di solito la routine stabiliva che fosse lo spadaccino a trascinare con la forza il ninja, visto che era l'unico pokémon con cui poteva impegnarsi e divertirsi in quella sede esplorativa. All'inizio si stupì di tale richiesta, ma la curiosità di tale comportamento lo spinse a chiedere spiegazioni successivamente, conscio del fatto che, forse, nemmeno gli avrebbe risposto prima.
Si era già immaginato, tuttavia, che molto probabilmente centrava qualcosa con quello che era successo due giorni fa e della discussione avvenuta all'ombra della quercia di Borgo Quieto.
Il Frogadier era al centro dell'anfiteatro, con le spalle rivolte verso il Grovyle, che era distante quattro metri da lui.
- Non siamo qui per allenarci, giusto? - Esordì il Legnogeco.
La Schiumorana non rispose subito: rimase in silenzio, mentre stringeva a sé la borsa dell'esploratore.
- Ehi. Se hai qualcosa da dire lo sai che puoi farlo, con me. Prima ti toglierai questo peso, prima potremo gettarlo via.
Aveva preso una decisione, forse la prima dopo aver passato tanto tempo la sua vita nell'ombra. Quella stessa risolutezza lo fece girare verso il compagno, facendo un cenno affermativo nei suoi confronti.
- Sì... Oggi niente allenamento.
- Se non è per allenarsi... allora perché?
Shinso abbassò lo sguardo verso il terreno.
- Non... non sono sicuro di cosa possa succedere, quindi ho preferito venire in un luogo sicuro prima di farlo.
- Di cosa stai parlando? Sbrigati e dimmi cosa vuoi fare!
Rialzò il viso verso il suo compagno, assumendo un'espressione seria.
- Sai... Dopo ieri... dopo tutto quello che abbiamo parlato, ho preso una decisione.
- Uh?
- Voglio... Voglio essere utile. Voglio rendere al capitano tutto quello che ci rende ogni giorno, permettendoci di fare parte della sua squadra. Voglio che possa contare su di noi nel momento del bisogno. Non voglio... seminare il terrore con me stesso... - disse, distogliendo lo sguardo, - ma... sono stufo di non poter fare nulla!
- Che stai dicendo? Nessuno ha detto che sei inutile. Perché dici cose così banali...
- Ho bisogno del tuo parere, Kenji - chiese improvvisamente, non calcolando la domanda del compagno.
- Uh? Su cosa?
- Ho riflettuto a lungo. Ho bisogno di un tuo parere prima di prendere azione. E' una domanda che mi assilla... da quando siamo usciti da quella grotta.
- (Cosa gli sta prendendo? - Si chiese confuso lo spadaccino, - Prima la lunga pensata, poi lo scoppio in lacrime: c'è un momento della giornata in cui riesca a stare tranquillo? Che seccatura...) Di cosa si tratta?
- Secondo te... Perché il capitano era l'unico in grado di poter colpire il golem d'ombra?
- Uhm... Quello... Non saprei cosa risponderti, sinceramente.
- (Quando mai lo sai, dannata lucertola...) - pensò avvilito.
Kenji si diede una grattata alla testa, provando a sforzarsi di dare una risposta esaudiente.
- Forse... I nostri attacchi non facevano per lui. Abbiamo delle tecniche simili: entrambi usiamo fendenti, sebbene tu abbia anche altro tipo di mosse come Idropulsar. Forse non è possibile tagliare un'ombra, e nemmeno colpirla con attacchi elementali.
- Anche io ho avuto un pensiero simile. Per i miei attacchi sembra una conclusione con qualche validità: il mio "stile" non si basa molto sulla forza, ma più sulla velocità, la rapidità e l'imprevedibilità dei miei attacchi. E' normale che contro un colosso del genere senza un cervello non abbiano avuto effetto. Ma... i tuoi? A meno che non hai giocato come al solito, non credo che quegli attacchi avrebbero lasciato illeso qualcuno di normale... Penso che la potenza non sia la risposta alla domanda.
- Stai andando troppo per le lunghe... Taglia corto, o potrei non riuscire più a seguirti...
Un senso di irritazione pervase la mente della Schiumorana.
- (Dimenticavo con chi sto parlando... Vediamo di andare con ordine, o potrei fargli del male...) Non ci vorrà molto: cercherò di farti ragionare il meno possibile. Passo dalla più semplice: hai presente come noi Kodamon creiamo attacchi?
- Urliamo ai quattro venti i nostri attacchi e poi colpiamo?
- (SACRIPANTE! IDIOTA DI UNA LUCERTOLA!)
Lo avrebbe strangolato, ma si trattenne per il bene della riuscita della sua operazione. Fece uno sbuffo di rassegnazione, per poi inspirare dell'aria profondamente.
- Maledizione a me... Vedo che dovrò spiegarti un bel po' di cose. Se ti dico Konsoku (*) e Shizensoku (*) ti viene in mente qualcosa?
https://youtu.be/xaJnPv18r70
- Ah, quello... E' il discorso di come si crea il Meisoku? Quando il capo ha voluto spiegarmelo non ci ho capito molto...
Era come parlare con un muro: tutto ciò che non aveva a che fare con i combattimenti non era d'interesse per il Legnogeco.
Shinso non poteva in alcun modo, davanti ad un pokémon del genere, mettersi a spiegare il discorso della creazione dell'aura e di come quegli esseri viventi particolari creavano quelle che, io e te, conosciamo come "mosse".
Solo per te dunque, mio caro lettore, mi terrò da parte un po' di spazio per non lasciarti brancolare nel buio.
Il Meisoku non era un'entità unica, ma un flusso di energia spirituale generata dall'unione di altri due elementi, appunto il Konsoku e il Shizensoku.
Il primo significa letteralmente "Respiro dell'anima" e rappresentava il flusso scaturito dall'anima del pokémon, che assumeva forma grazie all'intelletto e alle emozioni del proprio utilizzatore. Più forte era ciò che si cela dentro il cuore dell'individuo, maggiore l'entità di questa forza. Questa era il principio dell'immaginazione del pokémon, che veniva sfruttata per creare attacchi e potersi concedere azioni che, solo fisicamente, questo non sarebbe stato in grado di fare.
Il secondo, invece, si traduce come "Respiro della natura", ed era, a differenza del Konsoku, il flusso che proveniva dall'ambiente circostante, appunto dalla "natura". Al contrario di quello che si può pensare, la forza di un pokémon non nasceva solo da sé: ogni pokémon, con diversa capacità, era in grado istintivamente di trarre forza dall'aria, dall'acqua, dalla vegetazione, e da ogni altro elemento naturale, proprio come un animale è in grado di diventare più abile nel suo territorio.
La foca si trova a proprio agio nelle acque gelide, mentre magari il piranha congelerebbe. Il leone è imbattibile nella savana, mentre magari in città non saprebbe come orientarsi.
Questa "energia naturale" faceva sì che quasi tutti i pokémon fossero in grado di controllare ed incanalare in sé stessi una forza in grado di potenziare il proprio corpo e le proprie capacità. Sottolineo il quasi, perché c'erano delle eccezioni, ma prima di elencarle è necessario passare alla formazione degli attacchi.
Per creare un attacco, i pokémon usavano una combinazione di queste due energie: il Konsoku regola la potenza e il controllo sulla mossa, il Shizensoku il suo tipo e le sue caratteristiche naturali. Ovviamente, lo Shizensoku utilizzabile dal pokémon dipendeva dalle sue caratteristiche naturali: un pokémon di tipo Acqua di norma era ben disposto a raccogliere energia dall'acqua e dal vapore circostante, mentre un tipo Terra dalla terra stessa. Un tipo Fuoco avrebbe delle difficoltà ad usare una mossa d'Acqua, così come un tipo Erba ad usare una mossa di tipo Ghiaccio.
Tra le eccezioni, è giusto che ti elenchi il tipo Lotta, visto che riguarda il nostro Rukio, il capitano del team Skyriders: il tipo Lotta, tra i tipi di pokémon, era quello naturalmente mal disposto a controllare lo Shizensoku.
Questo formava un handicap, perché restringeva la variabilità delle mosse utilizzabili e costringeva il pokémon ad affidarsi principalmente alla propria forza di volontà e alla propria capacità fisica. Tuttavia, ciò poteva anche essere anche un vantaggio, sotto un altro punto di vista: se lo spirito combattivo e la vitalità del pokémon erano forti, ciò influenzavano direttamente la completezza della mossa, permettendo un allenamento più rapido sul controllo e la potenza di questa, al contrario del caso in cui si sarebbe dovuto utilizzare anche l'energia naturale.
- Lasciamo perdere... - disse la Schiumorana, - ti dirò solo questo: gli attacchi del capitano sono per la maggior parte fatti di "anima" : lo spirito è direttamente legato alla sua volontà e alle proprie emozioni. Per noi due, invece, il concetto è diverso: siamo un tipo Acqua e un tipo Erba, quindi per le nostre mosse dobbiamo anche usare la "natura". Questo è ciò che differenzia i nostri attacchi da quelli del capitano.
- Stai dicendo che io non ho messo "anima" ? Che non mi sono impegnato?
- No. Sto dicendo che il capitano riusciva a colpire il golem perché i suoi attacchi esprimevano appieno i suoi sentimenti. Considerando la sua un'anima benevola, volta alla giustizia, probabilmente ha creato una situazione di vantaggio contro un essere fatto di pura malvagità. Tu non sei un santo: ti piace combattere, sei sanguinolento, e i tuoi attacchi non sono fatti puramente di "anima", quindi non avevano effetto sul golem, mentre il bene e lo spirito di sacrificio del capitano era come se fossero del veleno per lui. Se consideriamo che quella cosa era alimentata dalla cattiveria di Slade, è più che naturale pensarla così.
All'idea di non poter godere di uno scontro letale, Kenji si innervosì un po'.
- Mi stai dicendo... Che l'unico modo per affrontare quel mostro è non gioire più di un combattimento? Te lo puoi anche scordare!
- CRETIN! FAMMI FINIRE IL DISCORSO! - Sbraitò all'ennesima dimostrazione di cocciutaggine del compagno.
Per evitare di litigare successivamente, tossì rapidamente, per poi riprendere subito.
- Ehm ehm! Quello che voglio dire e che abbiamo solo due strade. O il capitano diventa più forte e può affrontare il colosso da solo, o noi troviamo un modo per affrontarlo a nostra volta! E' chiaro che è lo spirito che riesce a colpire il golem. Quindi, o riusciamo ad utilizzare più "anima" nei nostri attacchi, o troviamo qualcosa di simile al golem per attaccarlo.
Il Grovyle si grattò la testa con la mano destra, segno che forse aveva una mezza idea di ciò che passava per la testa del suo compagno.
- Uhm... Credo... Di aver capito, forse. Non so cosa centri questo... "più anima"... ma credo che sia correlato a come creiamo gli attacchi, da come ne parli. Se siamo abituati ad un modo, però, non credo sia possibile crearne un altro all'improvviso. Dovresti saperlo bene.
Alludeva, probabilmente, al fatto che Shinso non si poteva discostare più di tanto dalla sua formazione di ninja. Il pensiero fece tremare leggermente la ranocchia.
- Penso che la seconda scelta sia più fattibile, continuò il Legnogeco, - anche se non ho idea ancora di cosa tu abbia in mente. Hai detto di considerare quel probabile mostro come qualcosa di estremamente malvagio. Quindi... invece di estremamente buoni, dobbiamo essere estremamente cattivi?
Shinso esitò a continuare il discorso. Non era ancora sicuro di quello che stava per fare, soprattutto per il fatto che non sapeva come avrebbe reagito il suo compagno, davanti a quella proposta. Quindi, per una volta, si immedesimò nell'incorreggibile spadaccino, preferendo passare ai fatti, piuttosto che alle parole. Dalla borsa che si era portato dietro, il ninja fifone tirò fuori il Veloscuro di Slade. Alla vista di quell'oggetto, lo sguardo del Legnogeco si incupì, provando una brutta sensazione.
- Ehi ehi. Perché hai tirato fuori quello?
Sembrava stupido, ma in realtà ciò era una manifestazione della sua pigrizia. Pensando all'ultima frase detta dalla Schiumorana e al suo modo di comportarsi, non ci volle molto per comprendere la ragione della sua convocazione: nel momento in cui comprese a grandi linee le intenzioni del Frogadier, il suo volto cambiò enormemente, dalla non curante faccia da pesce lesso a quella un gatto spaventato, inghiottendo in gola un groppone di saliva.
- N-non ci credo... N-non vorrai mica...
Il compagno lo guardò negli occhi: si intravvedeva la paura riflessa del Grovyle stesso, ma al medesimo tempo, questi avevano la sfumatura di voler andare fino in fondo.
- Sì.
- S-sei impazzito? N-non che abbia paura ma... Slade ha perso conoscenza mentre lo usava. Tu... Sei sicuro di...
- E' per quel motivo che ero titubante. Se non possiamo combatterlo, ho pensato di usare un altro golem per combattere contro di lui. Non so quanto possa essere efficace visto che tendenzialmente... non ho un briciolo di malvagità in me, quindi invece che un golem probabilmente produrrò un nano! Cracra!
Nervoso per la sua stessa intenzione, aveva provato a buttare sul ridere la faccenda. Neanche lui capì perché l'aveva fatto. Dopotutto, sapeva bene che non avrebbe funzionato con il suo compagno di una vita: questo sapeva bene qual era il pericolo di quell'azione.
- Sei... sicuro?
- Te l'ho detto... non è questione di essere titubanti o meno. Lo so... Lo sai anche tu, cosa sono in grado di fare. Ed è per questo che ho chiesto a te, il mio migliore amico. Così come tu sai di me... io so di te. E so anche... che se dovesse succedere qualcosa...
Lo spadaccino assunse un tono serio.
- Io... Dovrò fermarti?
- Se necessario... sì.
L'espressione del Grovyle non era quella sua solita di fredda serietà: si leggeva un velo di compassione, quasi come se fosse dispiaciuto che il suo stesso compagno si fosse ridotto a tanto pur di rendersi utile al team.
Non era convinto di ciò che il Frogadier gli stava proponendo, ma allo stesso tempo comprese il suo desiderio, ed era malinconicamente meravigliato che, finalmente il suo compagno, abbia deciso di provare ad uscire dalla sua prigione, nella speranza di avere un cambiamento. Potevano essere mille i contro: in quel momento, l'unico bagliore di speranza era ciò che guidò il Legnogeco ad aiutare il compagno.
In fondo, anche lui trovava ingiusto che Rukio dovesse caricarsi tutto quel peso, soprattutto dopo che si era ridotto ad un manichino per fermare Slade. Se la minaccia che incombeva su di loro era costellata da esseri simili, non potevano permettere che il loro mentore fosse lasciato al suo destino. Se c'era la possibilità di aiutarlo davvero, era loro dovere trovare una soluzione.
- Allora? Ci stai? - Chiese il compagno Schiumorana.
Prima di rispondere, chiuse gli occhi, accettando l'idea come un atto di fede.
- Uff.. e va bene... Però... Prima che tu faccia qualcosa fammi scaldare un attimo. Non sono completamente convinto che sia la cosa giusta, ma... se in questo modo possiamo combattere con il capitano, vale la pena tentare, - disse, mettendosi a fare nel mentre stretching con le braccia, - cerca di non fare casini, però. Appena vedrò che qualcosa sta andando storto, ti metterò K.O. senza discussioni. Anche se dovessi romperti qualche osso.
Shinso non rispose a parole. Chiuse gli occhi felice, esprimendo la sua gratitudine nei confronti della lucertola verde con un sorriso.
- (Grazie, Kenji. Sono contento di averti al mio fianco.)
Senza perdere altro tempo, o forse più per togliersi il peso della sua stessa decisione il prima possibile, prese il Veloscuro dalla Borsa dell'Esploratore.
- Facciamolo!
Non appena prese la sciarpa in mano, un riflesso rosso attraversò le sue scritte cremisi, con la stessa movenza di onde su un lago create dal lancio di una pietra, trasmettendo inquietudine al Frogadier.
Deglutì istintivamente, per poi fare un respiro profondo per tranquillizzare il suo animo. A questo rito speciale, passò poi ad un urlo di battaglia per auto-convincersi.
- NON SI TORNA PIU' INDIETRO! EN GARDE, VELOSCURO!
La indossò senza pensarci ulteriormente, legandola intorno alla sua fronte come una bandana, facendo un unico nodo. Nello stesso istante in cui fece quel movimento, il suo compagno Kenji si mise in guardia, creando due Fendifoglia sulle sue braccia.
Egli era talmente teso ma concentrato che in quel momento qualunque movimento anomalo avrebbe potuto scatenare uno dei suoi "Senkendō".
Lo stesso valeva per Shinso: in caso l'energia oscura fosse stata tale da risultare insopportabile, d'istinto si sarebbe tolto la sciarpa, senza pensarci due volte. Come ulteriore precauzione, aveva annodato il velo lasciando l'unico nodo morbido, in modo che, nel caso peggiore, si sarebbe potuta presentare la possibilità che il Veloscuro fosse caduto dalla sua testa, prevenendo un disastro.
Rimasero fermi a guardarsi negli occhi, cercandosi a vicenda nella pericolosità del momento, sentendo entrambi il bisogno di rimanere in guardia per tutto il tempo.
Passò un minuto netto in quella situazione di tempestosa immobilità. Non accadde nulla: niente golem d'ombra; niente aura oscura; niente di niente.
- N-niente? - chiese il Frogadier.
- Sembrerebbe di no.
- E'... Strano. Ero convinto che almeno qualcosa sarebbe successo.
- Si vede che, come avevi detto tu, non hai abbastanza "Malvagità". E' una seccatura che sia venuto qui per niente, ma almeno... sono sollevato, se devo essere sincero - disse interrompendo i Fendifoglia, - forse è meglio così. Ci abbiamo provato, almeno.
La Schiumorana fece uno sguardo rassegnato e triste.
- E' un peccato. Mi spiace di averti fatto perdere tempo inutilmente... dopo tutto i discorsi che ho fatto...
- Non è stato tempo inutile, - commentò lo spadaccino.
- Uh?
- E' la prima volta, dopo tanto tempo, che ti vedo così determinato in qualcosa. Sono sollevato: se continuerai così, forse riusciremo ad andare avanti.
L'espressione rassegnata mostrò nuovamente un altro sospiro, questa volta di soddisfazione. Era vero: dopo quella decisione, la sensazione di poter cambiare era finalmente arrivata alle sue porte, ed era stato pronto ad accoglierla a braccia aperte. Decise di chiudere lì quell'esperimento, e si portò le zampe alla propria testa.
- Hai ragione! Ti ringrazio, amico mio. Vorrà dire che dovremo trovare un altro modo per aiutare il capitano! Questa volta, sono pronto a-
Non appena mise le mani sul Veloscuro per sciogliere il nodo da dietro la fronte, la sua faccia cambiò bruscamente espressione: dalle quelle pupille vuote sembrò che Shinso fosse sparito all'improvviso.
- Ehi, Froggy. Tutto bene?
Cominciò a respirare affannosamente a bocca aperta, tenendosi con le mani la nuca come se volesse scavarvi al suo interno.
- Ehi! Shinso! Che succede?!
(ost shadow masquerade)
https://youtu.be/AHjtUROXW3U
Il suo cervello non riusciva a percepire nulla di tutto ciò che gli stava attorno.
Era terrorizzato: tutto il suo corpo tremava come una foglia.
Il peso della sua terribile paura fu tale che le gambe si fletterono in avanti leggermente, mentre i palmi delle sue mani premevano forte sulla fronte.
Nella sua testa galopparono furiosamente ricordi orribili della sua infanzia, in quel lontano villaggio segreto.
Rabbia, violenza, distruzione: il povero ninja stava agonizzando in un dolore perpetuo e dilaniante, paragonabile al più atroce degli inferni. Sentendo che qualcosa non andava, il Grovyle si avvicinò al compagno, appoggiandogli le mani sulle spalle e cercando di farlo rinsavire.
- OH C***O! SVEGLIATI! SHINSO! CHE TI STA SUCCEDENDO?! SVEGLIATI, C**ZO!
Nel mentre, il corpo della Schiumarana rilasciò un Meisoku oscuro, di un nero più profondo di quello che aveva manifestato nella Caverna del Tartaro Slade. Un dolore atroce toccò le mani del Legnogeco, che fu costretto a mollare la presa.
- U-urgh!
L'aura era talmente densa da riscaldare l'ambiente circostante, rendendo l'arena un gigantesco forno a pietra. La mente di Shinso era sul punto del collasso: iniziò a delirare, in preda al panico.
- N-no... N-no ti prego... N-no... No...
La sua paura più grande ritornò a galla: in quel villaggio sperduto, vi era una figura famigliare, dipinta del viscido e ferroso liquido vermiglio.
- No no no no no no no no no no no NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NONONONONONONONONONONONONONONONONONONONO! ANIJA! ANIJA! ANIJAAAAAAAAAAA!!(*) NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dopo quell'urlo di dolore, venne rilasciata un'onda di energia nefasta, che fece cadere nel buio più totale l'intera arena, respingendo Kenji.
- U-URGH!
Questo, però, non si fece intimorire: piantò le sue gambe al suolo e creò ancora una volta i Fendifoglia.
- (Devo fermarlo! Ora!) MI DISPIACE, SHINSO! FENDIFOGLIA!
Il Legnogeco si lanciò a tutta velocità verso il suo compagno per fermarlo, come si era promesso di fare. Tuttavia, il corpo in agonia della Schiumorana rilasciò un'altra onda d'urto inarrestabile, forte quasi quanto l'aura di Rukio, che dilaniò la sua pelle come mille lame.
- G-GRAAAAAAAAGH!
Lo spadaccino venne buttato sui bordi dell'arena, sbattuto sulla roccia dalla pressione di quel potere spaventoso. Al contatto con la schiena sulla parete, sputò sangue dalla bocca, finendo sul punto di svenire. Cercò in ogni modo di resistere, ma fu tutto inutile: non riuscì a reggere la violenza di quel colpo, nemmeno con la sua forza di volontà.
- S-s-shins-so...
Svenne senza proferire altre parole se non il nome del suo compagno, chiudendo lentamente i suoi occhi, mentre il Meisoku Oscuro continuava a fluire per tutta l'arena. Quando il Grovyle collassò, il ninja emise un'ultima onda d'urto, facendo tremare l'intera sede del GIK.
Dopodiché, egli cadde a terra sulle ginocchia, con le pupille bianche, completamente privo di ogni volontà.
Quei ricordi che aveva cercato inutilmente di sopprimere, tornarono a galla con la stessa intensità di un fiume in piena, che lo travolsero senza lasciargli via di scampo. La sua fragile anima fu ferita per l'ennesima volta dal suo orribile destino, che andò a riaprire la gigantesca cicatrice che portava cucita nel suo cuore.
************* NOTE DELL'AUTORE **********************
- Explaining:
1) Il team AWD è stato il primo team a mettere piede nell'Isola Zero, ma senza riuscire ad esplorarla completamente;
2) Le Macchine Tecniche sono strumenti fatte con tecnologie avanzate: permette di far imparare forzatamente, se è biologicamente portato, una mossa ad un pokèmon;
- Legenda:
Konsoku (魂息) : Soul Breath, respiro dell'anima.
Shizensoku (自然息): Nature Breath, respiro della natura.
Kokukatsu no Shū (黒蝎の周): settimana dello Scoprione Nero, Week of Black Scorpion.
Anija (兄者) : Fratello maggiore in modo rispettoso.
- Curiosità:
il gioco di parole di Weavile è facile da spiegare: rakujitsu non vuol dire propriamente tramonto, ma 'sol calante' ;
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