Capitolo 10: Missione Compiuta!


Ci fu qualche secondo di silenzio, e per tutto quel frangente il Combattente del Tramonto e gli spettatori rimasero fermi immobili, come se la Materia Oscura gli avesse fatti diventare di nuovo delle statue di pietra.

Il silenzio fu interrotto dagli alunni di Borgo Quieto, che gridarono a squarcia gola per festeggiare il loro eroe.

- EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!

- GRANDE RUKIO!!!!!!!

- E' finita finalmente!

- Eheh...

Gli scagnozzi, invece, si preoccuparono per il loro leader.

- C-CAPITANO!

- IL GRANDE ROKUJO E' STATO SCONFITTO!

- N-non ci credo...

- E'... stato battuto...

- Fiu... E' finita. Mon dieu...

- Eheh! Il capitano non delude mai...

Rukio era immobile nella stessa posizione che aveva terminato lo scontro con Rokujo. L'aura blu elettrico scomparve, e le parti azzurre tornarono nere, come la cenere di un focolare arrivato alle sue ultime fiamme. Una volta terminato quel processo, si accasciò al suolo, completamente esausto, soccombendo al peso del Blue Dusk, privandolo completamente delle forze.

- RUKIO! - esclamò Pancham preoccupato.

- Tranquillo: è normale. Ci penso io.

Kenji andò a prelevare l'ormai esausto capitano, sollevandolo da terra cercando di mantenerlo in piedi.

- Grazie dello spettacolo, capitano! Finché ci sarai tu a meravigliare il nostro mondo, il cinema Meowth * rimarrà in perdita. Eheh...

- A-ahah...N-non farti s-sentire, - disse Rukio, cercando di rispondere a tono nonostante la stanchezza, - è p-permaloso come p-pochi.

- Rukio! S-stai bene? - Chiese il pokémon Panda, accorso istintivamente verso il suo ex compagno di classe.

- C-ciao Pancham, vecchio mio. S-sto bene, tranquillo. T-tempo di una bella dormita e s-sarò come nuovo...

Tutti i ragazzini di Borgo Quieto fecero per avvicinarsi al loro eroe, per ringraziarlo di averli salvato da quei delinquenti. Tuttavia, Kenji diede cenno di non farli avvicinare.

- Mocciosetti. State lontano da Rukio. In questo stato anche un abbraccio potrebbe rompergli le ossa.

- Parbleu Kenji! Un po' di tatto con questi pargoletti! - Esclamò il Frogadier, - potevi scegliere un altro termine piuttosto che mocciosetti. Sei proprio un cattivone, sai?

- Se non avessi Rukio in braccio verrei lì a chiuderti la bocca...

- Rukio...

Si avvicinò il vecchio Nuzleaf al suo caro amico.

- N-nuzleaf-san...

- Piantala con il san! Sei sempre formale nei momenti sbagliati! I tempi sono cambiati, ma continui sempre a cacciarti nei guai... Ora che non c'è più Amelia devi prendere il suo posto?

Per chi la conosceva, sapeva che Amelia era solita girovagare da sola in angoli dove non doveva andare, finendo sempre in qualche pasticcio che metteva in difficoltà lei o le persone che le stavano vicino. Era una sua caratteristica fastidiosa, ma per le persone che le volevano bene anche questo piccolo difetto creava malinconia.

- Chi lo sà... - fece il piccolo licantropo, con un sorriso sconsolato, - Eheh...

- Ad ogni modo sei stato incredibile! Quando hai imparato a fare tutto questo?

La Schiumorana si spazientì dalla mancanza di tatto del contadino.

- Cough cough! Excuse moi! Il capitano è ferito e ha bisogno di cure! Possiamo muoverci, chiudere la faccenda qui e tornare a casa?

Il Grovyle rispose al compagno per il semplice gusto di provocarlo.

- Se hai così tanta voglia di tornare a casa tornaci da solo! La strada la sai no?

- CHE HAI DETTO, DRAGO MANCATO?!

Rukio aveva la testa che girava, ma fece in modo di riprendere i suoi compagni.

- R-ragazzi... Per favore n-non adesso. Shinso ha ragione: r-riportiamo a casa i ragazzi e spediamo quei furfanti da Magnezone.

- Mon dieu capo... Gli scagnozzi sono ancora liberi di muoversi... Dobbiamo proprio farlo?

Kenji si era completamente scordato degli scagnozzi di Rokujo, talmente gli ignorava per la loro scarsa forza.

- Ah già... Dobbiamo anche spedire quelli in gattabuia.

- Invece di perdere tempo a guardare lo scontro, perché non gli hai messi K.O. e gli hai legati? Adesso dovrai combattere di nuovo!

- "Dovrai"?

- Certainement! Io ho già dato! Vero ragazzi?

Fece per rivolgersi a Duosion. Reduce nello scontro della foresta, si limitò ad una sommessa e timida affermazione.

- S-sì...

- Visto? Persino i ragazzi riconoscono il mio durissimo lavoro! Tu sei stato a ciondolare fino adesso! Su su: ti do il distintivo. Vai a fare il tuo lavoro.

- Non accetto ordini da te...

- EXCUSE MOIì?! MI STAI SFIDANDO?!?!?

I due si lanciarono occhiate di sfida in modo irresponsabile, sotto gli occhi increduli degli abitanti di Borgo Quieto e del loro capitano.

- (Santa pazienza... Se non fossi così abbattuto li picchierei a sangue tutti e due! Ma chi me l'ha fatto fare di prenderli nel mio team... Sono insopportabili...)

A interrompere il loro litigio ci pensò Nuzleaf.

- EHM EHM... Scusate se interrompo la vostra "conversazione"... Ma mentre voi litigavate, gli scagnozzi si sono dileguati. Bel team d'esplorazione che siete!

- COSA?!

- EH? - Fece il piccolo licantropo.

Il pokèmon Scaltro si stupii del fatto che anche Rukio non si era accorto di niente.

- Non te ne sei accorto Rukio?! Come è possibile?!

- O-ora che me lo fai notare...

Kenji e Shinso si guardarono intorno: degli scagnozzi e del corpo esausto di Rokujo non si intravvedeva neanche l'ombra. Nuzleaf era un po' arrabbiato per il fatto che i due compagni avessero preferito litigare piuttosto che assicurare alla giustizia i criminali, ma lui non sapeva che questo non era dovuto ad un errore di distrazione del Grovyle e del Frogadier.

- (Come è possibile?)

- (Fino a che non me lo ha fatto notare Nuzleaf ero sicuro di sentire ancora la loro presenza! Sono spariti nel nulla?!)

- Davvero... Mi chiedo perché siate nello stesso team di Rukio.

Il più preoccupato era proprio il licantropo.

- (Continuo ancora a percepire la loro presenza... Ma è come se avessi la sensazione che tutto ciò sia irreale. Non ho mai avuto una sensazione simile...)

Duosion, che leggeva nella menti del team Skyriders, si preoccupò insieme a loro.

- (Hanno ragione. E' come se fossero spariti improvvisamente...)

- Kenji, - disse il Riolu.

- Dimmi.

- Quel Magmortar... - disse riferendosi a Kazan, - Dove lo hai lasciato?! Non percepisco più il suo Meisoku...

- Anche lui?! - Disse facendo uno sbuffo di irritazione, - Nuzleaf: tieni un attimo il capitano.

Lasciò Rukio nelle mani del Nuzleaf per precipitarsi nel punto in cui aveva lasciato Kazan, precipitandosi all'entrata della Foresta del Consiglio. Sotto l'albero su cui aveva lasciato il Magmortar non c'era né traccia di lui, né del sangue della battaglia.

Non si tolse l'aria da duro, ma si preoccupò in silenzio.

- (Che seccatura...)

Al suo posto c'erano delle bruciature, evidenziate da cenere nera rimasta lì nonostante il vento. La cosa più strana, era che la parte di terra arrostita evidenziava la sagoma del pokèmon Esplosivo: se fosse stato normale fuoco, avrebbe dovuto bruciare anche intorno le radice dell'albero o almeno l'erba tra di esse.

Invece, queste erano rimaste intatte, come se il nemico naturale non fosse stato sofferto minimamente. Una volta finito di ammirare quel sinistro quadro, il Grovyle tornò dai suoi compagni.

- Non c'è più, - disse infastidito, - ho trovato delle strane bruciature nere al suo posto.

Nel frattempo anche Shinso era andato a controllare il luogo dove era stato sconfitto Rokujo.

- Ho trovato anch'io la stessa cosa dove c'era quel bellimbusto, e nei punti in cui erano seduti gli scagnozzi ci sono sempre le stesse bruciature. Mon Dieu: sono spariti nel nulla...

Rukio rimase perplesso. La cosa che gli venne in mente, reduce dal suo passato nel mondo umano tra letture fantascientifiche e manga, credette in una sorta di teletrasporto, che non è raro nel mondo Pokèmon. La novità, forse, stava nel teletrasporto indotto.

- Dunque... Si sono volatilizzati per davvero...

Nuzleaf non comprendeva nulla di ciò che stava accadendo.

- C-come è p-possibile? E' fattibile una cosa del genere?

- A quanto pare sì. U-Urgh!

La fatica dello scontro precedente si faceva sentire.

- Rukio!

- Lasciamo stare capo... - disse il Grovyle , - Credo che tu abbia urgente bisogno di cure prima di qualunque cosa.

- Tranquillo capo. Sono sicuro al 100% di aver spedito quell'ameba in gatta buia per quanto mi riguarda! Faremo a lui le dovute domande. E... Poi devo mostrarvi una cosa quando torniamo al GIK, - disse infine Shinso, posando lo sguardo sulla sua borsa.

- Uff.. Avete ragione. Ma dobbiamo portare prima questi ragazzi a casa. Puoi usare ancora il distintivo per quello?

- Purtroppo no capo, ma ho ancora un'Evadisfera da usare!

- P-perfetto...

Il Frogadier prelevò dalla borsa l'ultima Evadisfera rimanente, per uscire dal Monte delle Rivelazioni e riportare gli ostaggi a casa.

Quella brutta avventura per i ragazzi di Borgo Quieto stava per terminare. Il team Skyriders, mantenendo fede al proprio nome, aveva portato a termine la missione di salvataggio in modo eccellente, anche se si sarebbe potuto fare di più per quanto riguarda gli scagnozzi e il team Ryokushin Rokujo.

Ma, nel cuore del piccolo Riolu, ciò importava relativamente. Probabilmente, anzi, era contento del fatto che Rokujo fosse riuscito a salvarsi: nell'animo suo sperava di rincontrarlo, e di vedere se la lezione impartita fosse servita a cambiare la sua arroganza ed il suo modo di pensare, cercando una risposta davanti al suo complesso di superiorità.

Più di tutto, sperava di rincontrarlo più forte di prima, in modo che lui stesso potesse progredire ad un livello superiore. Era raro trovare qualcuno come lui, sebbene dal lato sbagliato della strada.

Questi pensieri li consegnò al tramonto che stava calando sui pokèmon di Borgo Quieto, in una sorta di solenne preghiera visiva.

Di solito guardare direttamente il sole è una cruda tortura per gli occhi, ma la dolce luce di quel sole rosso accarezzava gli occhi del pokèmon Emanazione come una madre premurosa che rincuora il figlio, dicendogli che i suoi sogni e i suoi desideri sono realizzabili, se uno ci crede veramente.

- (Ryokushin Rokujo... Sono sicuro che questa non sarà l'ultima volta che ci incontreremo. Non sei il tipo da digerire una sconfitta così. Spero solo che tu riesca a trovare un motivo per diventare più forte, come l'ho trovato io).

- A che stai pensando, capitano?

- N-niente...

Kenji sapeva quando il suo capo era sovrappensiero. Ma, vedendo che il Riolu non dava cenno di risposta, decise di lasciarlo perdere.

- Come vuoi...Nuzleaf: dammi la tua mano. Mettila sulla schiena di Shinso. Anche voi piccole pesti. Presto potrete riabbracciare le vostre famiglie.

Tutti i pokèmon toccarono con le proprie mani la schiena di Shinso.

- Bleah! E' viscidissima...

- E' un anfibio! Cosa ti aspettavi?

- Mon Dieu ragazzi! Non ho chiesto il vostro parere sulla mia pelle!

- Ti decidi o no?

Il Frogadier fece una faccia stizzita.

- Quando torniamo in sede facciamo i conti... Evadisfera: ATTIVAZIONE!

https://youtu.be/jersTAF8uyc

Un lampo di luce investì i pokèmon riuniti attorno alla Schiumorana, svanendo nel nulla. Così finì l'avventura sul Monte delle Rivelazioni: svanita improvvisamente così come era iniziata.

Il monte tornò ad essere silenzioso come al solito, con il vento che accarezzava dolcemente gli alberi della Foresta del Consiglio, i quali ricoprirono di foglie i resti della battaglia avvenuta, profumando l'aria di muschio e legno bruciato. Sembrerebbe quasi che il monte si fosse lasciato alle spalle quelli eventi come se nulla fosse, e gli interrogativi che, mio caro lettore, ti sono venuti, non erano di interesse per il dungeon sacro.

Quando il team riportò a casa i ragazzi rapiti, ci fu un bagno di lacrime e applausi a Borgo Quieto: grida di felicità e gioia divampavano per tutto il villaggio, festeggiando i valorosi eroi che avevano salvato la giornata. A ringraziarli venne personalmente Simipour, il preside della scuola pokémon, e Goodra, il neo-sindaco.

- I tempi cambiano, ma gli eroi rimangono! - disse il preside, - sei l'orgoglio del nostro villaggio, signorino Rukio, e soprattutto della mia scuola.

Il Riolu aveva un po' recuperato le forza, abbastanza da poter camminare con un dovuto sostegno. Appoggiato sulla spalla di Shinso, arrossì a sentirsi chiamare signorino.

- H-ho già diciotto anni, signor preside! Dovrebbe smetterla di chiamarmi signorino...

- Eheh! Beh, non ha nemmeno senso che tu mi chiami ancora preside. Certe formalità si tengono più per simpatica amicizia che per altro, non trovi?

- Eheh... Forse... ha ragione, - disse facendo un dolce sorriso.

-Sono contento che tutto si sia risolto per il meglio, - disse Goodra, - Ancora una volta ti dobbiamo un favore!

- Non mi dovete niente. E' mio dovere di esploratore questo!

Anche Kangaskhan si unì alla conversazione.

- Si imbarazza per un nomignolo e fa sempre il modesto: passa il tempo e rimani sempre il monello adorabile a cui tutti vogliamo bene! Vorrei che fossi anche tu mio figlio!

La piccola Kangaskhan nel marsupio disse anche lei la sua.

- E io ti vorrei come mio fratellone!

La faccia di Rukio divenne completamente rossa.

- N-NON DITE QUESTE COSE IMBARAZZANTI DAVANTI AL MIO TEAM!

Kenji e Shinso si misero a ridere.

- PRFAHAHAHHAAH! GUARDA COME E' ROSSO!

- CRACRACRACRA! SI CHIAMA RAKUJITSU NO SENSHI PER UN MOTIVO! CRACRACRACRA!

- Grrrr...

Rukio formò un Ossoraffica con il braccio destro e lo scagliò in testa ai due, dimenticandosi che l'amico Frogadier gli faceva da sostegno. I due compagni caddero al suolo coprendosi la testa per diminuire il dolore, mentre Rukio si accasciò al suolo a causa del mancato appoggio.

- N-non fa male... non f-fa male... - commentò lo spadaccino.

- PARBLEU! CHE DOLORE PAZZESCO!

- B-ben vi sta...

Gli abitanti di Borgo Quieto, davanti alla tenera scena famigliare, si misero a ridere senza controllo.

- PUAHHAHAHAHAHA!

- Sono quasi invidioso del tuo team, Rukio-senpai! Hai davvero dei compagni fantastici con te!

- Sai, Goodra: io ne sono poco convinto...

- Vedo che non riesci neanche a reggerti in piedi. Ti lasciamo tornare a Brusilia senza indugiare oltre! Grazie ancora! E salutami Ampharos quando lo vedi! Manderemo un ringraziamento direttamente alla sede!

Il piccolo capitano stava per ripetere che non ce ne era bisogno, visto che non era nemmeno sotto richiesta ufficiale la missione appena svoltasi, ma era talmente stanco che non aveva più la forza di controbattere, reduce da quell'urlo di prima.

- V-va bene.

- Ehi Rukio,- disse Nuzleaf al pokèmon Emanazione, prima di salutarlo.

- Nuzleaf.

- Sei un vero eroe. Vorrei tanto che Amelia fosse qui a vedere i frutti del tuo impegno... M-mi dispiace che-

- Non ti preoccupare, - lo rassicurò Rukio, che sapeva perfettamente quali fossero le emozioni del Pokèmon Scaltro, - non hai colpa per quello che è successo alla Grotta della Purezza. Nessuno c'è l'ha... Sono sicuro che anche Amelia la pensi allo stesso modo, - disse, stringendo a se la sua sciarpa, - Prenditi cura del villaggio mentre non sono qua, e dell'orto Baccacedro. Se succederà qualcosa fai un fischio: verrò sempre qua in soccorso, senza problemi.

Gli occhi del pokèmon Scaltro, colmi della benevolenza del suo amico, divennero lucidi.

- T-ti ringrazio, - disse asciugandosi gli occhi, - torna quando vuoi.

- Possiamo andare ragazzi. Potresti ritirarmi su Shinso?

- Jesus Christ capo...

Il pokémon Schiumorana, ancora con la testa dolorante, prese Rukio e lo fece appoggiare alle spalle di nuovo. Il team Skyriders si preparò per uscire di scena, lasciando il villaggio.

Gli abitanti, per tutto il tempo in cui potevano scorgere il team allontanarsi verso Brusilia, continuarono a festeggiare gli eroi con grida di gioia ed entusiasmo, lasciandosi alle spalle quella brutta avventura.

Anche il team Skyriders avrebbe voluto lasciarsi alle spalle quegli avvenimenti, ma bruciature sospette, una strana sciarpa nera e altri interrogativi gli avrebbero impedito di lasciarsi alle spalle quello che era successo sulla cima del Monte delle Rivelazioni e nella Foresta del Consiglio, così come io e te, mio caro lettore.

Ti darò una mano, visto che sono gentile. Prima di lasciarti, ti porterò in un posto disabitato, dimenticato da mappe e bussole.

https://youtu.be/8hFb10p7uWg

In un isola sperduta, in un luogo che ancora non ho pensato, in un castello nero pece, l'ombra che avevamo visto nella Foresta del Consiglio era più visibile alla nostra immaginazione, presentandosi come un Pokèmon misterioso avvolto in un mantello nero.

In una stanza, dove erano presenti libri antichi e manufatti, un essere ancor più misterioso osservava a lume di candela mappe e scritti antichi, rimuginando sul da farsi e sul prossimo obiettivo.

Con il gomito appoggiato sul tavolino, egli aveva pensieri oscuri e macchinosi per la testa, che vennero interrotti dall'ombra sotto il mantello.

- Allora. Posso disturbare?

- Lo hai già fatto, - commentò quello sulla scrivania, - non chiedere dopo aver fatto qualcosa. E' come chiedere scusa dopo un omicidio, ammesso che tu l'abbia mai fatto.

- Sono sempre grato a coloro che si sacrificano per la mia grandezza... - rispose il mantello nero con fare solenne, - non credo che sia un esempio consono a me. Forse... si riferisce a te?

L'ombra sul tavolo non rispose alla provocazione del collega, limitandosi ad uno sbuffo e ad una lecita lamentela.

- Bah... Abbiamo gusti diversi. Gradirei che tu terminassi queste chiacchiere perdi-tempo per concentrarti sui tuoi doveri, invece che giocare. Ora: dimmi quello che mi devi riferire e poi torna a svolgere le tue mansioni.

Colui sotto il mantello fece uno sguardo assassino: se non fosse che il pokèmon pensieroso gli fosse utile, lo avrebbe squartato a metà senza pensarci due volte.

- Non è una perdita di tempo... Sono qui per portarti buone notizie.

- E allora fammi il piacere di dirmele subito. Non perdere tempo con le formalità. Non è nel tuo stile arrivare dritto al punto? Quindi fammi il piacere di non interrompermi con così tanta nonchalance.

L'ombra con la mano metallica aveva lo sguardo avvolto da istinti brutali: l'utilità di colui che gli stava di fronte era troppa per essere sacrificato in quel momento, conscio della sua forza e del suo livello ancora troppo lontano. Si limitò a trattenere i suoi istinti, fiducioso del suo futuro imminente.

- Molto bene... - Esordì di nuovo, per poi continuare senza mezzi termini, - ho fatto come mi avevi chiesto, e il team di Rokujo ha svolto i compiti che gli avevo assegnato perfettamente.

- Uhm... Ottimo, - continuò l'ombra delle candele con nella mano sinistra un libro nero dalle scritte viola, mentre con la destra continuava a scrivere. Evidentemente non era di grande interesse quello che aveva da riferire il mantello nero. Avrebbe anche continuato ad ignorarlo con lo sguardo, se non avesse detto poi quelle poche parole successive.

- E, come da copione, il Veloscuro è finito nelle mani del team Skyriders...

Lo scribacchiare sulla vecchia pergamena si interruppe di netto: il pokèmon sulle carte non poté fare a meno di fare un sorriso compiaciuto, conscio dell'enorme risultato raggiunto da quello che considerava il suo sottoposto, nonostante fosse allo stesso livello in fatto di potenza.

- Ottimo lavoro... - disse rivolgendosi a lui, sgonfio della rabbia precedente per l'interruzione, - Grazie per esserti reso utile. Se l'avessi detto prima, mi sarei risparmiato un bel po' di parole inutili... Davvero ottimo...

Tornò a guardare la scrivania, per poi chiudere il suo libro di testo e raccogliere ciò che aveva tradotto da quel quaderno incognito.

- Il primo passo è stato compiuto... Non ci vorrà molto per il nostro amico di imboccare la strada giusta...

Il mesto libraio, infine, spense poi le sue candele, chiedendo silenziosamente, volteggiando verso l'uscita del suo ufficio, al suo oscuro compagno di seguirlo nella prossima mossa.

- E' ora di andare. Portiamo al Maestro la lieta notizia...

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