Capitolo 1: una goccia
La pioggia batteva forte sul suolo fertile. Si potevano sentire i tuoni dare voce ai fulmini, graffiando il cielo con la violenza e l'orgoglio di un leone capo branco. Un rumore che non aveva alcun suono, per colui che in quel momento era impegnato nella sua importante ricerca.
L'esperimento nel quale tanto aveva fallito, ma altrettante volte aveva avuto successo, era tale da attirare tutta l'attenzione del sinistro genio, intento ad orchestrare la sua composizione di intelligenza e superbia. Siamo nella Terra dell'Erba, uno dei grandi continenti del mondo Pokémon, a Nord del Sentiero Fogliesecche.
- Bluetta: zaldatore (*).
All'entrata di una grotta senza nome si estendeva in tre piani sotterranei un occulto laboratorio segreto, scavato nella roccia ed illuminato da luci artificiali. Non era molto grande, ma lo era abbastanza per sperimentare e creare qualunque cosa poteva soddisfare il suo genio.
Il piano sotterraneo S2 era quello dedicato agli esperimenti. In quel momento si stava facendo aiutare da alcune delle sue assistenti. Il fuoco blu del saldatore sfrigolava come carne alla brace, andando a tempo con i tuoni nel di fuori.
- Rozzella: portami l'altro kavo di tipo x. Ankora qualke vitokko e la mia kara kreaturina potrà dive papà!
- Come desidera, dottore.
In un conglomerato di acciaio, plastica, fili di rame e carbone, venne alla luce in quel tavolo di operazioni uno dei tanti "bambini" del dottor Yamachi Yamiscilla, un Malamar dalla sinistra propensione verso quella che noi conosciamo bene come "Scienza".
- EUREKA! BELLIZZIMO! MERAVIGLIOZO! OHOHOHOHOHOH!
Il pazzo genio esultava per la riuscita dell'esperimento: aveva dato alla luce ad un'invenzione senza uguali, che sicuramente gli avrebbe portato la gloria e il potere che desiderava da tanto tempo, che avrebbe celebrato finalmente la sua brillante genialità.
Le sue fedeli assistenti Lopunny, nel medesimo sentimento, si riunirono in un applauso spontaneo. Avevano collaborato tutte con la riuscita di tutto ciò: sono stati mesi di duro lavoro nel comparto tecnico e nel reperimento dei materiali specifici.
Ma il dottore era troppo preso dal suo ego per ringraziare anche loro: al suono degli applausi, si inchinò con altezzosità più volte prendendoseli tutti per se.
- OHOHOH! Quali zplendidi azziztenti che ho! Vi vingrazio per il voztro apprezzamento e per la voztra kollaborazione. Zignifika molto per me... Grazie ai voztri zforzi, finalmente il mondo potrà godere e zioire della mia immenza zenialità! Applaudiamozi a vizenda! In zegno del noztro zuccezzo!
L'ovazione durò ininterrottamente per una decina di secondi, picchiettando con il suo suono per tutto il laboratorio. Il battimani fu talmente fragoroso da sembrare lo scroscio di una pioggia violenta, quasi quanto quella reale nell'ambiente esterno.
L'acclamazione durò per tanto tempo, e terminò lentamente in un diminuendo di percussioni leggere, con la stessa calma di una perfetta sinfonia. Le Lopunny cominciarono a prendere i loro strumenti da terra, per portarli al dottore e rimetterli al loro posto, come un soldato riponeva le proprie armi in armeria.
Tuttavia, nonostante la maggior parte avesse smesso, il suono delle loro mani stava continuando ininterrottamente: aveva un ritmo rallentato, ma non era cessato nemmeno quando tutte le assistenti terminarono la loro adulazione.
- Mi fa piazere ke kualkuno di voi abbia ankora voglia di zelebrare, ma è ora di tornare a lavoro. Non voglio ke le voztre mani zi konzumino inutilmente...
Il suono non si fermò, nemmeno dopo il richiamo del dottore. Sembrava qualcuno non avesse capito il sottile comando. Una volta che si conclusero gli ultimi applausi, fu facile distinguere e identificare chi stava continuando. Dall'entrata del secondo piano sotterraneo, piccoli applausi a ritmo lento continuavano nel loro pellegrinaggio sonoro, graffiando le orecchie dei presenti con dei rumori di ferro battuto.
- Davvero niente male, dottore. E' proprio vero quello che si dice in giro: il suo genio non conosce alcun rivale...
Le Lopunny si girarono verso la provenienza della voce, assieme a Yamiscilla. Era possibile vedere la sorpresa nei loro volti: i piani, di solito, venivano inondati di suoni assordanti del sistema di allarme, quando qualcuno faceva incursione nel laboratorio. Il fatto che quel pokémon avvolto in un mantello nero fosse lì non riuscivano a spiegarselo.
- E tu... Ki zarezti? - Chiese il Malamar incuriosito.
Così come dall'ombra era venuto, la sua risposta fu altrettanto oscura.
- Non credo che ti interessi davvero saperlo...
- Oh? Quezto urta la mia zenzibilità! - disse lo scienziato, alzando i tentacoli da braccia al cielo, - invadi con arroganza il mio preziozo laboratorio e non hai nemmeno la dezenza di prezentarti? Ha idea di quanto quezto inzulti la mia perzona?
- Mi scuso in anticipo per questa mia mancanza di rispetto, - rispose quello, - ma al momento non posso sprecare tempo in inutili formalità...
Un senso di irritazione venne in Yamiscilla per le parole dello sconosciuto. Non solo egli era entrato nel suo laboratorio senza permesso, ma aveva anche la faccia tosta di fare il superbo, definendo la presentazione al padrone di casa come una perdita del suo tempo, non di quello più importante del calamaro.
- "Zprecare tempo"? Forze non prendi abbaztanza aria avvolto in quel mantello... ZONO IO QUELLO KE ZTA PERDENDO TEMPO QUA! Hai idea di quanti ziorni abbia impiegato per kompletave kuezto Elemental Lazer? (*) Volevo zoire di kuezto momento kome un Rockruff mentve zgranocchia un ozzo! E MI TVOVO UN ZIGNOVE OZKURO DEI POVERI A FARE IL BELLIMBUZTO NEL MIO LABOVATOVIO!
- Sono qui per proporle uno scambio, dottore. Gradirei che ascoltasse la mia proposta, - disse il pokémon misterioso, non curante della precedente sfuriata.
- GRAAAAAAAAAAH! MI DAI ZUI NERVI! AZZIZTENTI! DATE UNA LEZIONE A QUEZTO VERME!
Le Lopunny, sotto ordine del Malamar, attaccarono il pokémon misterioso all'unisono. Come era stato insegnato loro dal dottore, partirono all'assalto usando tutte Stordipugno, avvantaggiandosi della superiorità numerica per mettere all'angolo immediatamente il funesto intruso, senza preoccuparsi nell'impatto di colpire le proprie sorelle.
Sebbene stesse per essere assalito da sette pokémon contemporaneamente, il misterioso pokémon con il mantello non ebbe intenzione di muoversi di un millimetro.
- ZHAZHAZHA! KE TI ZEVVA DI LEZIONE! NEZZUNO MI MANKA DI RIZPETTO!
- ...
Prima che l'attacco congiunto potesse andare in porto, un braccio metallico si levò da sotto il mantello, estendendosi in avanti con la mano aperta.
Dal suo corpo fuoriuscì un'aura oscura che investì completamente tutti i pokémon in sala. Le Lopunny si fermarono a mezz'aria non riuscendo a concludere l'attacco, e caddero al suolo completamente svenute, mostrando occhi completamente svuotati delle pupille.
Il dottor Yamachi, invece, riuscì a rimanere conscio tenendosi solo con le braccia sul pavimento. Aveva un fiatone feroce, come se gli stesse per uscire il cuore dalla gola. Non aveva mai provato una paura come quella: sudava freddo e tutti i tentacoli sulla testa gli tremavano senza sosta.
- Anf...anf...anf...
- Come stavo dicendo, ho una proposta da farle, - disse il pokémon oscuro, - farebbe molto comodo a me e al mio padrone se ci offrisse il suo aiuto per un lavoretto semplice semplice... che solo la sua mente geniale potrebbe svolgere. Se accetterà, potremmo unire l'utile al dilettevole.
- K-Koza... K-koza m-mi hai fatto?
- Per quello non si preoccupi: si risveglieranno dopo tre ore. Lo stesso vale per il suo recupero.
Yamiscilla non sapeva più cosa pensare: un pokémon era entrato nel suo laboratorio, aveva messo K.O. le sue assistenti più forti con una mossa che non aveva mai visto prima e lo aveva messo in ginocchio. Da un lato, però, la sua arroganza gli diede del coraggio, e decise di contrattaccare nonostante le sue condizioni.
Prima che il misterioso personaggio potesse raggiungere Yamiscilla, si bloccò a breve distanza, assalito da un forte mal di testa.
- C-cosa...
L'assalitore non riusciva a muoversi: sentiva come se ci fosse qualcosa che da dentro di lui gli diceva di rimanere fermo. La testa gli girava e non riusciva più a percepire niente nella stanza, come se avesse perso il controllo del proprio corpo per un momento.
Quando si risvegliò, vide che la sua mano metallica era intorno al suo collo, pronta a strangolarlo. Fece subito per staccarsela di dosso, guardandola con terrore.
Se avesse avuto un pochino in più di disperazione, probabilmente se la sarebbe tagliata. Rivolse lo sguardo verso Yamiscilla, che nel frattempo era caduto al suolo privo di forze, ma ancora cosciente.
Non ci mise molto a capire che quell'attimo di confusione era stata opera sua.
- Merda...
Il pokémon oscuro rise tra sé e sé.
- Eheh... Sembra che il capo ci abbia visto lungo. Anche lei è da mille sorprese.
- V-vai all'inferno...
- Però... E' altrettanto evidente che lei non abbia abbastanza potere per usare al meglio questa abilità.
Abbassò lo sguardo verso destra, quasi deluso dall'estensione del potere del Malamar.
- E' un vero peccato. Nelle mani "giuste" potrebbe essere un'arma in grado di cambiare il mondo... Ma... non è il mio ruolo decidere cosa sia giusto e sia sbagliato...
Si avvicinò lentamente al calamaro, colpendo il suolo con dei colpetti metallici, quasi a scandire il ticchettio di un vecchio orologio. Il dottore provò a rialzarsi nel frattempo, completamente esausto dallo scontro di anime con il misterioso intruso.
- Ora che abbiamo risolto i convenevoli...
Si fermò a distanza di un metro, guardando dall'alto verso il basso l'atterrito scienziato. Yamiscilla alzò lo sguardo verso di lui, scrutandone i bulbi oculari spalancati e vitrei come gli occhi di una bambola.
- Ha intenzione di ascoltarmi?
Nonostante le sue parole e le sue intenzioni, in lui non lesse né divertimento né malinconia: non vi lesse la benché minima emozione, la tipica volontà di chi voleva servire solamente la volontà stessa.
Avrebbe fatto qualunque cosa per compiere la missione che gli apparteneva ed era pronto a qualunque conseguenza: nel terrore della consapevolezza dell'abominio di fronte, Yamiscilla capì che non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.
In un sorriso malizioso tra l'orgoglio ferito e la curiosità carismatica del male si stampò sul suo volto, in un ghigno consapevole del nero che si portava dietro.
- Sembra che finalmente i suoi neuroni stiano funzionando come dovrebbero. E' esattamente così: non ha altra scelta che ascoltare la mia proposta.
L'intruso si chinò, porgendo la mano destra allo scienziato maligno.
- Te la farò pagare... pezzo di latta... - disse il Malamar, allungando il tentacolo.
I vetri del pokémon dal mantello nero si inarcarono verso l'alto, nella soddisfazione della missione compiuta.
- Molto bene...
Lo aiutò a rialzarsi, continuando a guardarlo negli occhi. Il patto con il diavolo era stato sancito.
- Ti pagherò profumatamente...
Il pokémon oscuro mise una mano dentro il mantello, tirando fuori una strana sciarpa nera con scritte color cremisi, scarlatte come il rosso del sangue fresco.
In un misto di stupore e di terrore, al Malamar gli si illuminarono gli occhi vedendo quella sciarpa: divenne affascinato dalle sue sfumature, che brillavano nel buio del laboratorio come rubini preziosi. Tuttavia, fu colto anche da una strana sensazione: una paura primordiale, di quelle che conosceva da tanti anni, ma allo stesso tempo non riusciva a dagli una spiegazione logica e sensata.
Una paura, che presto avrebbe gettato nel caos la pace e la serenità del Mondo Pokémon così come era conosciuto.
Opening season 1 (one ok Rock the beginning):
https://youtu.be/Hh9yZWeTmVM
Zma qixaw byqqibx es elsiwysha, zma pesl gwiijx myza es mex hyxzqa osjaw y lqiiru xelmz,
ysj zma naxzaw, jexibsaj, qyolm is zmex kiiqx. Yqrelmzu Jywp Kiwhax,
wexa ysj tosexm zma kiiqx, ysj ikkaw zma gqiij zi zma naxzaw.
Ma beqq rypa y ziyxz bezm zma kyqqesl riis, ysj zma xmyjib beqq bysa is zma biwqj
Due lunghi anni erano passati da quando Ōryūgo Rukio e la sua fedele compagna Ishisoku Amelia (*) avevano liberato i pokémon dalla Materia Oscura, un essere che, pur creato dai sentimenti negativi delle medesime creature, aveva acquisito una propria intelligenza, ed aveva ordito per la distruzione del pianeta Terra, con conseguente estinzione di ogni suo abitante.
Amici pietrificati, vegetazione appassita, le Creature del Vuoto, tradimento e inganno: sono questi gli orrori che il team Skyraiders ha dovuto affrontare in quel periodo ricolmo di ombre.
Nonostante fossero state molteplici le cicatrici collezionate durante l'impresa, nulla di tutto ciò era stato più profondo di quella inferta al cuore dell'essere umano tramutato in pokémon, quando la sua compagna, la reincarnazione temporanea di Mew, dovette abbandonare per sempre la vita, una volta che l'unico scopo della sua esistenza era stato portato a termine.
Forte della sua memoria e della solenne promessa, in quei due anni dalla sua scomparsa egli si era impegnato a realizzare quello che era il sogno della piccola Fennekin: creare un mondo dove i pokémon potessero esplorare liberamente ogni luogo possibile, dove vivere avventure mozzafiato, dove giocare e combattere lealmente, dove potessero assaporare la piacevole brezza della libertà come nuvole che, comodamente spinte dal vento, solcavano l'immenso cielo azzurro.
Quella stessa libertà che, per via del motivo della sua stessa esistenza, lei non aveva mai potuto avere.
https://youtu.be/SBVu7hDgdOw
(Ost Serene village)
Centosettantesimo anno del drago, nel pieno della primavera, nove di mattina. Il vento soffiava una brezza fredda ma carezzevole, e il sole riscaldava serenamente il villaggio di Borgo Quieto.
Tutto era iniziato da qui: prima di unirsi al Gruppo Investigativo Pokémon e diventare gli eroi che tutti conoscevano, Amelia e Rukio avevano passato in questo luogo le loro giornate insieme, tra la Scuola Pokémon e le esplorazioni occasionali, che più che escursioni erano ancora giochi e diletto.
Il villaggio era un paesino rustico: le case erano state costruite da tronchi di quercia secolare, sulle cui sommità erano stati costruiti dei tetti in argilla. L'unica struttura che faceva eccezione era la locanda di Kanghaskan, costruita in mattoni e molto più grande rispetto agli altri edifici, per dare la possibilità ai viaggiatori stanchi di trovare il tanto agognato luogo di riposo molto più facilmente.
Gli abitanti del posto, come potresti aspettarti dal nome del villaggio, erano dei pokémon cordiali e gentili. Si aiutavano a vicenda, svolgendo i propri compiti e le proprie faccende col sorriso sulle labbra, riscaldando i cuori di ogni visitatore o forestiero che aveva avuto la fortuna di mettere piede in quel luogo solare e gioioso.
Immersa in questo calore, fuori da un'abitazione su una collinetta, una Leavanny stava svolgendo una mansione che, ai tuoi occhi, probabilmente hai già avuto modo di vedere: su un filo di seta creato con il suo Millebave, la pokémon Balia stava stendendo tranquillamente le lenzuola di suo figlio al sole, dopo averle lavate a mano ad una ad una.
L'amorevole madre, nel frattempo, fischiettava con allegria e leggerezza.
- Mh mh mhhhh... Mh mh mh mhhhh... mh mhhh... mh mh mh mhhhh...
- Serena come al solito, eh cara?
A fianco della sua casa, la sua vicina Cleafable, invece, stava annaffiando i fiori di Baccapesca e Baccafrago del suo giardino, approfittando del fatto che la figlia fosse a scuola.
- Già. Oggi è una piacevole giornata, e mio figlio starà fuori tutto il giorno per via della lezione all'aperto. Ho tutto il tempo per sistemare la casa senza problemi e godermi un po' di relax.
- Fufu... Come se qui non fosse bel tempo tutti i giorni! Di cosa ci dovremo preoccupare? I nostri figli crescono bene e diventano ogni giorno che passa più forti e più scaltri! Non mi stupirei se diventassero degli esploratori coraggiosi!
A quelle parole, Leavanny pensò a cosa ne sarebbe stato, una volta che suo figlio Sewaddle avrebbe raggiunto l'ultimo stadio evolutivo.
- Già...
L'ombra della preoccupazione si fece visibile nelle sue palpebre, accompagnate da piccole gocce di silenzio. Era una madre dopotutto: nessuno si sarebbe stupito se lei non avesse mostrato quell'innocente segno di debolezza. Tuttavia, quei pochi attimi d'inquietudine sparirono grazie al sorriso della fiducia nelle capacità del pargoletto, forte dell'epoca di pace e serenità che stavano attraversando.
- Ne sono convinta anch'io.
- LADRO! VILE RETTILE! COME OSI RUBARE UNA DELLE MIE MACCHINE TECNICHE?!?!? RIDAMMELA SUBITO!
- NON SE NE PARLA NEMMENO! E' MIA DI DIRITTO, INFIDO SPOCCHIOSO CHE NON SEI ALTRO!
- Hai...detto qualcosa? - chiese confusa la pokémon Balia.
- Seriamente... - commentò Cleafable, - stanno per iniziare di nuovo?
- Uh?
- Uff... quei due... si sentono fino a qui in collina! Quasi invidio il tuo udito debole, amica mia...
Forse anche tu, qualche volta, avrai assistito ad una discussione tra fratelli, se non peggio ad un litigio. Non è mai un'impresa facile tenere a bada più di tanto due sibilli quando litigano, specialmente quando bisticciano per i motivi più futili.
In queste occasioni, uno si sentirebbe più in imbarazzo a fermarli che a lasciarli in pace. Nel caso dei fratelli Kecleon, purtroppo, quella era routine quotidiana nel villaggio di Borgo Quieto, che altrimenti sarebbe appunto un luogo calmo e rilassante.
Quei due non erano originari del posto: prima c'era solo un Kecleon a fare da mercante in quel piccolo paesino, il quale si occupava di vendere qualunque oggetto. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, tuttavia, i due esperti negozianti chiesero al cugino meno esperto, due anni prima, di scambiarsi punti di vendita, come una sorta di "scambio culturale" per formarlo, lasciandogli in gestione il negozio di Borgo Tesoro nella Terra dell'Erba.
Il cuginetto accettò di buon grado il trasferimento, non tenendo conto dei fior e fior di turisti ansiosi di visitare il villaggio natale di Rukio, un'occasione che, invece, i due furbi senpai non mancarono di cogliere al volo.
A differenza del mondo umano, culturalmente i nomi avevano un meccanismo differente nel mondo Pokémon: normalmente ci si salutava usando quelli delle proprie specie, come Arcanine e Quagsire, ma i genitori dell'individuo potevano dare anche un nome proprio per dare la possibilità al proprio pargolo di differenziarsi dai suoi simili, famigliari o semplicemente altri pokémon appartenenti alla stessa specie che fossero.
Tuttavia, a differenza della nostra realtà, non erano tenuti a mantenere quel nome, e nemmeno l'atto di assegnare quel semplice titolo era comune, ma era molto raro, soprattutto tra i pokémon che vivevano nei dungeon.
In comunità selvagge e non riunite in una sorta di civilizzazione, come il caso dei villaggi, l'espressione dell'individuo era vista negativamente, come un pericolo per la solidità di un branco.
Il concetto di nome pokémon è meno solido del nostro, tanto è vero che, al rifiuto del nome, esisteva anche l'opposto: il singolo poteva decidersi di darsi un nominativo come simbolo della propria individualità, a discapito dell'armonia della comunità nel caso selvatico, mentre nel caso che chiamerò "civile", ciò esprimeva una sorta di affermazione del proprio onore, come la dichiarazione di un obiettivo da raggiungere.
Non solo: se più pokémon cominciavano a chiamare con lo stesso epiteto un individuo, questo veniva considerato come tale, andando a costituire quello che noi definiamo "secondo nome", o "cognome".
Stava sempre all'individuo se decidersi di mantenere tali nomee, ma non essendoci un modo per regolarizzare l'identità, come un documento, spesso e volentieri si manteneva quello che le proprie azioni caratterizzavano.
In un mondo popolato da eroi, combattenti, anche di malavitosi e criminali, spesso e volentieri conveniva mantenere ciò che la propria leggenda gli offriva, per dare alle masse qualcosa su cui ricordare le proprie imprese, sia nel bene che nel male.
Nel nostro caso, i due fratelli si erano creati dei nomi semplici per essere ricordati soprattutto tra i loro simili. Come potevano non avere una simile pretesa? I due gemelli diversi, uno verde come i suoi coetanei e l'altro rosa, si diedero rispettivamente i nomi Midorima e Fujito, contenenti i loro rispettivi colori.
Conosciuti come i più abili mercanti tra i Kecleon, non c'era un qualcosa che, insieme, non avessero e che non avrebbero potuto vendere, talmente tanto erano capaci nelle moine e nelle offerte a trabocchetto. Avrebbero anche potuto conquistare tutto il mercato, se non fosse per l'enorme scoglio determinato dalla loro indole litigiosa.
https://youtu.be/eAUNLyBq4D8
(Ost Busy everyday life)
- LO SAI CHE NELLA TERRA DELL'ACQUA L'INVERNO VIENE PRIMA? E CHE FA MOLTO FREDDO? HO BISOGNO DI UN LANCIAFIAMME PER RISCALDARMI! E MI CHIEDI DI COMPRARLA? A TUO FRATELLO? SEI UN BUZZURO SPOCCHIOSO ED EGOISTA!
- COME TI PERMETTI DI PARLARE COSI' A TUO FRATELLO MAGGIORE?! SE LA VUOI ME LA DEVI COMPRARE!
Midorima era il fratello maggiore, specializzato in bacche, semi e Macchine Tecniche, conosciute anche come MT. Durante il loro battibecco, questo abbassò il tono di voce, per sembrare dalla parte della ragione e punzecchiare ironicamente il fratello minore.
- È risaputo che l'emporio delle mt dei fratelli Kecleon non fa sconti a nessuno, te compreso, mio caro!
Tuttavia, Fujito copiò la mossa del fratello. Il fratello minore, specializzato in sfere, strumenti legalizzati dalla Società Esplorativa, non era da meno quando si trattava di convincere a parole.
- PUAH! Peró ti fa comodo che ti presti le mie Arraffasfere quando devi trovare nuove merci per il tuo mercatino da quattro soldi, eh?!?! Le mie luccicanti e splendenti sfere sono molto più utili dei tuoi MISERI trucchi da prestigiatore, che non solo sono utili raramente e solo per casi eccezionali, ma per pagarli come minimo devi farti prosciugare tre litri di sangue! Nemmeno uno Zubat potrebbe ardire a tale banchetto!
- MA COME TI PERMETTI? Fino a prova contraria, il terreno sul quale stai vendendo quei pezzi di vetro lo sto affittando io! Potrei sfrattarti quando voglio e non basteranno cento delle tue Tergisfere a farmi cambiare idea!
- Fino a prova contraria, il terreno sul quale i tuoi sudici piedi da rettile rinsecchito quale sei si stendono ogni sera lo sto affittando io, e non basteranno tutte le tue MT a farmi cambiare idea!
Entrambi persero il gioco.
- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MAGGIORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARMI E RISPETTARMI!
- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MINORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARE LE MIE ESIGENZE ED AIUTARMI!
- FINO A PROVA CONTRARIA...
- Fino a prova contraria, state disturbando per l'ennesima volta la quiete di questo villaggio... Non è consono che i negozianti più intraprendenti e abili tra i Kecleon diano un brutto esempio ai negozianti più inesperti. Non potreste calmarvi una buona volta?
- CHE VUOI, RAZZA DI FILIBUSTIERE?? CERCHI ROGNE?
In quel momento, Il fratello maggiore si giró di scatto, pronto ad assestare un pugno sulla faccia del malcapitato ambasciatore di pace.
- G-Gulp!
- A-ah...ah...ah....
Tuttavia, egli si bloccò all'istante. Divenne immobile come la pietra, quasi volesse imitare quelle antiche statue della Terra dei Deserti, che i bambini temono e i cui racconti tormentano i loro incubi più profondi. Tale fu l'effetto che l'apparente dolcezza di Goodra suscitò nel suo cuore.
Se ti ricordi del piccolo Goomy della scuola di Borgo Quieto, rammenterai anche di quanto fosse impacciato e debole. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, ispirato dal suo ex compagno di classe Rukio, decise di allenarsi da solo dopo la scuola per diventare più forte. Dopo un anno, era diventato talmente abile negli scontri da diventare il capo ufficiale del villaggio di Borgo Quieto o, se vogliamo dirlo in altri termini, il suo sindaco.
Era di natura molto gentile e generosa normalmente, ma sapeva diventare molto autorevole quando si trattava di far rispettare la tranquillità del villaggio, facendosi forte di una prerogativa letale: una cattiveria sinistra da far accapponare la pelle.
- Dovreste cercare di andare più d'accordo: sarebbe carino se la smetteste di litigare una volta tanto...
- C-ci scusi, signor Goodra. Siamo... p-profondamente dispiaciuti per la piccola p-parapiglia che stavamo scatenando. Le assicuriamo che non accadrà più d'o-ora in poi!
- V-ve lo promettiamo....
I due risposero con riverenza e paura nei confronti di Goodra, proprio perché sapevano di cosa era capace. Il sindaco non si scompose più di tanto, e rispose in modo cordiale, ma con un'ombra di malizia che infuse in loro un freddo terrore.
- Bene, molto bene! Sono davvero contento che la pensiate così! Un buon clima all'interno del villaggio rallegra lo spirito e il cuore, e può essere scosso molto da inutili litigi come questo. È per il bene di tutti che non accada più! In fondo... è soprattutto per il vostro bene...
*********NOTE DELL'AUTORE*********
- Explaining:
1) Yamachi Yamiscilla ha nei discorsi le s e il suono gi cambiati con le z, le r cambiate con le v e il suono ch cambiato con k. Questo perché ho cercato di dargli un accento tedesco;
2) Ōryūgo (応 竜護) nasce da go (護), che vuol dire guardiano, e dall'Ōryū, che rappresenta il drago giallo della mitologia cinese, simbolo della terra e del cambio di stagione. Ho scelto l'Ōryū come simbolo del protagonista perchè l'inizio ricorda l'aura pronunciata in inglese (che si legge oura), e quindi, sotto questa luce, può essere anche tradotto come "Drago guardiano dell'aura", o "guardiano dragone dell'aura". Rukio è un'abbreviazione di Rukario, pronuncia giapponese di Lucario;
- Legenda:
Elemental laser: laser degli elementi.
Ōryūgo (応 竜護) : guardiano del drago giallo.
Ishisoku (石息): respiro di pietra.
Midorima (緑間) : spazio verde, Green space.
Fujito (藤戸): Porta Fucsia, Wisteria Door.
- FAQ:
- Curiosità:
Yamachi Yamiscilla ( 山地 闇 シッラ) è uno scienziato pokémon: il cognome Yamachi è utilizzato in giappone, ma l'ho usato perchè ya mi ricorda yami di oscurità e hachi che vuol dire otto (è un pokémon piovra, quindi l'otto mi è sembrato un ottimo riferimento). Yamiscilla deriva sempre da yami, mentre -scilla è riferito a Scilla, uno dei due mostri narrati nell'Odissea di Ulisse;
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