Capitolo 6 - I May Have Made a Damn Mistake

Shade non pensava che volare sulla schiena di qualcuno potesse scombussolare così tanto le sue budella.

Sul serio, probabilmente era stata una delle esperienze più da voltastomaco che avesse mai provato. Avion non era sicuramente un comodo tassista dal volo stabile e sicuro, anzi. Pareva quasi divertirsi a furia di dare scossoni per far star male l'Umbreon, nonostante Alitheia lo sgridasse in continuazione.

Dopo aver accettato l'incarico, Alitheia e Avion si erano offerti di dargli un passaggio fino al luogo in cui stava il loro Generale, un certo Kallias Ozaner. Da quanto Alitheia gli aveva detto era un Luxray che si era ritirato dalle scene della guerra vera e propria per limitarsi ad addestrare nuovi cadetti e soldati.

Sembrava un tipo tosto, in verità. Il problema era che il posto in cui Shade avrebbe imparato a fare il suo dovere era molto distante dalla sua corrente posizione.

L'Umbreon viveva alle pendici delle Montagne di Espero a Ovest della regione, mentre il terreno di addestramento si trovava a Est, oltre i fiumi Zekre e Resh.

Difatti, se con loro non ci fosse stato Avion, avrebbero impiegato diversi giorni per farsela tutta a piedi e sicuramente non sarebbe stato conveniente per nessuno. Ma per loro fortuna (o sfortuna, dipende se si ha uno stomaco sensibile o meno) erano accompagnati da qualcuno disposto a portarseli in spalla.

Avevano superato da poco lo spazio aereo della capitale della Regione Bianca, la bellissima Sieria. Shade, che non ci era mai stato, era rimasto meravigliato dalla sua estensione e dalla quantità di Pokémon che parevano viverci. Era solo un'occhiata data dall'alto, eppure si vedeva quanto fosse popolata e prospera. Alla velocità del Messaggero ci avevano messo in tutto dieci minuti a sorvolarla in diagonale.

Essa era sempre un porto sicuro da cui passare per evitare "spiacevoli inconvenienti".

Shade era rimasto un po' di tempo a rimuginare sulle parole di Avion, il quale pareva usare molta prudenza mentre era in volo. Sicuramente molta più di quanta ne dimostrava a terra. Probabilmente intendeva che, se fossero usciti da uno spazio aereo protetto e sorvegliato, sarebbero potuti finire in un'imboscata dell'esercito nemico. La cautela non era mai troppa quando si trasportava un carico così importante.

Non era però il fatto di essere un eventuale obiettivo di assassinio a mettere l'Umbreon a disagio, in quel preciso momento. Quanto più lo era il fatto che la schiena di Avion non fosse propriamente progettata per portare passeggeri. Era troppo stretta per portarne due fianco a fianco e troppo pericolosa per portarne in fila.

Per questo Shade e Alitheia avevano dovuto stendersi come tappeti alla base delle sue ali, con le zampe e la coda penzoloni.

Neanche la Espeon pareva essere abituata a volare in quel modo. Cercava costantemente una posizione più comoda, ma non era facile per lei trovarla. Shade fortunatamente non ne soffriva poi così tanto. Era comune per lui addormentarsi o mettersi a sedere anche in posti scomodissimi, quindi ci aveva fatto l'abitudine. Rimaneva il fatto che non era per niente confortevole, specialmente per il mal d'aria incredibile che gli era venuto.

Probabilmente era troppo intontito da quello per essere terrorizzato dal fatto di essere letteralmente appeso come un sacco di patate all'ala di qualcuno.

I primi momenti di volo erano stati semplicemente allucinanti: il Lucelunare continuava ad artigliare l'ala dell'Eone ai minimi movimenti che gli parevano insoliti, cacciando urletti in falsetto. Ogni volta veniva accolto con grida, imprecazioni e minacce da parte di Avion, il quale non doveva essere affatto contento dal trattamento ricevuto.

Magari perché si era abituato o magari perché era troppo concentrato sulla propria nausea, Shade aveva smesso di tirargli unghiate circa una ventina di minuti prima.

Guardò di sottecchi Alitheia, la quale pareva impaziente di arrivare tanto quanto lui. Aveva un'espressione più rilassata di prima, però, segno che sapeva che di lì a poco sarebbero arrivati a destinazione. L'Umbreon tirò un leggerissimo sospiro di sollievo.

Tornò a guardare in avanti, socchiudendo gli occhi per il freddo vento che gli sferzava il viso. Chissà che cosa lo attendeva. Davvero era destinato alla grandezza, a placare un'ostilità che imperversava da ormai più di mille anni? Lui era così... minuscolo, in confronto a tutti i più grandi condottieri e generali che avevano preso parte al combattimento per la loro patria.

E lui aveva l'audacia di arrivare un giorno, dire: "hey, sono il Prescelto! Tutti da parte ragazzi, qui ci penso io" come se niente fosse successo e risolvere tutto? Come se tutto quel che era avvenuto in passato fosse stato solo il prologo, qualcosa che sarebbe stato offuscato da un misero ragazzino che non sapeva nemmeno in che direzione spostarsi per schivare un colpo?

Shade si sentiva davvero male per tutto quanto. Era a malapena mezzogiorno, e già era successo di tutto. Non aveva nemmeno mangiato. Si era limitato alla tazza di tè che aveva preparato prima la nonna.

Già gli mancava. Tutto quello a cui era abituato e che credeva monotono gli mancava da morire, e il solo pensarci gli aggravava il peso che aveva già sul petto. Già si pentiva.

"Senti, Alitheia." mormorò, alzando lo sguardo e voltandosi in direzione della Espeon. "Possiamo tornare indietro? Voglio andare a casa. Ho cambiato idea."

La Espeon si voltò verso di lui, portandosi una mano sotto all'orecchio e facendo un leggerissimo cenno col capo.

"Cosa?!" esclamò, cercando di sovrastare con la voce il sibilo del vento. "Non ti sento. Cosa hai detto?!"

Shade chiuse istantaneamente le mascelle, distogliendo lo sguardo e restando in silenzio, come se volesse elaborare quelle parole. Oh. Aveva parlato troppo piano e non l'aveva sentito perché il vento si portava via le parole.

Non emise un fiato ancora per qualche istante, poi scosse la testa.

"Nulla, non è importante!"

Invece sì che lo era. Era importantissimo, in ogni sua sfaccettatura.

La Espeon diede una leggera scrollatina di spalle, poi indicò avanti a sé con una delle zampe anteriori. Shade seguì il suo sguardo.

Il tratto di estuario davanti a loro si era trasformato, e ora si estendeva una grande pianura punteggiata da fitti boschi e piccoli villaggi di un centinaio di abitanti al massimo. Per Shade era come vedere una versione più piccola del suo, di villaggio.

Avion aveva iniziato ad abbassarsi, inclinando le ali in avanti per diminuire la velocità e poter atterrare per bene.

Fu in quel momento che l'Umbreon lo vide: un vasto campo composto da una moltitudine di tende di tela cerata verde, separate da corsie larghe qualche metro. Esse erano piene zeppe di Pokémon che andavano avanti e indietro, indaffarati a portare in giro oggetti o semplicemente a cercare qualcosa da fare.

Poco lontano altri gruppi si stavano allenando nel combattimento, alcuni fronteggiando direttamente un compagno. Shade lasciò che le sue mascelle si spalancassero quando vide un esemplare di Lucario scavalcare con un agile e aggraziato balzo un Rhydon, colpendolo in seguito al centro della schiena con un Pugnoscarica ben assestato.

"Whoa, hai visto quel tizio cosa ha fatto?!" esclamò Shade, sporgendosi pericolosamente in avanti per cercare di seguire con lo sguardo il contrattacco dell'altro Pokémon, ma purtroppo non vi riuscì.

"Shade, occhio!"

Aveva spostato il baricentro troppo in là.

Si sbilanciò in avanti, ritrovando il vuoto sotto le zampe anteriori e cascando da sopra l'ala di Avion verso il terreno.

Nessuno pensò ad afferrarlo prontamente per impedirgli di fracassarsi al suolo, e per un istante il Lucelunare si sentì morire. Il cuore gli affondò nel petto per un secondo interminabile.

Poi avvenne il contatto con il terreno. Shade si ritrovò a sbattere la spalla sinistra in terra, rimbalzando di poco sull'erba fortunatamente soffice.

"AHIA, MORTACCI TUA!" sbottò, tirandosi su e passandosi una zampa sulla spalla, inspirando tra i denti. Alzò lo sguardo, dolorante, per vedere da che altezza era caduto. "MA MANNAGGIA AL DANNATISSIMO-"

Erano sì e no un paio di metri.

Avion atterrò tranquillamente lì accanto, tenendo le labbra serrate per evitare di scoppiare a ridere, mentre Alitheia balzava agilmente giù dalla sua ala e si avvicinava all'Umbreon.

"Ti sei fatto male?"

"No, guarda, stavo abbracciando il terreno!" controbatté in maniera abbastanza schietta lui, lanciandole un'occhiataccia. Sì, si era fatto male.

E si rese conto anche dopo che non era stata Alitheia a fargli quella domanda. Infatti gli pareva un timbro totalmente diverso da quello della Espeon...

Quando Shade si voltò, il suo cuore perse un battito nel vedere un Infernape molto grosso e anche un po' avanti con l'età dietro di sé. Sul suo muso imbiancato dal tempo vi era stampata un'espressione che pareva dire: adesso ti spacco le ossa e le uso come fermaporta. Alitheia lo guardò, spaventata.

"Wystan...! Lui non intendeva rispondere così!" esclamò la Espeon, tirando su le grandi orecchie e abbassandosi sulle zampe posteriori mentre il Pokémon Fiamma si avvicinò a lunghe falcate a loro.

Shade si mise su seduto, rigido e teso come le corde di un violino.

"Chi ti credi di essere, pidocchio, a rispondere così a un ufficiale?!" sputò l'altro, torreggiando su Shade in una maniera alquanto minacciosa. L'Umbreon continuò a inclinarsi all'indietro, tremando come un ramoscello spoglio al vento.

"Io... nossignore, no, non intendevo mancarle di rispetto... è stato un errore... mi perdoni..." incespicò, sollevando le sopracciglia e iniziando a sudare freddo non appena vide il muso dell'Infernape praticamente incollato al proprio.

"Ah?! Tiri il sasso e nascondi la mano, pidocchio?!" ringhiò, snudando i denti e le gengive mentre afferrava con entrambe le mani la pelliccia del petto di Shade come se fosse stata un bavero, scrollando il malcapitato con forza. "TI FACCIO A FILETTI, PIVELLINO!"

L'Umbreon sentì come se la propria anima stesse lasciando il suo corpo per unirsi alle schiere di Arceus, ma fortunatamente qualcuno interruppe lo scimmione eccessivamente aggressivo.

"Harambe! Calmiamo i bollentissimi spiriti, eh? Ahahah!"

"Haram- COME MI HAI CHIAMATO, SCHIFOSA PALLA DI-"

Wystan mollò istantaneamente Shade per voltarsi e fronteggiare un secondo avversario. Il salvatore del ragazzino, per essere precisi.

Erano stati accolti anche da un Pidgeot, anch'egli ormai tendente a essere considerato anziano, il quale si limitava a ridacchiare agli insulti e alle minacce tirate di cattiveria da Wystan. Non sembrava particolarmente infastidito.

"Dai, amico mio. È solo un ragazzino." disse il Volante, alzando lo sguardo su Shade e rivolgendogli un tiepido sorriso. "Però... come somigli a tua madre, piccoletto!"

Shade rimase abbastanza spiazzato dalla constatazione del Pidgeot e drizzò le orecchie per la curiosità e la confusione.

"Lei conosceva mia madre...?"

"Certo. Se non sbaglio tu sei il figlio di Astra e Araton Kemini... io non dimentico mai una faccia quando la vedo! E io ti ho visto quando ancora eri un marmocchietto, il giorno in cui i tuoi genitori ci hanno lasciati. Quindi... già. Ti conosco!" esclamò con risolutezza l'altro, gonfiando il petto piumato per l'orgoglio.

Shade annuì velocemente, tenendo la bocca spalancata per la meraviglia. Quel soldato conosceva i suoi genitori, e conosceva lui. Avrebbe saputo dirgli moltissimo su chi erano i suoi.

Wystan sembrò abbastanza deluso dal recepire quell'informazione, chissà come mai. Storse il naso e scosse la testa, incrociando le braccia al petto.

"E questo ragazzino sarebbe il figlio di Araton? Sembra ancora un bambino, esattamente come anni fa. Ma non fatemi ridere... fosse figlio loro avrebbe ereditato la perspicacia del padre, o la cortesia della madre. Questo qui è la cosa più lontana da quei due che si possa descrivere!"

"No, sono davvero i miei genitori! Il mio nome è Shade, Shade Kemini. Il figlio di Araton Kemini e Astra Ryoura. Loro sono morti quando io ero piccolo." ribatté l'Umbreon, muovendo nervosamente un orecchio e lanciando un'occhiata carica di tensione verso Wystan.

Il Pidgeot lanciò un'occhiata di trionfo verso il Pokémon Fiamma, il quale si limitò a sbuffare.

"E va bene, Kadmos, anche questa la hai avuta buona." brontolò, accigliandosi e muovendo la lunga coda a destra e a sinistra. "Ma comunque, che cosa ci fa qui il marmocchio?"

L'Umbreon voleva chiedere più informazioni sui propri genitori e come facevano quei due a conoscere sia loro che lui, ma non ne ebbe occasione. Alitheia si mise in mezzo, piazzandosi tra i due combattenti e Shade, muovendo la coda biforcuta come se fosse stata una bandiera al vento.

"La visione del Maestro Morfeus era esatta!" annunciò, gonfiando il petto con orgoglio, come se stesse mostrando un trofeo di cui andava molto fiera. "Shade è il Prescelto della Luce!"

l'Umbreon liberò un risolino nervoso non appena i due si guardarono tra loro, con dipinta in volto un'espressione a dir poco sbigottita e meravigliata. Kadmos addirittura aveva il becco semiaperto. All'unisono si voltarono nuovamente verso Shade, poi entrambi passarono lo sguardo tra lui e la Espeon diverse volte.

"Ma sei sicura?"

"Cioè, 'sto pidocchio è il Prescelto?"

"No, davvero, sei sicura, Alitheia?"

Il Pokémon Sole batté appena le palpebre, sistemandosi seduta in terra e avvolgendo elegantemente la coda sulle zampe.

"Sicura come l'acqua."

Ancora una volta i due guerrieri si scambiarono una rapidissima occhiata, come se stessero dando voce ai loro dubbi e alla loro sorpresa in una sorta di telepatia, abbassando poi il capo in un inchino improvvisato.

Shade si sentì bollire dall'imbarazzo.

"Ehm- no, no, non c'è bisogno di tutta questa formalità!" esclamò, leggermente nel panico, sedendosi sulle zampe posteriori e alzando le anteriori per cercare di fare cenno ai due di rialzare il capo. Si stava pure creando una piccola folla incuriosita attorno a loro. "Davvero, sono mortificato... per favore, tiratevi su, non sono altro che un comune ragazzino!"

"Non dire certe castronerie!" lo riprese Wystan, tirandosi su con un balzello. Sul volto ora aveva dipinto un gran sorrisone. "Sei colui che, se addestrato bene, aprirà il culo all'Esercito Nero e ai suoi mercenari! HEY, TUTTI VOI! AVETE SENTITO?! ALITHEIA HA TROVATO IL PRESCELTO DELLA LUCE!"

Grida di gioia esplosero tra i presenti, e ci volle poco prima che tutti si accalcassero attorno a Shade per scambiarci qualche parola o per riempirlo di pacche.

"Era ora che ti facessi vedere, ragazzino!"

"Ah, non vedo l'ora di seguire il tuo addestramento!"

"Farai faville, davvero! Evviva, li sconfiggeremo!"

"Li sconfiggeremo!"

"Disperdetevi."

Fu un comando appena percettibile tra le grida a far immobilizzare tutti i cadetti come un gruppo di statue. Si voltarono tutti nella direzione da cui era arrivata la voce e si misero rapidamente sull'attenti, petto in fuori e pancia in dentro, mentre si facevano da parte creando così un corridoio tra i loro corpi.

Il silenzio era tale che si potevano quasi contare i battiti cardiaci e i respiri che risuonavano nell'aria.

Il Pokémon che gestiva il tutto era in piedi poco avanti. Passo dopo passo riusciva a innestare sia inquietudine che ammirazione nel cuore di Shade, il quale a malapena riuscì a tirarsi in piedi non appena fu al cospetto del Generale. Kallias Ozaner.

Era un robusto Luxray pieno di cicatrici di vecchie battaglie, una delle quali era un segno di lama che gli passava trasversale sul naso. La sua criniera folta e maestosa era spettinata, ma lucida e benissimo curata. Il suo portamento suggeriva una pacatezza e un'eleganza insolite per un condottiero, ma nonostante tutto i lineamenti del suo volto erano duri come il marmo e i suoi occhi baluginavano di fierezza e serietà.

Il suo sguardo si addolcì di poco vedendo Shade, come se fosse stato assalito dai ricordi.

"E così... la visione di Morfeus si è rivelata vera." disse, con una voce profonda come quella di un tuono in una tempesta, ma al contempo malinconica e delicata. "Non pensavo che, dopo dieci anni, avrei rivisto in questo ambiente il figlio di Araton e di Astra."

Sollevò una delle grandi zampe, poggiandola sulla testa di Shade. L'Umbreon era rimasto esterrefatto dalla sua presenza e teneva la bocca dischiusa, non sapendo che parole utilizzare.

Alla fine si limitò a inchinarsi, prostrandosi in avanti così profondamente che la sua fronte sfiorò il terreno.

"È un onore conoscervi..." mormorò, stringendo gli occhi arancioni. Tirò su la testa nel sentire che il Luxray aveva risposto con una leggera risata.

"Al massimo potresti dire "rivedervi", ragazzo mio. Io e te ci siamo già incontrati. Ma probabilmente eri troppo piccolo anche solo per ricordartene." ammise, scrollando le ampie spalle. "Io, Kadmos e Wystan eravamo presenti quando i tuoi genitori hanno affidato te e tua nonna alla nostra protezione."

Shade deglutì, tenendo lo sguardo fisso sul muso del Luxray. Ecco spiegato come mai li conoscevano e lo avevano riconosciuto grazie alla somiglianza con sua madre... probabilmente quei tre erano compagni d'armi dei suoi genitori. Evidentemente doveva sembrare incredibilmente teso, perché il leone elettrico esplose in una risata bonaria.

"Non hai bisogno di essere così formale, piccoletto! Stai praticamente parlando con i tuoi padrini!" esclamò, facendo svanire con la sua allegria tutta la regalità con cui si era presentato a lui. "Chiamami solo Ozaner, se preferisci. E puoi anche darmi del tu."

"Non pensi di essere troppo tenero con lui?" domandò Wystan, storcendo appena il naso ma lasciandosi scappare un risolino a metà tra il divertito e il seccato. "Ti stai rammollendo!"

"Ovviamente no." ribatté Ozaner, facendo un cenno del capo nella sua direzione. "Semplicemente so che per lui i mesi di addestramento con me saranno un completo inferno e mi sento in dovere di addolcirgli un po' la pillola!"

Le orecchie di Shade si abbassarono di colpo così come il suo sguardo. Oh, no... ecco che iniziava il lavoro duro. Lo avrebbe spellato vivo, probabilmente.

"Ti chiami Shade se non erro. Corretto?" domandò Ozaner, e quello bastò a far rimettere il Lucelunare in piedi dritto come si doveva.

"Sissignore! O meglio... uh..."

"O meglio?"

"Shade è più che altro un soprannome, signore." ammise l'Umbreon, muovendo nervosamente l'orecchio destro, manco fosse stato un bufalo che doveva scacciare una mosca. "Non c'era maniera in cui i miei genitori potevano conoscere che evoluzione avrei intrapreso quando mi hanno battezzato."

"Ah, quindi ti fai chiamare Shade per...?"

"Comodità. È più facile da ricordare." ammise Shade, lanciando un'occhiata rapida verso Alitheia e Avion. I due avevano la bocca semiaperta, come se fossero stati particolarmente colpiti da quella rivelazione.

L'Umbreon inclinò la testa da un lato.

"Che succede?"

"Io pensavo che Shade fosse il tuo nome di battesimo!" esclamò Avion, spalancando le fauci in un'espressione a dir poco scioccata.

Alitheia fece schioccare la lingua, scuotendo la testa.

"Avrei dovuto immaginarlo, in effetti..."

Shade si lasciò scappare un risolino, facendo un sorrisetto unilaterale e perciò uscendosene con un'espressione abbastanza buffa.

"Maddai... davvero pensavate che avessi un nome simile?"

Kadmos si intromise, decidendosi di indagare per curiosità propria: "E allora di'. Qual è il tuo vero nome?"

"Soraya."

"Soraya?! Ti prego, dimmi che stai scherzando!" esclamò Avion, battendosi una mano in fronte. Evidentemente il ragazzino doveva aver sganciato una rivelazione bomba.

"Non sto scherzando... è il mio nome. Ma per favore, chiamatemi Shade. Lo preferisco. Va bene?"

"Diamine, certo che voi giovani siete proprio complicati." brontolò Kadmos, scuotendo il capo e facendo schioccare il becco. In seguito tirò un leggero fischio, spiegando le ali. "Avion, vieni con me. Dobbiamo comunicare agli alleati e al palazzo imperiale che il Prescelto è stato trovato."

Ozaner fece un cenno col capo, osservando il Pidgeot decollare con un paio di battiti delle potenti ali, seguito dal Messaggero più giovane.

"Usate prudenza." si raccomandò, sedendosi tranquillamente per terra mentre arrotolava la coda attorno alle zampe anteriori. Li osservò sparire nel cielo per qualche istante, poi tornò a guardare Shade. "Sai, loro due sono Messaggeri. Kadmos è Messaggero in comando, mentre Avion è in seconda. Entro domani probabilmente sarai al centro delle conversazioni dell'Imperatore. Non ne sarei sorpreso se volesse conoscerti."

Shade si strinse leggermente nelle spalle, ripensando a quella giornata e a come fosse stata una montagna russa di emozioni contrastanti. In realtà lui nemmeno voleva rimanerci in quel luogo... ma ormai era tardi per tornare indietro.

"Piuttosto... faresti meglio a riposarti." gli ricordò Wystan, sedendosi a gambe incrociate accanto a Ozaner. "Dopo ti porteremo a incontrare Morfeus. Colui che ha predetto il tuo arrivo in sogno. E poi, domani per te sarà una giornata molto pesante."

Si diede una grattatina al petto, poi continuò.

"Morfeus è uno dei pochi Lettori della Verità a essere rimasti in vita. Nella sua visione ha visto dov'era il Prescelto e ha inviato Avion e Alitheia a cercarti... sarà contento di vederti."

Shade fece un leggero sorriso, annuendo.

"Non vedo l'ora di fare la sua conoscenza, allora..."

- - -

Da dietro una delle tende il Pokémon riusciva a vedere il marmocchio nuovo arrivato in compagnia di Ozaner. Sembravano star chiacchierando pacificamente... il Luxray era incredibilmente rilassato, sarebbe stato facile ucciderlo in quel momento.

Ma non era ancora ora. Doveva pazientare ancora un po' prima di potergli aprire la cassa toracica e ridere alle sue grida agonizzanti.

L'arrivo di quel ragazzino aveva scatenato un gran polverone al campo. Tutti dicevano che era il Prescelto della Luce.

Allora la visione che aveva avuto il Lettore della Verità si era avverata... e lui che ne era scettico. Bene. Un problema in più di cui occuparsi.

Penso che il Sommo Eroan e il Sommo Azza saranno felici di sapere questa novità.

Disse tra sé e sé, prima di staccare la mano tridattila dal tessuto della tenda, facendo dietrofront e mettendosi a camminare.

Sì... ne saranno felicissimi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top