Capitolo 5 - Funny Meeting You Here, O God
Pensa.
PENSA!
PENSA, O MORIRAI!! COSÌ COME TERAVA, MORIRAI ANCHE TU!!
Una sequenza di pensieri si ripeteva nella testa di un Corviknight, come se la sua mente fosse stata un disco rotto.
Che cosa lo aveva portato a quell'evento, schiena contro un albero e mezzo morto? Si era separato dal suo Generale, ma per cosa? Doveva semplicemente uccidere un mercenario nemico...! Non doveva essere un'impresa più così complicata.
Lui, che assieme al suo partner Terava era uno dei più grandi combattenti dell'Esercito Bianco, non avrebbe dovuto incontrare difficoltà. E invece, il suo compagno era ormai morto e lui stava per seguire il suo esempio.
Gli sembrava ancora di riuscire a sentire le parole dell'amico:
"Lo sconfiggeremo, Amosis. Noi saremo coloro che gli taglieranno la testa!"
E invece...
Lanciò un'ultima disperata occhiata al corpo di Terava; l'Honedge, questa la specie del compagno, era conficcato nella spalla sinistra del suo stesso fratello d'armi. Il suo occhio era spento e ormai senza vita, la lama che era il suo corpo era coperta da terrificanti bruciature.
E pensare che loro due assieme facevano faville...! Le schiere nemiche venivano letteralmente tagliate in pezzi quando i due guerrieri combattevano fianco a fianco.
Alle volte Amosis stesso, tenendo l'elsa di Terava nel becco e brandendolo attorno a sé con maestria, pensava a distruggere i suoi avversari in una mossa caratteristica, che nessuno era in grado di contrastare.
O meglio, quasi nessuno.
Quel mercenario si era certamente rivelato più forte delle sue aspettative. Lui stesso aveva disubbidito a un ordine del suo Generale per andare a combattere quel nemico, e per la sua superbia sarebbe morto.
Il Corviknight afferrò debolmente l'elsa dell'Honedge deceduto nel becco, tirando con tutta la forza rimasta per cercare di liberarsi. Invano, però, perché la lama di un metro di Terava era ormai conficcata a fondo nella sua spalla e nel tronco e la perdita di sangue aveva indebolito di molto il primo combattente.
In quel momento Amosis si sentiva come una puntina appesa. Una grossa puntina metallica appesa da una lunga spada nella spalla.
Era impotente, ora. Non poteva muoversi, e nel buio della sera non riusciva a scorgere il suo avversario. Il corpo nero del nemico, che per la sua specie avrebbe dovuto essere di un rosso intenso con chiazze di biondo, si era rivelato un ostacolo inaspettato.
Attaccare di notte non era stata una buona idea, quando l'avversario era un Pokémon melanico. Ecco perché nessuno era mai riuscito a vederlo.
Si voltò nuovamente verso la coltre buia davanti a sé, emettendo un lieve rumore metallico prodotto dal suo corpo; stava tremando di terrore. Non gli era mai successo, non pensava di essere così attaccato alla propria vita.
Quand'ecco che davanti a sé, dal nulla, si accesero due brucianti fiamme rosse, poste alla stessa altezza. Il nemico era proprio lì, davanti a sé. Poteva sentire il rumore dei suoi passi sull'erba a tratti carbonizzata, mentre le fiamme si muovevano avanti e indietro, seguendo il movimento delle braccia per la sua camminata.
Amosis ebbe l'istinto di tirarsi indietro, dimenticandosi di essere già con le spalle contro qualcosa.
"STAMMI LONTANO, MALEDETTO BASTARDO!!" gridò con voce stridula, cercando almeno di salvare la propria vita. Nonostante il suo nemico fosse più piccolo di lui, sarebbe riuscito a ucciderlo in un batter d'occhio.
La Luna, sbucata in quel momento dalla coltre di spesse nuvole che foderava il cielo, riuscì a fargli vedere almeno la sagoma del proprio aguzzino.
Amosis strinse il becco, spalancando le palpebre quando gli occhi azzurro ghiaccio del suo nemico baluginarono alla tenue luce fredda del satellite alto nel cielo.
"HA-HAI VINTO, HAI VINTO! RISPARMIAMI! TI PREGO!"
Quello del Corviknight era un gesto vile e codardo, ma onestamente dell'onore non gliene fregava più nulla quando la sua vita era a tanto così dal finire.
Il mercenario, però, non pareva aver voglia di dimostrare pietà.
- - -
"Ho sentito dire che l'altra notte due dei più bravi soldati di Sayf sono morti."
Una giovane Weavile si voltò verso il suo interlocutore, mentre camminava lungo un immenso corridoio illuminato attraverso molteplici vetrate colorate.
Le pareti erano alte e di marmo bianchissimo, divise in molti pannelli decorati ognuno da diversi bassorilievi intagliati con maestria. I muri erano costellati di ritratti e loculi appartenenti a grandi eroi del passato. Anche le vetrate e i rosoni da cui filtrava la luce rappresentavano scene della storia della Regione Bianca; tutte dopo la Grande Scissione, si intende.
Quel grande palazzo, il palazzo reale, ormai era diventato una visione familiare agli occhi della Weavile. Veniva in quel posto con colui che le stava camminando al fianco almeno una volta al mese.
"Vi sembra il momento per il gossip?" domandò la Buio/Ghiaccio, abbassando lo sguardo sul pavimento di marmo scuro screziato di mille colori, senza interrompere la propria camminata. "Siamo già in ritardo per la riunione, Sommo Nume del Gelo."
L'altro sghignazzò appena, socchiudendo gli occhi totalmente gialli che si ritrovava.
"Dai, sai che a chiamarmi così mi metti in imbarazzo. Ci conosciamo da quindici anni, puoi anche darmi del tu e chiamarmi col nome breve, Rael."
La Weavile espirò dal naso, scuotendo appena la testa e facendo ondeggiare la cresta rossa che aveva sul capo. Certo, si conoscevano da quando lei aveva solo pochi mesi, ma ancora si sentiva a disagio a dare del tu a un essere tanto potente.
"...Kyurem." si corresse, portando entrambe le mani dietro la propria schiena.
"Per essere una ragazzina sei più seria dell'Imperatore stesso, sai?" si lamentò il Sommo Nume del Gelo, accelerando il passo non appena arrivarono in vista di un largo portone in legno scuro e intagliato.
Rael si prese un momento per fissare il Nume, osservandolo di sottecchi. L'enorme drago Leggendario del gelo era sempre eccessivamente tranquillo e pacato, anche parlando di argomenti terrificanti come quelli della guerra o della morte, nonostante sapesse quanto lui stesso ne era terrorizzato.
Kyurem voltò l'immenso capo verso di lei, facendole cenno verso la porta.
"Te la senti di entrare o vuoi aspettare qui?"
"Certo che me la sento."
"Speriamo che gli altri Puri siano troppo occupati a fare i perfettini per prendersela con te. Cerca di ignorarli."
La Weavile annuì piano, con l'espressione più risoluta che riusciva a mettere su in quel momento. Una maschera necessaria, in quel frangente.
Al di là di quel portone la aspettavano grandi paroloni di sovrani che aspettavano solo di fare la guerra e occhiatacce di altri Pokémon monotipo che non approvavano la sua "sporca presenza".
Kyurem spinse uno dei due battenti del grande portone, rivelando la presenza di un'enorme sala marmorea maestosa come la soglia che la presentava.
Al suo interno, disposte a ovale attorno a un immenso tavolo di legno di quercia, vi erano svariate postazioni occupate da molti Numi Leggendari e sovrani di ogni tipo, ma anche di semplici Pokémon accompagnatori. Solo tra le prime due categorie vi erano undici posti occupati, per non contare quelli occupati dai Puri dei Numi.
Vi erano, però, quattro posti vacanti.
Al culmine del grande tavolo ovale stava seduto un grosso Pyroar, la cui criniera fluente e rovente come il sole stesso era pettinata in maniera impeccabile. Indossava un largo mantello bianco con spalline argentate. Alzò lo sguardo da una grande cartina della Regione Bianca non appena sentì entrare i due nuovi venuti.
Rael, non appena vide il tiepido sguardo del leone puntarsi su di lei, fece un veloce inchino e si portò una mano al petto. L'Imperatore si doveva sempre salutare a dovere.
Kyurem si avviò a passo abbastanza spedito verso uno di essi, e Rael lo seguì a ruota. Entrambi non dissero una parola.
"Guarda un po' chi si è deciso a unirsi al consiglio!" fece il Nume delle Tempeste, Zekrom, appoggiando un gomito sul ginocchio di una delle gambe incrociate. Inarcò un sopracciglio, lanciando un'occhiataccia ai due.
"Nume del Gelo Kyurem, spero che almeno la prossima volta sarai puntuale... come giustifichi il tuo ritardo?" domandò il Pyroar, osservando il Drago/Ghiaccio con calma.
"Ho dormito troppo. Perdonatemi, Imperatore." disse in tutta sincerità Kyurem, andando a sedersi su uno dei grandi cuscini disposti anche per gli altri membri del Concilio, disponendosi come al solito accanto a un Pokémon Eone. Rael fu rapida a mettersi accanto al suo Nume, inginocchiandosi educatamente.
"Cosa mi sono perso, Synnef?" domandò sottovoce Kyurem al Latios che aveva accanto, il quale mosse un orecchio. Rael rimase a osservare l'Eone per un paio di secondi, fissando la macchia di piume nere che gli copriva parte del muso, partendo dagli occhi.
"Niente di particolare. Groudon e Kyogre stavano battibeccando su cosa fosse meglio, se un attacco via mare o via terra" mormorò il Latios.
"QUALCOSA DA OBIETTARE, STUZZICADENTI?!" tuonò dall'altro capo della sala il Nume della Terra Groudon, sbattendo con forza a terra un pugno e facendo sobbalzare tutto (Pokémon e oggetti) nell'arco di una decina di metri.
Synnef istantaneamente si ammutolì, mentre l'Imperatore scoccava un'occhiataccia verso il Pokémon Continente.
"Controlla il volume della voce e il rispetto che porti in essa, o sarò costretto a farti buttare fuori."
Così come l'Eone anche Groudon si azzittì, permettendo all'Imperatore di passare tranquillamente in rassegna con lo sguardo tutti quanti i presenti. Sospirò scuotendo il capo non appena il suo sguardo si poggiò sull'ultimo posto rimasto vuoto, ma rimase comunque in silenzio per qualche istante.
"Nume della Terra, Groudon."
"Rispondo al vostro appello."
Il Pyroar fece un rapidissimo cenno col capo.
"Nume dei Mari, Kyogre."
"Rispondo al vostro appello." controbatté da un lato dell'aula piuttosto particolare l'orca, semisommersa in una piscina che sembrava alquanto confortevole.
"Nume della Distruzione, Yveltal."
Non ricevette risposta per svariati secondi, dato che il chiamato non era presente nella sala. L'Imperatore quindi proseguì con la lista. Rael sapeva che non era la prima volta che Yveltal non si presentava al Concilio.
"Nume del Gelo, Kyurem."
"Rispondo al vostro appello." fece con aria stranamente seria il Drago/Ghiaccio. La Weavile non disse nulla, ma era evidentemente sollevata che non avesse risposto in maniera stupida come era suo solito. Una volta erano stati buttati fuori perché lui aveva risposto "esisto".
"Nume delle Fiamme, Reshiram."
"Rispondo al vostro appello."
"Nume delle Tempeste, Zekrom."
"Presente." brontolò quest'ultimo con una certa stizza, appoggiando il mento sul proprio pugno chiuso. Il Pyroar gli tirò un'occhiata silenziosa, probabilmente di ammonimento, ma quello non stava nemmeno guardando nella sua direzione.
"Nume dell'Attacco, Zacian."
"Rispondo al vostro appello." fece la lupa, mentre accanto a lei il fratello scodinzolava leggermente in attesa del proprio turno.
"Nume della Difesa, Zamazenta."
"Rispondo al vostro appello!" rispose questi con un certo entusiasmo, lanciando poi un'occhiata a Zacian come a cercare approvazione.
Rael lanciò un'occhiata a tutti i Numi che avevano presenziato all'appello. Ognuno di loro, seduto al fianco, aveva un Pokémon comune. Alcuni di essi avevano un'aria solenne e autoritaria, altri sembravano solo palesemente annoiati da quella riunione.
Quei Pokémon monotipo erano i Puri, coloro che erano incaricati di rendere la propria vita devota ai Numi Leggendari.
Nonostante il loro aspetto immacolato, sapevano essere davvero crudeli quando volevano. Solo perché Rael era l'unica Pura doppio tipo. Una Pura non molto Pura, insomma.
Tornò a concentrarsi sulla riunione, cercando di non pensarci. L'Imperatore si era fermato un istante, come a voler sancire una specie di separazione tra le categorie dell'appello, poi continuò.
"Sovrano del Granducato di Elire, Eldfiall il Benevolo."
"Rispondo al vostro appello." disse solennemente un Heatran abbellito da pesanti ornamenti in acciaio, socchiudendo bonariamente gli occhi rossi.
"Sovrano della Monarchia dell'Arcipelago Miravento, Synnef."
"Rispondo al vostro appello." fece in un soffio il Latios accanto a Kyurem, così piano che Rael temette che l'Imperatore non lo avesse sentito. Tuttavia, il Pyroar continuò tranquillamente.
"E infine, Generale d'Armata Sayf."
"Rispondo al vostro appello." disse un enorme Kommo-o. Non aveva preso posto al tavolo, perciò nessuno lo aveva praticamente notato. Nel sentire la sua voce tonante, proveniente da un angolo della sala, anche i Leggendari sobbalzarono.
Rael ne approfittò per guardare meglio quell'individuo appoggiato a braccia conserte alla parete di marmo bianchissimo; il Generale a cui erano morti i due soldati, se non ricordava male.
Il Pokémon Drago/Lotta era semplicemente imponente; più di due metri di altezza e una postura impeccabile. Non era questa la cosa più notevole in lui, però, dato che praticamente tutte le scaglie sul suo corpo erano state strappate via di fresco. Rimanevano soltanto quelle sul capo e quelle sulla coda a coprirlo.
I ciuffi di pelliccia candida sulle spalle erano molto lunghi e intrecciati con maestria per dargli un aspetto vagamente ordinato, nonostante le cicatrici vistose sul suo corpo, veri e propri squarci di carne viva, facessero intendere che era uno che la guerra se la mangiava a colazione.
Il leggerissimo brusio nella stanza cessò istantaneamente, e tutti gli occhi si puntarono nella sua direzione per qualche istante per poi tornare a concentrarsi sull'Imperatore a capotavola.
"Il Nume della Distruzione Yveltal non si presenterà neanche oggi. Va bene. Dichiaro l'inizio del Concilio dei Numi e dei Sovrani." esordì il Pyroar, appoggiando educatamente le zampe anteriori sulla cartina che aveva davanti.
Nella Sala nessuno emise un fiato, dato che erano tutti concentrati ad ascoltare l'Imperatore della Regione Bianca.
"Come ben saprete, la guerra ha raggiunto un picco, in questi ultimi giorni." mormorò l'Imperatore, tenendo lo sguardo azzurro abbassato sulla mappa che aveva davanti. "Due valorosi soldati del Generale Sayf sono stati recentemente trovati morti. Si suppone che l'assassino sia un mercenario nemico, il quale ha già decimato diverse Pattuglie."
Kyurem rabbrividì appena, facendo tintinnare la propria gelida armatura naturale, e Rael non poté fare a meno di sollevare lo sguardo su di lui. Sapeva quanto il tema della morte lo spaventasse. La morte. Quella bestia invisibile che terrorizzava anche i Numi Leggendari.
"Ancora dobbiamo decidere cosa fare con quel mercenario. Abbiamo pochissime informazioni su di lui. Sappiamo soltanto che è un Pokémon di tipo Fuoco molto forte fisicamente."
"Mio Imperatore." intervenne posato Kyogre, sollevando la testa dalla piscina in cui alloggiava in quel momento. Gocce di acqua salata scesero dal suo mento mentre parlava. "I miei uomini sono abituati a combattere con ottimi attacchi d'acqua anche sulla terraferma. Potrei inviare un plotone a uccidere questo assassino."
"Non è così semplice." intervenne il Generale Sayf, iniziando a camminare tranquillamente per la stanza, passando dietro alle postazioni dei Numi mentre teneva le braccia incrociate. Sembrava uno squalo che accerchiava le prede...
"Anche alcuni dei miei soldati di tipo Acqua hanno cercato di affrontarlo, ma senza molto successo. È troppo veloce anche per loro, e ha la brutta abitudine di attaccare di notte. Deve essere un Pokémon molto furtivo e scaltro. Alcuni dicono che sia un Infernape, ma se lo fosse si vedrebbe la fiamma sul suo capo. Temo che solo coloro che sono stati uccisi da lui abbiano capito che Pokémon sia."
Sayf fece una pausa, poi continuò: "Inoltre è incredibilmente preciso, e spesso le sue vittime muoiono con pochi colpi mirati. Per questo quel bastardo si è guadagnato il soprannome di Bussola del Demonio. Tra le mie file è temuto, specialmente dopo che ha ucciso Terava e Amosis. Con qualche colpo può uccidere anche uno di voi."
"Ma... scusate..." intervenne Zamazenta, sollevando il capo e facendo quindi ondeggiare leggermente il pennacchio in cima a esso. "Quel mercenario... non sarebbe meglio semplicemente cercare di evitarlo? Insomma, non è lo stesso che ha ucciso il Nume della Creazione, Xerneas?"
Nella sala calò una pesante tenda di silenzio soffocante. Molti dei Leggendari avevano abbassato lo sguardo sul terreno, ricordando il terrore pungente e da impazzire provato il giorno in cui il cervo era morto.
Rael appoggiò una mano al fianco di Kyurem, il quale aveva vacillato nel ricordare il compagno leggendario caduto.
Zacian diede una violenta spallata al fratello, producendo così un fracasso metallico dato dallo scudo che il lupo portava attorno al collo. Subito il Nume della Difesa abbassò il capo e si scusò sottovoce. A nessuno piaceva ricordare quell'evento.
I Leggendari si guardarono per un po' tra di loro, indecisi su cosa dire e su cosa fare. Sembrava che a tutti fosse caduta la lingua. Solo Zekrom ebbe la voglia di dire qualcosa.
"Un mercenario è uno solo, seppur incredibilmente potente. Un giorno qualcuno lo ucciderà. Dobbiamo concentrarci sugli attacchi su vasta scala. Via terra siamo coperti e preparati agli attacchi, ma via mare... abbiamo solo il Nume dei Mari Kyogre a sorvegliare le coste. Avremmo bisogno di aiuto."
"Per quanto io sia assurdamente potente," intervenne Kyogre con ben poca modestia, "un aiutino non mi farebbe certo dispiacere."
"Magari da parte di Lugia, o qualcosa del genere!" sbottò irata Zacian, facendo scintillare alla luce del grande lucernario sul soffitto il proprio elmo dorato.
"Il Nume degli Abissi Lugia ha deciso di essere neutrale alla guerra." le ricordò pazientemente l'Heatran seduto poco lontano da lei, facendole un cenno con il testone.
L'Imperatore prese un profondo respiro, incrociando le zampe sotto il mento mentre appoggiava i gomiti al tavolo.
"L'unico che potrebbe aiutarci sotto questo frangente già sappiamo tutti chi sia."
Tutti i presenti nella Sala, Rael compresa, si voltarono con un brusio di teste verso il Latios che aveva posto accanto a Kyurem. Alcuni lo fissavano con un certo astio, altri con una specie di implorante cipiglio.
Synnef, sentendo gli sguardi di tutti puntarsi addosso a lui, si irrigidì e tirò su il lungo collo. Tenne però lo sguardo basso, come se stesse cercando qualcosa a cui aggrapparsi.
"Synnef, l'Arcipelago Miravento possiede correntemente una delle più potenti flotte navali mai esistite." gli ricordò Kyurem, osservando l'amico con attenzione. "Se non ti schieri tu, qui non ci si muove."
"Non lo so... ci devo pensare."
"Ci devi... PENSAREEEEEEEEEE?!" tuonò improvvisamente Zekrom, alzandosi in piedi con una rabbia incontenibile, come se fosse stato tutto il tempo una bomba a orologeria settata per esplodere in quel momento. "SONO DIECI ANNI CHE CI DEVI PENSARE, DANNATISSIMO MARMOCCHIO!!"
"ZEKROM, TORNA IMMEDIATAMENTE SEDUTO AL TUO POSTO! NON ALZARE IL VOLUME DELLA TUA VOCE IN QUESTA STANZA!!" ruggì l'Imperatore, puntellandosi con le zampe anteriori sul tavolo e scattando in piedi sulle posteriori, snudando le zanne affilate.
Rael cercò di farsi piccola piccola, ricordando quanto sotto a quel guscio di compostezza e cortesia il Pyroar fosse feroce e non permettesse a nessuno di essere irrispettoso nella sua sala del Concilio.
Zekrom si risiedette a terra con un tonfo, incrociando le gambe mentre aggrottava le sopracciglia.
"Per quanto sia stato impulsivo nel dirlo, Zekrom ha ragione." intervenne Reshiram, inclinando leggermente la testa da un lato mentre guardava l'Imperatore. Questi tirò su lo sguardo, tornando a sedersi e avvolgendo la coda attorno alle zampe. "Potevamo capire la sua indecisione quando Synnef era ancora un ragazzino, ma... sono passati dieci anni. E a ogni Concilio se ne esce sempre con la stessa risposta..."
Rael lanciò un'occhiata al sovrano dell'Arcipelago Miravento, il quale stava tenendo lo sguardo basso. In effetti era vero. Ogni mese nei precedenti dieci anni aveva risposto sempre con "ci devo pensare", oppure "sto valutando la situazione".
Ma non pareva pensarci mai.
"Non voglio impiegare la mia flotta in questa guerra." disse finalmente Synnef, alzando lo sguardo dal terreno e puntandolo sull'Imperatore. "E non voglio che i miei uomini muoiano inutilmente."
"Inutilmente? Ma ti senti quando parli?" esclamò Kyogre, sollevando la testa così rapidamente che l'acqua della sua vasca strabordò e andò a bagnare i piedi di Sayf, il quale si spostò pazientemente.
"I miei concittadini non verseranno una goccia di sangue. Non sono avventato come lo era mio padre." ribatté piccato Synnef, aggrottando le sopracciglia.
Rael rimase abbastanza sorpresa da quella sua improvvisa presa di posizione. Era la prima volta che lo vedeva esporre un po' di carattere. Solitamente era molto più molliccio e si faceva condizionare dalle scelte altrui.
"Mi limiterò a finanziarvi finché ne avrete bisogno. Miravento ha un'economia abbastanza produttiva da garantirvi fondi più che sufficienti." sbottò il reale, tornando a sedersi con un cipiglio in fronte.
Evidentemente aveva finito e aveva sortito un buon effetto, perché nessuno disse una parola per qualche secondo.
"Eviteremo di insistere sull'argomento." concluse l'Imperatore, allungando una zampa verso un calamaio poco distante da sé. Prese una penna tra due dita e la intinse nell'inchiostro, per poi calarla sulla cartina che aveva davanti e scribacchiare qualcosa sopra una grande isola circondata da molte più piccole.
"Fatto sta che ora dobbiamo trovare qualcuno che possa fornire supporto a Kyogre." commentò Eldfiall, l'Heatran dall'altra parte della stanza.
"Potrei essere io ad aiutare."
Rael alzò rapidamente lo sguardo verso Kyurem, rimanendo a guardarlo con gli occhi spalancati. Era alquanto sorpresa dalla sua proposta.
"No, non possiamo permetterci che tu muoia in battaglia!" gridò Kyogre, spalancando le grandi pinne e tirando un colpo terribile a un povero Vaporeon che stava seduto accanto alla piscina. "Rael non sarebbe in grado di riportarti in vita, nel caso!"
Ahh... ecco che ricominciano con i soliti discorsi.
Pensò la Weavile, abbassando il muso e tenendo fisso lo sguardo sulle proprie ginocchia. Di lì a poco avrebbero iniziato sicuramente a battibeccare.
"Rael è una Pura fantastica, anche se non è una monotipo." protestò Kyurem, difendendo strenuamente il Pokémon Buio/Ghiaccio.
"Kyurem, non stiamo dicendo che non lo sia." intervenne Reshiram, sollevando le braccia e aprendole leggermente, come a voler sottolineare che i loro intenti non erano aggressivi. "Semplicemente... se tu dovessi essere ucciso, Rael non sarebbe in grado di ristabilire totalmente le tue energie. Avresti bisogno di molto, molto tempo per riprenderti."
"Fatemi capire bene." intervenne di colpo Sayf, sollevando un braccio per fermare le parole dei Numi Leggendari. "Cos'è tutta questa storia?"
"Mi sorprende che tu non lo sappia." commentò l'Imperatore, volgendo lo sguardo verso il Kommo-o. "Ma d'altronde, sei comunque un mortale come me."
"È abbastanza lunga da spiegare per bene." riferì Groudon, accavallando le gambe mentre incrociava le braccia al petto. Fece ciondolare la testa da un lato, sbuffando sonoramente come se volesse farsi venire in mente quella lunga spiegazione.
"Ma in pratica... ogni Nume Leggendario ha un Pokémon di un solo tipo che lo accompagna ovunque. Questo Pokémon ha il tipo corrispondente di almeno uno dei due del Leggendario a cui è assegnato. Nel caso il Nume muoia, il suo Puro deve cedergli la propria anima per far sì che possa continuare a vivere. Ma così facendo il Puro morirà dato che perderà il suo unico tipo."
Sayf rimase in silenzio quasi religioso ad ascoltare quella spiegazione, portandosi una mano al mento.
"State usando "tipo" e "anima" come se fossero sinonimi."
"Perché lo sono, Generale."
"Mmh... quindi Xerneas è davvero morto. Mi stupisce che gli ecosistemi non siano ancora collassati."
"No, no, non funziona così." lo riprese Reshiram, scuotendo rapidamente il capo, mentre accarezzava delicatamente la testa dell'Arcanine che aveva seduto accanto. "Xerneas si è reincarnato in un altro sé stesso, da qualche parte. Ma dato che il suo Puro non gli ha dato l'anima ha perso la sua essenza, diciamo."
"È morto, ma resuscitando ha perso ogni traccia dei suoi ricordi di quella vita. Probabilmente non avrà memoria della Guerra e di tutto quello che gli è capitato prima di morire. Ora sarà chissà dove." precisò Zacian, storcendo il naso.
Al Kommo-o quella risposta non parve piacere molto. Assottigliò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia, ma non replicò. Probabilmente la pensava allo stesso modo di Rael sull'argomento.
Un Puro doveva dare la propria vita solo per permettere a un Nume Leggendario di continuare a vivere la stessa vita. Sotto sotto, però, vi era un motivo molto più egoistico.
Se un Nume perdeva la memoria della propria vita precedente, poteva essere convinto dai nemici a passare dalla loro, cancellando ogni singola traccia della sua lealtà verso la Regione Bianca.
"Non vedo il problema con il Sommo Nume del Gelo e la sua Pura, allora. Ha comunque il tipo Ghiaccio in sé. La sua anima dovrebbe andare bene." disse Sayf, scrollando le spalle, per poi lanciare un'occhiata alla Weavile. "Rael, corretto?". Lei si tirò su e annuì rapidamente, senza proferire parola.
"Sì, è compatibile, signore." intervenne il Puro di Zekrom, uno Zebstrika dall'aria nobile e decisamente fin troppo altezzosa. "Ma essendo di tipo doppio gli donerebbe soltanto la parte della sua anima che possiede il tipo Ghiaccio. E il Nume del Gelo ne sarebbe oltremodo debilitato per diverso tempo."
L'Arcanine accanto a Reshiram fece schioccare la lingua.
"Inoltre, lei riuscirebbe a sopravvivere a una trasfusione di anima, poiché cederebbe a Kyurem il suo tipo Ghiaccio ma non il tipo Buio. Mentre noialtri perderemmo la nostra anima. Diventeremmo di tipo Sconosciuto, ecco, e moriremmo."
"Siete soltanto degli egoisti." ringhiò Kyurem, snudando in maniera aggressiva le sue zanne affilate. Ignorò pure l'occhiata di ammonimento dell'Imperatore. "Rael è la mia Pura. L'ho scelta io stesso. E la cosa non cambierà affatto."
"Concordo sul fattore egoistico." ammise il Generale Sayf, camminando lentamente e andandosi a sedere a gambe incrociate proprio accanto a Rael e Kyurem, i quali lo seguirono con lo sguardo. "Mi state dicendo, quindi, che i Puri devono dare la propria vita per un Leggendario che comunque resusciterebbe?"
"Una vita per le memorie. Questo è il motto dei Puri." disse solennemente lo Zebstrika, sollevando la testa con aria altezzosa. "Noi siamo lieti di dare la nostra vita per i nostri Numi. Moriremmo con piacere sapendo che è per una buona causa. Noi Puri esistiamo per far sì che i Leggendari non dimentichino chi sono e da che parte della guerra stanno."
"Eppure siete gelosi del fatto che Rael possa sopravvivere a qualcosa del genere." disse il Kommo-o, assottigliando lo sguardo.
I Puri che avevano parlato si guardarono tra di loro, mentre Rael gioiva internamente. Era la prima volta che qualcuno, oltre a Kyurem, difendeva la sua posizione.
"Noi siamo solo preoccupati per l'incolumità di Kyurem." intervenne l'Arcanine, scuotendo il capo e facendo ondeggiare la grande e vistosa criniera.
"Lasciate che siano Rael e il Sommo Nume del Gelo a preoccuparsene. Voi, più che altro, pensate ai vostri sovrani." li rimbeccò duramente il Generale, che evidentemente era molto abituato a rimettere in riga Pokémon indisciplinati troppo abituati a rispondere a un superiore.
"Stiamo perdendo di vista l'argomento." intervenne l'Imperatore, mentre iniziava ad arrotolare la carta che aveva davanti a sé. "Temo che non ci sia più molto da fare. Ancora una volta, non siamo in grado di concludere nulla. Siete liberi di andare. Vi farò convocare se avrò bisogno del vostro ausilio."
Nel giro di pochi secondi tutti quanti erano già in piedi. Alcuni avevano deciso di rimanere nella sala per chiacchierare un po' (di guerra e non), mentre altri si erano già avviati verso l'uscita.
Kyurem si alzò dal posto, sbuffando una nuvoletta di vapore congelato dalle narici.
"Sbaglio o questo Concilio è stato più pesante di molti altri?" domandò, probabilmente in maniera retorica, poiché non attese che Rael gli rispondesse per avviarsi verso l'uscita.
La Weavile lo osservò per un secondo o due prima di voltarsi indietro, cercando con lo sguardo il Generale Sayf. Il Kommo-o era ancora seduto al suo posto, ordinatamente sistemato come se fosse stato un komainu di pietra a guarda di un tempio.
La Pura si avvicinò a lui, e solo allora spostò lo sguardo verso di lei. I suoi affilati occhi rossi persero per un istante la loro freddezza per fare posto a un'espressione che Rael non riuscì a spiegare.
Si inchinò davanti al Kommo-o, quasi sfiorando con il pennacchio in testa il pavimento.
"Vi ringrazio per aver preso le mie difese. Ho molto apprezzato tutto questo."
"È il mio mestiere." disse semplicemente Sayf. "Difendere. Ora va', sono sicuro che il Nume del Gelo ti stia aspettando."
Rael fece ancora un mezzo inchino prima di fare dietrofront e correre rapidamente verso l'uscita, evitando così di incappare in qualche Puro che aveva voglia di una litigata.
Raggiunse rapidamente Kyurem, il quale si era fermato nel lungo corridoio a chiacchierare con Synnef. Arrivò giusto in tempo per sentire una parte della loro conversazione. In quel momento era il Drago/Ghiaccio a parlare:
"Sei stato bravo. Non pensavo avresti detto no a quel modo all'Imperatore. Sono felice che tu ti sia schierato."
Synnef piegò il capo all'indietro, evidentemente esasperato.
"Non lo so, potrei cambiare idea in futuro... sono sempre stato molle, lo sai. Se ci fosse stato mio fratello al comando..."
"Non pensateci, Synnef. Sono sicura che vostro fratello avrebbe fatto lo stesso." disse Rael, sentendosi in dovere di rassicurarlo. Già il reale era uno visibilmente insicuro, non aveva bisogno di pensare di essere inferiore rispetto a un familiare che aveva pure abdicato.
Il Latios fece un rapido cenno col capo, rivolgendole un sorrisino.
"So io come tirarti su!" esclamò Kyurem, tirando un colpetto con il corto braccio sinistro alla spalla dell'Eone.
"Ti offro un bel caffè!"
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