Capitolo 4 - Words to Live By

Shade fissò trucemente Alitheia ed Avion, accomodati dall'altra parte del tavolo. Era furioso con loro per avergli nascosto una cosa tanto vitale. Aveva un cipiglio in fronte, pareva anche da fuori visibilmente irritato. E non era certamente l'unico.

Anche Iris, seduta sul cuscino accanto a lui, stava squadrando gli estranei con le sopracciglia aggrottate, in modo molto simile al poliziotto delle fiction alle quali la nonna era appassionata. Semplicemente la piccola stava copiando il fratello, dato che era improbabile che avesse capito qualcosa della situazione.

Marina, dal canto suo, non sembrava terribilmente spaventata o altro. Anzi, si stava limitando a mormorare parole impercettibili sottovoce, mentre osservava la teiera sibilare sul fuoco. Si stava evidentemente preparando ad un lunghissimo discorso.

I due membri dell'Esercito, invece, avevano reazioni totalmente diverse e contrastanti tra di loro.

Avion era visibilmente tranquillo, non aveva preso posto dato che il tavolo era troppo basso per lui, e fissava con calma le molte fotografie appese ai muri. Reagiva con un tiepido sorriso anche alle occhiatacce che Shade e sua sorella gli tiravano. L'Umbreon non riuscì a restare arrabbiato con lui.

Alitheia, invece, pareva essere sulla soglia di una crisi di nervi. Fissava intensamente Shade, specialmente nei suoi occhi, mordendosi il labbro inferiore come se fosse combattuta tra due scelte. Quando i loro occhi si incrociarono lui distolse lo sguardo e storse il naso.

L'Umbreon decise di smettere di badare ai due per posare la sua attenzione sugli oggetti del salotto. Se avesse ceduto alla richiesta dell'Esercito, avrebbe potuto non rivedere più quella casa. La sua casa.

Osservò una specifica fotografia appesa al muro, probabilmente la sua preferita. Era vecchia, di almeno quarant'anni prima.

A sinistra l'immagine ritraeva nonna Marina, molto più giovane di allora, con un meraviglioso e divertito riso sul volto. Nonostante l'immagine fosse un po' rovinata, si vedeva la bellezza che pervadeva la giovane Leafeon in quegli anni.

In primo piano vi era una piccola Eevee femmina dall'aria molto vivace, che tendeva le zampette nella direzione della fotocamera. Marina doveva tenerla tra le zampe anteriori per impedirle di balzare addosso al fotografo. Era Astra, la madre di Shade. Come suo figlio, Astra aveva qualche lentiggine sparpagliata sul muso, come un piccolissimo cielo stellato.

Sulla destra della fotografia, invece, un maschio di Zoroark era inclinato nella direzione di Marina, tenendo il capo appoggiato sulla tempia della Leafeon. Sorrideva pacificamente, con una mano sulla spalla della Eevee.

Il Pokémon Lucelunare sospirò a fondo. Quello Zoroark era suo nonno.

Anche lui aveva preso parte alla guerra, ed era sparito pochi mesi dopo la nascita di Shade stesso. Era un ambasciatore destinato alla Regione Nera, ma non era mai tornato indietro.

Non voleva finire come suo nonno. Avrebbe fatto di tutto per tornare dalla sua famiglia. Ma unirsi all'Esercito avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua vita.

"Il tè è pronto" esordì Marina, spegnendo il fuoco sotto la teiera e riempiendo cinque tazze con l'infuso, tranquillissima, come se i due estranei fossero solo amici di vecchia data.

Alitheia tirò su le orecchie, voltandosi verso Shade e guardandolo mentre lui accorreva per aiutare la nonna a portare le tazze in tavola. Non appena il Pokémon Buio le passò la sua tazza lei mormorò un "grazie" appena percettibile, prendendola tra le zampe anteriori.

La sollevò appena, subito distogliendo lo sguardo dall'Umbreon e prese un piccolo sorso, riabbassando le orecchie e tornando a rimuginare su quello a cui stava pensando.

"Dall'odore pare ottimo" disse Avion, voltandosi verso la Leafeon e prendendo la tazza dalle sue mani. Shade era abbastanza sollevato dal fatto che l'Eone stesse provando ad alleggerire l'atmosfera. "È tè al...?"

"Gelsomino" gli rispose la nonna con un sorriso, andando a prendere posto in tavola tra le due parti, come se volesse riunificare le opposizioni che erano andate a crearsi. Prese un sorso del proprio infuso. "Ma ora... Veniamo a noi".

La testa di Alitheia scattò subito in alto, come le sue orecchie. Evidentemente stava aspettando di levarsi quel peso dal cuore da un po'.

Tuttavia, aspettò che fosse la nonna la prima a parlare.

"Allora... Cosa vi fa pensare che sia Shade il Prescelto della Luce?" domandò Marina, incrociando le zampe sul tavolo e spostando il suo sguardo color miele nella direzione dei due membri dell'Esercito.

Shade aggrottò le sopracciglia, guardando Alitheia.

La Espeon prese un respiro profondo, socchiudendo gli occhi, picchiettando con un artiglio sul lato della tazza.

"Come lei ben sa, signora... Io sono una Lettrice della Verità..."

"Dimostramelo" disse rapidamente Marina, prima che la giovane potesse continuare la propria frase. "Dimmi, a cosa sto pensando al momento?".

Alitheia sospirò, guardando per un paio di secondi la Leafeon negli occhi, senza battere le palpebre. Fece un leggerissimo sorriso.

"Vedo un ricordo. Penso sia Shade da piccolo. È un Eevee che piange perché è appena stato punto da un'ape".

Marina fece un largo sorriso, socchiudendo gli occhi mentre si beccava un'occhiata sorpresa (ed anche un po' imbarazzata) da parte di Shade. E che diamine, quelli erano ricordi privati!

"Già. Ci sai fare, ragazza mia..." disse Marina, con una punta di tristezza o preoccupazione nella voce. "Quindi... Esattamente, cosa hai visto negli occhi di Shade?".

La giovane Espeon abbassò lo sguardo sul proprio tè, aspettando qualche breve istante prima di rispondere.

"Non ho visto niente di nitido. Più che altro, è una sensazione. È... complicato da spiegare".

"Perché non ci provi?" insistette Marina, incrociando le zampe sotto il mento e guardandola con il suo solito sguardo calmo.

La Espeon esitò un istante, come a raccogliere le informazioni a brandelli nella sua testa, ed iniziò a muovere su e giù le dita di una delle zampe posteriori, evidentemente sottopressione.

"Ho sentito come se la mente di Shade fosse... un miscuglio di tante cose. Non so se mi spiego" iniziò, passandosi il palmo di una zampa sulla guancia. "Come se la sua mente fosse piena di molte cose. E come lei ben sa... il Prescelto della Luce è l'unico Pokémon che ha una connessione con gli elementi senza dover per forza usare una mossa di un certo tipo".

Shade strinse le mascelle, inclinando appena la testa da un lato.

"Quindi... un Prescelto serve alla guerra perché...? Riesce a usare mosse di tutti i tipi senza doverle per forza imparare?"

"Più che altro ha una connessione diretta con gli elementi. Al pari dei Pokémon leggendari. Si dice che siano stati proprio i Numi Leggendari a dare questi poteri al primo Prescelto" disse Alitheia, avvolgendo la coda biforcuta attorno al cuscino che era la sua seduta. "Millecinquecento anni fa. I leggendari innestarono in un Pokémon i loro soffi vitali, facendogli guadagnare tali poteri".

Shade sollevò le zampe anteriori, portandole in avanti sul tavolo, come a volerla fermare di colpo. La Espeon si azzittì.

"Frena. Questo vuol dire che ci sono stati altri prima di me, se io sono davvero un Prescelto?".

Alitheia rimase in silenzio per qualche secondo, annuendo in seguito.

"Sì. Il primo Prescelto era incaricato dai Leggendari di proteggere l'equilibrio tra i popoli di millenni fa. Il gene del Prescelto si trasmetteva attraverso il lignaggio, da genitore in figlio. La linea è stata ritenuta spezzata quando l'ultimo Prescelto è stato ucciso... mille anni fa".

"Durante la Grande Scissione, no?" indagò Iris, battendo le tozze zampette anteriori sul tavolo. Lo aveva imparato qualche tempo prima a scuola, e ora non la smetteva di fare la sapientona sulla storia della Regione Bianca.

Alitheia si voltò nella sua direzione ed annuì piano, aprendo e chiudendo la bocca. Decise di prendere un sorso di buon tè prima di continuare.

"Ma all'inizio della guerra, una delle Lettrici della Verità di allora ha avuto una visione. Secondo lei il Prescelto ucciso aveva lasciato degli eredi... e penso che l'ultimo di questo lignaggio dimenticato sia proprio Shade. Così la storia mi è stata spiegata dal mio Maestro".

L'Umbreon si voltò verso la nonna, la quale era impallidita tutto d'un tratto. In effetti, quella versione era abbastanza convincente, lasciate da parte profezie strane. Ma d'altronde, il loro era un mondo in cui un topo poteva controllare un immenso potere elettrico. Non era poi così inverosimile.

"Ma... nessuno della famiglia ha mai avuto tali poteri... non che io abbia memoria" disse la nonna, aggrottando le sopracciglia e guardando Alitheia.

"Il gene del Prescelto si può presentare sotto molte forme." intervenne Avion, dopo aver preso un lungo sorso del proprio tè.

"Inconsciamente, qualcuno che ha il gene del Prescelto emette delle emanazioni... raramente altri Pokémon le riescono a percepire. L'essere un Prescelto non si traduce direttamente in fare cose sbalorditive e fuori dal comune, quei livelli si raggiungono con un lungo allenamento. Quando raggiunge la completa padronanza degli elementi, il Prescelto della Luce ha più potenza di tutti i Numi Leggendari messi insieme".

Alitheia lanciò un'occhiata piena di gratitudine nella direzione di Avion, dato che evidentemente le aveva risparmiato un'altra spiegazione.

"Infatti... Esiste un Test per scoprire se un Pokémon è un Prescelto o no" continuò la Espeon, spingendo in avanti la propria tazza di tè e mettendola davanti a Shade. "Ora lo effettueremo. E con questo riusciremo a capire se Shade è davvero chi stiamo cercando".

Avion si spostò dal tavolo.

"Con permesso, signora Marina, andrò a prendere un po' della ghiaia nel tuo giardino" disse, uscendo rapidamente dalla casa; che sapesse già in cosa consisteva il test?

La Leafeon osservò la tazza di tè, staccando le zampe dal tavolo e facendo lo stesso. Puntualmente, Shade ed Iris la imitarono.

Quando Avion tornò, teneva tra gli artigli una manciatina di sassolini bianchi, che andò ad appoggiare sul tavolo.

"Signora, ha una candela e un fiammifero?" chiese allora la Espeon, e subito la nonna annuì, andando a prendere tutto l'occorrente richiesto ed appoggiandolo sul tavolo di legno.

Presto su di esso ci furono i tre ingredienti del test, e Shade liberò una risatina preoccupata.

"Ma cos'è, un rito satanico?"

"Nessuno deve toccare il tavolo tranne Shade" disse Alitheia, e subito Iris tirò indietro le zampette, che stavano andando a smuovere i sassolini di ghiaia.

La Espeon prese un profondo respiro, nemmeno fosse lei a doversi sottoporre al test, e guardò il Pokémon Lucelunare con occhi seri.

"Shade. Fai girare la tua zampa attorno alla tazza di tè, per favore. Nel senso che preferisci"

"Eh, cosa?"

"Come un'orbita, Shade" disse pazientemente Avion, facendo girare una mano davanti a sé. "La tazza è la Terra. La tua zampa la Luna".

l'Umbreon allungò la destra in avanti, obbedendo a quello strano comando. Tutti si sporsero in avanti per guardare.

Shade emise un gemito scioccato quando, dopo qualche giro, il tè iniziò a vorticare tranquillamente nella direzione in cui la sua zampa stava girando. Subito si ritirò, inquietato.

Alitheia batté le ciglia e fece un sorrisetto, mentre Avion si sbatteva una mano in fronte, sbalordito, quasi non ci credesse neanche lui.

Marina rimase in silenzio, in attesa.

"Shade, ora fai lo stesso con la ghiaia. I sassolini dovrebbero muoversi esattamente come ha fatto l'acqua del tè".

Shade deglutì, lanciando un'occhiata spaventata a sua nonna, la quale ricambiò lo sguardo. Nei suoi occhi color miele c'era una profonda preoccupazione. Entrambi non volevano che il test si compisse. Tutti stavano vedendo la scena. Tutti.

Shade prese un respiro profondo, raccogliendo tutto il coraggio che possedeva e compiendo nuovamente quello strano rituale.

I sassolini sul tavolo iniziarono a tremolare quasi impercettibilmente, ticchettando con un suono delicato.

Shade strinse gli occhi, ritraendo la zampa e guardando il palmo di essa. Davvero possedeva un potere così grande, addormentato per secoli nei suoi geni?

"Manca solo la fiammella, a questo punto!" esclamò Avion, piuttosto eccitato da quello che stava vedendo. Certamente non era uno spettacolo a cui si assiste ogni giorno.

L'Umbreon guardò Alitheia, preoccupato, e lei per tutta risposta si passò una zampa sotto il naso, facendogli cenno di andare avanti con il test. Aveva uno sguardo calmo, quasi stesse provando a trasmettere serenità a Shade tramite esso.

Il Pokémon Lucelunare raccolse tutto il coraggio di cui disponeva, facendo muovere la zampa attorno alla candela. Come già aveva immaginato la fiamma iniziò a danzare, spostandosi verso di lui, quasi volesse toccarlo.

"Quindi... Direi che è fatta." mormorò Marina, socchiudendo gli occhi per qualche istante, per poi riaprirli e guardare i due membri dell'Esercito. "Shade è davvero chi state cercando".

Shade riportò la zampa contro il corpo, tenendo lo sguardo fisso sul pavimento, in un visibile stato di semi shock.

Non parve neanche sentire la discussione agitata che ne scaturì. Semplicemente stava fissando il vuoto ai suoi piedi, come se si trattasse di un baratro infinito e turbinoso.

Si sentiva come se stesse sprofondando nel nulla più assoluto, e questo non era certamente buono.

E così, era praticamente obbligato ad andare in guerra. O meglio, ad allenarsi per andare poi in guerra. Sarebbe potuto morire. Quello poteva essere l'ultimo istante in cui vedeva sua nonna e sua sorella.

Alzò lo sguardo su di loro, osservandole come a volersi imprimere nella memoria ogni caratteristica del loro volto, del loro portamento, così le avrebbe avute sempre vicino. Sapeva però che non sarebbe stata la stessa cosa.

Improvvisamente, era come se qualcuno gli avesse ficcato un enorme macigno in gola, che lo spingeva giù, giù, giù fino alla propria completa distruzione.

L'ombra della morte si fece incredibilmente vicina, e l'Umbreon si sentì attanagliare la gola. Per la prima volta nella sua vita, fu terrorizzato di morire come i suoi genitori.

Fu il tenero contatto della zampa della nonna sua propria schiena a far dissolvere le tenebre che lo avevano avvolto.

L'anziana lo stava osservando con i suoi grandi occhi color miele pieni di tenerezza ed amore, oltre che ad apprensione e preoccupazioni. Era anche lei al corrente di quanti rischi poteva correre il suo amato nipote.

"Shade, tesoro mio..." mormorò, parlando con la sua solita dolcezza, come se gli volesse soltanto dire che il suo piatto preferito era pronto. Non aggiunse altro.

L'Umbreon spostò lo sguardo su Alitheia e su Avion, che improvvisamente non gli parvero creature così distanti e malvagie. Lo stavano osservando con curiosità mista a preoccupazione, come se si rivedessero in quello che stava passando il giovane.

"Io... beh... devo andare con loro." sussurrò Shade, abbassando le orecchie e fissando le proprie zampe anteriori tremare come dei fuscelli al vento.

I due membri dell'Esercito si guardarono tra di loro per un istante, come se potessero dialogare semplicemente con lo scambio di un'occhiata.

"Shade... non sei obbligato, se non vuoi." fece Alitheia, tornando a guardare nella sua direzione, mentre si passava una zampa sotto al naso. "Non... non vogliamo costringerti. È la cosa più sbagliata che potremmo fare."

Shade sollevò appena le sopracciglia a quelle parole e tirò su la testa, fissandoli con gli occhi sgranati. Forse anche loro si erano sentiti come se stessero perdendo tutto, quando si erano uniti all'Esercito.

Alitheia serrò le labbra, scuotendo appena il capo.

"Puoi anche dirci di no, se non te la senti. Sei solo un ragazzino, d'altra parte. Come me. Non devi avere un tale peso da portare sulle spalle." sussurrò, socchiudendo gli occhi azzurro lapislazzulo. "Tutto dipende da te. Il futuro non cambierà affatto. Andrà tutto come deve andare. La guerra finirà in un modo o nell'altro, anche senza di te."

"Ti chiediamo solo di pensarci e di valutare la cosa attentamente." disse Avion, muovendo appena la testa nella direzione dell'Umbreon. Fece un leggero sorrisetto e socchiuse gli occhi. "Sai com'è. Un Prescelto farebbe sempre comodo a noialtri!".

"Parla quello che se lo stava già mettendo in spalla pronto a darlo in pasto a Ozaner..."

"Hey, è stata una sorpresa e io ho reagito!".

Shade rimase in silenzio per un po', senza ascoltare neanche i battibecchi dei due. Le parole di Alitheia di circa mezz'ora prima erano state più che chiare. Lui avrebbe permesso all'Esercito Bianco di vincere la guerra. Perché allora gli voleva mettere tra le zampe una scelta così importante?

Deglutì, rialzando lo sguardo sui suoi interlocutori quando ebbe ragionato abbastanza da formulare una risposta coerente.

"Io... verrò con voi." disse in un soffio, per poi spostare gli occhi su nonna Marina. La vecchia Leafeon si irrigidì e i suoi occhi si fecero improvvisamente lucidi. "D'altra parte... se la profezia dice che il Prescelto fermerà la guerra, vuol dire che sopravviverò per terminarla. Spero...".

La vecchina iniziò a lacrimare, senza però emettere un suono. Le gocce del suo pianto scivolavano sulle sue guance silenziose come spiriti, incrociandosi poi sul suo mento per unirsi.

"Ma... Shade... tu..." sussurrò, battendo le palpebre per cercare di asciugare i propri occhi, ma invano. Alla vista della nonna così, anche Shade non riuscì a trattenere le lacrime.

"Nonna, andrà tutto bene..." rispose l'Umbreon, appoggiando la guancia sinistra a quella destra di sua nonna per poi tirarsi indietro. Mosse la coda a destra e a sinistra, come a mostrarle che era felice della sua scelta, nonostante desiderasse più di ogni altra cosa restare accanto a lei.

Anche Iris si unì alle coccole di gruppo, abbracciando il fianco del suo fratello maggiore.

Lei lo guardò, implorante, come se stesse cercando di convincerlo a rimanere.

"Se fermerò la guerra la mamma e il papà riposeranno in pace." disse Shade, guardando la fotografia appesa al muro. Anche nonna Marina osservò la foto, e quando tornò ad osservare Shade lei gli posò una zampa sulla guancia.

Un meraviglioso mare di ricordi parve investire l'Umbreon a quel semplice tocco. Ricordava bene come fosse contento di ricevere quei baci quando era ancora un piccolo Eevee, quando ancora ruzzolava per gioco giù dalle scale per vedere quanto dura fosse la sua testa.

Ricordò la nonna, che ogni volta gli doveva mettere dei cerotti per coprire i taglietti che si faceva contro le schegge di legno del pavimento.

Come ai vecchi tempi, la nonna avvicinò la testa alla sua e gli diede un bacio sulla fronte, rivolgendogli un sorriso tra le lacrime.

Quello sguardo... la nonna aveva sempre avuto degli occhi dolcissimi che spronavano Shade a fare sempre del suo meglio. Ogni volta lei gli diceva quanto fosse fiera di lui, anche durante i fallimenti.

Nonna Marina non lo aveva mai abbandonato. Era sempre rimasta al suo fianco, nel bene e nel male, per sostenere ogni passo del suo cammino.

Lo sosteneva a volte sgridandolo, a volte lodando le sue qualità, e a volte soltanto con un bacio, un abbraccio o una semplice carezza, come stava facendo anche in quel preciso momento.

Quando questo succedeva, il mondo attorno a Shade pareva come svanire. C'erano solo lui e la nonna, uniti e insieme per sempre.

"Eroe della guerra o no, io sarò sempre fiera di te." sussurrò, spostandogli di lato il ciuffetto di pelo che l'Umbreon aveva sulla fronte.

Iris affondò il musino nel fianco di Shade, singhiozzando rumorosamente ed emettendo piccole scintille elettriche.

"Grazie... vi voglio bene." mormorò Shade, cercando di non scoppiare a piangere come un agnellino, stringendo a sé la sua famiglia.

Rimasero avvinghiati così per secondi, addirittura minuti, ognuno nuotando nelle belle memorie che avevano dei bellissimi momenti passati insieme.

Erano tutti sicuri che, nonostante la distanza che li avrebbe separati, questi ricordi non li avrebbero mai abbandonati.

Shade fu il primo a sciogliersi dall'abbraccio, osservando le due con un tiepido sorriso.

Il loro affetto era bastato per rincuorarlo. Sapeva che avrebbe volentieri dato la vita per permettere loro una vita felice, lontana dalle ombre della guerra e da ciò che essa aveva portato.

Si alzò da terra, facendo un cenno con il capo ad Alitheia, e questa fece presto lo stesso muovendo la lunga coda biforcuta.

"Signora Marina, le prometto che ci assicureremo che Shade stia al sicuro. È sotto la nostra custodia. Ora e per sempre." disse, chinando il capo come segno di rispetto.

La nonna fece lo stesso, riservando loro un bellissimo sorriso.

"Ne sono certa."

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