Capitolo 29 - The Piercing Yellow Eyes of a Broken Soul

"Oh mortacci. Oh, mortaccini. Mortacci, mortacciucoli, mortaccissimi."

Shade e Athos si strinsero l'uno al fianco dell'altro, camminando a passettini minuscoli e più silenziosi possibile sul morbido sottobosco.

Stavano cercando di essere più silenziosi possibile, ma ovviamente ogni tanto a qualcuno dei due scappava un'imprecazione o un urletto terrorizzato.

I cuori dei due tipi Buio battevano all'impazzata e il suono rimbombava tutto attorno a loro, e alle loro orecchie pareva tanto forte quanto uno yodel urlato dal centro del teatro con la migliore acustica del globo. Se un semplice allenamento metteva loro così tanta ansia, figurarsi una battaglia vera.

Come se non bastasse, anche la location non era delle migliori. Si trovavano nel boschetto direttamente dietro al cimitero della pattuglia; da fuori era tanto bellino e tanto carino, ma all'interno sembrava una distesa infinita fatta di traumi, terrore e tragedie.

L'obiettivo era, apparentemente, molto semplice: attraversare il boschetto da un lato all'altro. Non era di neanche un chilometro di ampiezza, avrebbero dovuto farcela in una ventina di minuti al massimo... se non si fossero fermati ogni due passi per guardarsi attorno guardinghi, spaventati da ogni singola foglia.

Ozaner aveva detto loro che l'addestramento di quel giorno sarebbe stato particolare. Avrebbero dovuto ingaggiare uno scontro con un membro della Pattuglia di cui, però, non conoscevano l'identità.

Ecco perché avere dietro un segugio nato era utile.

Athos incollò il naso a terra, annusando accuratamente il terreno muschiato alla ricerca di tracce odorose che avrebbero potuto aiutarlo.

"Senti qualcosa?" domandò Shade, e il Mightyena scrollò le spalle.

"A distinguere una traccia dal resto ce ne vuole. Qui odora tutto di muschio. Muschio di qua, muschio di là, che rottura di scatoline porta-regalo."

"Non importa, ormai manca poco all'uscita." fece Shade, guardandosi attorno e zampettando qualche metro più a destra, cercando di trovare un modo più veloce per uscire dal bosco.

Un secco rumore di rametti spezzati fece tirare un urletto ad Athos, che corse istantaneamente al fianco di Shade.

"Tira su Protezione...!! Sbrigatiiiii..." piagnucolò il Mightyena, ormai con la coda tra le zampe posteriori, mentre l'Umbreon cercava di guardarsi attorno per individuare chi, da ormai un'ora a quella parte, li stava facendo spaventare e girare in tondo.

Era sicuro che ci fosse qualcuno oltre a loro; era palesemente un tentativo di torturarli psicologicamente per la prima parte del tragitto, e poi coglierli impreparati nella seconda con un attacco vero e proprio. L'Umbreon guardò il compagno, facendo un'espressione abbastanza contrariata.

"Non posso usare Protezione adesso, e se poi ci serve e non riesco a usarla?"

"Gnn... perché non me ne sono rimasto con Necrozma, a quest'ora sarei stato ancora a dormire...!"

"Athos, sono tipo le sei di pomeriggio-"

"Gnnnnnn... sono fatto così, non giudicarmi."

Shade si fermò in mezzo al sentiero che stavano percorrendo, tenendo lo sguardo rivolto verso il terreno.

Non avevano ancora incontrato niente che li avesse fermati, eppure erano più che altro l'ansia e la consapevolezza di avere qualcuno alle costole a impedire loro di proseguire speditamente. Dovevano uscire, e in fretta.

"Bene. Abbiamo bisogno di un piano." disse l'Umbreon immediatamente dopo, voltandosi verso l'amico e guardandolo negli occhi con tutta la determinazione di cui era provvisto. "Che altrimenti qui dentro ci moriamo."

"Okay." rispose Athos, sollevando la coda. "Che piano? Mi piacciono i piani."

Shade rimase con le sopracciglia aggrottate per un po', accuratamente riflettendo su tutte le opzioni che avevano. Non conoscendo l'identità di chi avevano contro, bisognava andare sul sicuro e cercare di non essere fermati.

"E va bene. Seguiremo la tua idea." disse l'Umbreon, annuendo in direzione dell'amico, e avvicinandosi a lui di un passetto socchiuse gli occhi, concentrandosi per generare una barriera trasparente attorno a loro.

Ergendosi dal terreno e sopra le loro teste, Protezione si espanse dal suolo verso l'alto, inglobando i due in una bolla.

Athos si mise a scodinzolare, appoggiando il naso umido sulla parte interna della cupola protettiva, come ad accertarsi che fosse solida.

"Fantastico! Questa Protezione sembra più resistente delle solite!"

"Non so per quanto riuscirò a tenerla." ammise Shade, stringendosi nelle spalle, partendo al passo e guardandosi attorno guardingo, accelerando un po' solo in seguito.

La barriera poteva cedere un momento all'altro, dovevano sbrigarsi.

Superarono in sincrono un tronco caduto con un balzello, trotterellando in avanti per qualche metro. Shade iniziò a pensare che, se fossero andati avanti così, sarebbe davvero stata una passeggiata. Ma sapeva bene che non avrebbero dovuto abbassare la guardia; anche se il loro avversario non si era ancora visto, avrebbe potuto spuntare molto presto.

"Oi, Shade. Stavo pensando." attaccò bottone Athos, distraendo il compagno dai suoi pensieri. "Se noi dovessimo sviluppare una super mossa assieme... come la chiameremmo?"

"Una... super mossa?" indagò il Lucelunare, inclinando la testa di lato. L'anello sulla sua fronte e le lentiggini sul suo muso lampeggiarono per un istante.

"Sì! Hai presente? Come nei racconti alla radio. Tipo i Pawniard Rangers." continuò il Mightyena, annuendo. "Quando attaccano tutti assieme urlano una cosa tipo, LAME DEL PRISMA! UAAAH!"

Shade si fece un po' indietro, decisamente sorpreso dalla grinta del compare, facendo un sorriso.

"Lame del Prisma? Ma noi non abbiamo lame."

"E allora le troviamo!" esclamò il suo compare, a tono di voce forse troppo alto. "Anche se dobbiamo decidere che tipo di mossa di coppia fare."

"Eh sì. Dobbiamo pensarci." ammise Shade, annuendo. In effetti, un'offensiva collettiva non era poi un'idea così terribile.

Magari avrebbero potuto farsi aiutare da qualcuno di più esperto, come Avion od Ozaner. Potevano ideare qualcosa di anche abbastanza carino, anche se probabilmente molto pericoloso per la loro salute fisica.

Athos emise un sonoro "gasp!", voltandosi verso Shade con la bocca spalancata.

"ASCIAAAAA... BIPENNEEEEEE!!" urlò improvvisamente, con un gigantesco sorrisone da un orecchio all'altro. "FA UNA PAURA BESTIALE! BIPENNE PERCHÉ SIAMO IN DUE, NO?"

L'entusiasmo di Athos offuscava decisamente la natura ritrosa e riservata dell'Umbreon, che però non poteva non sentirsi coinvolto nelle peripezie linguistiche dell'altro tipo Buio.

Ridacchiò, dimenticandosi di essere nel mezzo di un allenamento, facendo un sorriso più ampio del solito.

"Suona anche bene!"

"Ascia bipenne... DELLA MORTE!" urlò di colpo Athos, facendo un saltello sul posto. In quell'esatto secondo, la barriera protettiva attorno a loro si sfaldò, scoppiando quasi come una bolla di sapone con un leggero pop.

"Oh, no." mormorò Shade, cercando di erigerne un'altra, ma senza successo. Ovviamente, con la sua fortuna...

Come se li stesse braccando già da tempo, un'ombra passò rapidamente sopra alle loro teste, visibile solo dalle screziature del sole proiettate sul terreno dai buchi tra le fronde degli alberi.

Un fruscio di foglie.

Stakk-!

Esattamente il centro della fronte di Shade venne colpito da una freccia a ventosa, la quale si appiccicò alla sua testa con abbastanza violenza da far tentennare all'indietro il povero Umbreon.

"Morti, morti, siete entrambi morti!" gridò una voce dall'alto, e una serie di tre frecce da allenamento colpì Athos sulla schiena, facendolo sussultare dalla paura più che dal dolore.

"Ahia, ma che-?!"

Quattro frecce con ventose in totale avevano segnato la sconfitta chiarissima dei due.

Però. Era stata veloce.

I due ragazzini alzarono lo sguardo verso il tetto di foglie, cercando di intravedere il loro aggressore. Anche se, ormai, era palese chi fosse.

Inaspettatamente, pensavano che fosse ancora a riprendersi dall'ultima battaglia che aveva combattuto. E invece...

Atterrando con leggiadria davanti a loro, Albari saltò dai rami sovrastanti, portandosi una mano al fianco appena i suoi piedi ebbero toccato terra e guardando i due con una certa dose di rimprovero negli occhi ambrati.

Il suo corpo era ancora coperto di bende e fasce varie, eppure la dannata non si prendeva un giorno libero.

Strinse gli occhi come due fessure, guardando trucemente i suoi apprendisti.

"Siete due maledette schiappe!" esclamò improvvisamente, sollevando la sua arma, un arco composto tinto di un bel rosso scuro, e sbattendolo in testa a ciascuno due volte.

"AHIA! OW!"

"VACCI PIANO! AHI!"

"Se fossero state frecce vere, voi ora sareste a giocare a rimpattino con Arceus in persona!" li sgridò il Tenente, arricciando il ponte del naso con rabbia e sollevando la faretra che aveva appesa alla cintura. "Ma si può sapere perché vi siete persi a cincischiare?! Se andavate avanti trenta metri con quel Protezione eravate belli che fuori da 'sto bosco di merda e io non potevo manco prendervi."

I due apprendisti abbassarono le orecchie e lo sguardo, mortificati. In effetti... avevano sprecato tempo prezioso che potevano adoperare per correre. Quella ramanzina era meritatissima, lo sapevano bene.

"Levati questa dalla fronte tu, che sembri un Rapidash col corno moscio."

Albari afferrò la freccia ancora incollata alla fronte di Shade, strappandogliela via con violenza. Si voltò verso Athos, osservandolo girare la testa nel tentativo di strapparsi dalla schiena le tre frecce-ventosa.

La Sceptile fece un sorrisino.

"Tu sembri un Pinchurchin, è adorabile. Tienile su, ti donano." ammise, voltando la coda e incamminandosi verso il limite del boschetto, seguita a ruota dai due cadetti. "Muovete quelle chiappette da fancazzisti che vi ritrovate, che tra poco si serve la cena."

Il Tenente Albari era incredibile, cambiava faccia più rapidamente del ticchettio di un metronomo portato al massimo. Prima era l'incarnazione di Giratina sceso in terra, e poi si trasformava nella creatura più divertente e simpatica del mondo.

"Ho visto come vi siete comportati lì, nella foresta. Inizialmente stavate andando bene, poi vi siete distratti e non ho idea del perché." disse lei, rallentando il passo per avvicinarsi ai due apprendisti, che alzarono il muso per guardarla.

"Ovviamente, avete ancora un bel po' su cui lavorare." sospirò la Sceptile, scuotendo la testa e tirando in avanti un lembo di benda dal petto, come per farsi aria. "Ma non c'è male, per ora. L'allenamento sta funzionando."

Shade e Athos si scambiarono un'occhiata entusiasta, facendo un gran sorrisone l'uno verso l'altro. Era un complimento! Albari aveva fatto loro un complimento!

"Ma vedete di non sedervi sugli allori troppo presto. Shade, tu non hai ancora imparato a evocare i tuoi poteri, non è vero?" disse duramente la Sceptile, voltandosi verso l'Umbreon, che chinò leggermente il capo.

"No... non ancora. Non riesco a tirarli fuori, per quanto Ozaner mi ci faccia spaccare su la testa." ammise, vergognandosi un po', in verità.

"Potrebbe anche essere che i tuoi poteri si risveglino solo in casi di vera emergenza." ipotizzò Athos, accelerando un po' per superare Albari e guardare il suo amico con più facilità.

Il Pokémon Foresta incrociò le braccia al petto, facendo una smorfia contrariata e alzando lo sguardo al cielo, che si era ormai esteso sopra di loro appena usciti dal bosco.

"Se è così, allora è un po' una spina nel culo." constatò, facendo ciondolare la testa da un lato. "Sai che non ti ammazzeremmo mai, e i tuoi poteri quindi non si attivano perché non hai tanta paura quanta ne avresti in una vera battaglia. Sei proprio complicato."

Shade non replicò, limitandosi a serrare le labbra e guardare il terreno. In effetti aveva ragione. Se non avesse imparato al più presto, sarebbe stato un problema non solo per lui, ma per tutti.

"Trrr... trrr... pronto? Pronto, Regione Nera?"

L'Umbreon sollevò la testa, osservando il Tenente portarsi al lato del capo la mano destra, da cui aveva sollevato mignolo e pollice come la cornetta di un telefono.

"Sì pronto salve, sto cercando un certo signor Del Demonio. Bussola, Del Demonio. Ah, è lei? Senta, si ricorda di quel bimbetto che ha fallito a sgozzare? Ecco, noi non riusciamo a cavargli fuori i poteri, abbiamo bisogno di qualcuno che lo spaventi a morte, giovedì alle sedici sarebbe lllibero?"

Athos scoppiò a ridere, gonfiando le guance nel cercare di trattenersi, ma invano. Shade sollevò un angolo della bocca in un sorrisetto sghembo, e notandolo Albari inarcò un sopracciglio.

Sospirò, abbassando la mano che stava usando come finto telefono e la appoggiò sulla testa di Shade, come se stesse riattaccando.

"Click."

L'Umbreon non si mosse, limitandosi a guardarla con tanto d'occhi.

"Santo cielo, ma un senso dell'umorismo lo hai, Shade?" brontolò la Sceptile, corrucciando la fronte e guardandolo dall'alto al basso. "Davvero, a volte sembra proprio che tu non abbia una personalità."

"Gli Umbreon si devono reprimere un po'..." sì giustificò il Lucelunare, inclinando il capo da un lato. "Io non sono eccezione. Sono semplicemente un po' riservato, tutto qui."

"Mah, a me sembri molto carta bianca quando hai adulti attorno. Sei fatto così... o sei una persona molto noiosa solo quando ci sono io in giro?" insistette lei. "Non ti ho quasi mai visto sfoderare un po' di carattere, sei sempre ritroso e passivo. A parte quando hai discusso con mio padre, quella sera."

Shade abbassò nuovamente lo sguardo al suolo, un po' mortificato da quei ricordi che tornavano ad affiorare nella sua mente. Non gli era mai piaciuto perdere le staffe, eppure quell'argomento di cui aveva discusso col Kommo-o lo pungeva sul vivo.

Sayf... era un uomo controverso. Diceva di provare rimorso, ma non ne dava affatto dimostrazione, anzi. Sembrava voler spargere ancora più sangue, sempre di più.

Il fatto che non fosse onesto con sé stesso mandava Shade quasi in bestia. Detestava quanto il Generale fosse ipocrita, ma doveva farselo andare giù in qualche modo.

"Tu... che cosa ne pensi, Albari?" domandò, rivolto alla tipo Erba, finalmente tornando a far sentire la sua voce. "Di tutto questo."

La Sceptile tirò un profondo sospiro, passandosi una mano sulle bende avvolte attorno al suo collo.

"È dura andare contro il mio stesso padre." ammise, annuendo, sapendo perfettamente di aver colto l'attenzione di Athos e Shade assieme. "Ma penso che tutta questa storia della guerra sia una gran cazzata. È iniziato tutto per... Arceus, non so manco perché è cominciata. Perché il nostro Imperatore è un deficiente, ecco perché."

Si grattò il mento, probabilmente per nervosismo.

"E papà l'ha assecondato. Da quattordici anni è soltanto un guscio di quello che era prima. Forse mia madre sarebbe riuscita a farlo ragionare e a farlo smettere una volta per tutte, non lo so. Ci sono ancora troppe cose che devo scoprire su di lui, anche se onestamente il fatto che non ha rimorsi per il genocidio non lo volevo sapere."

Accelerò il passo improvvisamente, arrivando per prima alle tende confinanti del campo base, svoltando un angolo e sporgendosi da dietro una delle tele cerate.

"Oh! Voi due, muovetevi, stanno facendo il riso con le uova!"

Mentre Athos subito sollevò la code e si slanciò accanto ad Albari, che si era già messa in fila al bancone del rancio per farsi dare il cibo, Shade rimase a riflettere su quelle parole per un po'.

Qual era, esattamente, il rapporto che avevano Albari e Sayf? Sembrava che fossero molto legati, specialmente basandosi sul fatto che il Generale fosse incredibilmente protettivo nei confronti della figlia.

Ma, ragionando, si poteva anche arrivare alla conclusione che Sayf non fosse mai stato presente come padre. La guerra era iniziata da ormai quasi quindici anni, e che Shade sapesse il Kommo-o non aveva quasi mai lasciato la postazione.

Albari aveva ventuno anni, se non si sbagliava. Ciò voleva dire che dai sei anni in poi era dovuta crescere con un padre presente a intermittenza? Era forse per quello che-

"Shade, l'uovo lo vuoi sopra al riso o a parte?!"

La voce di Albari gli fece drizzare le orecchie, e finalmente la sua attenzione venne catturata dalla cena. Tenendo due ciotole piene zeppe di riso tra le mani, la Sceptile sollevò le braccia come a volergliele mostrare.

Athos, invece, stava tenendo la propria ciotola per come poteva tra i denti. Aveva morso il bordo per reggerla, e quindi il suo naso era direttamente affondato nel cibo. Era evidente quando fosse affamato dallo sguardo che aveva.

"Be'?! Aspetti che si raffreddi per rispondermi?!"

"Uh, eh, sopra, per favore!!" esclamò Shade, avvicinandosi di corsa ai due per dare una mano nel caso Albari gli avesse passato la ciotola che gli spettava.

Ad aiutare a servire il pasto si faceva a rotazione, e quella sera era, evidentemente, toccato a tre persone abbastanza familiari agli occhi di Shade e dei suoi due accompagnatori.

Ogni settimana venivano sorteggiati a caso tre aiutanti che dovevano dare una mano ai cuochi della Pattuglia, ovvero Hassan, in quel momento non visibile, e Beatrice, una Hakamo-o che stava giusto monitorando la cottura del riso.

Shade non era ancora stato scelto per quel lavoretto, ma sapeva per certo che quella era una piperina. Tutti quanti se ne andavano dalle cucine con almeno cinque o sei lividi dati dai suoi letali colpi di mestolo.

Probabilmente aveva preso lezioni da Albari.

"Ma guarda chi è sopravvissuto all'allenamento nella foresta!" esclamò la voce di Avion; il Latios sbucò da dentro la tenda dei viveri, tenendo tra gli artigli una cassa piena così di uova. Fece un sorrisone, vedendo il gruppo. "Albari, non li hai ammazzati?"

"Purtroppo non sono riuscita." sghignazzò la Sceptile, appoggiandosi con i gomiti al banco mentre lasciava le due ciotole su di esso, aspettando che qualcuno arrivasse a mettere le uova sul riso.

Avion chiuse gli occhi, ridendo sonoramente.

"Peccato, peccato! Che questi due ci fanno disperar-!"

"Sei TU che mi fai disperare, disgraziato!" gridò Wystan, tirando uno scappellotto al lungo collo di Avion, il quale si piegò in avanti, cercando comunque di salvare le uova. Evidentemente, le braccia del Fuoco/Lotta erano guarite benissimo.

"Ahia, ma che ho fatto?!"

"Mi hai mangiato tutti i biscotti, ecco che hai fatto!" esclamò lo scimmione, guardando trucemente l'Eone, per poi rivolgere lo sguardo verso Athos. "Hey, tu, ragazzino. Ho fatto proprio bene a chiamarti quando mi sono spariti i biscotti dalla tenda. Col tuo fiuto eccezionale, hai subito scovato chi se li è pappati! Devo ancora trovare un modo per ringraziarti a dovere."

"N-non c'è di che!" replicò Athos, facendo un sorrisetto sghembo dopo aver appoggiato tra le zampe anteriori la propria ciotola. Wystan sollevò un pollice nella sua direzione prima che con un altro coppino, stavolta più forte, colpisse Avion sulla nuca.

"Mannaggia alle tue mani!" sbraitò quest'ultimo. "Basta picchiarmi, non sono stato io!"

Shade guardò Athos con un sopracciglio inarcato, notando che il Mightyena aveva iniziato a sudare copiosamente. Gli capitava sempre quando diceva una bugia, l'Umbreon lo conosceva già bene.

Era ovvio che i biscotti se li fosse mangiati lui, approfittando della fiducia che Wystan riponeva nel suo fiuto eccezionale per incastrare un innocente Avion ed evitare di sorbirsi la ramanzina... e venire obbligato a fare il turno a servire il rancio.

Avion appoggiò borbottando la cassa al tavolo, dove il terzo aiutante scelse un paio di uova dal gruppo preparandosi a romperle sulle razioni dei compagni.

Doku sembrava davvero seccato di fare quel lavoro, ma non appena si girò verso di loro e vide il viso di Albari la sua espressione si sciolse in un sorriso stranamente genuino.

"Buonasera. Uova sopra o a parte?"

"Tutte sopra, grazie." disse la Sceptile, facendosi passare da Athos la sua ciotola e appoggiandola assieme alle altre. "Anzi, fai una cosa: sul mio riso metti due uova, per piacere."

"Non starai mangiando troppo?" domandò in maniera alquanto retorica il Toxicroak, sempre con quel suo sorrisino ebete, comunque prendendo quattro uova invece di tre per accontentarla. "Sai. Dovresti perdere un po' di peso."

Poco lontano da lì, nel sentire quelle parole Avion si strozzò con la sua stessa saliva e iniziò a tossire convulsamente. Shade e Athos si morsero l'interno delle guance, lanciandosi un'occhiata a palpebre sgranate.

Albari inarcò un sopracciglio, appoggiandosi al tavolo con un gomito.

"Che cosa vuoi dire? Io ci ho lavorato sodo per questi muscoli, sono da competizione."

"Non lo metto in dubbio..." tentennò il Toxicroak, rompendo le due uova sopra al riso destinato alla Sceptile; il calore emanato da esso avrebbe cotto le uova in poco tempo, e allora sarebbero state commestibili. "Semplicemente, ehm... agli uomini piacciono diverse, come dire... curve. E non sto parlando di spalle o braccia."

In sottofondo, Avion stava ormai soffocando.

"COUGh- dOLCE MADRE DI-"

Albari non parve essere particolarmente scossa da quell'affermazione. Shade e Athos temevano entrambi che sarebbe scaturita una zuffa da un secondo all'altro. La Sceptile però non era affatto turbata.

"E allora?"

Doku scrollò le spalle.

"Semplicemente sto dicendo che di questo passo non ti troverai mai un ragazzo."

Athos inspirò aria tra i denti, e assieme a Shade lanciò un'occhiata turbata alla loro giovane insegnante. Ella tamburellò con le dita sul tavolo.

"Io non voglio un ragazzo."

Doku quasi spappolò l'uovo per Athos nelle proprie mani.

"...Ah no?"

"No. Perché per piacere agli uomini tutti si aspettano che siamo noi donne a cambiare? Certa gente avrebbe proprio un gran bisogno di buonsenso." borbottò la Sceptile, allungando le mani e prendendo la sua ciotola e quella di Athos, passandola al Mightyena. Da un contenitore prese anche un paio di bacchette per sé. "Queste aspettative mi fanno onestamente girare le palle. Sto bene così come sto, se non ti piace guarda altrove, che mi fai soltanto un favore."

Doku ci era decisamente rimasto, anche se Shade non riuscì a decifrare per bene la sua espressione. Era palese quanto ci stesse provando con Albari, e in un certo meandro del proprio cuoricino Shade era felice che la Sceptile lo avesse macinato a quel modo.

Senza molto preavviso, arrivando a passi pesanti da dietro il Toxicroak, la Hakamo-o di prima gli diede un colpo di mestolo sulla nuca a mo' di ramanzina.

"Invece di provare a flirtare male, va' a prendere un'altra cassa di riso!" gli gridò, e subito il Veleno/Lotta arretrò imprecando sottovoce e massaggiandosi il retro della testa. "Che qua la gente arriva a frotte e non riusciamo mai a stare al passo, ci manchi solo tu che fai gli occhioni da Deerling a 'sta poveraccia!"

Scosse la testa, rompendo un uovo e mettendolo sopra al riso destinato a Shade, dato che Doku si era ritirato borbottando insulti.

"Bah. Lascialo perdere, Albari. Che quello è un disperato." disse, passando alla Sceptile l'ultima porzione, la quale scrollò le spalle.

"Si vede."

Il Lucelunare ringraziò con un cenno del capo quando la tipo Erba gli passò la sua ciotola di riso; senza elaborare oltre, lei invertì la marcia e semplicemente si allontanò da lì, superando a rapidi passi vari gruppi di soldati che stavano mangiando, per trovare un posto a parte.

Si fermò giusto per salutare e scambiare due parole con qualcuno, continuando comunque a procedere senza troppe pause. Shade, in fondo, ammirava come Albari fosse socievole e capace di andare d'accordo con tutti.

Lei era una persona spiritualmente molto flessibile, in grado di adattarsi a molti tipi di personalità per essere capace di trovare modi per stare bene assieme a ogni tipo di persona. Sembrava essere molto tollerante.

Shade si chiese se quel suo comportamento fosse dettato da un bisogno innato di avere qualcuno attorno a farle compagnia.

Albari alla fine scelse un posto che pareva a casaccio, sedendosi sull'erba a gambe incrociate e appoggiando la ciotola di riso bollente tra le ginocchia. Ovviamente, Shade e Athos non poterono fare altro se non seguirla e mettersi lì vicino a lei, dato che non avevano ricevuto istruzioni di andarsene.

"Buon appetito." disse l'Umbreon, e gli altri due gli fecero eco subito dopo.

"Oggi è stata proprio una bella giornata." commentò Athos dal nulla, prima di sedersi a terra e abbassare il muso sul proprio riso, iniziando a mangiare affondando il muso all'interno della scodella. Tenne le mascelle semiaperte, respirando rumorosamente per raffreddare il riso ancora bollente.

Shade si mise presto a fare lo stesso, affamato come un lupo. L'allenamento di quel giorno gli aveva messo una fame incredibile, e come biasimarlo? Sia lui che il suo amico erano provati, tra archi tirati in testa e spaventi nei boschi. Athos addirittura aveva ancora le frecce a ventosa appiccicate sulla schiena.

"Caspita, certo che per i quadrupedi mangiare deve essere proprio scomodo." commentò Albari, portandosi alla bocca svariati bocconi di riso in una volta sola. "Io che ho le mani sono fortunata."

"Non è scomodo, solo a volte sembra maleducato." rispose Shade, masticando attentamente per non farsi andare di traverso nulla. "Affondare la faccia in un piatto non è sempre il massimo della vita. Specialmente col brodo bollente."

"Una volta mi sono mangiato un'aragosta bollita intera perché senza mani non riuscivo a sgusciarla." disse Athos, scodinzolando. "Era molto, come dire... crunch."

Shade e Albari si scambiarono un'occhiata, e poi entrambi si sporsero verso il Pokémon Morso.

"E... ti è venuta un'indigestione?" domandò Shade.

Athos sorrise.

"No!"

"Che stomaco di ferro." disse Albari, prendendo qualche altro boccone. "Tra pochissimo è la Festa della Scissione. Ti sfido a chi mangia più aragosta senza stare male, ci stai?"

"Contro di me hai perso in partenza! Ho dei denti fortissimi che mi permettono di mangiare di tutto!"

"Hah. Sottovaluti il mio potere, ho la forza mandibolare di un Kommo-o." replicò lei, portandosi la ciotola alla bocca e svuotandola con le bacchette. "Shai..." masticò. "Quando ero alle elementari ho morso un mio compagno di classe che mi rompeva le scatole. Penso che abbia ancora la cicatrice e il trauma. E subito dopo gli ho rubato la merenda."

"Ma eri una bulla!" esclamò Athos, spalancando scioccato le mascelle e facendo cadere a terra un po' di riso. Si chinò e lo leccò via da terra come se nulla fosse successo.

"Un po'." sghignazzò Albari, mettendo di lato la propria ciotola. "Ah, a proposito di bullismo: ho parlato con Ozaner e Wystan. Ho chiesto un cambio, quindi diventerò la vostra istruttrice a tempo pieno."

Shade e Athos si guardarono tra loro un'altra volta, non nascondendo il loro sconforto. Cioè... tutti i giorni sarebbero stati come quel giorno?

"Be'? Sarete mica delusi?" fece la Sceptile con un sorrisino abbastanza beffardo. "Così mi offendete."

"No, no, non siamo delusi, Albari! Figurati!" esclamò Shade, cercando di pararsi un po' il sottocoda.

"Tenente Istruttore." disse improvvisamente lei, incrociando le braccia al petto. I due cadetti la guardarono confusi, finché lei non precisò cosa volesse dire: "Da questo momento in poi, mi chiamerete Tenente Istruttore! Suona meglio di "Sergente Istruttore", no?"

"Eh... sì, penso." mormorò Athos, sollevando il muso dal suo cibo.

"E poi come si dice?"

"Sì, Tenente Istruttore!" gridò improvvisamente Shade, mettendosi sull'attenti da seduto come un piccolo soldato. Gli occhi di tutti si puntarono su di lui, e subito l'Umbreon tornò a mettersi composto, un po' in imbarazzo.

"Pf-" Albari si coprì il muso con un pugno, scoppiando poi a ridere sonoramente, portando la testa all'indietro. "DAHAHAHAH! Vedi che un po' di personalità la hai?! Sarà il tramonto che ti sta facendo venire fuori il carattere?!"

Shade si voltò verso l'orizzonte; il disco solare, in effetti, si stava già inabissando oltre le montagne a Ovest, tingendo di arancione il cielo terso.

"Ora che ci penso, Shade!" chiamò Athos, drizzando le orecchie. "Prima hai detto che gli Umbreon devono reprimersi e che questo c'entra col tuo essere quieto, no?"

"Sì, esatto."

"Quindi... vi reprimete ventiquattr'ore su ventiquattro perché, non facendolo, di notte vi scatenereste come dei selvaggi? Sto solo facendo ipotesi, eh. Ma mi pare di aver capito che di notte gli Umbreon diventano whooosh BOOM fortissimi!"

Shade batté le ciglia. Athos l'aveva messa in una maniera molto diretta, non c'era che dire.

Era evidentemente noto che un tratto degli Umbreon era l'avere una potenza incredibile durante le ore notturne. E, in effetti, ciò che Athos aveva chiesto non si allontanava affatto dalla realtà.

Sin da quando si era evoluto Shade era dovuto andare contro al proprio istinto da Umbreon, che comprendeva cose come lo stare sveglio la notte ed essere attivo principalmente in quelle ore. Specialmente nelle notti di luna piena era difficile ignorare quella puntina biologica piantata nella fronte di ognuno dei Pokémon Lucelunare presenti su quella faccia del pianeta.

La potenza distruttiva della loro specie durante le ore buie della giornata sicuramente doveva essere inquietante per altri Pokémon più tranquilli. Quindi, come molte altre specie avevano abbandonato i propri istinti a favore di una convivenza pacifica, anche la sua aveva dovuto farlo.

"Be'... sì. Circa è così, sì."

"Quindi... se voi Umbreon non ve ne stati quatti quatti e buoni buoni tutto il giorno..." mormorò Albari, indicandolo con le bacchette. "Poi la notte rischiate di lasciarvi un po' andare con i vostri poteri? È così?"

Shade annuì.

"Di solito sono le emozioni forti a farci partire in quarta, quindi... sì. Se impariamo a stare tranquilli sempre, allora abbiamo meno probabilità di agitarci di notte e fare paura agli altri."

"Quindi avete bisogno di stare tranquilli solo di notte, ma per rendere questa tranquillità routine..." cominciò Athos.

"Vi fate un mazzo così e vi reprimete anche di giorno?" terminò Albari, inarcando un sopracciglio.

Shade annuì nuovamente, contento che almeno stessero comprendendo il motivo per cui lui fosse così noioso.

"Sì. È più comodo."

La Sceptile e il Mightyena si guardarono a vicenda, e voltandosi nuovamente in direzione del tipo Buio fecero una smorfia.

"Che tristezza." dissero all'unisono, e Shade ridacchiò. Il Sole calò oltre l'orizzonte in quel momento, e lentamente gli anelli sul suo corpo iniziarono a illuminarsi, come se volessero di testa loro portare un po' di luce in mezzo al buio.

L'Umbreon socchiuse gli occhi, facendo un sorrisino.

"Sì, un po'."

- - -

Bat socchiuse gli occhi, leggermente infastidita dalla luce lunare che filtrava tra le sbarre della propria cella. Nonostante tutto, non aveva sonno; era abituata a stare sveglia di notte, e specialmente in quei minuti non poteva permettersi di addormentarsi.

Lanciò un'occhiata al posto vuoto accanto a sé e alle catene lasciate penzolare giù dall'asse di legno che era quel seggio. Quelle catene, ora, non legavano più nessuno a quelle pareti.

Tornò a guardare fuori dalle sbarre, in attesa.

Stava iniziando a pensare di averci visto male, con la sua previsione. Doveva ormai essere passata almeno un'ora da quando Roni era passato attraverso la parete, e non era ancora tornato a prenderla.

Forse le sue abilità di Lettrice della Verità si stavano affievolendo e lui non sarebbe mai tornato. Tutto quello che aveva imparato da giovane, se non tenuto allenato a dovere, forse poteva sparire come le scritte sulla sabbia in riva del mare?

Sarebbe stato proprio scomodo se avesse dovuto fare tutto quanto da sola. Avere un aiuto come quel ragazzino, in fondo, era utile. Ma anche se non fosse tornato, lei aveva modi per uscire da quel posto... forse.

Poteva ergere un Pietrataglio dal terreno, ma sicuramente avrebbe allertato le guardie e le avrebbero rotto il culo mentre ancora era in quella cella. Le dava il nervoso non avere idee. Aveva cozzato per giorni su quella stessa stupida idea, ma non le veniva mai nulla di nuovo in mente.

Si irrigidì, però, quando sentì dei passi venire dal corridoio di fronte. Sicuramente non si trattava del tipo Spettro, dato che lui poteva fluttuare. Se era una guardia venuta a controllare, erano tutti fottuti.

Si sarebbe accorta subito della scomparsa del prigioniero e addio alle speranze di fuga di Bat. La Lycanroc Notte appoggiò le spalle al muro, guardando di sottecchi oltre alle sbarre.

La guardia si fermò su due piedi dritto davanti alla cella. Bat alzò lo sguardo.

Con i suoi incontrò i baluginanti occhi della guardia Watchog di diversi giorni prima, che la stava fissando dall'alto in basso. Quei due fanali gialli sembravano scrutarle l'anima nel profondo, e Bat preferì distogliere lo sguardo.

Un leggero tintinnio metallico, però, le fece rialzare il muso.

Il Watchog si era sfilato il mazzo di chiavi dalla cintura, e ora si stava apprestando ad aprire la porta della sua cella. Senza emettere un suono, fece scorrere i cardini e la aprì totalmente.

La Lycanroc socchiuse gli occhi come due fessure, scrutando quel volto a lei anonimo tra le palpebre.

Che cosa sta facendo questo?

Il Pokémon Sentinella fece scorrere tra le dita le varie chiavi appese all'anello, scegliendone poi una e inserendola nella serratura delle manette di Bat, la quale aggrottò le sopracciglia e tornò a guardarlo in faccia.

"Sei libera." disse il Watchog in una voce cristallina che non pareva la sua. Di solito quella guardia aveva uno stridulo vocino nasale e fastidioso, ma...

Anche prima che Bat realizzasse, come se l'anima avesse improvvisamente lasciato il suo corpo, il Watchog ruotò le pupille al vuoto e cadde all'indietro come un sacco di patate. Colpì il terreno con in tonfo, iniziando a russare sonoramente. Dalla sua mano destra l'anello con le chiavi cadde lateralmente e rotolò fuori dalla porta, tintinnando lontano.

Nel punto in cui il tipo Normale stava in piedi prima una figura semitrasparente, comparsa dal nulla, ora si ergeva in tutta la sua imponente statura, curva su Bat. La Lycanroc ci mise un po' a riconoscerlo, ma non appena ci riuscì fece un tiepido sorriso, passandosi una mano sui polsi ormai liberi dal peso delle catene.

La sua predizione non era sbagliata.

"Roni... come mai sei tornato?"

Avanzando leggermente in avanti, la sagoma del drago fu colpita dai raggi della luce lunare, i quali riuscirono a fare intravedere i suoi lineamenti.

Il Dragapult aveva sempre un volto scavato e degli occhi infossati, proprio come quando era ancora nel suo precedente stadio evolutivo. Eppure, ora, la sua imponenza rendeva insignificanti quei difetti agli occhi di chiunque lo guardava, Bat compresa. Invece di uno scheletrino malaticcio ora quello era un prezioso e potente alleato.

"Non potevo lasciarti a morire qui. Non dopo tutto quello che hai fatto per me." rispose il Drago/Spettro; nonostante il suo aspetto fosse minaccioso, la sua voce era sempre delicata e il suo sguardo gentile e innocente. "E poi..."

"E poi?"

Il Pokémon Furtivo abbassò gli occhi al terreno, poi li sollevò nuovamente.

"Io... non ho intenzione di tornare a come era la mia vita un tempo. Ti prego." mormorò, abbassando la testa in un profondo inchino, quasi arrivando a sfiorare le mattonelle del suolo con il mento. "Voglio venire con te. Se tornassi nella Regione Bianca, sicuramente finirei di nuovo qui... Non ho nessun posto dove andare. Portami con te. Te ne prego."

Bat ne fu compiaciuta, ma rimase comunque silenziosa per diversi secondi. Ah... e quindi era così facile? Non doveva nemmeno convincerlo a venire assieme a lei alla Regione Nera.

"Come potrei rifiutare di prenderti sotto la mia ala, tesoro?" disse, finalmente chinandosi e prendendogli il mento con entrambe le mani, facendogli sollevare la testa per guardarlo negli occhi. "Dopo tutto quel che fai per aiutarmi, e che hai fatto proprio ora, non potrei certo lasciarti da solo..."

Nel vedere gli occhi gialli del Dragapult illuminarsi a giorno alle sue parole, la Lycanroc Notte non fece a meno di gongolare in silenzio tra sé e sé, cosa che esternamente fu visibile solo da un allargamento del sorriso che già aveva in volto. Ahh, le sue doti da attrice non erano per niente peggiorate.

"Ti ringrazio moltissimo, Bat." disse Roni, iniziando a muovere la punta della coda come se fosse stato un ingenuo cagnolino. "Senza di te probabilmente sarei stato qui a marcire fino alla fine dei miei giorni."

"Parrebbe però che tu te la sia cavata bene anche senza di me." disse la Lycanroc, lanciando un'occhiata alla guardia accasciata a terra. Il Watchog sembrava come dormire, non sembrava morto per niente. "Sei in grado di possedere i Pokémon?"

Roni annuì.

"Apparentemente... posso impossessare i loro corpi se sono addormentati. L'ho scoperto poco fa."

Il Pokémon Lupo sollevò le sopracciglia.

"Che io sappia... solo i Pokémon Spettro che sono stati uccisi violentemente nella loro vita passata possono impossessare i corpi di altre persone." gli fece notare, voltandosi verso di lui. Roni ricambiò l'occhiata.

"Io... ancora non ho idea di chi fossi prima di reincarnarmi qui." ammise, abbassando la testa. "Ma spero che lo scoprirò presto."

"Ne sono sicura." gli disse Bat con un sorriso, sollevando una mano e aggrappandosi con essa a un corno del Dragapult cromatico. "Saresti così gentile da portarci fuori da questo posto? Prima che arrivi qualcuno. Direi che ci siamo dilungati un po' troppo in chiacchiere..."

"Oh, certo-!" esclamò il Drago/Spettro, sollevando un braccio per permettere a Bat di mettere un piede sulla sua spalla.

Era fin troppo facile. Quel ragazzino era così bisognoso di una guida che non si chiedeva nemmeno da chi questa venisse. Lei si mise in piedi sul suo braccio quasi come un Chatot sulla spalla di un pirata, tenendosi a Roni tramite il suo corno. Non era il massimo della comodità, ma era qualcosa.

Subito il Dragapult si spostò di lato, e dopo un leggero brivido Bat si rese conto di trovarsi esattamente in mezzo a un muro. Probabilmente il mero contatto con lo Spettro le permetteva di permeare esattamente come faceva lui? Trattenne il fiato, vedendo i mattoni robusti e la calce scorrerle letteralmente davanti agli occhi.

Diamine se era da voltastomaco.

I due Pokémon sbucarono in una stanza laterale, e si guardarono attorno per vedere se ci fossero guardie lì in giro. Nel vedere un Rillaboom svoltare l'angolo, subito Roni si tuffò all'interno del muro più vicino. Bat onestamente sperava che sapesse dove stava andando.

Quella parete pareva essere incredibilmente spessa, molto più delle precedenti che avevano già attraversato. Doveva avere uno spessore complessivo di circa tre metri e mezzo, perché i due ci misero diversi secondi per attraversarla, invece di un misero istante.

Poteva essere uno dei muri esterni della prigione essendo così spesso, ma quando i due sbucarono in una claustrofobica stanza si resero conto che non era così.

Una puzza di bruciato investì le narici di Bat, la quale istintivamente si tappò il naso con la mano destra libera, cercando di capire cosa in quella stanza così poco areata potesse emanare quell'olezzo così forte.

Una dozzina di catene tese al massimo, agganciate a soffitto, pareti e pavimento, solcavano la cella diagonalmente rendendo difficile il movimento per Pokémon solidi come Bat. Ma, dato che quest'ultima era assieme a Roni, nel loro giro di ispezione di quel posto poterono attraversarle senza problemi.

Non ci fu bisogno che i loro occhi si abituassero alla semioscurità della stanza, perché una fiamma crepitante si accese di fronte a loro, illuminando leggermente l'ambiente e la sagoma incatenata al centro della cella.

Era una creatura grossa e dalla pelliccia spettinata, bipede e leggermente incurvata in avanti da una posizione inginocchiata.

Bat aprì leggermente le mascelle, sgranando gli occhi.

"Wei Xie."

Le catene emisero un leggero clangore, svelando che chiunque ci fosse in quella cella era vivo, vegeto e in movimento. Uno sbuffo pesante fendette l'aria.

"Non si può nemmeno riposare in pace..." disse una voce roca e profonda, ma riconducibile a essere di un forte timbro femminile. Un paio di iridi rosse baluginarono alla luce del fuoco dietro alle spalle di colei che stava parlando.

"Finalmente, qualcuno si ricorda di me..."

Ancora una volta, un movimento stavolta più imponente della figura mise in moto le catene, che tintinnarono quando la creatura si mise in piedi.

"Come va, Bat? Hai un aspetto schifoso, fattelo dire."

La Lycanroc non mollò il corno di Roni, che come lei si era impegnato a squadrare da cima a fondo quella creatura che di civilizzato aveva solo le maniere.

Wei Xie era una imponente Typhlosion dalla pelliccia scarmigliata; come accessorio, anche in quella prigione, portava una cintura di corda blu, terminante in vari ciuffi con nappe vagamente ordinate. In quel momento, più che possente e feroce come al solito, la tipo Fuoco pareva solo innocua e indifesa.

Le pesanti catene della prigione erano ignifughe e bastavano a tenerla a bada con facilità, stringendo il suo collo e i suoi arti per impedirle il movimento. Le sue mani erano tenute imprigionate da delle grosse manette metalliche, le quali rivestivano l'interezza dei suoi avambracci. Una precauzione saggia, specialmente contro di lei.

"Io sto bene." rispose la Lycanroc, squadrandola nuovamente da cima a fondo. "Tu, invece. Non hai qualche crampo?"

Wei Xie scoprì le zanne in una sottospecie di ghigno misto a una smorfia.

"L'umorismo non ti manca." commentò. "Che ci fai qui? La stessa persona che ti ha conciata così male ti ha sbattuta in cella?"

Bat si portò una mano alle bende, facendo una smorfia. In effetti, commentare sulla situazione di Wei Xie mentre la sua non era di molto diversa non era stata l'idea migliore.

"Perché non sei già evasa?" domandò, senza risponderle. "Sei capace di liberarti. Per te è una passeggiata, no?"

"Può darsi." fece Wei Xie, alzando il mento per guardare il soffitto, a fatica per via delle catene. "Le mie mani, a quanto pare, sono quasi totalmente paralizzate, e quindi non so quanto sarei capace di far esplodere qualcosa. Penso che io debba tenerle a riposo ancora per un po'."

"È già passato un anno da quando sei qua dentro." disse duramente Bat, e a quelle parole la Typhlosion sollevò le sopracciglia.

"Così tanto? Ah... come passa il tempo quando ti diverti." disse, con una facilmente percepibile ironia. "Allora potrei anche pensarci. Sì, ora che ci penso... ho proprio voglia di mangiare qualche involtino primavera. Qui non me ne danno."

"Sono sicura che alla Regione Nera ti daranno tutti gli involtini primavera che vuoi."

"Che cosa hai intenzione di fare, adesso?" domandò nuovamente Wei Xie, tornando a guardare Bat dritta negli occhi. "Se la memoria non mi inganna... un anno fa volevi tentare un colpo di stato, nevvero?"

Il tipo Roccia non replicò, limitandosi a ricambiare lo sguardo, e la Typhlosion si strinse come poté nelle spalle.

"Ti consiglio di farti buoni amici. Per quanto sia uno sciocco, Rhith non è indifeso."

"Non è Rhith che mi preoccupa." ammise l'altra, portandosi un artiglio al mento. "Più che altro è Eroan che bisogna spodestare. Sbarazzarsi di Rhith e sua moglie non è complicato, ma finché Khiraal non cresce è Eroan il prossimo in linea di successione per il trono. Averlo lì potrebbe... essere un problema."

"Conflitti di interessi?"

"È un po' troppo pacifico, per i miei gusti." confessò la Lycanroc. "È incredibile quante ricompense porti fare il lecchino con gli Imperatori. È praticamente diventato il più grande capo religioso in nemmeno cinque anni solo perché ha protetto due-"

"E cosa intendi fare?" la interruppe Wei Xie. "Ucciderlo?"

Bat sostenne il suo sguardo.

"È un inizio."

"Mi sfugge cosa tu voglia fare dopo aver ucciso quei tre." ammise la Typhlosion mentre sollevava un ginocchio, evidentemente colta da un crampo. "Prendere il potere con la forza?"

La tipo Roccia scrollò le spalle.

"Vedrò quando ci arriverò. Per ora... voglio semplicemente che quelle pulci fastidiose si tolgano dai piedi." spiegò. "Anche se... se Eroan fosse più violento, probabilmente lo rispetterei."

"Bat." la chiamò Roni, e finalmente la Lycanroc si distrasse da Wei Xie per guardare il suo nuovo compare. Temette per un secondo che l'espressione leggermente inquietata che lui aveva in volto fosse a causa delle sue parole riguardo all'uccidere della gente, ma vedendo che pareva più disturbato dalla prigioniera davanti a loro si rilassò. "Dobbiamo andare."

"Buona fortuna, allora." salutò il Pokémon Vulcano, con un sorrisino che Bat non poté non ricambiare.

"Quando esci da qua, torna subito alla Regione Nera." disse Bat, sperando che quella avrebbe ascoltato la sua richiesta. "Per allora potrebbe esserci da abbrustolire uno spiedino di Gallade."

Wei Xie si mise a ridere sonoramente, e prima di sparire nel muro di fianco Bat poté sentire un'altra sua frase:

"Ci farò un pensierino..."

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