Capitolo 2 - Help Arrives

Shade indietreggiò, con il mento tremante per lo shock. Non riusciva a staccare lo sguardo dai tre banditi che gli si erano profilati davanti.

Nonostante il vantaggio di tipo, quel poliziotto non aveva potuto fare niente. Era come se fosse stato tempestato da una valanga di botte anche prima che potesse reagire.

Le sue mascelle gocciolavano sangue, e mentre veniva trascinato qua e là si lasciava dietro una piccola scia rossa.

Il Feraligatr aprì appena la bocca, alzando un braccio verso i presenti e facendo loro cenno di andare via, seppur debolmente.

"Scap...pate... Mette...tevi in... salvo..." sussurrò, in tono quasi implorante, strisciando sulle ginocchia in modo tale da provare ad alzarsi, ma l'Aggron che lo teneva per la pettorina nera lo sollevò, scagliandolo con violenza contro una bancarella.

L'impatto del corpo del poliziotto con la bancarella la distrusse quasi all'istante. Schegge di legno volarono ovunque, facendo urlare ancora più forte i presenti, che si accalcarono per scappare.

Shade, invece, non si mosse. Le sue budella ed il suo cervello gli urlavano di correre come non aveva mai fatto nella sua vita, ma il corpo non pareva aver voglia di fare un solo passo.

Rimase impietrito a fissare i tre seminare il panico tra quelli più vicini, ogni tanto lanciando persone che cercavano di darsela a gambe addosso ad altri o direttamente sugli stand.

Purtroppo, l'Umbreon non era l'unico a rimanersene impalato a fissare gli invasori avvicinarsi progressivamente. Anche altri Pokémon erano bloccati dal terrore.

"Ma che maleducazione, ve ne andate proprio quando iniziavamo a divertirci! È davvero un peccato che nessuno di voi uscirà indenne da questo mercato!" sbottò il Sableye, incrociando le braccia al petto e ridendo con la sua vocetta stridula.

Prese un'altra gemma e se la cacciò in gola, inghiottendola in un sol boccone, senza nemmeno curarsi di masticarla. Era probabile che volesse oggetti di valore per nutrirsene, più che per rivenderli.

I suoi sgherri, intanto, afferrarono il volto di un povero Hitmonlee che aveva avuto il coraggio di mettersi sulla loro strada per sferrare loro un calcio. L'Aggron posto sulla destra lo scagliò in terra e gli schiacciò il torace con un piede.

Iris si appiattì contro la zampa posteriore di Shade, cercando di nascondersi alla vista dei due nemici. Come meccanismo di difesa (ed eventuale fuga) istintivo, la piccola iniziò a sprizzare scintille dalla pelliccia.

"Fratellone... Ti prego, andiamo via..." supplicò, ma l'altro non si mosse. Rimaneva semplicemente lì a fissare i banditi, a mascelle semiaperte ed occhi sgranati.

Le sue pupille scure saettavano da punto a punto del mercato. Quella cittadina ridente si era presto trasformata in qualcosa che somigliava orrendamente ad un campo di battaglia.

Pokémon distesi a terra, oggetti distrutti, grida che riempivano l'aria, ed il pungente odore metallico del sangue che si insinuava con violenza nelle sue narici sensibili.

Gli intestini di Shade parvero accartocciarsi quando lui si piegò in due, trattenendo a stento un conato di vomito. Aveva orrendi ricordi, che cercò di reprimere nella sua mente.

Non pensarci, Shade, si disse. Non pensare a loro. Non pensarci.

Inevitabilmente, però, si ritrovò a pensare proprio a loro. Ai suoi genitori, e a quanto avessero sofferto prima di finire in maniera atroce. Come loro, anche decine di Pokémon davanti ai suoi occhi stavano soffrendo. Ma la paura era troppo forte per farlo agire.

Iris cacciò uno strillo quando un grosso frammento di legno volò pericolosamente vicino a loro, ed il suo urlo servì a riscuoterlo quel tanto che bastava per farlo balzare di lato. Shade ruzzolò a terra, intontito.

La sua sorellina, però, partì come un fulmine nella direzione opposta, saltando oltre la folla e dirigendosi verso casa. Le scariche elettriche nella sua pelliccia dovevano essere passate nei nervi delle zampe posteriori, consentendole di scattare alla massima velocità. Shade non l'aveva mai vista correre così velocemente.

Scrollò la testa, senza alzarsi subito, ma lo fece involontariamente quando una grossa mano lo afferrò per la collottola, sollevandolo in aria. La bisaccia semplicemente appoggiata sulla sua schiena cadde a terra con un tonfo, e le belle mele del signor Appletun rotolatono fuori dai sacchetti.

Ben presto si ritrovò a ciondolare di fronte al muso di uno degli Aggron che sogghignava crudelmente. Il Pokémon Lucelunare cacciò un grido, agitando convulsamente le zampe per farsi mollare.

"Guardate questo marmocchio!" esclamò il Sableye, torreggiando su di lui con le braccia incrociate e un ghigno malefico sul muso. "Per non scappare via subito deve essere coraggioso! Vediamo subito di causargli un bel trauma che lo lascerà sfigurato a vita! Ci state, Rufus e Brutus?".

I due Aggron annuirono all'unisono ed il Sableye balzò sulla spalla di uno dei due, quello che non teneva Shade, e si sedette a gambe incrociate. Quel suo sogghigno faceva davvero venire i nervi...

Quello che teneva Shade, che doveva essere Rufus, caricò un pugno dietro la spalla, mentre teneva il Pokémon Buio sospeso di fronte al suo muso.

Il ragazzino realizzò che, con un solo colpo, avrebbe potuto facilmente spaccargli il cranio, o la cassa toracica.

"Vai!" gridò il Sableye con la sua vocetta stridula, saltando sul posto, ed il Pokémon corazzato scagliò il braccio in avanti.

Shade si rannicchiò, preparandosi al colpo e probabilmente a dire addio a tutto quello che amava. I sorrisi della nonna, le marachelle di Iris... Tutto quello che aveva avuto in vita di ordinario, improvvisamente gli sembrava meraviglioso. Qualcosa per cui valeva la pena lottare.

Dopo un istante, però, ebbe il coraggio di aprire un occhio. Niente lo aveva colpito. Nessun osso era stato frantumato dal colpo.

Era... Ancora vivo.

Il braccio di Rufus era bloccato a metà della sua flessione, ad una ventina di centimetri dal muso di Shade, ed il suo padrone stava chiaramente lottando per muoversi. Purtroppo per lui e fortunatamente per Shade, fallì.

Il Sableye si era tirato in piedi sulla spalla di Brutus, e guardava verso il punto in cui la folla era ammucchiata digrignando i denti affilati.

Decine di Pokémon erano impietriti a fissare avanti a loro, dove due figure rimanevano in piedi a fronteggiare a petto alto i tre banditi. E, certamente, i due eroici salvatori non erano Pokémon che passavano inosservati.

Il primo era un Latios abbastanza massiccio, ma dal fisico comunque slanciato. Sulla nuca aveva una sottile treccia di lunghe piume, che gli arrivava a poco più di metà del collo. Moltissime persone lo stavano fissando, sbalorditi. Era raro vedere un Pokémon del genere in un paesino sperduto tra le montagne.

Il secondo, o meglio, la seconda, era una graziosa Espeon dal pelo rossiccio chiaro anziché del solito violetto, che doveva avere più o meno la stessa età di Shade. Sulla fronte, attorno alla gemma rossa, aveva un simbolo dipinto con una specie di hennè carminio, che somigliava in tutto e per tutto ad un sole che estendeva i suoi raggi simmetrici.

I suoi occhi blu brillavano di una leggera luce azzurra, ed i ciuffi sotto le sue orecchie erano sollevati e fluttuavano liberamente, come in assenza di gravità.

"Psichico" sussurrò Shade, rendendosi conto che la Espeon gli aveva appena salvato la vita con una mossa dalla prontezza incredibile.

La giovane batté appena le palpebre, e gli artigli di Rufus si aprirono. Shade cadde sulla ghiaia con un tonfo e strinse i denti, dolorante.

"COOOOOSA DIAMINE VOLETE?!" sbraitò il Sableye, agitando le braccia e tirando un lapislazzulo addosso ai due, in un atto di profondissima rabbia. La pietra preziosa rimbalzò a terra, finendo sotto le bancarelle. "VOLETE ESSERE AMMAZZATI DI BOTTE ANCHE VOI?! HUUUUHHH?!"

"Al contrario", disse la Espeon, con una voce cristallina, senza il minimo accenno di paura in essa. "Siamo qui per impedirvi di fare del male ad altre persone".

Shade vide i tre banditi scambiarsi un'occhiata, e praticamente all'unisono proruppero in una sonora risata. Brutus stava battendo una mano sul ginocchio per cercare di controllare la ridarola, e Rufus aveva le lacrime agli occhi.

"Voi- VOI COS- PUAHAHAHH!" esclamò il Sableye, tenendosi la pancia. "DUE TIPI PSICO! COSA PENSATE DI FARE CONTRO DUE AGGRON ED UN TIPO BUIO/SPETTRO COME ME?!"

La Espeon ed il Latios si scambiarono un'occhiata, poi tornarono a guardare i tre. Parevano abbastanza rilassati, per nulla terrorizzati dalla brutta fine che avrebbero potuto incontrare.

Shade si alzò sulle zampe tremanti, approfittando della confusione e del fatto che i tre nemici fossero distratti per sgattaiolare via.

Passò accanto alla Espeon, che lo seguì con lo sguardo. Prima di andare a nascondersi tra la folla, Shade potè giurare di averla vista spalancare gli occhi al suo passaggio. L'Umbreon non comprese il perché di quel gesto, ma andò comunque a nascondersi tra gli altri Pokémon ammassati dietro ai due.

Qualcuno stava bisbigliando sul fatto che potevano probabilmente essere due gang rivali di banditi, altri sostenevano che i misteriosi eroi fossero poliziotti, o addirittura membri dell'Esercito Bianco.

Shade non lo sapeva, ma di una cosa era certo: non avevano affatto cattive intenzioni. Avevano a cuore la protezione delle persone.

In quel momento, i tre nemici smisero gradualmente di ridere.

"Morirete... Tutti" sibilò il Sableye, leccandosi un labbro superiore con la lingua stranamente appuntita e schizzando all'indietro con un balzo, saltando giù dalla spalla di Brutus.

Veloci come due fulmini, gli Aggron si avventarono addosso ai due tipi Psico, sollevando i pugni.

Ma, anche prima che i due avessero avuto il tempo di balzare, la Espeon aveva fatto un cenno con la coda al compagno accanto a sé, come se sapesse che stavano per attaccare.

E così, i cazzotti dei due Pokémon Corazza si scontrarono contro una barriera semitrasparente, la quale respinse l'attacco con facilità.

Il Latios si era piazzato davanti alla Espeon, e stava usando Protezione. L'Eone sogghignò giovialmente, salutando da oltre lo scudo con una zampa.

Shade, assieme ad altri presenti, emise un gemito scioccato. Che riflessi! Non aveva mai visto qualcuno reagire così rapidamente come quei due. Fortuna che stavano dalla loro...

I due Aggron fecero un passo indietro quasi all'unisono, fissando i due avversari in cagnesco, digrignando i denti con furia.

Dietro di loro, al sicuro, il Sableye si stava ingozzando di gemme per la furia, provocando uno stridore di denti quasi insopportabile.

"Dannati... dannati, dannati, dannatidannatidannatidannatiiii..." sibilò, inghiottendo una pietra dopo l'altra, fissando avanti a sé con la fronte accartocciata. "Nessuno è mai riuscito a parare un loro colpo... RUFUS, BRUTUS! FATELI A PEZZETTINIIII!".

I due Aggron sollevarono le braccia, iniziando a tempestare di colpi la barriera e sollevando un polverone tutto intorno.

"MEEEEEEAT..."

"CRAAAAAAASHHHH!!"

Muovevano le braccia così rapidamente che lo spostamento d'aria era abbastanza potente da sollevare la polvere dal suolo.

Sollevarono le braccia, pronti per un'altra raffica, ma i due Psico si scartarono di lato in un batter di ciglia, uno a destra, l'altra a sinistra. La barriera finì infranta dai colpi, ma sotto di essa non c'era ormai più nessuno.

La Espeon alzò la testa, muovendo le grandi orecchie triangolari mentre Rufus si girava per fronteggiarla, serrando gli artigli, mentre si metteva con le spalle contro quelle del fratello.

La Pokémon Sole fece un sorrisetto divertito, osservando l'Aggron storcere il naso. Si voltò appena verso la folla, facendo loro cenno di spostarsi un po' indietro.

"È pericoloso. State a distanza, o vi verrà un attacco di cuore".

Shade incrociò appena il suo sguardo, e quella fece un'espressione difficilmente decifrabile, come quella che aveva fatto prima quando lo aveva guardato. Stavolta, però, era più sul preoccupato che sullo sbigottito.

Il guardarlo negli occhi, però, la distrasse.

Con un rapidissimo colpo del braccio l'Aggron la colpì sul fianco, spedendola a volare contro una bancarella.

L'impatto del suo esile e snello corpicino contro lo stand, fortunatamente coperto come tetto da una tela e non da solido legno, fu abbastanza forte da strappare il tendone. La Espeon crollò sotto il tessuto, con una smorfia di dolore.

Shade si sentì collassare.

Si era distratta per guardare lui. Era stato lui a distrarla dal combattimento, che avrebbe anche potuto vincere... Se solo lui non si fosse messo in mezzo... Se solo fosse scappato prima... Se solo...

"ALITHEIA!" strillò il Latios, spalancando gli occhi, accompagnato dalle urla delle persone presenti, che indicavano la Pokémon così gracile riversa sulla schiena, nel tentativo di alzarsi. "MALEDETTI BASTARD-"

Brutus gli afferrò i lati della testa con le mani, e dall'alto dei suoi due metri o più gli tirò una testata in piena fronte con tutta la forza di cui disponeva.

Le piume sul corpo dell'Eone si drizzarono come se l'onda d'urto che gli percorse il corpo avesse il potere di far contrarre i suoi muscoli. Non appena l'Aggron lo lasciò andare, egli cascò a terra pancia all'aria, tramortito.

In quel momento, dalla folla partì un grido ancora più forte di quello di prima, e molti si accalcarono per disperdersi. Se avevano tramortito con solo un colpo quei due che parevano tanto promettenti, chissà cosa avrebbero potuto fare a dei civili indifesi.

Altri, più pazzi che coraggiosi, rimasero lì in posizione di combattimento.

Shade, invece, rimase lì più per il senso di colpa che per la spavalderia o la paura. Quella Espeon, Alitheia, si era gravemente ferita per proteggerlo.

Aveva un groppo in gola che in qualche modo gli impediva di distogliere lo sguardo dalla Espeon, che batteva la coda con rabbia nel disperato tentativo di raccimolare le forze e tornare a combattere. Probabilmente le faceva parecchio male più o meno dappertutto.

"Questo è quello che succede quando qualcuno si mette contro di noi! La Gang del Rubino Nero!" sghignazzò, incrociando le braccia, mentre Brutus raccoglieva da terra un bastoncino e toccava con esso le gengive del Latios riverso a terra. Non pareva molto sveglio. Nessuno dei due fratelli lo sembrava.

Shade li osservò per un istante, poi fece scorrere il suo sguardo su Alitheia. La Espeon si era apparentemente arresa, e giaceva a denti stretti lì dove l'avevano lasciata.

Il Sableye, però, si voltò verso di lei. Snudò le zanne in un sorriso sghembo, avvicinandosi a lei con quella sua andatura stramba. Shade infilzò il terreno con gli artigli.

"Mia cara, ti abbiamo ridotta maluccio!" esclamò, allungando una mano verso di lei. La Espeon strinse un occhio per il dolore, ma tirò un morso pericolosamente vicino alle sue dita. Le sue zanne si richiusero con un clac.

Il Sableye guardò la propria mano, ma mantenne il sorrisetto bastardo che lo caratterizzava. "Sai, tra la mia gente circola voce che una gemma in particolare sia... piuttosto prelibata da mangiare", cominciò, guardandola dritta negli occhi.

Lo sguardo deciso e furioso della Espeon si tramutò improvvisamente in sbigottito, e quasi spaventato.

"No" sussurrò, sforzando i muscoli per muoversi, riuscendo a tirarsi su di poco.

"Sì!" esclamò il Pokémon Buio/Spettro, afferrandole la testa con la piccola mano. "La gemma sulla fronte degli Espeon pare essere una delizia che solo pochi possono concedersi!"

"Lasciala STAREEEEE!"

Senza il minimo preavviso, Shade schizzò in avanti, coprendo in lunghe falcate la distanza che li separava. Con un grido furioso, tirò una capocciata sul costato del Sableye, facendolo volare poco lontano nella polvere.

Il Pokémon Buio/Spettro ruzzolò in terra, imprecando, ma si rialzò dopo aver effettuato un paio di giri. Il suo corpo ricoperto di peli ispidi era totalmente pieno di sabbia.

"Stupido ragazzino..." sibilò, puntando le due grandi gemme che aveva sugli occhi su di lui. Alle sue parole gli Aggron sussultarono con un leggero gasp. Era evidente che raramente lo vedevano così arrabbiato.

Shade si bloccò. Che diavolo di problemi aveva?! Che diavolo gli era preso?! Tirò un'occhiata impanicata ai pochi presenti rimasti, che lo fissavano come impietriti. Nessuno pareva aver voglia di rischiare la vita per salvarlo.

"Vattene, scappa!" ringhiò la Espeon, cercando di alzarsi nuovamente per combattere. Probabilmente aveva qualche costola incrinata, ma non sembrava ferita seriamente. Probabilmente il dolore derivava dai muscoli, e non dalle ossa.

Nonostante tutto, però, non si mosse. Ancora una volta la paura gli aveva congelato le zampe. Muovere un passetto di lato fu uno sforzo immenso che lo lasciò ansimante. I suoi polmoni si espandevano e si contraevano ad una velocità impressionante, e presto il pelo sulla sua fronte fu imperlato di gocce di sudore.

"Non fai tanto il gradasso, ora..." continuò il Sableye. Sebbene fosse più piccolo di Shade, aveva molta più esperienza in combattimento. Sguainò gli artigli, digrignando furiosamente i denti. "Ti farò A FILETTI!"

Piantò gli artigli di un piede per terra, ancorandosi al terreno ed usando quel punto stabile per schizzare in avanti a tutta velocità.

Shade non potè fare altro se non guardare i suoi affilatissimi artigli avvicinarsi come tre lame gemelle, pronte a tagliargli la faccia.

Istintivamente, l'Umbreon si impennò sulle zampe posteriori e spiccò un balzo verso l'alto. Il Sableye gli passò sotto, sbilanciandosi in avanti, ma mise appena in tempo le braccia davanti al viso, facendo una capriola e rimettendosi in piedi.

Shade atterrò dalla parte opposta sulle quattro zampe, tremante per l'adrenalina in circolo. La paura era stata soppiantata da uno strano sentimento di euforia... il suo corpo bruciava di spirito combattivo, anche se non sapeva perché.

Rimase lì, a fissarsi le zampe, sorpreso. Anche la Espeon lo stava osservando a bocca aperta. Di certo non si aspettava che un civile schivasse un colpo così rapido.

"Sei davvero una seccatura, marmocchio" brontolò il Sableye, tirandosi in piedi. "MA AL PROSSIMO AFFONDO ASSAPORERÒ IL TUO SANG-", fu spedito per aria da un calcio.

Shade seguì con lo sguardo l'esile corpicino del capo della Gang del Rubino Nero fare un percorso a parabola in aria, prima di cascare a terra ad una quindicina di metri di distanza con un tonfo.

Andreas, il vecchio Haxorus amico della nonna con il quale Shade aveva parlato poco prima, se ne stava in piedi accanto ai suoi due amici di briscola, il Dubwool ed il Bibarel.

"N-nonnetti!" esclamò Shade, sollevando le sopracciglia. Non si aspettava che sarebbero corsi in loro aiuto... Proprio loro. Sembravano troppo pacifici per stare lì.

"Ehilà, giovanotto!" esclamò Andreas, appoggiando le mani sui fianchi. "Abbiamo sentito un po' di trambusto e siamo arrivati subito!".

"I giovani di oggi non conoscono più rispetto" brontolò il Dubwool, scuotendo il capo, come se esprimesse la sua delusione per un nipote indisciplinato, mentre guardava i due Aggron: essi stavano correndo verso il loro capo, e si chinarono sul suo corpicino.

"Boss!" "Boss!" "Boss!" "Ti fa male tutto?!" "Vuoi un bacino, Boss? Il bacino della mamma fa sempre miracoli!"

Nel vedere che il Sableye non rispondeva, poiché aveva subito un bel colpaccio, si voltarono di colpo verso i tre anziani ed i due ragazzini.

"UUUGHHHH! AVETE FATTO MALE AL BOSS!" ruggì Brutus, battendo un piede in terra e facendo perciò tremare il terreno.

"NON VI PERDONEREMO MAI! VECCHIETTI DEL CAZZOOOOO!"

Il Bibarel si grattò il collo, sbadigliando sonoramente e guardandoli con un sopracciglio inarcato.

"Parole audaci, giovanotti. State parlando con degli ex-soldati dell'Esercito Bianco!" esordì, indicandoli con un dito.

"So-soldati...?!" esclamò il Latios, che aveva avuto il tempo di riprendersi. La sua fronte aveva una bella contusione.

"Proprio così!" sogghignò Andreas, incrociando le braccia al petto. "Saremo anche dei vecchi bacucchi, ma ci ricordiamo ancora come menare le mani!"

I due Pokémon Corazza si guardarono tra di loro, ringhiando appena, e si abbassarono sulle ginocchia.

"Dell'Esercito o no, vi prenderemo a calci in culo!" ringhiò Rufus, agitando un pugno in aria e battendo la grossa coda sul terreno. "AVETE TIRATO UN CALCIO AL BOSS!"

"E voi avete quasi ammazzato il nostro nipotino acquisito. Come la mettiamo?" belò il Dubwool, agitando le corna in aria ed avvicinandosi a Shade, come se volesse inglobarlo nella sua morbida lana. Evidentemente, il loro nipotino acquisito era l'Umbreon. "Posso farvi il culo anche da solo!"

"Ora non esagerare, Woolter"

"Non esagero! È la pura e semplice verità!"

Gli Aggron avanzarono di qualche passo verso i tre anziani, che serrarono i ranghi come tre veri soldati. Shade sapeva del loro passato, ma non credeva che quegli anni di battaglie sarebbero tornati loro utili anche in pensione.

"Fatevi sotto, giovanotti!" esclamò Woolter, raspando il terreno con uno zoccolo, mentre il Bibarel scopriva i denti affilatissimi da roditore, preparandosi ad un attacco.

I due fratelli corazzati non esitarono un istante. Senza il loro capo a domare i loro istinti omicidi, erano anche più selvaggi e rapidi, spinti dal sentimento della vendetta.

Stranamente veloce per la sua età, Andreas afferrò Woolter e, dopo averlo sollevato sopra la propria testa, lo scagliò a tutta velocità addosso ai nemici.

Il Dubwool abbassò la testa, colpendo Rufus in pieno petto con un Facciata ben assestato. Brutus rispose afferrando le zampe posteriori di Woolter e lanciandolo in aria, ma il Bibarel sollevò le zampe anteriori, usando un Cascata al contrario, dal basso verso l'alto, per far sì che l'amico non si schiantasse al suolo.

"Grazie dell'aiuto, Bill, vecchio mio!" esclamò il muflone, scrollandosi la lana zuppa non appena rimise gli zoccoli a terra.

"Questi due giovanotti sono teste dure" commentò Bill, abbassandosi sulle quattro zampe e muovendo su e giù la coda da castoro.

"Spostatevi".

I tre anziani si voltarono verso la bancarella crollata, e Shade sobbalzò nel vedere la Espeon nuovamente in piedi, con la pelliccia corta totalmente irta dalla rabbia. Non sembrava gravemente ferita. Probabilmente il dolore del momento era passato.

Il simbolo rosso sulla sua fronte brillava di un'intensa luce, così come la gemma. I suoi occhi erano tinti di un rosso scarlatto, invece del pacifico blu che Shade aveva visto prima.

Fece qualche passo verso i due Aggron, facendosi strada tra gli ex-soldati, che la guardarono sbigottiti.

"Non può essere" sussurrò Andreas, mentre Alitheia lo superava, piazzandosi dirimpetto ai due banditi rimasti.

"A-Alitheia!" boccheggiò il Latios, nuovamente in piedi, portandosi accanto a Shade.

"Questi due..." sibilò la Espeon, e non appena posò una delle piccole e delicate zampe a terra formò una grossa crepa, come se avesse la forza di un Tyranitar.

I due Aggron sobbalzarono quando la crepa si estese ai loro piedi. La Pokémon Sole abbassò la testa, ed i suoi occhi emisero un bagliore.

"Hanno davvero iniziato a farmi incazzare".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top