Capitolo 17 - You See the Truth, yet You Hide It

Alitheia si sentiva oppressa, come se un gigantesco macigno le fosse stato messo sulle spalle e la stesse progressivamente schiacciando.

Si guardò attorno, ma in quell'ambiente non pareva esserci nulla. Era una distesa infinita e buia di niente, con solo un bassissimo livello di acqua grigiastra sul terreno a bagnarle le zampe e a ricordarle che doveva sbrigarsi.

Sembrava che solo la zona attorno a sé fosse illuminata da una luce fredda e fioca, e a ogni passo che faceva il paesaggio non pareva cambiare. Appunto, una distesa di nulla assoluto.

Tese le orecchie, ruotandole in ogni direzione alla ricerca del minimo suono.

Umh... umh... Alitheia, non ci sei neanche vicina...

La voce di Morfeus riecheggiò tutto intorno, rimbombando in ogni direzione ma al contempo in nessuna. Alitheia strinse i denti, arricciando il naso e facendo un giro su sé stessa per provare a intravedere il suo Maestro, senza però riuscirci.

"Mi sto concentrando! Silenzio!" sbottò, e dall'altra parte non giunse una risposta.

Finalmente. Un minimo di tranquillità.

Quello che stava cercando che cos'era? Era complicato concentrarsi in quel posto, specialmente per il fatto che era tutta una proiezione dei pensieri di Morfeus e che lui la stava confondendo di proposito.

Era lì per imparare, e così avrebbe fatto.

Doveva trovare il centro della mente del Maestro, e anche in fretta. Quell'allenamento era particolarmente duro e fastidioso, ma decisamente necessario se lei voleva diventare una Lettrice della Verità a tutti gli effetti.

Doveva trovare il nucleo della mente di Morfeus e leggere quello che vi era dentro. Sembrava un'impresa facile. Con il suo precedente Maestro, anni prima, Alitheia era stata in grado di farlo con successo. Ma con Morfeus era sempre la stessa solfa: lei sbirciava nella sua mente e lui la chiudeva, rendendole il lavoro difficilissimo.

Con le persone normali identificare quale fosse il nucleo di una mente era spesso facile. Le menti erano sempre distese vaste di un ambiente qualsiasi, spesso un luogo familiare o creato dalla fantasia del proprietario, con al centro un oggetto o qualsiasi altra cosa a farvi da nucleo, da perno, da colonna portante.

Solitamente le menti delle persone normali erano strutturate a seconda della loro personalità e quello che contenevano. La mente preferita di Alitheia da visitare, sicuramente, era quella di Avion.

Una distesa di sabbia profumata di salsedine e nella quale perennemente si sentiva lo schiumare lontano delle onde del mare che scivolavano sulla spiaggia poco lontano. I suoi pensieri erano come degli specchi, e spesso non capiva cosa gli passasse per la testa. Una mente quieta per una persona quieta.

Quella di Morfeus, invece, era vuota, incolore, inodore e silenziosa. Sempre, tranne quando il Pokémon Dormiveglia decideva di mostrarle semplici pensieri come esercizio.

Era normale, però. Avrebbe dovuto anche lei sviluppare una mente simile per impedire ad altri Lettori della Verità di frugarci dentro. Più la mente era chiusa, più al sicuro si era in combattimento.

I pensieri di Morfeus erano perfetti. Indecifrabili, freschi e calmi, non lasciavano trasparire emozioni e desideri come quelli delle persone comuni. Alitheia li aveva sempre considerati come qualcosa da cui prendere esempio. Adesso che era lì dentro e a contatto con loro, però, le sembravano solo fastidiosi e la innervosivano molto.

Drizzò le orecchie non appena, finalmente, sentì un suono lontano riecheggiare tutto attorno. Era il delicato ticchettio di una goccia d'acqua che colpiva il terreno. Ci fu un lungo istante di silenzio, ma abbassando lo sguardo poté vedere una sottile increspatura attraversare lo strato liquido che ricopriva il pavimento.

A giudicare dall'ampiezza dell'onda, la goccia doveva aver colpito il terreno diversi metri più avanti.

Era forse quello il centro della mente di Morfeus?

Senza pensarci due volte si lanciò in avanti a tutta velocità. Man mano che avanzava quella sua sensazione di malessere si aggravava sempre di più, lasciandola senza fiato. Il Musharna stava cercando di spingerla fuori dalla sua testa.

Non questa volta, Maestro. disse tra sé e sé la Espeon, continuando a correre mentre sollevava moltissime e minuscole gocce d'acqua chiara al suo frettoloso passaggio.

Piegò le zampe posteriori e frenò improvvisamente quando, finalmente, davanti a sé trovò la goccia che cadeva dall'alto. Quasi questa la colpì sul naso prima di toccare il suolo e diffondere una placida ondicina concentrica tutto attorno, emettendo un suono del tutto simile alla corda di un'arpa che viene pizzicata.

Un'altra goccia cadde dal cielo invisibile e nero, e presto una piccola cascatella andò a formarsi davanti agli occhi della Espeon. Da quest'acqua pareva giungere il suono di risate di adulti e bambini, il canto sfrenato di compari che si ritrovano all'osteria e la ninnananna di una madre che canta a suo figlio.

Quindi era quella la mente del Musharna. Il nucleo era quello. Certo, ne aveva visti di nuclei strani, ma quello era davvero bizzarro.

Il nucleo della mente di Avion, ad esempio, aveva assunto la forma di una conchiglia. Accostandoci l'orecchio si potevano sentire le onde del mare poco distante e il parlare della gente, ma anche musica e spessissimo delle ramanzine per piccoli misfatti, una voce di donna e le risate di un bambino. Ricordi, perlopiù. I nuclei spessissimo custodivano ricordi e memorie.

Conoscendo Morfeus, quelle che Alitheia stava ascoltando potevano essere le sue memorie come potevano anche non esserlo. Lui era molto esperto e sapeva come schermare al meglio la propria mente, quindi la Espeon non vide il motivo per cui non avrebbe dovuto farlo anche in quel momento.

Si accostò al rigagnolo quando esso si gonfiò di altra acqua, socchiudendo gli occhi per guardarci bene dentro. Non vedeva niente di nitido, ma dovette inaspettatamente farsi indietro quando un getto di acqua gelida le atterrò sulla testa.

"Oh, ma che-?!"

Arretrò, notando con disgusto che dal cielo ora stava cadendo una cospicua quantità di acqua, la quale stava andando a sollevare a vista d'occhio il basso e stagnante livello di quella che stava sul terreno.

Quando dopo pochi istanti il livello dell'acqua giunse alla pancia della Espeon, lei fu improvvisamente investita da una forte onda e riportata alla realtà, come se nel sonno avesse sognato di cadere e si fosse svegliata di soprassalto.

La prima cosa che vide quando i suoi occhi tornarono a elaborare il vero mondo circostante fu l'espressione indecifrabile di Morfeus.

"No, no, no, non ci siamo proprio, ragazza..." disse questi, scuotendo lentamente il capo nella penombra della sua tenda. Alitheia batté le palpebre un paio di volte per riabituarsi all'assenza di luce.

"Non devi fermarti, anzi devi sbrigarti quando qualcuno tenta di chiudere la mente su di te."

Alitheia batté la coda biforcuta a terra, visibilmente irritata. Quando quel tizio parlava, col suo solito tono mellifluo, la sua allieva pareva entrare in modalità "biscia". Esattamente come un serpente irritato lei avrebbe tanto voluto attaccarlo in qualche modo.

"Ci stavo guardando. Ho sentito qualcosina, ma mi avete spinta fuori subito." protestò, e come risposta ottenne soltanto un sorrisino da parte del suo insegnante.

Arceus, le faceva saltare i nervi uno sguardo come quello. Lo stava pensando anche in quel momento, ma godeva del fatto che quando era sveglia lui non era capace di osservarle la mente in alcun modo. Poteva quindi insultarlo come e quanto voleva.

"Non ho intenzione di aprire la mia mente a te finché tu non lo farai con me, Alitheia." disse Morfeus, proseguendo con la sua solita voce argentina.

La Espeon socchiuse gli occhi blu e si irrigidì, trasformando il suo sguardo in una lama tagliente. Nonostante lo stesse osservando, però, non riuscì a percepire il suo pensiero. Morfeus era dannatamente bravo a nascondere tutto.

"Sapete a memoria tutti i miei pensieri e conoscete la mia mente come le vostre tasche. Non fate il finto tonto."

"Hai ragione, Alitheia. Umh, però devo dire che preferisco quando sei tu ad ammettere le cose, invece che costringermi a tirartele fuori a forza." Morfeus mutò improvvisamente espressione. Abbassò la testa di poco e la osservò con le palpebre sollevate, come se fosse preoccupato per lei.

"Qualcosa ti turba."

"Non mi turba niente."

"Non mentirmi, non serve. L'ho già visto."

La Espeon strinse le mascelle mentre lo fissava dritto negli occhi, cercando disperatamente di strappargli fuori la verità, ma senza successo. Lui lo notò e fece un leggero sorriso.

"Umh, umh. Non puoi scavare a mani nude nella roccia."

"Sputate il rospo allora." ringhiò lei, snudando i canini in un riflesso emotivo improvviso e ben poco consono. Lo avesse fatto con Ozaner sarebbe stata ribaltata di botte. Morfeus, invece, lo accettò passivamente.

Il Lettore della Verità sospirò, socchiudendo gli occhi rossi.

"Stai mentendo, Alitheia."

Lei involontariamente ruotò le orecchie all'indietro, cercando però di mantenere un'espressione stoica e irremovibile. Si alzò, voltandosi verso l'uscita.

"Grazie per la lezione."

"Hai mentito a tutti noi." continuò Morfeus, mentre Alitheia cercava di ignorare tutto quello che lui stava dicendo. "Stai mentendo, e continui a farlo. Confessa la verità e termina questa farsa, prima che ti logori."

"Allora perché non lo fate voi per me?!" sputò Alitheia, voltandosi di scatto verso il proprio istruttore e guardandolo con una furia incredibile negli occhi. Era sicura di essere riuscita a spaventarlo almeno un po', ma Morfeus rispose con una leggerissima risatina.

"Alitheia... sono il tuo Maestro. Se non ti insegno qualcosa, a che cosa servo io?"

Lei assottigliò lo sguardo, rimanendo in silenzio. La sua coda biforcuta batteva da lato a lato, come un metronomo che scandisce il tempo, a indice della sua furia.

Morfeus si limitò a sospirare.

"So che lo stai facendo per il bene di tutti, Alitheia. Ma le bugie non vanno mai molto lontano."

"Allora le farò andare io lontano. Posso plasmare la verità a mio piacimento, d'altra parte." sbottò lei, frustando per l'ultima volta l'aria con la coda. "So cosa sto facendo."

"No, Alitheia. Non lo sai."

Il Musharna chiuse gli occhi, appallottolandosi per tornare a dormire come era suo solito fare.

"Ahh... sono sicuro che Mirano sarebbe riuscito a farti ragionare."

"...Buona giornata."

"A te, cara."

Alitheia uscì dalla tenda a passo rapido, scostando il telo da davanti a sé con una spallata abbastanza violenta, venendo abbagliata dalla luce del Sole proveniente dall'esterno.

Scrollò la testa e se ne andò stizzita, avviandosi a passo pesante per uno dei corridoi tra le tende con l'intento di farsi una passeggiata e sbollire la rabbia. Morfeus chi si credeva di essere?!

Era lei che decideva cosa fare con le proprie abilità, e ciò che si stava compiendo al momento era per il meglio di tutti. Sì, lo aveva visto. Senza dubbio la sua era la decisione migliore che avesse potuto prendere. Non era colpa sua se Morfeus era un molle senza spina dorsale che non sapeva prendere decisioni più grandi di lui.

Lei non aveva mai sbagliato una visione, perché pensare che lo avrebbe fatto proprio in quei momenti? Tutto stava volgendo nella direzione giusta solo grazie a lei.

Tutto andrà avanti senza troppi intoppi. dissé a sé stessa, senza fermare il proprio passo furente. D'altra parte gli incidenti ce li si crea da soli lungo il percorso. I problemi mica cadono dal cielo.

Come a volersi fortemente opporre ai suoi pensieri una strana sensazione si innestò nella testa di Alitheia, accompagnata da un sottile rumore che si faceva sempre più forte.

"Mh?"

Si fermò accanto alla grande tenda che ospitava gli armamenti per tutta la pattuglia e tese le larghe orecchie, sentendo che il suono si stava ormai andando a intensificare rapidamente.

Che cos'era? Era fastidioso, ma ben presto la Espeon fu in grado di identificare quell'anonimo "rumore" come "grida." Ma chi diamine stava gridando? Era pure in avvicinamento, quindi...

In un lampo di realizzazione riuscì a connettere tutti i pezzi del puzzle. Si spostò di lato quel tanto che bastava giusto prima che dal cielo piombasse urlando un corpo grigio e nero, il quale andò a schiantarsi come una meteora contro la tenda degli armamenti, demolendone un paletto.

Inutile dire che mazzi di lance, pezzi di armature e manici di spade andarono a schiantarsi al suolo con un gran fracasso.

Tutti i presenti lì attorno si voltarono verso la scena, attoniti, mentre Alitheia si limitava a sospirare. Ed eccolo, uno dei suoi problemi era appena piombato dal cielo.

A zampe all'aria, mezzo avviluppato nel tessuto della tenda, ecco il corpo decisamente dolorante del Mightyena di qualche tempo prima. Athos, se non si sbagliava.

"Ahiahiai... mannaggia che botta...!" esclamò questi, aspirando aria tra i denti mentre muoveva a vuoto le zampe posteriori per tirarsi su. Strinse gli occhi dal dolore e tirò un leggero guaito.

Alitheia si concentrò sulla punta rossiccia del suo naso per evitare di guardarlo negli occhi.

"Ti sei fatto male, immagino."

Il Mightyena la guardò e fece un sorrisetto sghembo, e ancora una volta lei tentò il tutto e per tutto per non guardarlo.

"Eheh... giusto un po'...!"

"VAFAMMOCC A CHITESTRAMUORT, GUARDA DOVE VAI!"

Da dietro la tenda mezza demolita sbucò uno Scizor dall'aria completamente alterata. Con le chele indicò l'inferno di lance spezzate e la parte di tenda crollata, e in seguito ne puntò una contro il Mightyena.

"TU! OH SIGNORE, CAP 'E CAZZ! MA CHE È STA CAZZIMMA NEI MIEI CONFRONTI, GUARDA CHE CASINO!"

"Mi scusi." mormorò Athos, sollevando le zampe anteriori. "Ma non posso stare attento a dove vado! Mi hanno lanciato in aria."

"CHELLA GRANDA ZOMPAPERETA 'E MAMM'T! TI LANCIO IO PER ARIA BRUTTO-"

"Hassan, calmati!" esclamò un Aggron dall'elmo ammaccato, raggiungendolo a passo rapido. Dovette afferrare lo Scizor per le spalle per impedirgli di fare a filetti il povero Athos, che in tutta quella faccenda non aveva colpe a parte quella di essere caduto dal cielo.

"NO, NON MI CALMO! LE MIE LANCE! LE MIE SPADE! CHESTO CULO 'E MAL'ASSIETTO!"

"Mi scusi!" tentò Athos, ma quello ormai era diventato una furia. Alitheia aggrottò le sopracciglia e rimase a osservare la scena del Coleottero/Acciaio che dava in escandescenze, mentre tutto attorno gli altri soldati sospiravano e tornavano ai loro compiti.

Vedere Hassan dare di matto per qualcosa non era raro, perciò non era poi uno spettacolo così interessante.

"Sapete, dovremmo prendere degli elastici industriali per bloccargli le chele." disse una Hakamo-o, avvicinandosi all'Aggron e dandogli una mano a trattenere lo Scizor per quanto possibile. "Come le aragoste, hai presente?"

Il Pokémon Corazza sospirò sconsolato mentre Hassan si dimenava imprecando tra le sue braccia.

"Lo scriverò nel prossimo ordine."

"Ma si può sapere come hai fatto a piombare così dall'alto?" domandò Alitheia, spostando lo sguardo sulle nuvole nel cielo azzurro e cercando di capire cosa potesse aver provocato la sua caduta.

Il Mightyena serrò le mascelle e fece un'espressione simile a quella di un veterano di guerra che ricorda le battaglie vissute.

"Be', vedi..."

"Ragazzino!"

Sia Alitheia che Athos sollevarono lo sguardo verso la tenda di Ozaner, posta una trentina di metri più avanti, sulla quale cima era appollaiato Avion. Il Messaggero si guardò alle spalle con aria preoccupata, puntando il muso verso la direzione del grande spiazzo destinato agli addestramenti, poi tornò a fissare i due.

Spalancò le mascelle e drizzò le piume, praticamente sgolandosi per farsi sentire meglio.

"CORRI! PORCO IL DEMONIO E TUTTI I SUOI DIAVOLI, RAGAZZINO, CORRI!"

Esattamente successivo alle sue parole, con una potenza da fare paura, ecco sollevarsi in aria un altro urlo terribile, che addirittura sovrastava le grida di Hassan.

Da dietro le tende ecco arrivare in corsa il Tenente Albari, brandendo con entrambe le mani uno spadone grande quasi quanto lei stessa. La sua espressione comunicava una rabbia senza pari; a zanne snudate e a pupille ridotte a fessure, ecco la Sceptile caricare nella loro direzione con la furia di un Rhyperior.

La sua coda era stata parzialmente congelata e ora era ricoperta da uno strato di gelida brina.

Non appena vide il Mightyena sollevò lo spadone sopra la testa, avvicinandosi a lunghe falcate. In pochi istanti fu vicinissima.

"TU!"

Athos cacciò un urlo terrorizzato, scalciando per rimettersi in piedi e balzare lontano. Ci riuscì giusto un secondo prima che la Sceptile vibrasse con tutta la propria forza lo spadone in terra, contro il punto in cui prima era accasciato il povero Mightyena.

Il Pokémon Morso si fece un po' lontano e di conseguenza Albari tirò un fendente laterale per colpirlo, ma l'altro riuscì ad abbassarsi in tempo per non essere decapitato.

Al contrario, un mazzo di lance ancora miracolosamente intatto venne falciato dritto nel mezzo. Hassan svenne alla sola vista.

Alitheia si fece saggiamente indietro, sedendosi qualche metro più lontano e osservando il Tenente cercare di ridurre a fette il povero Athos.

"TU E IL TUO GELODENTI DEL CAZZO! FATTI PIGLIARE, FATTI PIGLIARE!"

La Espeon arrotolò la coda attorno alle zampe senza fare nulla, mentre continuava a fissare la scena con una certa confusione.

Sapeva che, giusto da due giorni, Albari era passata dalla linea al fronte al campo di addestramento per contribuire ad allenare Shade e i nuovi cadetti, ma in quel momento pareva solo volerne uccidere uno.

Non ebbe bisogno di guardare negli occhi nessuno dei due litiganti per capire cosa fosse successo: durante l'addestramento Athos doveva aver congelato la coda della Sceptile con un Gelodenti e lei se l'era presa.

Alitheia si voltò verso uno dei corridoi laterali quando, da esso, arrivò Shade correndo a tutta velocità. Urlando qualcosa di incomprensibile l'Umbreon si piazzò tra lo spadone di Albari e Athos, usando Protezione giusto in tempo per evitare che l'amico venisse affettato in due.

Colpendo la barriera la lunga lama vibrò per l'impatto, riuscendo però a frantumare il Protezione giusto prima di arrestarsi sopra le teste dannatamente fortunate dei due ragazzini.

"CORRI!" gridò Shade, partendo con un altro sprint e schizzando come un fulmine verso l'area di addestramento, seguito a ruota dal Mightyena e, purtroppo, dalla Pokémon Foresta.

Alitheia si alzò in piedi, seguendoli a un'andatura decisamente più tranquilla. Non voleva assolutamente perdersi quello spettacolo. Si prospettava abbastanza divertente, anche se non era sicura al cento per cento che non ci sarebbero stati spargimenti di sangue.

Alcuni degli occupanti del campo base erano radunati a cerchio attorno al campo di addestramento, il quale era semplicemente un ampio campo con qualche linea tracciata a terra alla bell'e meglio. Volevano probabilmente godersi il massacro a loro volta.

Dalla distanza si potevano sentire i colpi della spada di Albari che colpiva il terreno e le sue imprecazioni, accompagnate dalle urla terrorizzate dei due cadetti coinvolti in quella carneficina.

Alitheia si avvicinò, notando con un certo sollievo che, seduti in terra a presiedere all'addestramento delle matricole, c'erano anche Ozaner, Wystan e Kadmos, accompagnati in via del tutto eccezionale anche dal Generale Sayf.

Mentre i primi tre avevano in volto un'espressione inorridita e decisamente preoccupata, il Kommo-o era seduto a gambe incrociate e sghignazzava come un ossesso, battendosi la mano su un ginocchio.

"Gyahah! Guardali, guardali! Scappano in tutte le direzioni come scarafaggi!" esclamò, dando una gomitata a uno sconvolto Kadmos accanto a sé.

Alitheia lanciò un'occhiata verso lo spiazzo erboso, osservando i due giovani tipi Buio scartarsi lateralmente per evitare i colpi di Albari. Al limite del campo di addestramento, schiacciati spalla contro spalla come in una scatola di sardine, altri cadetti osservavano la scena con delle espressioni di puro terrore in volto.

Evidentemente temevano che, se la Sceptile era così violenta con dei ragazzini, lo sarebbe stata ancora di più con loro.

La Espeon andò a sedersi accanto a Ozaner, il quale vedendola la salutò con un cenno della testa.

"Ben arrivata. Hai già completato il tuo addestramento?"

Non volendo parlare fin troppo dei suoi progressi, l'altra si limitò semplicemente ad annuire. Si girò verso il Generale.

"Oggi ho finito un po' prima. È andato tutto bene."

"Sembra turbata."

Alitheia aggrottò leggermente le sopracciglia nel leggere i pensieri del Luxray da quello specchio lucido che erano i suoi occhi.

"Magari qualcosa è andato male. Avrà litigato ancora con Morfeus, probabilmente. Meglio non indagare troppo, potrebbe irritarsi."

Inconsciamente, la Espeon liberò un sottile sospiro sollevato. Menomale, non avrebbe dovuto fingere che tutto stesse andando bene. Tornò a osservare l'addestramento-carneficina che stava avendo luogo davanti a loro, inclinando la testa da un lato.

"Pare che sia il loro addestramento quello ad andare male. Che stanno facendo?"

"Diciamo che Albari li sta preparando alla battaglia a modo suo." sospirò il leone, accavallando le zampe anteriori. "Athos è stato spostato all'addestramento per l'assalto invece che a quello del supporto."

"Come mai?" indagò Alitheia, aggrottando le sopracciglia. Una sensazione di panico la invase senza che lei ci potesse fare niente. Non era possibile che...

Ozaner si girò verso di lei.

"Ha un fiuto straordinario. In battaglia sarà più utile. Impiegare quel ragazzino semplicemente nell'aiuto dei civili qui al campo base sarebbe uno spreco."

La Espeon liberò lentamente l'aria dai propri polmoni, ricominciando a respirare. Menomale. Non era per il motivo che lei temeva.

"Ha già memorizzato l'odore del mercenario che ci ha attaccati l'altro giorno."

"Ah sì?"

"Aha. Se volessimo, sarebbe capace di ritrovarlo."

"A che pro farlo?" domandò ancora Alitheia, muovendo un orecchio come in un tic per liberarsi dello stress accumulato poco prima.

"Non lo so. Intanto lo conosce." disse Ozaner. "Quel tizio... se riuscissimo a catturarlo, forse..."

"Non pensarci."

Kadmos si intromise nella conversazione, appoggiando in maniera amichevole un'ala sulle spalle bendate del Pokémon di tipo Elettro.

"Vi ha conciati, ma per un po' non farà più male a nessuno. È inutile preoccuparsi adesso."

Ozaner liberò un sospiro, e Alitheia lesse dal suo sguardo che la sua preoccupazione era molto più profonda di quanto non desse a vedere. Cercò comunque di nascondere ogni traccia di incertezza e paura per quel tanto che poteva.

La Espeon ne rimase sorpresa: non le era mai capitato di percepire paura negli occhi del Generale. Era sempre così... spavaldo, coraggioso e sembrava sempre sicuro di quello che stava facendo. La sua mente in quel momento era una tempesta che infuriava impedendo ogni tipo di azione.

"Hai ragione, Kadmos. Più che altro, dobbiamo occuparci di scovare chi ha comunicato loro dell'esistenza di Shade." aggiunse l'Occhiluce con aria grave, voltandosi nuovamente verso Alitheia. Lei si mise sull'attenti, aspettandosi un comando. "Ho bisogno che tu e Morfeus leggiate le menti di tutti i membri di questa Pattuglia. Dovete trovare assolutamente il traditore, o i traditori, nel caso siano più di uno."

La Espeon annuì. In effetti, era il metodo più veloce e sicuro per individuare delle spie. I Lettori della Verità, in quei frangenti, erano utilissimi.

"Va bene. Lo dirò a Morfeus."

"Bene. Domani mattina porteremo davanti a voi tutti quanti. Perderemo diverse ore di addestramento, ma ne varrà la pena se individueremo quei traditori."

Alitheia rimase in silenzio, tornando a guardare in direzione di Shade e Athos, ancora alle prese con l'addestramento. La Pokémon Sole assottigliò lo sguardo, seguendo i movimenti dell'Umbreon.

Che cosa aveva fatto per meritarsi tutto quel macello? Alitheia non aveva il diritto di trascinarlo in quella situazione, eppure... eccolo lì. Improvvisamente la Espeon si sentì in colpa, ma scacciò a forza quella sensazione.

No. Sapeva che quello era il posto di Shade. Lui doveva essere lì. Avrebbe fatto qualcosa di grande per la guerra, e Alitheia lo aveva visto nei suoi occhi.

Non c'era motivo di allarmarsi o sentirsi in colpa. Era la cosa giusta da fare. Anche se...

Fu riscossa dai propri pensieri dal fatto che Athos e Shade avevano avuto la pessima idea di scappare nella direzione della preoccupata giuria. Athos andò a nascondersi dietro a Ozaner, mentre l'Umbreon scappava un po' più lontano.

Kadmos prese il volo dallo spavento e tutti dovettero abbassarsi quando Albari tirò una sterzata laterale per colpire il Mightyena nascosto dietro al Generale, il quale per un secondo o due se la vide brutta.

"Brutto piccolo dannatissimo marmocchio insignificante!'

Athos si scartò di lato e raggiunse Shade appena in tempo per rifugiarsi ancora dietro a un suo Protezione, con la Sceptile che continuava a infierire furiosa.

"Però. Certo che tua figlia ha un bel caratterino." fece Wystan, accavallando le gambe e voltando il busto per seguire la scena, nonostante stesse parlando con Sayf. "Ha rischiato di decapitare Ozaner."

"Be', quando si concentra su qualcosa niente la distrae più." la giustificò Sayf, incrociando le braccia al petto. "Sapete che è sempre stata fatta così."

"È un difetto! Può uccidere anche gli alleati se per sbaglio si mettono tra lei e il nemico!" protestò Kadmos, atterrando nuovamente lì accanto e indicando Ozaner con un cenno dell'ala, il quale annuì con aria abbastanza rassegnata.

Il Kommo-o roteò gli occhi, senza replicare. Nonostante non lo stesse guardando dritto nelle iridi, Alitheia riuscì comunque a leggere che pensava che tutto quello che facesse il Tenente non fosse poi così terribile.

"Fatto sta che non ha la più pallida idea di come usare quella spada." commentò Ozaner, seguendo i movimenti della Sceptile. In effetti stava agitando in giro lo spadone come se fosse stato una mazza chiodata con cui dover spappolare le interiora dei suoi nemici.

"Vero. Nonostante Albarina sia una montagna, non ha abbastanza forza per brandirla come si deve." aggiunse Wystan, dando una pacca col dorso di un piede al ginocchio di Sayf. "Era molto più brava con l'arco."

Il Kommo-o parve abbandonare ogni singola traccia torva sul muso per annuire con rassegnazione.

"È la stessa cosa che le ho detto io, ma non mi ha ascoltato. Dice che la spada fa più paura, e in effetti ha ragione."

"Ma stai scherzando?" lo interruppe l'Infernape, con un'espressione decisamente sbigottita e contrariata in volto. "Io mi cagherei in mano se mi trovassi davanti tua figlia che mi punta una freccia addosso."

Kadmos annuì, intromettendosi nella conversazione.

"Ti ricordi che cosa ha fatto a quella Baccaliegia quando aveva dodici anni?"

"Dodici anni! E l'ha impalata come un arrosticino!"

Alitheia ormai aveva smesso di ascoltare i loro bisticci su quale arma fosse la migliore per Albari, e ormai si era persa a osservare attentamente Athos e Shade. I due ora cercavano di difendersi a vicenda, uno attaccando ad alternanza usando Rogodenti o Gelodenti e l'altro proteggendolo o tentando affondi con Tossina, che spessissimo però non andavano a segno.

Da quel poco che riusciva a vedere, Alitheia comprese che, nonostante fossero visibilmente spaventati dalla ferocia della loro avversaria, stavano imparando come contrastarla e come ripararsi dai suoi attacchi.

Aiutandosi l'uno con l'altro, Shade e Athos stavano iniziando a prenderci la mano. E pensare che prima erano totalmente un disastro.

La Espeon si concentrò più che altro sull'Umbreon. I suoi movimenti erano ancora insicuri ed esitanti, ma era rapido ad innalzare barriere o a evitare le mazzate/fendenti di Albari. Era... ancora presto per dirlo, ma pareva promettente.

Alitheia sospirò, socchiudendo gli occhi. Il suo segreto poteva tenere duro ancora un altro po'.

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