Capitolo 12 - Was it Fire that Made His Body Black?

Shade e Athos rimasero immobili a osservare quello che credevano fosse un soldato dell'Imperatore Bianco piazzarsi davanti a loro, assumendo una posizione di stabilità con una gamba davanti all'altra, pronto a combattere.

I due ragazzini si scambiarono un'occhiata prima di tornare a fissare il Blaziken in faccia. Shade era semplicemente terrorizzato, e penso che concordiamo tutti sul fatto che la sua paura non fosse infondata.

In quel momento semplicemente la vista di colui che pensava essere un alleato gli trasmetteva una sensazione da torcersi le budella.

Sapeva di non essere l'unico a sentire quella sensazione, poiché vide con la coda dell'occhio che anche Athos stava tremando con forza, con le zampe robuste che ora parevano essere fatte di gelatina.

Il Blaziken nero aveva appena sferrato un calcio a un terreno solido e lo aveva quasi disintegrato. E dalle parole che aveva usato, "L'ho mancato", era ormai sicuro che mirasse alla testa di uno dei due ragazzini.

"Tu..." mormorò l'Umbreon, guardando lo sconosciuto con tanto d'occhi. Quella sensazione di gelo lo aveva ormai afferrato, offuscando i suoi pensieri. In quello stato congelato la sua mente gli offriva solo un pensiero: tutto finisce oggi.

"Tu... chi sei?"

L'espressione del nemico non cambiò di una virgola; egli si limitò semplicemente ad abbassarsi sulle gambe, pronto a scattare in avanti.

"È la prima volta che il mio bersaglio mi pone una domanda simile." ammise, assottigliando lo sguardo e fissando solo e unicamente Shade. L'Umbreon si sentì scorrere un brivido giù per la spina dorsale, capendo che "il bersaglio" era proprio lui.

"Non pensavo che dover uccidere un ragazzino potesse mettermi così a disagio... mi consideravo uno dai nervi saldi."

"Senti, noi non vogliamo problemi." mormorò Athos, indietreggiando di un paio di passi con la coda tra le zampe posteriori, appiattendo le orecchie sul capo. Shade presto seguì il suo esempio, con il cuore che gli martellava nel petto. "Non ti abbiamo fatto niente! Vattene!"

Lo sconosciuto assottigliò lo sguardo e strinse i pugni. Dopo aver abbassato un ginocchio spiccò un gran salto verso l'alto, sollevando una gamba per tirare a Shade un calcio verticale dato col tallone. Lo sperone affilato come un coltello, posto sulla gamba del Blaziken, era puntato addosso al suo obiettivo. L'Umbreon si vide morire.

La provvidenza, però, aveva altri piani. In una scivolata pronta e abilissima Wystan, arrivando dal porticato, si parò davanti ai due giovani incrociando le braccia sopra la testa e assorbendo la forza del calcio, allargando le gambe per distribuire il peso al meglio.

Shade non poteva crederci. L'Infernape era arrivato giusto un istante prima che il Vampe li prendesse in pieno, salvando così loro la vita. Ma i guai non sembravano essere ancora finiti.

Il colpo del Blaziken fu così forte da generare un potente spostamento d'aria e da far crepare il terreno sotto ai piedi di Wystan. Con uno schiocco terribile di ossa rotte entrambe le braccia dell'Infernape si spezzarono.

"OWWW...! CHE MALE!!" ruggì furioso Wystan, facendo forza con le spalle e respingendo il corpo del nemico, il quale con un paio di rapidi saltelli si fece indietro di qualche metro.

"Mh... ho perso troppo tempo." sussurrò quest'ultimo, aggrottando le sopracciglia e osservando il Pokémon Fiamma crollare in ginocchio con le braccia praticamente ridotte a brandelli.

"Wystan!" gridò Shade con voce strozzata facendo un passo verso il Colonnello, il quale però gli fece cenno con la coda di stare indietro, con una smorfia di dolore stampata sul muso.

"Dietro di me, tutti e due!" ringhiò, stringendo un occhio per il forte dolore alle braccia, rimettendosi precariamente in piedi e cercando di non cedere più di fronte al nemico. Fortunatamente, però, non fu più solo nel combattimento: istanti dopo, anche Varsh e Ozaner balzarono ai suoi fianchi, stavolta saltando sulla terrazza direttamente dalla balconata della Sala del Concilio sovrastante.

Atterrarono sulle zampe come se quel salto fosse nulla, mettendosi in guardia.

"Lo sapevo che qualcosa nella sua aura non andava, prima." disse Varsh, prendendo in mano i due pugnali ondulati che aveva a tracolla. "Speravo almeno ci avrebbe lasciati stare, quando se ne è andato. Che spavalderia, a mostrare il suo muso in pieno giorno."

"È stata una fortuna che abbia mancato Shade e Athos." sputò Ozaner, mentre nella sua criniera iniziavano a formarsi potenti scariche elettriche che fecero rizzare le pellicce di coloro che aveva vicino. "Wystan, tutto bene?"

L'Infernape fece una smorfia.

"Posso ancora combattere."

Il Blaziken incassò la testa fra le spalle, prontissimo alla zuffa che ne sarebbe scaturita. Non pareva avere la minima paura di quei tre, anzi.

"Ma che gran fracasso." brontolò una voce dall'alto, e quando tutti e sei i presenti alzarono la testa videro Sayf in piedi sul parapetto della balconata della Sala, appoggiato col braccio a una colonna.

Con un potente balzo saltò in aria, atterrando dritto di fronte al Blaziken melanico, il quale fece un passo indietro. Shade non fu sorpreso di sentirsi felicissimo nel vedere palesarsi quel drago scorbutico. Non pensava di dirlo mai, ma era contento di vederlo.

"Mh... tutti contro uno, direi." fece il Kommo-o, mettendo mano all'elsa della propria scimitarra ed estraendola dal fodero, facendola baluginare alla luce del sole. Lanciò una rapida occhiata ai danni che il Blaziken aveva causato, poi tornò a guardarlo. "E così dopo cinque anni ti fai vedere in faccia. Ozaner!"

"Sì?"

"Porta al sicuro Shade e Athos con il resto della vostra pattuglia. Io, Varsh e Wystan restiamo qui a rompere il culo a questo bastardo. Non è un mercenario da quattro soldi."

Il Luxray annuì rapidamente, facendo cenno ai due ragazzini di seguirlo. Senza perdere un secondo Athos e Shade si appiccicarono al suo fianco, cercando di stare il più lontano possibile dal Blaziken.

"Buona fortuna. Fate attenzione." disse Ozaner, prima di fare uno scatto rapidissimo verso il porticato sicuro, seguito dai due tipi Buio. Shade fece in tempo a vedere con la coda dell'occhio che il nemico aveva tentato di correre loro dietro, ma era stato fermato da un Pietrataglio sferrato da Wystan.

Dimenticandosi di respirare l'Umbreon corse dietro a Ozaner, con ogni pelo sul corpo irto per la tensione. Era in quel momento che le cose iniziavano a farsi serie.

- - -

"Dove pensavi di andare?" disse in un ringhio Sayf, cercando di sembrare meno irritato di quanto non fosse in realtà. Perdere la calma davanti a un nemico spesso poteva rivelarsi fatale, e per questo cercava di trattenere le emozioni anche se quel mercenario aveva ucciso molti dei suoi uomini.

"Ora siamo noi i tuoi avversari." sibilò Varsh, facendo un passo verso il nemico e tendendo davanti a sé uno dei pugnali, puntandolo verso il petto del Blaziken.

Quest'ultimo sbuffò, lanciando un'occhiata al parapetto della balconata. Era evidente che voleva saltare giù e raggiungere da lì Ozaner e Soraya. Ovviamente Sayf non glielo avrebbe permesso.

"Senti un po'." disse Sayf rivolto verso il melanico, passando la propria scimitarra da una mano all'altra, osservando l'avversario con una certa e visibile ostilità. Voleva fargli capire che non ci sarebbe andato leggero. "Tu sei quel mercenario, giusto? Colui che ha ucciso prima il Nume della Creazione Xerneas, poi Terava e Amosis? Oltre che a diversi soldati e Generali, ovviamente."

Il Kommo-o fece un sorrisetto nel vedere che l'altro aveva appena aggrottato le sopracciglia e teso i muscoli, confermando involontariamente le sue parole. E così si trovava veramente davanti il tanto famigerato mercenario e assassino soprannominato Bussola del Demonio. Sinceramente, non avrebbe mai pensato che gli sarebbe piombato dritto tra le braccia.

"E così sei tu. Impressionante, davvero impressionante. Non pensavo che potessi avere questo aspetto." disse, ancora una volta nascondendo impeccabilmente la rabbia che gli montava in petto. Aveva davanti un carnefice che andava solamente neutralizzato. "È stata una pessima idea quella di farti vedere qui in pieno giorno, Demonio. Ora che conosciamo la tua specie, per noi sarà più facile affrontarti."

"Ho un lavoro da fare." disse finalmente il mercenario nemico, reggendo tranquillamente lo sguardo del Generale.

Sayf storse il naso, capendo che qualcosa in quell'individuo proprio non andava. Non sembrava mostrare il minimo rimorso per le terribili cose che aveva fatto, ma stranamente in quel momento nelle sue movenze, nella sua espressione, non c'era alcuna traccia di una furia omicida o di freddezza. Sembrava semplicemente essere un giovane qualsiasi.

"Ora, vi chiederei di lasciarmi passare. Non siete voi i miei obiettivi e per questo non siete in pericolo di vita. Voglio solo il ragazzino."

"Bastardo figlio di puttana!" gridò Varsh, scagliandosi istintivamente addosso al Blaziken con una rapidità impressionante, pronto a piantargli i suoi pugnali nel fianco. Wystan cercò di chiamarlo indietro, ma senza successo.

Il Lucario tentò un affondo mirato al petto del mercenario, ma questi ancora prima che potesse avvicinarsi aveva già preparato il colpo.

"VARSH, VIA DA LÌ!" gridò Sayf, balzando in avanti, ma ormai era già tardi.

Con una rapidissima torsione di tutto il busto e un saltello il Blaziken sollevò una gamba e, non appena il Pokémon Aura fu abbastanza vicino, lo colpì con il calcagno dritto sul collo. Lo sperone ricurvo sul suo tallone perforò in un colpo solo la gola del Capitano, il quale boccheggiò per un istante. Appena aprì la bocca, da essa fuoriuscì un rigagnolo di sangue.

"Ack-!"

Varsh gettò gli occhi all'indietro e le sue gambe improvvisamente smisero di reggere il resto del suo peso. Le sue dita si aprirono, e da esse i pugnali ondulati caddero a terra con un tintinnio.

Il Pokémon melanico ritirò la gamba con uno strattone, e il corpo ormai esanime di Varsh cadde in terra in ginocchio prima di finire lungo disteso sul marmo bianco, lasciando sotto di sé una pozzanghera di sangue.

Sia Sayf che Wystan erano rimasti decisamente impietriti da quel che avevano appena visto. Gli era bastato un calcio per uccidere Varsh.

Probabilmente in un impeto di ira, il mercenario afferrò il corpo morto del Lucario prendendolo per i pendagli dietro alla testa e lo gettò oltre il parapetto del terrazzo. Wystan scattò a destra, guardando verso il basso e oltre la balaustra per vedere se il corpo di Varsh fosse ancora intero.

Sayf strinse i denti, afferrando con entrambe le mani il manico della propria spada, tendendo ogni muscolo presente nel suo corpo. E così, quel tizio aveva avuto il coraggio di ammazzare qualcuno davanti a lui.

Le sue scaglie rimaste parvero rizzarsi come se avessero avuto vita propria, emettendo un vibrante ma sonoro rumore.

Clack, clack, clack.

Prima il Nume della Creazione Xerneas...

Clack, clack, clack, clack.

Poi Terava e Amosis...

Clack, clack, clack, clack, clack.

E infine anche Varsh.

Clack clack clack clack clack clack clack...

Con un furioso ruggito Sayf si scagliò addosso al mercenario. Non aveva alcuna intenzione di fargliela passare liscia e di chiudere gli occhi alle sue azioni. Il ciclo di terrore perpetuo finiva quel giorno. Lanciò un urlo bellicoso, sollevando la propria spada e ruotando il polso.

"HAI FIRMATO LA TUA CONDANNA, DEMONIO!!"

Scagliò con forza il taglio della scimitarra verso la testa del Blaziken per decapitarlo in una sferzata sola, ma questi riuscì a gettarsi di schiena appena in tempo per evitare il colpo.

Così facendo però si sbilanciò all'indietro, cadendo quasi di spalle, e Sayf vide l'occasione per provare un affondo al suo addome ora indifeso. Inspiedinare quel bastardo sarebbe stato una passeggiata.

Sollevò la lama sopra alla testa e la proiettò contro il ventre del Fuoco/Lotta.

"CREPA!"

Il Blaziken, veloce come un fulmine, si diede lo slancio con le braccia e fece una capriola piuttosto goffa all'indietro, ma che bastò a fargli toccare terra con i piedi e a impedirgli di venire trafitto come un galletto in rosticceria.

Sayf non aveva voglia di lasciargli un attimo di respiro, perciò si avventò nuovamente su di lui tentando un colpo mirato alla sua gola.

Il mercenario si abbassò sulle ginocchia, lasciando che la spada gli passasse sopra la testa. Dopo uno scatto si tirò su e afferrò la guardia della scimitarra con entrambe le mani, flettendo la schiena all'indietro e strappandola così dalla mano di Sayf.

Il Blaziken ruzzolò all'indietro tenendo la spada stretta a sé, poi si alzò e la piantò con forza in una colonna. Bella merda, il Generale era appena stato disarmato.

Senza un istante di esitazione l'assassino piegò un ginocchio e si scagliò addosso all'avversario, tirandogli un cazzotto dritto sul diaframma. Al Kommo-o mancò il fiato e istintivamente si piegò su sé stesso, ma apparentemente il Blaziken non aveva ancora finito.

Altri due pugni mirati ai reni e una ginocchiata in petto bastarono per far arretrare il Generale, e mentre questi cercava un modo per contrattaccare il melanico lo sorprese prima con un calcio circolare sulla guancia destra, poi con uno posteriore sotto al mento. Infine, come ciliegina sulla torta, lo spinse contro la ringhiera del terrazzo con un pugno sul petto.

Sayf si portò una mano allo sterno per il dolore, lanciando un'occhiataccia truce all'avversario.

"Sarò onesto. Ti avevo sottovalutato."

"Ho notato."

Sayf lanciò un'occhiata dietro al suo nemico, notando per fortuna che Wystan era andato via, probabilmente a chiamare rinforzi. Meglio così, poteva scatenarsi un po'.

Il Pokémon Squama tirò una codata alle caviglie del Blaziken per sbilanciarlo, per poi sferrare un calcio che bastò a fargli compiere un paio di metri per aria. L'assassino atterrò goffamente, usando però la forza della caduta per lanciarsi ancora addosso al Kommo-o.

"Cazzo, hai le molle nei piedi, coscette di pollo." grugnì Sayf, parando uno dei suoi colpi con una mano e chiudendo gli artigli attorno al suo braccio. "Mi sembri anche flessibile."

Gli tirò uno strattone e lo sollevò, scagliandolo contro il parapetto. Stavolta il Blaziken non riuscì a mettersi in piedi e colpì con una craniata i supporti marmorei della ringhiera, imprecando sottovoce e portandosi le mani alla testa mentre si appallottolava leggermente.

"È davvero un peccato che tu non sia dalla nostra parte." disse Sayf, facendo un paio di passi indietro e staccando la propria scimitarra dalla colonna nella quale era stata infilzata. Ne controllò il filo con un'occhiata, e quando si fu accertato che essa non era stata eccessivamente rovinata ripartì all'attacco con un manroverso che doveva servire a staccare al Blaziken la testa o qualche arto.

Il Fuoco/Lotta nemico dovette rotolare su un fianco per evitarlo, ma quando riuscì a rialzarsi il Generale riuscì a colpirlo dall'alto verso il basso con la propria scimitarra, dritto sul lato sinistro della fronte e poco sopra l'occhio.

Facendo così gli procurò un taglio verticale non indifferente sulla fronte e sul sopracciglio, il quale subito iniziò a gocciolare sangue.

Sayf si gettò ancora in avanti, senza la minima pietà, colpendo con maestria lo stesso punto della fronte del nemico con un taglio orizzontale e perpendicolare al precendente; oltre a ferirlo, costrinse il Blaziken ad arretrare.

Maledizione... si è fatto indietro prima che io riuscissi ad aprirgli il cranio.

Sayf era decisamente frustrato. Non aveva la più pallida idea di cosa dovesse fare con quel tizio. Anche se al momento entrambi si erano stancati avevano moltissimo da dare, e il Generale temeva che quello stronzo bruciacchiato avrebbe tirato fuori qualche asso dalla manica.

Il mercenario stava ansimando pesantemente, tenendo l'occhio sinistro lievemente socchiuso per la croce di tagli che si era ritrovato in fronte, ma nonostante la spossatezza aveva ancora quello sguardo assassino che non pareva voler svanire.

Meglio finirla subito. D'altra parte, l'attacco è la miglior difesa. In qualche modo Sayf ce l'avrebbe fatta.

Rimise la propria scimitarra nel fodero, comprendendo che non poteva fare più nulla con quella. Il nemico era troppo scaltro e veloce, avrebbe dovuto menare le mani per riuscire a fare qualche danno.

"Generale!"

Sayf spostò le pupille in direzione del palazzo, dal quale stavano uscendo di corsa circa cinque guardie capeggiate da Wystan. L'Infernape teneva le braccia rotte a penzoloni, ma nonostante il dolore che ne doveva derivare pareva molto voglioso di iniziare una zuffa.

"Ehilà, Sayf. Finita la festa?" domandò Wystan, portandosi alle spalle del mercenario e sbarrandogli la strada che conduceva verso il parapetto. La sua unica via di fuga, in sostanza.

"Ah, finalmente siete arrivati." disse Sayf, voltandosi leggermente verso il Pokémon Fiamma, ma con questo gesto rimase scoperto.

Il Blaziken nero fece uno scatto verso di lui, gettandosi contro il terreno e usando la forza delle braccia per compiere una verticale e tirare un calcio dal basso verso l'alto, dritto sulla mandibola di Sayf, proiettando all'indietro la testa del drago. Tutt'intorno si udì un sonoro schiocco, e sia le guardie che Wystan sussultarono.

Il calcio però non sortì l'effetto sperato, poiché non appena Sayf abbassò trucemente lo sguardo, praticamente illeso, il mercenario parve come impallidire sgranando appena gli occhi azzurri.

Il Generale colpì con una forza devastante il terreno usando entrambe le braccia, mirando al cranio del soldato nemico, ma fu deluso nel vedere che l'altro si era fatto indietro con una serie di rapidi balzelli.

Sayf si portò una mano alla mascella, constatando col tatto che era stata slogata, ma senza fiatare la rimise a posto con un colpo secco.

"Sei impressionante, lasciatelo dire."

"Anche voi, Generale, mi avete dato del filo da torcere." replicò l'altro, lanciando una rapida occhiata alle guardie. A un minimo cenno di Sayf, queste abbassarono le loro lance e le puntarono contro il nemico, mettendosi in posizione di combattimento.

"Sei circondato. Arrenditi."

Il Blaziken sollevò appena le braccia, guardando Sayf direttamente negli occhi.

"Non penso proprio."

"Quanta superbia in un Pokémon solo."

Sayf provò un'ultima carica contro l'assassino, coprendo la distanza che li separava in qualche falcata. Si preparò a colpirlo con Zuffa, sapendo che quel solo attacco, se andato a segno, sarebbe bastato per far finire K.O. il suo nemico.

Il nemico abbassò la testa e tese i muscoli, evidentemente pronto a scattare. Sayf sferrò il primo pugno di una sequenza di colpi verso di lui, pronto a colpirlo sul petto. Il Pokémon nero, al contrario delle aspettative dello Squama, non si lanciò al contrattacco.

Invece, si limitò a evitare il pugno con un salto verso l'alto, e Sayf dovette alzare la testa e socchiudere gli occhi per vederlo in controsole.

Dopo una rapida torsione di tutto il corpo il Blaziken si fiondò verso il basso, puntando lo sguardo su quello del drago. Per un secondo quest'ultimo si perse negli occhi del suo stesso avversario.

Pietà. Sayf, in quelle larghe iridi azzurre che sarebbero anche potute appartenere a un innocente ragazzo, vide una scintilla di pietà.

Dopo aver a malapena avuto il tempo di spostare un piede in avanti, Sayf si ritrovò colpito da un potente calcio sulla testa. La squama che aveva come ornamento riecheggiò di un rumore metallico come se fosse stata una campana.

Sono morto!

Aprì la bocca per l'impatto, ma non emise neanche un suono. Mentre cadeva in avanti la sua vista si fece di colpo più appannata, prima di essere inglobata in una fitta cortina di buio pesto. Una cortina di niente assoluto, che accompagnò il Kommo-o per un lasso di tempo che pareva interminabile.

Improvvisamente, un lampo di coscienza gli permise di spostare in avanti un piede e la coda, aiutandolo a stabilizzarsi e a restare in piedi.

Batté le palpebre un paio di volte, riuscendo quasi per miracolo a non vacillare e cadere lungo disteso. La sua vista appannata presto ricominciò ad assumere caratteristiche nitide. Era stato a tanto così dallo svenire, fortuna che aveva la testa dura.

"Veloci! Coprite il Generale!" gridò una delle guardie, un Typhlosion sulla trentina, afferrando una lunga alabarda tra le mani e buttandosi letteralmente tra Sayf e il mercenario, vibrando un colpo avanti a sé per cercare di centrare l'avversario, il quale dovette abbassarsi per evitarlo.

Un Noivern comparve alle spalle dell'alleato che aveva appena attaccato, roteando rapidamente sul proprio asse e generando una forte corrente d'aria per caricare Tifone.

Senza stare a pensarci un istante il Blaziken saltò addosso al Pokémon Ondasonora, afferrandolo per le ali con le braccia e scaraventandolo di sotto, dritto addosso al Typhlosion. Questi dovette lanciare l'alabarda di lato per evitare di infilzare l'amico, e questo fu il suo errore.

L'assassino cercò di afferrare l'arma inastata una volta che ebbe toccato terra con i piedi, ma l'alabarda fu presa prima tra le mani di un Pangoro. Questi, con un grido feroce, buttò la punta affilata contro il petto del nemico, il quale prese tra le dita l'asta di legno e la spinse indietro con un colpo secco, colpendo con un affondo nello sterno il soldato.

Gli saltò addosso, tirandogli un paio di pugni in faccia e fracassandogli il naso, prima di spingerlo via con un calcio e avventarsi contro un povero Flareon che cercava di starsene più in disparte possibile.

Il canide gridò a pieni polmoni non appena si sentì afferrare per la pelliccia bionda del petto, anche se le sue urla non impietosirono il nemico. Il Blaziken lo gettò in terra con tutta la forza che possedeva, probabilmente rompendogli qualche costola, per poi voltarsi e parare in maniera magistrale un fendente tirato da parte di un Kabutops, spezzandogli un braccio con uno strattone.

Sayf alzò la testa appena in tempo per vedere quel figlio di puttana troppo cotto superarli con un salto, filandosela di corsa oltre il parapetto e verso la città poco distante.

Lui e Wystan si scambiarono una rapida occhiata, per poi saltare all'unisono oltre la barriera e atterrare con ben poca grazia sul lastricato sottostante, quasi stampandoci sopra il loro muso. L'inseguimento non era ancora iniziato e già avevano rischiato di rompersi l'osso del collo.

Sayf fu il primo ad alzarsi.

"Merda, merda merda merda!" gridò, piegandosi in avanti e prendendo a correre come un forsennato per raggiungerlo, aiutandosi anche con le braccia come zampe ausiliari.

"Stai seriamente- stai seriamente cercando di rincorrere un Blaziken, Sayf?!" gli urlò dietro Wystan, cercando di rimanere al passo con lui con tutte le sue energie, che in fondo non erano molte. "È andato!"

"Voglio il suo cuore su un piatto d'argento." ringhiò il Kommo-o, rallentando la corsa non appena sbucarono nella strada principale gremita di persone. Alcuni si fecero da parte, inorriditi dalle condizioni in cui versavano i due.

"Potrei gradire anche il suo petto servito sottoforma di scaloppine al limone."

"Cannibale." brontolò Wystan, guardandosi attorno per cercare di distinguere la sagoma dell'assassino tra la folla, ma senza successo.

Sayf sbatté con forza un piede a terra, facendo tintinnare le scaglie sul capo.

"Non può essere andato lontano."

"Oh, certo che può. Hai visto che salti?" lo riprese Wystan, scrollando le spalle come a voler polemizzare contro le parole del Drago/Lotta. "Hai la più pallida idea di chi hai di fronte, ragazzone? Quel tizio ha fracassato Xerneas! Non possiamo trattarlo così tanto alla leggera. Abbiamo bisogno di aiuto."

"Non lo hai osservato bene." disse il Kommo-o con tono seccato, elevandosi col collo sopra alla coltre di gente per provare a intravedere qualcosa. "Ha continuato a schivare i colpi e a contrattaccare in seguito. Fisicamente non sarebbe capace di prendersi un pugno dei miei."

Senza aggiungere altro, Sayf imboccò a passo rapido la strada che era sicuro avrebbe preso anche la Bussola del Demonio. D'altra parte il suo obiettivo era uccidere Soraya. Se trovavano lui, trovavano il nemico.

"Se Ozaner è furbo, starà seguendo la linea della funivia. Andiamo anche noi in quella direzione."

Storse il naso. Non sarebbe stata affatto una passeggiata.

- - -

Doku batté ripetutamente il piede a terra, evidentemente irritato. Come al solito, d'altra parte.

Gli era stato detto di separarsi dal resto della scorta per il Prescelto dei Marmocchi con lo scopo di essere il loro occhio vigile per la città. In sostanza, se vedeva un qualche nemico, doveva correre indietro dagli altri e avvertire.

Non avevano evidentemente contato che per lui sarebbe stato difficile ritrovarli, dato che si erano separati. E quindi avrebbe dovuto girare mezza Sieria per ritrovarli.

Camminò stizzito per una stradina nella quale vi erano sì e no tre cittadini in croce, tenendo le sopracciglia profondamente aggrottate tanto era scomodo il lavoro che gli avevano affidato. Ovviamente non avrebbe segnalato agli altri neanche mezzo nemico, o meglio, suo alleato.

In fondo non aveva motivi per sabotare la missione dell'Imperatore Buio. Avrebbe aspettato la fine di tutto quel casino e sarebbe tornato solo dopo la morte del Prescelto. Sperò onestamente che il pollo si sbrigasse a fare il suo mestiere.

Si voltò di scatto non appena sentì una mano appoggiarsi alla sua spalla, di riflesso proiettando la lama velenosa sulla sua mano addosso a qualsiasi cosa lo avesse toccato.

Fermò la lama giusto a qualche millimetro di distanza da una coltre di piume scure e fece un passetto indietro, cercando di rallentare il battito del proprio cuore.

"Parli del diavolo e spuntano le corna." borbottò, senza però abbassare la propria mano.

Zoàr si portò le mani dietro la schiena e si abbassò all'altezza dell'altro Pokémon, facendo gocciolare a terra un po' di sangue.

"Huh, vedo che ti hanno conciato per le feste. To', piglia." borbottò Doku, storcendo il naso e frugando nella propria borsa per prendere un panno. Lo tirò con ben poca gentilezza dritto in faccia al mercenario, il quale non vacillò nemmeno un istante. Sollevò il pezzo di stoffa e se lo premette sulla fronte, cercando di asciugare il sangue.

"Tutti i Toxicroak sono così nervosi o solo tu?"

"Sta' zitto e levati il sangue di dosso, Calimero."

L'altro non replicò per qualche istante, poi sollevò leggermente le spalle.

"Sayf e qualche suo alleato mi hanno trattenuto." fece il Blaziken, ritirandosi su e storcendo il becco per il dolore. "Sai dirmi dove sono andati Ozaner e il Prescelto?"

"Hanno deciso di separarsi dal resto della scorta per depistarti e dare meno nell'occhio, anche se così saranno più indifesi a un attacco." disse Doku, portandosi le mani ai fianchi e spostando il peso sulla gamba destra. "Li troverai facilmente. Ozaner sta seguendo la linea della funivia."

"Come mai?"

"È la strada più veloce per uscire dalla città."

"Capisco."

Ci fu un momento di silenzio tra i due, in cui rimasero immobili senza nemmeno guardarsi. Uno tamponando la ferita, l'altro battendo rapidamente il piede sul pavè.

"Embè? Ancora qui sei?" gridò improvvisamente Doku, strappando il panno dalla mano di Zoàr con un colpo secco. L'altro lo guardò, inarcando un sopracciglio. "Muovi il culo e vai a prendere il Prescelto. Che già te lo sei fatto sfuggire una volta."

Il Blaziken nero fece un mezzo inchino, poi fece dietrofront e con un salto salì su una tettoia, sparendo alla vista in un altro paio di semplici balzi.

I Toxicroak lo guardò allontanarsi, scuotendo la testa, per poi voltarsi e camminare tranquillamente verso una strada più larga alla fine di quella che stava percorrendo. Non sarebbe passato molto tempo prima della morte del Prescelto, quindi tanto valeva avviarsi.

Appena mise piede nella più grande via laterale, però, si vide sfrecciare davanti al naso un paio di figure che conosceva. Si sporse verso sinistra e si portò una mano al volto nel riconoscere il Generale Sayf e Wystan, i quali stavano correndo come dei forsennati all'inseguimento del mercenario.

Doku alzò lo sguardo sul cavo della funivia che tagliava a metà il cielo. Sapevano esattamente dove andare, e presto i tre punti conosciuti come Zoàr, Sayf e Prescelto si sarebbero trovati nella stessa zona.

"Porco Arceus." fece il Toxicroak, appoggiandosi al muro e tirando giù le proprie palpebre inferiori con una mano.

"Zoàr si farà ammazzare."

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