Capitolo 10 - Ash, Sesame Seeds and Incense

Shade spalancò la bocca in un gran sbadiglio, chiudendo gli occhi e battendo in seguito le palpebre per scacciare le lacrimucce che si erano formate in essi.

Non era abituato a svegliarsi anche prima del sorgere del Sole. A dire la verità non lo aveva mai fatto in vita sua. Poteva sembrare molto strano per un Pokémon di tipo Buio, ma la lancetta interna di Shade funzionava in maniera diversa.

Andava spesso a dormire alle due di notte, a volte pure alle tre, e si svegliava verso le dieci. Sempre, ogni giorno. Certo, tranne quando doveva andare a scuola e si doveva perciò svegliare verso le otto.

Ecco, per definire la sua sensazione in quel momento possiamo tranquillamente dire che si sentiva come se stesse andando a scuola. Un branco di professori pronto a giudicarlo in base alle poche cose che aveva imparato. Il che non era fin troppo lontano dalla realtà.

Essere presentati all'Imperatore Bianco in persona non era cosa che accadeva ogni giorno. In veste di Prescelto della Luce, poi.

Quando avevano iniziato il viaggio, Shade era incredibilmente teso e aveva un bel po' di paura, data probabilmente dall'ansia da prestazioni. Non era probabilmente neanche riuscito a dormire adeguatamente data la sua preoccupazione non infondata.

Era una fortuna che Athos fosse venuto con loro.

In quel momento il Mightyena stava trotterellando accanto a Shade, con la lingua penzoloni dalle mascelle e con il naso per aria. Ogni due per tre si fermava per seguire un odore strano che aveva sentito o per ammirare un sanpietrino particolarmente interessante, prima di essere rimesso in riga da Ozaner, da Varsh o da Wystan.

L'Umbreon era sollevato dal fatto che il nuovo amico fosse lì. Gli trasmetteva una sorta di sicurezza con il suo goffo modo di fare e con l'energia che egli sprizzava da tutti i pori. Inoltre, poco prima del tramonto, il giorno prima, si erano messi a chiacchierare e avevano facilmente fatto amicizia.

Essendo entrambi tipi Buio probabilmente era normale che andassero d'accordo a quel modo.

Il Lucelunare si perse un istante a guardarsi attorno, facendosi un po' più a sinistra quando un Donphan quasi lo calpestò con una delle sue enormi zampe. A Sieria i Pokémon erano davvero tanti, in effetti.

Il sole del mezzogiorno lambiva i tetti delle case e le chiome degli alberi a bordo strada, creando un gioco di luci e ombre sul terreno pavimentato ben fatto.

In quel momento Shade e gli altri stavano camminando per una strada in pavé, gremita di abitanti della città nonostante non fosse neanche la strada principale. Non era eccessivamente stretta, e ai lati di essa, ai piani terra dei palazzi a due o poco più piani che la costeggiavano, sorgevano piccoli negozietti e botteghe.

Un fruttivendolo, un fabbro che vendeva attrezzi per l'affilatura di coltelli, una cartoleria, un grazioso ristorantino, eccetera. Insomma, in quel posto c'era di tutto e di più. Il villaggio di montagna in cui Shade era cresciuto, nel quale si faticava a trovare una borsa nuova, non era lontanamente paragonabile alla Capitale.

I tetti comuni erano alternati a molteplici terrazzi coltivati a orto, e a causa di quello ogni tanto era possibile vedere qualche frutto troppo maturo spiaccicato al suolo. Nonostante ciò le strade erano molto pulite e ordinate.

Anche gli abitanti, così come la città stessa, parevano accoglienti, amichevoli e cortesi.

Una Leavanny stava spazzando tranquillamente il terreno poco avanti al suo negozietto di alimentari, mentre un piuttosto fastidioso Farfetch'd suo collaboratore stava strillando: "Abbiamo le migliori spezie, i migliori ortaggi, il miglior tutto in miglia e miglia! Avvicinatevi, si'ore e si'ori, comprate!"

Non appena vide avvicinarsi i membri dell'Esercito, il Farfetch'd non parve scomporsi troppo. Anzi, si avvicinò agitando il gambo in aria.

"Signori, signori! Voialtri mi sembrate uomini di mondo! Gradireste provare le migliori Bacchepasflo della provincia? Le migliori che abbiate mai mangiato!"

"No, grazie, andiamo di fretta." si affrettò a rispondere Ozaner, chinando rispettosamente il capo e accelerando il pasto. Il resto della scorta, Shade compreso, lo seguì e lo imitò.

L'Umbreon si voltò per guardarsi alle spalle. Oltre al gruppo di testa, formato da lui, Athos, Ozaner e Wystan, dietro di loro stavano camminando anche una decina di altri uomini, tutti capitanati da Varsh. Il Lucario camminava a testa alta e a petto in fuori come se fosse stato a una parata militare, mentre i suoi uomini parevano essere più rilassati e a loro agio.

Si vedeva lontano un miglio che Varsh era un soldato, mentre degli altri non si poteva dire lo stesso nonostante avessero l'aria di essere potenti e agguerriti. Ognuno di loro, Capitano compreso, aveva almeno un'arma al proprio seguito. Un Toxicroak portava in una bisaccia quelle che avrebbe dovuto passare a Ozaner e Wystan in caso di necessità.

Varsh aveva una cinghia a tracolla, sulla quale erano assicurati due bellissimi pugnali dalla lama ondulata. Shade avrebbe adorato vedere il Lucario combattere al massimo della sua forza con quelli in mano.

Mentre il Pokémon Lotta/Acciaio era serissimo, i suoi uomini erano tutti impegnatissimi a chiacchierare tra loro, contenti di aver visto un po' di civiltà dopo il tempo passato al campo di addestramento.

Shade certamente non poteva biasimarli. Le loro famiglie dovevano mancargli molto, così come a Shade mancava la sua. Era un giorno solo che non era in compagnia di sua nonna e di Iris, ma già gli mancavano. Moltissimo.

Abbassò le orecchie e fece per lasciarsi andare alla malinconia, ma Athos riuscì a scacciarla ancora prima che essa potesse presentarsi. Il Mightyena aveva incollato il muso al terreno, e stava annusando in giro con gli occhioni spalancati, come se vedesse la traccia che stava seguendo.

"Cosa senti?" domandò Shade, avvicinandosi a lui e abbassandosi leggermente per provare a guardarlo in faccia.

Il Pokémon Morso prese un gran respiro, socchiudendo gli occhi.

"Mmh... direi cenere, semi di sesamo e incenso! È un buon odore!" esclamò, scodinzolando felicemente.

"Chissà a cosa appartiene." fece Shade, inclinando la testa da un lato. Una combo di tracce simile lui non sarebbe mai stato in grado di identificarla. Non sapeva manco che odore avessero i semi di sesamo.

Athos annusò ancora un attimo il terreno, borbottando: "Penso che sia un chi. Probabilmente è un altro Pokémon."

"Ma tu col naso sai, tipo... trovare le persone? Cioè, in base all'odore?" domandò l'Umbreon, genuinamente incuriosito dal senso dell'olfatto del Mightyena. Era davvero così potente?

"Beh, sì. Tutto quel che annuso mi rimane in testa." disse Athos, facendo qualche passo in avanti per seguire la traccia, concentrandosi sia sulle parole di Shade che sulla sua pista. "Il problema è ricordarmi a cosa sono associati gli odori che annuso! Spesso mi capita di sentire un profumo che conosco, ma di non ricordarmi che cosa sia. È davvero molto snervante quando capita."

"Immagino." fece Shade, osservandolo allontanarsi un po' dagli altri per seguire la sua beneamata traccia.

"Athos, torna qui." lo richiamò il Generale Ozaner con tono evidentemente seccato, aggrottando le sopracciglia. Era evidente che non voleva si disperdessero.

"Arrivo, datemi un secondo!" esclamò il Mightyena, trotterellando avanti e ignorando totalmente gli ordini del Generale. Per almeno la quinta volta quel giorno. Shade lo seguì con lo sguardo mentre lui continuava ad annusare maniacalmente il terreno, svicolando tra le zampe dei poveri passanti che dovevano saltellare per evitarlo.

"Occhio a dove stai andando, ragazzino!"

"Hey- attento a dove metti le zampe!"

"Scusaaaate! Sto seguendo una pista!"

"Athos!" lo richiamò nuovamente Ozaner, fermandosi e voltandosi verso il punto in cui la coda del giovane tipo Buio si intravedeva dalla folla.

"Un attimo, accidenti!"

Shade mosse la coda non appena vide che Ozaner stava iniziando a spazientirsi alquanto; difatti il Generale avanzò velocemente tra la folla, afferrò tra le zanne la coda di Athos e lo trascinò indietro con qualche brusco strattone. Il Mightyena stava cercando di reggersi ai sanpietrini con gli artigli, ma Ozaner era troppo forte.

"Se vuoi restare in pattuglia devi imparare a stare in formazione e a non abbandonare i tuoi compagni per futilità! Nessuno verrà a prenderti se ti separi da noi!" ruggì il Luxray, abbastanza forte da far voltare alcuni passanti nella loro direzione. Rimesso Athos in riga accanto a Shade, tornò in testa al gruppo e fece cenno alla scorta di muoversi.

"L'hai fatta grossa." fece notare l'Umbreon all'amico, mentre ricominciava tranquillamente a camminare. Il Mightyena tenne la testa ciondolante, mesto per la strigliata appena subita.

"Scusa. A volte non riesco a reprimere la voglia di trovare quel che annuso."

"Ho notato!"

Il gruppo arrivò nei pressi di una piazzetta piuttosto graziosa, dalla quale affluivano cittadini anche da destra e da sinistra oltre che dalla strada che al momento stavano percorrendo.

"Dovresti stare più attento." disse Shade, voltandosi verso il suo amico senza smettere di camminare. "Specialmente quando parla Ozaner."

Athos drizzò improvvisamente le orecchie.

"Shade, attent-!"

L'Umbreon andò a sbattere il proprio muso contro un oggetto non definito. Per la sorpresa data dall'impatto Shade sollevò una zampa anteriore, cascando seduto in terra.

"Ow, mortacci...!" fece, scrollando la testa. Non si era fatto eccessivamente male, a parte per l'essere caduto sul proprio sedere. Ciò che aveva preso in pieno era stranamente morbido.

"Shade!" esclamò Athos, avvicinandosi all'amico per vedere se fosse ferito da qualche parte. Anche l'intera scorta si fermò a quella vista, e Ozaner si avvicinò di un paio di passi con le sopracciglia aggrottate per controllare che tutto fosse a posto.

"Sto bene, sto bene." fece il diretto interessato, tirandosi nuovamente su in piedi e dandosi una forte scrollata. Non faceva poi così male, in fondo. "Ma che cosa ho...?"

Quando alzò lo sguardo, quasi si prese un colpo nel vedere che davanti a sé vi era un'alta figura che si stagliava contro il sole del mezzogiorno, rendendo irriconoscibili gran parte delle sue forme. Per un istante Shade non comprese cosa aveva davanti finché la forma non assunse movimenti riconducibili a qualcosa di vivo.

"Perdonami. Dovrei stare più attento a dove metto i piedi."

L'essere si chinò, si sedette sui talloni e appoggiò i gomiti sulle ginocchia, inclinando leggermente la testa da un lato.

"Ti sei fatto male?" domandò.

Un Blaziken. Nero, nero come un'ombra staccatasi dal proprio padrone per avere una sua vita propria. Nemmeno la luce dell'astro di Solgaleo pareva far brillare le sue piume di quel rosso cangiante che era il pigmento naturale della specie; per qualche istante Shade rimase impietrito a fissarlo, come se si aspettasse che da un secondo all'altro riacquistasse colore. Cosa che non accadde.

Sui fianchi il Pokémon Vampe aveva avvolto e annodato un tessuto blu scuro con bordature di un bianco brillante, nettamente visibile sul corpo totalmente nero. Sotto al pezzo di stoffa, retta da due cinghie di cuoio probabilmente attaccate a una cintura, giaceva immobile una spada-falce ricurva, meglio identificabile da un occhio esperto come una spada khopesh.

"Cenere, semi di sesamo e incenso..." sussurrò sottovoce Athos, fissando lo sconosciuto con tanto d'occhi. Shade però non lo ascoltò, totalmente impegnato a studiare la figura dello sconosciuto.

Si stavano fissando vicendevolmente, e continuarono a mantenere il contatto visivo per diverso tempo. Shade non pensava che fosse possibile, per un tipo Fuoco, avere occhi così gelidi. Sembrava volersi imprimere nella memoria il volto di Shade, ma forse era solo un'impressione.

L'Umbreon rese conto solo dopo un po' che l'individuo gli aveva posto una domanda, e si affrettò a rispondere: "Oh! No, no! Non mi sono fatto niente!"

Era rimasto leggermente incantato alla vista di quello sconosciuto. Non capitava spesso di trovarsi davanti un esemplare melanico come quel tizio, questo era certo. Quella giornata si prospettava importante.

"Menomale." fece l'altro, alzandosi nuovamente in piedi e squadrando Shade da cima a fondo. Semplicemente, a giudicare dal suo aspetto, quel Blaziken doveva essere un soldato che stava vivendo tranquillamente la sua vita alla capitale.

Shade fece un leggero sorriso.

"Grazie per la sua preoccupazione, sto benissimo!"

Il Pokémon Vampe compì un lievissimo cenno con la testa, facendo un passo di lato. Esattamente quando si scostò Ozaner si diresse rapidamente verso i due, affiancandosi a Shade e ad Athos e muovendo la coda come per includerli in un cerchio protettivo.

"Shade, accidenti a te! Stai attento a dove cammini!"

"Non lo avevo visto." si giustificò Shade, tornando poi a fissare lo sconosciuto. Egli, a sua volta, stava osservando Ozaner e il resto della pattuglia con molta attenzione. Fu solo per un momento, però, perché iniziò ad arretrare e fece per andarsene.

"Scusami, tu sei per caso una guardia reale?" lo chiamò il Luxray mentre alzava la propria testa e osservava il Blaziken, il quale si fermò e si voltò verso di lui. "Hai la spada e non mi sembri un civile."

"In verità sì. Avete bisogno di qualcosa?" domandò, portando una mano al falcetto sul fianco.

Ozaner scosse la testa, socchiudendo gli occhi come a mostrare che non aveva urgenza di nulla.

"Oh, niente di importante. Semplicemente stiamo andando al Palazzo Reale. Mi chiedevo se avessimo preso la direzione giusta."

L'altro appoggiò le mani sui fianchi, guardando verso il fondo della via e indicandola con un cenno rapido della testa.

"Sì, siete vicini. Se proseguite così dovreste incontrare una larga via. Girate a sinistra, procedete per circa un chilometro e sarete arrivati."

Il Luxray chinò il capo due o tre volte per mostrare la sua gratitudine.

"Ti ringrazio. Presto, andiamo!" esclamò verso il resto della scorta, balzando in testa al gruppo per riprendere il cammino. "Siamo già in ritardo. Un ritardo incredibile. L'Imperatore vorrà le nostre teste servite su un piatto d'oro."

La guardia lanciò un'ultima occhiata verso Shade, il quale drizzò le orecchie.

"Scusa ancora se ti ho colpito. Sono felice che tu non ti sia fatto niente. Buona giornata." terminò il Blaziken senza perdere un minimo di cortesia, prima di spostarsi al lato della strada per lasciarli passare. Si appoggiò a un muro e incrociò le braccia, restando lì.

"Hai visto quel tipo?" sussurrò Shade ad Athos, il quale annuì rapidamente.

"Assurdo."

"Vero? Faceva paura."

Varsh seguì con lo sguardo i movimenti dei due più giovani, assottigliando lo sguardo e avvicinandosi a Ozaner a passo spedito, portandosi al suo fianco e iniziando a parlargli.

"Signore."

"Lo so. L'ho notato."

Shade dovette aumentare la cadenza del passo per non perdersi gli altri. Il gruppo presto svoltò un angolo, ritrovandosi in un'ampia strada rettilinea e larga almeno una decina di metri.

La strada pullulava di abitanti di ogni rango possibile e immaginabile; dagli aristocratici e i politici, decorati da gioielli o stoffe preziose, ai più comuni abitanti che parevano solo felici di essere lì. A Sieria si respirava un’aria di serenità, come se al di fuori delle mura cittadine non ci fosse una guerra in corso.

L’enorme strada principale, composta da diverse rocce squadrate e chiare allisciate con maestria, scorreva in linea retta perpendicolarmente a quella che Shade e la scorta prima stavano percorrendo, facendosi strada tra gli edifici e attirando lo sguardo di chiunque se la trovasse davanti. Esattamente come aveva detto quel Blaziken.

Anch'essa, come quella che avevano appena superato, era piena di negozi ai piani bassi, mentre quelli più alti erano adibiti ad abitazioni e uffici.

Sopra di essa, come in un intreccio di ragnatele, passavano i cavi delle diverse linee della funivia aerea. Le cabine viaggiavano tranquille e a ritmo stabile, e Shade dovette farsi male al collo per osservarne una che passò proprio sopra la loro testa, proiettando un’ombra sul terreno.

Sul lato sinistro della strada vi era, appunto, una stazione da cui partivano molte delle linee e ne arrivavano altrettante. Era un edificio basso e in mattoni rosso scuro, con rifiniture bianche e un enorme orologio illuminato dall'interno al centro di una torretta, posta sul fronte dell'edificio.

Numerose piattaforme sopraelevate, le fermate da cui partivano le diverse linee, erano piene di viaggiatori in attesa di salire sulla funivia.

Alcuni Pokémon di tipo Volante erano appollaiati sopra a una cabina in maniera probabilmente abusiva, dato che alcuni controllori, riconoscibili come tali da un cappellino blu, stavano cercando di farli scendere agitando una scopa per aria.

"Non sapevo che anche a Sieria si spostassero in funivia." disse Shade, rivolto verso Athos, il quale annuì con la stessa sorpresa dell'amico.

"È come in montagna."

"Già."

Anche il villaggio di Shade, per quanto fosse piccino, aveva una linea di funivia che lo collegava alla città sottostante. Doveva prenderla sempre quando andava a scuola.

Quella visione per lui era quindi familiare, nonostante non fosse abituato a vedere una funivia orizzontale e che non salisse in cima a un monte.

"Non perdetevi a fantasticare sulla funivia, marmocchietti!" li riprese Wystan, schioccando rapidamente le dita per cogliere la loro attenzione. "Su, in fila! Che l'Imperatore ci sta aspettando!"

"Sarà arrabbiato." mormorò Ozaner, iniziando una leggera corsetta alla quale presto tutta la pattuglia della scorta si accodò. L'Imperatore Estrelar non pareva essere uno a cui piaceva stare in attesa per molto.

Ancora una volta il cuore di Shade iniziò a martellargli con forza nel petto. Si stava avvicinando il momento in cui avrebbe incontrato l'Imperatore di persona. Lo aveva visto su manifesti e riviste e sapeva che era un Pyroar dall'aria molto nobile. Spesso la radio trasmetteva i suoi discorsi, e dalla voce pareva essere uno gentile e che ci sapeva fare con la politica.

Inoltre, spesso sapeva essere di una cortesia disarmante, stando a come lo descrivevano coloro che ci avevano a che fare. Ad esempio, tre vecchietti del villaggio erano stati dei Generali solo brevemente al suo servizio, ma da quanto avevano parlato a Shade lui era riuscito a capire che lo stimavano più di qualsiasi altra persona.

Dicevano che era educato, cortese e molto comprensivo. Chissà se era vero. Da come ne aveva parlato Ozaner sembrava molto più impaziente e schietto di così.

Shade poteva solo sperare che fosse di buonumore...

Chissà l'Imperatore che cosa avrebbe pensato di lui. Probabilmente avrebbe storto il naso o sarebbe rimasto scettico davanti a Shade, che non aveva un minimo di esperienza nel campo della guerra. Sapeva solo di stare dalla parte dell'Esercito Bianco. Per il resto, nebbia.

Cercò di distrarsi guardandosi attorno. A parte probabilmente qualche guardia bardata di bianco e cittadini che andavano in giro con grandi borse della spesa non vi era nulla di nuovo.

La frequenza con cui si potevano avvistare militari, però, stava aumentando a mano a mano che si avvicinavano alla fine della via. Probabilmente in fondo c'era davvero il palazzo imperiale.

Non appena la strada iniziò a curvare verso destra Shade cominciò a guardare in avanti invece che attorno a sé, aprendo gradualmente la bocca mentre l'edificio che stavano costeggiando si faceva da parte, lasciando spazio alla magnifica vista della loro destinazione.

Un immenso vialone curato a giardino, diviso al centro da un selciato in ghiaia chiara, conduceva lo sguardo per circa duecento metri verso un'alta scalinata puntinata di guardie armate di lance e pesanti spadoni, immobili come statue.

Un tappeto rosso saliva per il centro delle scale, passando in linea retta tra diversi pilastri decorati con statue raffiguranti diversi Pokémon Leggendari.

Ed eccolo, in cima a tutto e mostrante una sfrontata magnificenza, il palazzo imperiale.

Dal portone rosso scuro posto in un corpo centrale in cima alla scalinata si estendevano due braccia dal rivestimento marmoreo che, rivolgendosi verso un'ampia corte interna, abbracciavano tutta la enorme struttura e il suo giardino. Nel complesso l'edificio era lungo e relativamente basso, e pareva svilupparsi più in lunghezza che in altezza.

Fuori dalle mura erano appesi quattro enormi stendardi azzurri, decorati con motivi bianchi e oro, raffiguranti lo stemma della Regione Bianca: un mazzo di gigli avvolto attorno a una spada.

Sotto di esso, ricamato in oro in caratteri che Shade non era in grado di leggere, vi era il motto dell'Imperatore. Per cultura generale sapeva che vi era scritto "La Giustizia è il Nostro Scudo". Essendo caratteri antichi e ben diversi da quelli volgari utilizzati dal popolo, poteva anche esserci scritto da secoli "scemo chi legge" e nessuno se ne sarebbe accorto.

Ornato ai quattro angoli da alte torri sulle quali svettavano alte bandiere, il candido palazzo dimostrava una fierezza fuori dal comune che lo faceva spiccare dal paesaggio generalmente tiepido del resto della capitale. Ma non era stonato, anzi. Faceva capire in maniera ottimale, come era suo dovere, che quello era il centro del potere. Il cuore pulsante del mondo.

Da fuori non si vedeva troppo bene, ma grazie alle poche cose che aveva studiato su quel posto Shade sapeva che, dopo il cortile, vi era un altro edificio spalleggiato dalle cinte murarie che fungeva sia da alloggio per l'Imperatore, i suoi collaboratori e i Numi Leggendari, che da luogo di ritrovamento per il Concilio mensile.

Giusto qualche tempo prima Shade era stato interrogato su quel palazzo, ma i libri di storia e le fotografie non gli facevano un minimo di onore.

La pietra bianca che lo rivestiva era leggermente macchiata di grigio date le piogge e le intemperie, ma nonostante tutto pareva brillare sotto la luce del sole. Quasi si dovevano socchiudere gli occhi per non essere abbagliati dalla sua presenza.

A interrompere l'adulazione di Shade ci fu il fischio di Athos, il quale pareva colpito allo stesso modo dell'Umbreon dall'imponenza dell'edificio.

"Alla faccia della casetta, eh?"

"Già." concordò Shade, annuendo con aria persa e sollevando il naso per aria in modo tale da cercare di intravedere la Sala del Concilio in cima all'edificio posteriore, fallendo però miseramente. Riuscì solo a intravedere un colonnato che ne circondava l'ultimo piano.

"Ma io dico, che gran figata andare in visita al palazzo dell'Imperatore. Cioè, è una cosa che fanno spesso in esercito?" domandò Athos, trotterellando in avanti con la lingua fuori dalle mascelle. "Devo dire che posso farci l'abitudine!"

Shade si irrigidì, poi lo raggiunse con un paio di falcate. In quel momento tutti stavano percorrendo il sentiero ghiaioso al centro del cortile anteriore, diretti alle scalinate.

"Davvero non ti ricordi?" gli chiese l'Umbreon, con un'espressione scettica in viso. Athos non poteva essere così smemorato! "Siamo qui per incontrare l'Imperatore. Ci ha invitati lui. O meglio, ha invitato me e Ozaner."

"Che hai fatto per essere invitato dall'Imperatore Bianco? Mica sarai una divinità!" esclamò il Mightyena, voltandosi verso l'amico senza cambiare la sua espressione di una virgola. Shade ne rimase esterrefatto.

"Athos, sono letteralmente il Prescelto della Luce. Penso sia normale che voglia vedermi."

"Cosa?" controbatté il Pokémon Morso, sollevando le orecchie per la sorpresa. "Sei il Prescelto? Da quando?"

"Tipo... da ieri?"

Athos non parve apprezzare quella risposta. Spalancò le mascelle, esclamando: "E perché non me lo hai detto?! È una gran figata! Sicuramente il me di ieri voleva saperlo!"

Shade fece per ribattere, ma si ricordò che in effetti la sera prima non aveva nemmeno menzionato il fatto di essere il Prescelto. Non glielo aveva detto e quindi Athos non poteva saperlo. Anche se onestamente avrebbe potuto anche accennarglielo Ozaner. Cosa che evidentemente non era stata fatta.

"Non lo reputavo un dettaglio importante!"

"Oh, ovviamente!" ridacchiò Athos, per niente offeso dal fatto di non sapere una cosa di tale importanza. Si chinò per annusare un vaso di fiori alla base di una delle statue che adornavano l'inizio della scalinata, per poi fare qualche gradino in un salto per seguire Ozaner, Wystan e Varsh.

Shade deglutì quando un gruppetto di guardie si fermò davanti a loro, sbarrandogli la strada.

Una delle guardie, un maledettissimo Snorlax più muscoloso di un bodybuilder e ornato di mantello bianco e dorato, si fece avanti e si piazzò dritto di fronte a Ozaner.

Il Generale non batté ciglio, limitandosi a chinare cordialmente la testa. Lo Snorlax fece lo stesso.

Shade si sentiva incredibilmente a disagio. Non solo era circondato da uomini armati che avrebbero potuto facilmente decapitarlo, ma quello Snorlax era inquietantissimo. Era abituato a palle di lardo che a malapena si alzavano dal suolo, ma quel bastardo aveva pettorali che erano due rocce e addominali da fare invidia a un Machamp.

Non era normale. Faceva paura. Tanta paura.

La guardia si spostò leggermente di lato.

"Generale Ozaner, Colonnello Wystan, Capitano Varsh." disse, presentandoli tutti quanti e citando le loro qualifiche come a volerlo ricordare più a sé stesso che a loro. "È un onore e un privilegio avervi qui. L'Imperatore vi sta aspettando."

"L'onore è tutto nostro." rispose Ozaner, riprendendo a camminare verso il portone ancora chiuso. Altri due uomini, compagni dello Snorlax, si affrettarono ad avvicinarsi al portone per poterlo aprire ai nuovi arrivati.

Uno di loro fece un fischio a un suo compare di ronda in cima all'ala destra dell'edificio. Questi fece un cenno con la mano e partì di corsa verso il corpo centrale proprio sopra al portone. A sua volta gesticolò qualcosa verso l'interno delle mura.

I cardini del pesante portone iniziarono a scorrere verso l'interno, aprendo la vista del giardino interno ai nuovi arrivati e alla scorta.

Tutti si irrigidirono come statue, Shade e Athos compresi, nel vedere che poco distante una regale figura li stava già aspettando.

Ed eccolo, davanti a loro, l'Imperatore Bianco, Estrelar. In tutta la sua magnificenza.

Il Pyroar era in piedi, affiancato da un paio di guardie bardate come a una parata armate di lunghe alabarde per proteggerlo da ogni possibile attacco.

In sé il sovrano non pareva sfarzoso come nei manifesti e nelle fotografie che lo raffiguravano. Indossava il suo solito mantello bianco e argenteo, ma oltre a quello non portava null'altro che facesse intendere il suo status. Il suo manto era lustro e pulito, perfettamente curato.

Non appena li vide entrare l'Imperatore fece un cordiale sorriso, avvicinandosi a loro. Shade sussultò, affrettandosi a compiere un profondo inchino sfiorando il terreno con la fronte. Fu il primo a farlo, forse preso dal panico, perché Ozaner e gli altri si inchinarono solo quando l'Imperatore fu dritto davanti a loro.

"Benvenuti. Spero che abbiate fatto un buon viaggio." disse con cortesia il Pyroar, facendo un lievissimo cenno con il capo per salutarli. "Potete alzarvi."

Tutti quanti obbedirono, ma Shade mantenne comunque lo sguardo basso a causa di un certo timore riverenziale.

Tirò su la testa solo quando Ozaner gli sfiorò il fianco con la coda, e si accorse in quel momento che l'Imperatore Estrelar lo stava osservando con una certa curiosità. Il leone socchiuse gli occhi avvicinandosi a lui, e il giovane Umbreon si irrigidì spalancando gli occhi. Oh no.

"Tu devi essere Soraya. Il Prescelto della Luce." mormorò, e Shade esitò prima di annuire lentamente.

"Eh... sì. Sono io. È davvero un onore conoscervi, maestà." biascicò, abbassando nuovamente la testa e guardandosi le zampe. Non sapeva come reagire. Aveva un bel po' di paura, onestamente, e stava cercando di non mostrare che stava tremando da capo a piedi.

Estrelar allargò il sorriso, facendo un cenno col muso.

"Sono certo di essere anche più contento di te, nel vederti. Sei il benvenuto, Prescelto. Certamente grazie a te tutto andrà meglio."

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