Capitolo 5: Affrontare l'Amore
«Allora... come ti senti?», domandò Durian, alla ragazza distesa davanti a lui. «Le tue ferite sembrano star migliorando».
Be', forse dire che stavano migliorando era un po' eccessivo. Viola era ricoperta di fasciature dalla testa ai piedi... letteralmente. Il suo volto era mezzo coperto dalle bende, entrambe le sue gambe e le sue braccia erano ingessate, il suo ventre era completamente avviluppato nella garza.
«Vuoi sapere come mi sento?», chiese la ragazza, alzando a fatica la testa. «Bene; mi sento uno schifo, Durian, grazie per avermelo chiesto».
Poco dopo essere finalmente giunti a Libecciopoli, Viola era crollata a terra. Durian l'aveva portata al Centro Pokémon più vicino. Quando l'infermiera Joy gli aveva chiesto come la sua amica si fosse procurata tutte quelle orribili ferite, lui aveva mentito, rispondendo che era stato a causa dell'attacco di un Pokémon selvatico. Il che corrispondeva quasi alla verità, visto che in realtà a massacrarla era stato un Burst Warrior. Durian scosse la testa; era capitato in una situazione veramente assurda. Quando si era incontrato con Viola la prima volta, aveva trovato già abbastanza strano il fatto che quella ragazzina fosse riuscita a sollevare un macigno di tali proporzioni. Poi si era trovato faccia a faccia con un'organizzazione criminale e in seguito con un ibrido umano-Pokémon, aveva appreso dell'esistenza dei Burst Warrior ed aveva assistito ad uno scontro tra due di loro, uno dei quali era proprio la sua amica Viola. Raccolse i suoi averi ed uscì per una breve passeggiata; fuori era notte fonda. La luna piena splendeva alta nel cielo, illuminando il giardino circostante il Centro Pokémon. Era solo. A quel punto, i ricordi dello scontro sul Ponte Libecciopoli riaffiorarono ancora più nitidi nella sua mente; l'immagine di Viola che si faceva trafiggere apposta per sconfiggere Kalt gli dava i brividi. Per un attimo aveva creduto che lei non ce l'avrebbe fatta, che sarebbe morta assiderata o infilzata, e invece...
"E invece faceva tutto parte del suo piano". Una gocciolina di sudore gli scese sulla guancia, mentre lui si calcava meglio il cappello. "Ma pensa te... quella è proprio pazza".
Mentre camminava, gli parve di scorgere una strana luminescenza fra gli alberi del giardino. Si fermò e osservò meglio. Tentò di convincersi che fosse soltanto la sua immaginazione, ma percepiva un brivido lungo la schiena che non prometteva nulla di buono. Giusto per essere sicuro di non venire attaccato da un altro membro della New Great Gavel, l'Allenatore fece uscire il suo Ferrothorn dalla Pokéball, per farsi accompagnare e garantirsi un minimo di protezione. Passarono alcuni minuti senza che accadde nulla, ma poi Durian scorse di nuovo quel luminio arancione. A quel punto, senza alcuna esitazione, ordinò al suo Ferrothorn, di nome Kasher, di attaccare quello strano bagliore. Il Pokémon andò con un attacco Missilspillo, subito prima di essere investito da una scarica di fuoco violastro e finire K.O. Durian rimase paralizzato; Kasher non poteva più aiutarlo, ma non era detta che fosse la fine. Forse, ad attaccarlo non era stato uno della New Great Gavel, ma un semplice Pokémon. Forse, avrebbe potuto catturarlo con una Pokéball. Ma i suoi peggiori timori erano destinati a trovare conferma. Davanti a lui si palesò una figura umanoide bianca e nera, quasi spettrale. I suoi occhi erano di uno strano colorito dorato, il suo volto era segnato da quattro scanalature nere ed era semitrasparente, sembrava di guardare dentro ad un lampione. Indossava quello che sembrava essere un abito nero lungo fino alle caviglie, ed un collare al quale erano fissati quattro tentacoli, ciascuno dei quali terminava con una protuberanza purpurea luminosa. I suoi capelli viola emanavano vampate di fiamma. L'Allenatore deglutì; quello che aveva davanti era senza dubbio un Burst Warrior. Cercò di fare un analisi accurata; la pelle biancastra simile a vetro del volto, le scanalature, i capelli fiammeggianti, i quattro tentacoli... sì, non c'era dubbio. Quel Guerriero Burst si era fuso con...
"Un Chandelure", constatò infine Durian. "Cosa so degli Chandelure? Ah, sì; che utilizzano le loro fiamme per ipnotizzare le loro prede ed assorbirne l'anima. Conclusione; sono nella merda più totale, a quanto sembra".
Infilò la mano nella tasca destra dei pantaloni, ma non vi trovò nulla. Si ricordò solo allora che aveva lasciato Smasher e Hydra (la sua Hydreigon) alle cure dell'infermiera Joy. A quel punto, capì di essere finito. La spettrale figura si avvicinò, fluttuando a pochi centimetri dal terreno. Tese una mano; anch'essa era bianca, bianca come l'avorio, bianca come la neve, bianca come la fredda mano di un cadavere... Le sue fiammelle iniziarono a danzargli vorticosamente attorno, e Durian capì di star perdendo in fretta la sua percezione della realtà. Infatti, la sua vista si fece sfocata, il suo equilibrio iniziò a peggiorare, cadde a terra riverso sul lato sinistro... e sentì qualcosa di duro, piccolo e freddo nella tasca dei pantaloni. Disperato, vi infilò una mano dentro; ne estrasse un cristallo azzurro, al cui interno si trovava la sagoma dormiente di un Vanilluxe. Si ricordò allora di averlo ricevuto da Viola, per evitare che le venisse rubato finché non sarebbe diventata abbastanza forte da romperlo. Il ragazzo fissò prima il Burst Warrior, poi il Burst Heart, poi di nuovo il Burst Warrior. Alla fine, disperato, decise; che aveva da perdere? Però non aveva la benché minima idea di come si eseguisse un Burst. Pensò a Viola e a Kalt; loro avevano tenuto il Burst Heart ed urlato "BURST!", quindi provò ad imitarli.
Strinse forte il Cuore Burst nella mano sinistra e, con quanto più fiato aveva in corpo, urlò: «BURST!».
Fu in quel momento che provò il dolore più atroce della sua vita. Ogni sua cellula, ogni sua molecola si ribellava, ma non poteva più farci niente, perché ormai il Burst era iniziato. Gli parve che tutto stesse andando al rallentatore; la luce azzurra, il Burst Warrior nemico che restava a guadarlo impassibile, la sua pelle che iniziava a sfaldarsi e a disintegrarsi...
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Viola si era addormentata, quando venne svegliata da una fortissima luce azzurra. Si mise a sedere sul letto, ignorando le fitte di dolore provocatele dalle ferite e guardò alla finestra; era quell'ora della notte in cui tutti dormivano sonoramente già da un pezzo, quindi nessuno, a parte lei che si era appena appisolata, si stava accorgendo di nulla. Viola scrutò a lungo chi vi fosse in quel raggio di luce, per poi riconoscere la sagoma tremolante di Durian. Lanciò un'imprecazione; quel ragazzo non aveva alcuna possibilità di sopravvivere ad un Burst! Afferrò con i denti il cofanetto con la stellina ricamata sopra, lo aprì e, stringendo forte il Burst Heart tra i denti, gridò: «BURST!».
Le fasciature si disintegrarono, i gessi vennero ridotti in polvere e sparirono, mentre ciascun osso rotto e muscolo leso nel corpo della Burst Warrior tornava come nuovo. Viola si fiondò fuori dalla porta, scattò verso la colonna di luce azzurra, e notò che davanti ad essa vi era una sagoma umanoide fluttuante, che fissava la scena impassibile. La ragazza non perse tempo e vi si scagliò contro avvolta da un alone di oscurità. Il Burst Warrior nemico venne scagliato violentemente contro il terreno. Compì numerosi atterraggi, salvo poi darsi una spinta con le mani e tornare a fluttuare. Viola poi concentrò la sua attenzione verso Durian, che nel frattempo non era più circondato dalla colonna di luce. Non era cambiato nulla, a parte le numerose abrasioni e bruciature fumanti che presentava in gran parte del corpo. Il ragazzo rimase in piedi per pochi istanti, poi le sue gambe cedettero. Avrebbe battuto la testa per terra, salvo essere afferrato per le spalle da Viola, che lo fece distendere delicatamente sul terreno.
«Viola», sussurrò l'Allenatore. «Ho fallito il Burst... ad ogni modo, non devi guardare le sue fiamme, o verrai ipnotizzata».
Alludeva al Burst Warrior nemico, ovviamente. Viola si voltò verso di lui; le sue fiammelle avevano preso a vorticare ad una velocità frenetica, così la ragazza chiuse gli occhi per non guardarle. All'improvviso, avvertì un calore atroce sulla guancia, segno che il Burst Warrior nemico le stava accarezzando le goti con uno dei suoi tentacoli fiammeggianti. Viola tenne serrate le palpebre; era soltanto una provocazione, un modo per convincerla ad aprire gli occhi, ma non avrebbe funzionato. Il calore, all'improvviso, si spostò dalle sue guance al naso, e da lì, direttamente verso i suoi occhi. Viola non li aprì, anche quando il fuoco iniziò a bruciarle le sopracciglia. A quel punto, il nemico ritirò il tentacolo, e provò con un approccio diverso, dicendo: «Sai, non capisco perché tu ti dia tanta pena per uno sfigato simile».
Ovviamente alludeva a Durian.
«Voglio dire, non è nemmeno abbastanza forte da eseguire un Burst», proseguì. «Perché mai tu, una Burst Warrior, dovresti essere amica di un inutile rifiuto come lui? Eh? Mi fai morir dal ridere; sei proprio patetica».
A quel punto, Viola aprì gli occhi. Avrebbe potuto tollerare tutto; avrebbe tenuto gli occhi chiusi anche se le avessero sputato in faccia, li avrebbe tenuti chiusi anche se le avessero mozzato una gamba, ma c'era una cosa che lei non riusciva a sopportare; i bastardi che si permettevano di insultare la sua famiglia ed i suoi amici. Le fiammelle del Burst Warrior nemico iniziarono a vorticargli velocissimamente attorno, mentre sul suo volto si dipingeva quell'espressione della serie "Ho vinto!".
Espressione che venne subito rovinata da un cazzotto di Viola, che spedì l'avversario contro un albero, il quale si spezzò e gli cadde addosso.
"Non è possibile!", pensò. "Eppure sono certa di averle mostrato le mia fiamme! Come mai non è ipnotizzata?! A meno che...".
«DOVE TI SEI CACCIATO, BURST WARRIOR DA STRAPAZZO?!», urlò Viola, in preda ad un furore indescrivibile e fuori da ogni limite. «VIENYI FUORI E FATTI SOTTO, SE HAI CORAGGIO!».
"No, non le ha viste per niente", comprese. "Lei... è una di quelle persone che, quando si arrabbiano sul serio, diventano cieche dalla furia. Non ha degnato le mie fiamme nemmeno di un'occhiata".
A quel punto, il Burst Warrior nemico perse i sensi ed il suo Burst terminò; venne avvolto da un'accecante luce bianco-purpurea e tornò ad essere un'umano qualunque. Ben presto, anche Viola si calmò ed interruppe il suo Burst. Osservò con incredulità la persona rimasta incastrata sotto l'albero; era una ragazza! Si afferrò la testa fra le mani; come aveva potuto scambiarla per un maschio?! Non v'era traccia del suo Burst Heart; si mise a cercarlo, ma non riuscì a trovarlo in mezzo a tutta quell'erba e di notte, perlopiù. Alla fine, decise di lasciar perdere; era già abbastanza occupata con quello contenente il Vanilluxe. Durian era ancora a terra, privo di sensi. Viola lo raccolse, fece ritornare il suo Ferrothorn, prese di nascosto le su Pokéball dal Centro Pokémon e fuggì, saltando sui tetti di una città dormiente.
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Chandel riuscì, con uno sforzo immane, a liberarsi dell'albero che la teneva bloccata a terra. Si diede una spolverata; con tutti gli atterramenti che aveva subito, le era entrata un sacco di polvere nei vestiti. E in bocca. Ne sputò un po', poi aprì la mano sinistra, che aveva sempre tenuta chiusa a pugno. Fu sollevata nel trovare il Burst Heart di Chandelure al sicuro nel palmo della sua mano. All'improvviso, udì una rapida serie di passettini svelti, accompagnati da un grido che lei riconobbe troppo, davvero troppo facilmente.
«CHANDEL!», gridò Make. «TE L'AVEVO DETTO DI NON ANDARE DA SOLA! GUARDA COME SEI RIDOTTA! AVRESTI ALMENO POTUTO AVVERTIRMI CHE STAVI ANDANDO AD AFFRONTARE QUELLA BURST WARRIOR! E POI SAREI IO QUELLA CHE SCAPPA SENZA AVVISARE?!».
«Lo so, lo so». Chandel le posò una mano sulla testa. «Scusa, dolcezza, scusa se ti ho fatta preoccupare».
La bambina la abbracciò, tirando su col naso. Dai suoi occhi dorati sgorgavano ettolitri di lacrime.
«Sei una stupida. Eri anche in svantaggio», sospirò. «Non farlo mai più. Promettimelo».
«Promesso», giurò la Burst Warrior. All'improvviso, il suo stomaco iniziò a protestare rumorosamente. «Ehm...».
«Fame, vero?». Make sorrise. «Andiamo a mangiare. Conosco un posto aperto fino a tarda sera che sforna degli ottimi carpacci».
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La prima cosa che Durian udì fu un sibilo, seguito subito dopo da qualcosa che impattava violentemente con la sua faccia e da un calore pazzesco che pochissimi istanti dopo si tramutò in un dolore lancinante.
"Merda, il Burst Warrior è ancora qui!", pensò di primo acchito. "In tal caso, dovrò...".
Aprì gli occhi. Non c'era nessuna figura spettrale. Nessun Burst Warrior. Nessun Centro Pokémon. Soltanto lui, due sacchi a pelo ed un fuoco da campo in mezzo alla foresta. L'Allenatore si guardò intorno, prima di accorgersi di avere un'incazzatissima Viola a cavalcioni su di lui. La Burst Warrior lo fissò, gli occhi smeraldini ridotti a due sottilissime fessure, poi gli menò un altro schiaffo, poi un altro, e un altro ancora.
«Stupido, stupido, stupido, STUPIDO!», gridò, continuando a schiaffeggiarlo. Qualche lacrima le rigò le guance. «Sei davvero uno stupido, Durian!».
L'Allenatore si massaggiò il volto dolorante, chiedendosi se per caso non gli sarebbe rimasto per sempre impresso l'impronta rossa della mano di Viola. Cercò di rialzarsi, ma un dolore lancinante il quasi tutto il corpo lo costrinse a rimanere sdraiato.
«Perché hai cercato di eseguire un Burst?!». Viola stava per tirargli un altro ceffone, ma all'ultimo ci ripenso, colpendo invece il terreno. «Non potevi semplicemente fuggire?! Razza... di... imbecille... che non sei altro!».
«Cos'è successo?», volle sapere l'Allenatore. «Ricordo solo di essermi imbattuto in questo Burst Warrior, di aver cercato di eseguite un Burst e poi... non so, poi è tutto un po' confuso».
«Probabilmente perché sei quasi morto!», esclamò Viola, in preda all'isteria. «Stupido deficiente, cretino, cervello di Slowpoke! Ti sei mai chiesto perché io abbia dovuto superare una prova per ricevere il Burst Heart?! È necessario temprare a dovere il proprio corpo prima di poter usare il Burst, altrimenti c'è una seria probabilità di morire! E tu, scellerato di uno sconsiderato, non sei certo tutto questo granché in fatto di forma fisica! Guarda!».
Viola sollevò la maglietta, mostrando una serie di addominali scolpiti.
«Io ho impiegato cinque anni per essere finalmente in grado di eseguire un Burst, e si è trattato di un corso super intensivo, perché normalmente ci vuole il doppio del tempo!», spiegò. «E tu... tu... tu sei un cretino, ecco cosa sei!».
«Le tue ferite...», boccheggiò Durian, notando l'assenza di fasciature di alcun genere sul corpo dell'amica. «Come... pensavo ci sarebbero voluti almeno quattro mesi perché le sue ossa si riparassero... come hai fatto a guarire così in fretta?!».
«Perché ho usato il Burst!», rispose Viola, sempre urlando. «Il potere di Purrloin ha fatto sparire le mie ferite, ma...».
A quel punto, la Burst Warrior sbadigliò rumorosamente.
«...ma ho impiegato un sacco di... energie... senti, continueremo domani, per adesso lasciami dormire, ok? Dopo lo scontro con Kalt sono svenuta e non ho nemmeno cenato, a parte quelle poche ore che sono rimasta attaccata alla flebo... buonanotte».
Viola si infilò nel suo sacco a pelo, e così fece Durian, che però non riuscì a prender sonno, pensando a ciò che la ragazza aveva fatto per lui.
"Mi ha salvato la vita". Si girò a guardarla. Il suo respiro delicato, lento e regolare era quasi paragonabile ad una nenia. "Si è arrabbiata con me, e ha fatto bene, visto che l'ho fatta preoccupare da morire... eppure ci conosciamo da poco più di due giorni".
All'improvviso, gli venne voglia di chiederle una cosa.
«Viola», esordì, svegliandola. «Quanti anni hai? Io sedici».
«Diciassette», rispose la ragazza. «Ora, per favore, sta' zitto e dormi!».
"Di-di-di-diciassette?!". Durian sgranò gli occhi. "Da non crederci! È persino più grande di me, eppure sembra essere solo una ragazzina!"
«Buonanotte», augurò allora l'Allenatore, senza sapere se era stato sentito oppure no, e cadde in un sonno profondissimo.
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