Capitolo 3: "Loro"
Durian non fece nemmeno in tempo a dire o fare qualcosa, che lui e Smasher vennero investiti da una scarica di energia. Viola era avvolta da un'intensa, quasi accecante luce purpurea. Dal suo corpo si sprigionavano lampi violetti. L'atmosfera sembrava vibrare, tanto era il potere che la permeava.
"Che potere enorme!", constatò Durian, esterrefatto. "Riesco quasi a percepirlo! Questo... questo non è normale! Questo non è affatto normale!".
"Che potere enorme!", pensò a sua volta Viola. "Io... sento... sento che sta per sopraffarmi... questo è... non... il potere... io... NON RIESCO A CONTENERLO!".
Poi, all'improvviso, la luce svanì, assieme allo strano potere che sprigionava. L'atmosfera tornò immobile. Durian batté le palpebre un paio di volte, giusto per assicurarsi di non aver preso un abbaglio. Poi guardò nella direzione in cui si trovava Viola. Ciò che vide lo lasciò a bocca aperta. La ragazza pareva essere scomparsa. Al suo posto, vi era un qualcosa che mai, mai nessuno si sarebbeaspettato di vedere nell'arco della propria vita. La sua fisionomia era quelladi un essere umano... in parte. Dal gomito in giù, le sue braccia erano ricopertedi pelo viola. Dalla sommità della sua testa spuntavano due orecchietriangolari. I suoi occhi verde smeraldo racchiudevano due pupille verticali,talmente sottili da sembrare il profilo di un foglio di carta nero. Le gambe poi... erano la parte in assoluto meno umana di quell'essere. I muscoli del corpo erano posizionati in modo strano, i piedi sembravano più che altro assomigliare a delle zampe... e la coda, poi! L'essere la faceva schioccare come una frusta, fendendovi l'aria. Si capiva che l'estremità a forma di falce era estremamente tagliente... eppure, Durian non riuscì a non ammettere che quella figura, per quanto inquietante, avesse un'incredibile fascino. Al centro de suo petto, vi era incastonato il cristallo viola.
"Pazzesco". Fu tutto quello che Viola riuscì a pensare all'inizio. "Davvero pazzesco... questa energia dentro di me... è come se continuasse ad aumentare... come se il mio corpo fosse stato letteralmente infuso di potere! Dunque è questo la sensazione provocata dall'effetto di un Burst!".
Si osservò; le sue gambe erano ricoperte di pelo viola, tutti i suoi sensi erano stati acuiti fino all'inverosimile. Riusciva a vedere tutto, sentiva tutto... si dondolò un paio di volte sulle gambe, poi alzò il volto e le braccia al cielo.
«Mi sento potentissima!», urlò. Poi, rivolse a Kaider un'occhiata della serie "Amico, sei nella merda più totale, e lo sai! ".
L'energumeno rimase immobile.
«N-non muoverti!», le intimò, stringendo la mano destra attornò al collo del bambino, che continuava a dimenarsi inutilmente. «Non... non fare un solo passo verso di me, o... o a questo piccoletto capiteranno delle cose orribili, te l'assicuro!».
Viola non fece niente. Nulla. Nessun attacco velocissimo, nessun tentativo di fuga, nessun movimento, niente. Kaider le si avvicinò, un passo alla volta. La sua mano destra continuava a rimanere serrata attorno al collo del bambino, mentre la sinistra si chiudeva a pugno, attraversata da una miriade di scariche elettriche.
«PRENDI QUESTO!», urlò l'uomo, piantando in faccia a Viola un cazzottone con quel suo guanto elettrificato.
Guanto che si frantumò una volta impattatosi con la faccia della ragazza, esplodendo e finendo in mille pezzi fumanti. Questa volta fu il turno di Kaider di rimanera a bocca aperta. L'uomo senza maglietta si bloccò, probabilmente per lo stupore e la paura.
«Hey, ho fatto come mi avevi detto», gli sussurrò Viola. «Nyon mi sono mossa affatto».
Kaider lasciò andare il bambino, che corse a fianco di Durian.
«Vieni qua, piccolino», lo consolò lui. «Non c'è nulla di cui aver paura».
"Be', in realtà c'è qualcosa di cui aver paura", pensò l'Allenatore. "Cosa diavolo è successo a Viola?! Si è travestita in un lampo, o cosa?".
La ragazza fece un passo in avanti verso Kaider. O meglio, ci provò, ma capitombolò quasi istantaneamente al suolo. Si rialzò.
"Cosa sta succedendo?", si chiese. "Mi sento così... sbilanciata. Non riesco a stare in peidi!".
Provò a rialzarsi, stavolta divaricando un po' le gambe. Riuscì a resistere in quella posizione per circa dieci secondi, prima di ricascare al suolo.
Kaider rimase dov'era. Non sapeva se considerare quella creatura spaventosa o ridicola.
"Ah! Ci sono!". Lo sguardo di Viola cadde sulla coda. "È questa coda che mi sposta il baricentro!".
Si rialzò, e questa volta riuscì a rimanere in perfetto equilibrio. Rimase ferma per una manciata di secondi, giusto il tempo necessario perché le sue gambe venissero avvolte da un'aura oscura, poi, all'improvviso, scattò verso Kaider e gli assestò un calcio nel petto tale, da farlo volare parecchi metri più in là, dritto contro una casa, che gli crollò addosso.
Viola si premette l'indice destro sulla fronte, poi, con il sinistro, indicò Kaider e proclamò: «Stai per dire "Chi diavolo sei tu?!" ... Giusto?».
Kaider si rialzò a fatica, sputando sassolini e detriti.
«Chi diavolo sei tu?! Ah...», fece il criminale, sgranando gli occhi. «Come... come hai fatto?!».
La ragazza fece spallucce.
«Nyon per vantarmi», disse, «ma "leggere" i miei nyemici è la mia specialità!».
Si avvicnò a Kaider, i pugni stretti, la coda che si agitava fendendo l'aria.
«No, aspetta!», implorò lui, quando la ragazza gli fu a meno di un passo di distanza. «Ti prego, non uccidermi! Ho una moglie, e... e... be', stiamo pianificando di avere dei figli... ad ogni modo, ti supplico di lasciarmi in vita!».
«Oh...», commentò Viola, mettendosi una mano davanti alla bocca. «Oh, cazzo! Se solo tu mi avessi detto un attimo prima che eri sposato...».
Kaider inarcò un sopracciglio in modo interrogativo. «Perché?».
«Ecco...». La ragazza si indicò la gamba sinistra, ricoperta di quello che somigliava molto a sangue umano. «Io... ti ho già castrato».
«Che vuol dire? In che senso mi hai già castraAAAAAAAAAAAH! PORCA PUTTANA!». Kaider crollò a terra urlando in falsetto, portandosi le mani alla regione pelvica. «Tu sei pazza! Tu sei decisamente pazza! Per l'amor del cielo, che dolore!».
Viola fece spallucce. «Eddai, rilassati amico! Ho qui il nyumero di un chirurgo che fa miracoli». Gli si avvicinò e gli mise un foglietto nelle tasche dei pantaloni. «Allora... senza rancore, eh?».
Si lasciò alle spalle quell'energumeno dolorante e si diresse verso il furgone. Ne sfondò le porte del bagagliaio con un pugno, le scardinò e se le gettò alle spalle. I Pokémon all'interno erano terrorizzati dall'apparizione di quell'essere. Tuttavia, fu solo per il tempo necessario per rendersi conto che non era lì per far loro del male. I loro versi festosi riempirono l'aria, i cittadini di Sciroccopoli uscirono allo scoperto. Dal furgone balzò un Tepig con un orecchino sull'orecchio destro, che corse incontro al bambino.
«POKA!», esclamò lui. «Sono così felice di rivederti!».
Il Tepig fece un sacco di feste al suo amico, poi, però, balzò giù dalle sue braccia e si mise a correre in cerchio attorno a Viola. Al bambino si rizzarono i capelli quando la ragazza lo prese e lo sollevò.
«Anch'io sono felice che tu stia bene, Poka», disse la creatura. «Sai, il tuo amico si è preoccupato davvero un sacco».
Rimise per terra il Tepig, si poggiò le mani sui fianchi e fissò il cristallo che aveva sul petto.
«Ora, invece, dovremmo separarci». Si mise una mano sul petto. «Se continuiamo così ancora per molto, rischiamo di rimanerci secche... sì, entrambe».
Vi fu un'altra emanazione di energia, questa volta decisamente inferiore alla prima, e Viola tornò ad essere una normale ragazzina umana. Ripose il cristallo nel cofanetto e ripose quest'ultimo in una tasca dei pantaloni.
«Bene. Ed ora, verso il Survival Burst He-». Non fece in tempo a finire la frase, che venne presa per il dietro del colletto da Durian. «Cosa?».
L'Allenatore la fissò per una decina di secondi, poi le bloccò le spalle.
«Tu ora mi racconti tutto», disse. «Quella trasformazione in Purrloin era decisamente troppo anormale! Spiegami come hai fatto!».
«I-io», balbettò Viola. «Io... AH! Quale trasformazione? Io non ho visto proprio nulla di simile... andiamo, è impossibile che io mi sia trasformata in un Pokémon, no?».
«NON FARE LA GNORRI!». Durian la fissò. «Voglio saperne di più! Ti ho vista controllare un'ombra! Non ti lascerò andare finché non mi avrai spiegato tutto nei minimi particolari!».
«Non posso», protestò Viola, liberandosi dalla presa di Duran con la solità inaudita facilità. «E il motivo per cui sono tenuta a tenere la bocca chiusa, è perché se ti dicessi di più, probabilmente ti metterei in serio pericolo! E poi, è una tradizione segreta del mio villaggio! Anche il solo fatto che tu ne sia venuto a conoscenza rappresenta...».
«AH-A!», esclamò Durian, puntandole contro un indice accusatore. «Allora ammetti di aver fatto qualcosa, qualcosa che nel tuo villaggio si tramanda di generazione in generazione, giusto?».
La ragazza sospirò. A quel punto, non aveva senso continuare a tacere.
«Si chiama Burst», spiegò. «Si tratta di una tecnica particolare, per la quale sono richieste delle pietre chiamate Cuori Burst o Burst Heart, nelle quali è contenuto un Pokémon. Sono diverse dalle Pokéball, che registrano e rilasciano il Pokémon catturato. Quando viene eseguito un Burst, l'esecutore della tecnica e il Pokémon racchiuso nel Burst Heart si fondono in un unico essere. Coloro che utilizzano questa tecnica vengono chiamati Burst Warrior o Guerrireri Burst».
«Capisco», commentò Durian, annotando il tutto su un quadernetto. «Questo significa che non si può ottenere quel potere senza trasformarsi, giusto?»
Viola stava per rispondere, ma venne interrotta da un colpetto di tosse. Si voltò. Davanti a lei vi era una folla di persone, guidate da una donna dai capelli neri che indossava una specie di bikini ed un giaccone giallo.
«Io sono Camelia», disse. «A nome di tutta la cittadinanza di Sciroccopoli, ci terrei a ringraziarvi personalmente, per aver protetto i nostri cittadini e i nostri Pokémon».
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Purrloin divorò voracemente cinque mele in una volta. Diavolo, la ragazza ci sapeva fare eccome! Si erano scatenate per benino contro quel tizio enorme.
"Forse dovrei concederle di utilizzare appieno tutti i miei poteri", pensò Purrloin. "Nah, è ancora troppo presto. La ragazza deve imparare cosa vuol dire stare al mondo... in nome di Arceus, ma quanto sono buone queste mele?!".
Se ne sparò una dozzina in bocca.
Anche Viola stava mangiando. Al momento, era intenta a far fuori una dopo l'altra tutte le pietanze che le venivano servite. Zuppe, piatti a base di carne, dolci... tutto quanto era destinato a finire nella sua bocca.
«Sai, siamo fortunati che offra tutto Camelia», commentò Durian, lanciando un'occhiata all'affascinante Capopalestra, seduta al bancone del bar. «Anche se dubito fortemente che vorrà ancora pagare dopo aver visto il conto esorbitante che ti porterà il cameriere. Stai mangiando per settanta persone».
«Uvafe ih Buft ricfiete efeffia», rispose Viola, ancora intenta ad ingozzarsi.
«Come, scusa?», domandò Durian.
La ragazza ingoiò.
«Dicevo che usare il Burst richiede energia», spiegò, riprendendo a fagocitare cibo subito dopo. «Èppevquefto cfe manfho cofì tanfo!».
«Quindi... tutti, al tuo villaggio, sanno eseguire un Burst?».
«No. Solo io e mia madre, per quanto ne so».
«Interessante... e dimmi, questa tecnica la sanno usare solo gli abitanti del tuo villaggio?».
«Credo di sì», rispose Viola, continuando a mangiare, ma stavolta ingoiando prima di parlare. «Le possibilità di incontrare un Burst Warrior al giorno d'oggi sono estremamente ridotte».
«Ultima domanda; chi erano quei tizi di prima? Sai, quelli che hanno distrutto Sciroccopoli».
«Non ne ho idea. Forse dei pazzi fuggiti da un manicomio perché le loro camicie di forza non erano abbastanza robuste. Forse, la sigla N.G.G. era il nome del manicomio».
«Viola, i manicomi non esistono più da quasi un secolo».
«Allora non ne ho idea».
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«Il conto, prego?», domandò Camelia.
«In totale», esordì il cameriere, «fanno ¥3500000. Desidera pagare adesso in contanti, oppure desidera che la cifra le venga addebitata sulla sua carta di credito?».
Durian e Viola erano già lontani quando l'urlo di Camelia esplose dal ristorante e si propagò per tutta la città e le foreste adiacenti, rompendo numerosi vetri, cocci e cristalli, e mettendo in fuga una gran quantità di Pokémon.
«Credo che la nostra cara Camelia si sia appena accorta di quanto tu abbia mangiato», commentò Durian. «Be', credo che la mia lotta in palestra dovrà attendere ancora un po'».
«Perché?», domandò Viola.
«Allora, vediamo un po'... Primo; quei pazzi criminali hanno raso al suolo quasi tutta la città, inclusa la palestra. Secondo; dopo avermi identificato come accompagnatore e forse amico della persona che probabilmente l'ha appena ridotta al verde, non penso che sarà così felice di rivedere la mia faccia tanto presto».
L'Allenatore infilò la testa nel suo sacco a pelo. Era notte fonda ormai. Poi, dopo qualche istante, la fece riemergere e domandò a Viola: «Sicura che ti vadano bene i rami degli alberi? E se poi cadi?».
«Rilassati», lo tranquillizzò la ragazza. «Non riesco a dormire se non sono in bilico, e comunque mi sono allenata a mantenere l'equilibrio nel sonno».
«Be', allora buonanotte, Viola».
«Buonanotte, Durian».
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«Dici che siamo riusciti a fuggire?», domandò uno dei criminali in uniforme ad un suo collega.
«Ma sì», rispose l'altro, che era anche il più basso. «Vedrai che siamo riusciti a sfuggirgli».
Il più alto dei due si grattò il mento.
«Non lo so... dopotutto, tra i Dieci Guardiani della New Great Gavel, Kalt si è guadagnato la fama di essere il più tenace... e il più pericoloso!».
«Eddai, datti una calmata», lo incoraggiò quello basso, dandogli una pacca sulla spalla. «Vedrai che riusciremo a farci delle vite anche al di fuori dell'organizzazione».
All'improvviso, i due udirono un rumore di passi. Passi lenti e cadenzati. Chiunque si stesse avventurando in quel vicolo, non doveva certo aver fretta. Passarono alcuni istanti, poi dall'angolo fece capolino un volto smunto, seguito da un corpo tanto magro da sembrare quasi ai limiti del rachitico, finché non apparve un vecchio dai capelli bianchi e lunghi almeno quanto la barba, e dai gelidi occhi azzurri. Nonostante l'età, si reggeva benissimo in piedi da solo, senza l'ausilio di alcun bastone o stampella di sorta.
«Be', è ora di smetterla con questo assurdo gioco del Persian e del Rattata», proclamò infine Kalt, spalancando le braccia. «Che peccato... voi giovani siete così cocciuti... è soltanto a causa della vostra cocciutaggine, della vostra ostinazione a volervi rifiutare di obbedire agli ordini, che questo momento, triste e freddo come l'inverno, è giunto».
I due provarono a scappare, ma vennero raggiunti da un'aura gelida e da un'artiglio di ghiaccio.
«Pronto, Boss?», domandò Kalt, parlando ad una ricetrasmittente. «Confermo il successo dell'operazione di smaltimento reclute disertrici».
«Ottimo», si congratulò con lui una voce femminile dall'altra parte della linea. «Come mi aspettavo da te, Kalt. Ora, devo informarti che è stata avvistata in zona Sciroccopoli una giovane Burst Warrior. Secondo quanto riferito da Kaider, che al momento si sta facendo operare in clinica, quella ragazza possiede un Burst Heart con dentro un Purrloin».
«Ma davvero?». Il vecchietto si voltò per ammirare le due figure congelate. «Be', questa sì che è una buona notizia! Finalmente mi capiterà l'occasione di misurarmi con una vera Burst Warrior... non vedo l'ora!».
«Non sottovalutarla», lo avvisò la voce femminile. «Ha messo K.O. Kaider con poco più di un colpo».
«Sai che impresa... non serve poi tutta 'sta forza per mettere al tappeto quello lì».
«Kalt... se dovessi esser messa a conoscenza di un tuo eventuale fallimento, ti farò espellere dalla New Great Gavel. Sono stata chiara?».
«Sissignora». Kalt spense la ricetrasmittente e se la mise in tasca. Poi, da un'altra tasca ancora della sua giacca di cuoio, estrasse un Burst Heart contenente un Vanilluxe, rigirandoselo tra le dita adunche. «Oh, ci sarà da divertirsi! Eccome, se ci sarà da divertirsi!».
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