Capitolo 29 - Cosa Sto Dicendo?!
Lentamente, Fiadh si destò dal suo sonno. Aprì gli occhi senza alzarsi da terra e sbatté un paio di volte le palpebre, per poi cacciare un enorme sbadiglio. Ancora stordito dal passaggio allo stato di veglia e con gli occhi che si tenevano aperti a malapena, il Vulpix si guardò intorno, con fare intontito. Si trovava in una grotta gigantesca, talmente grande che persino lui avrebbe persino potuto provare a tenersi in equilibrio sulle zampe posteriori senza neanche sfiorare il soffitto. Accanto a lui erano posizionati quattro argani in legno, abbastanza alti da arrivargli alla groppa da sdraiato. Sul pavimento erano disposte, in maniera ordinata, un centinaio di casse di legno. Era completamente da solo, e gli era stata tolta la borsa che era solito portare sulla schiena.
"Aah... questo... questo è il deposito di Rockville", realizzò il kyojin, riconoscendo con facilità il luogo che visitava ogni volta che gli veniva affidato un incarico di trasporto. Si sfregò un occhio con la zampa. "Cavolo... le operazioni di scarico devono essersi protratte più a lungo del previsto, e ho finito per addormentarmi". Sbadigliò nuovamente, alzandosi in piedi. "Caaaaaavolocavolocavolo...". Allungò le zampe davanti e abbassò la parte anteriore del proprio corpo, stiracchiandosi, stando attento a non danneggiare le fragili – per lui – apparecchiature e le casse di legno che gli erano vicine. Essendo Rockville sottoterra, Fiadh poteva contare solamente sul proprio orologio biologico per capire quando fosse ora di andare a dormire, cosa che d'altronde facevano tutti gli abitanti della città.
«Finalmente ti sei svegliato», commentò una piccola voce maschile vicinissima a lui. «Hai dormito bene?».
Fiadh si accigliò. «M-ma che diav-». Si interruppe quando ricordò gli avvenimenti della giornata precedente. «Oh! Lei è il signor Selkie!». Sbatté le palpebre di nuovo. «E-ehm, m-ma dov'è? La sento, ma non la vedo».
«Qui», fu la risposta del Pokémon Solista, poco prima che il kyojin avvertisse un piccolo movimento sul proprio naso.
«Ah, c-capisco», mormorò Fiadh. «...mi dispiace».
«Ti dispiace? E per cosa?».
«Non ho mantenuto fede ai patti. Ho detto che l'avrei portato in una gilda, ma invece mi sono addormentato».
«Be', pazienza. Non possiamo certo tornare indietro. Vuol dire che mi ci porterai oggi. Tutto qui. E poi, non è stata colpa tua, eri stanco. Ti ho visto ieri sera».
«...grazie. Ehi, a proposito; come ha fatto a non farsi trovare dagli addetti allo scarico merci?».
«Mi sono nascosto nel ciuffo di pelo sulla tua testa».
«Ah».
«...senti, so che è un complimento un po' strano, ma sei un cuscino fantastico. Il tuo pelo è la cosa più morbida dell'universo!».
Il Vulpix rimase sorpreso da quell'affermazione, non sapendo come reagire, prima di dire: «...g-grazie, suppongo?».
«...che c'è? Ho detto qualcosa di male?», domandò Selkie.
«Cos- no, no, è solo che, ecco...». Fiadh arrossì lievemente. «...n-nessuno mi aveva mai fatto un complimento del genere. I-insomma, quelle rare lodi che ricevo di solito sono a proposito della mia forza fisica, e... be', è... è bello sapere che c'è almeno un Pokémon che vede qualcos'altro in me oltre a quello... anche se si tratta di una cosa banale come il mio pelo». Chiuse gli occhi, imbarazzato. «W-waaaah... è troppo strano!».
"E pensare che quando l'ho incontrato per la prima volta temevo che mi avrebbe mangiato...". Il Primarina si arrampicò sulla testa di Fiadh. «Ok, ora però non c'è tempo da perdere!».
«O-ok», mormorò il Vulpix, dirigendosi verso l'uscita del deposito. «A-allora andiamo...».
Tuttavia, nello spostare la propria zampa per incamminarsi, Fiadh notò un'iscrizione nel terreno. Era stata scritta con inchiostro rosso e, sebbene non fosse esattamente piccola, il candido colosso dovette strizzare gli occhi per capirci qualcosa.
"Vai al Fiocco di Neve", lesse silenziosamente Fiadh. "È un edificio pitturato di bianco e azzurro".
«Uhm... s-signor Selkie?», mormorò il kyojin, per quanto gli fosse possibile. «E-ecco, possiamo... possiamo fare una breve... deviazione?».
«Va bene», concesse il Primarina, «ma che sia breve, mi raccomando».
«Sissignore!». E quel punto, il Vulpix gigantesco uscì dall'area di scarico merci.
XXX
Quella mattina, il risveglio era stato insolitamente piacevole per Tracy, consentendogli di iniziare la mattinata alla grande. Lo Shinx non sapeva perché si sentisse così alla grande, ma aveva la sensazione che fosse in qualche modo per via di Lya. C'era infatti qualcosa, nella Lycanroc, nella sua presenza, che lo faceva sentire più sicuro.
Ad ogni modo, fece colazione allegramente con lei e Alex, per poi dirigersi verso la bacheca delle missioni.
«Senti, Lya», domandò casualmente lo Shinx alla Lycanroc, mentre cercava un incarico adatto, «ti piacerebbe venire con noi?». Fu solo quando ebbe appena finito di pronunciare quelle parole che si rese conto di cosa aveva detto. "Eh... ma che minchia sto dicendo?! Lya non è un membro della gilda, non è nemmeno un'esploratrice, non può venire assieme a me e ad Alex!".
«Eh?». La Lycanroc si puntò un dito al petto, perplessa e stupita al contempo. «I-io? Con voi? Intendete dire... per una missione?». Iniziò ad agitare la corta coda. «E-ehi, non so se ne sarò all'altezza...».
Tracy sospirò. «Scusami, Lya... non so cosa mi sia passato per la testa. Purtroppo non puoi venire con noi; vigono regole molto severe riguardo a chi possa o non possa partecipare ad una missione». Sfiorò vari foglietti con la zampa, leggendone le richieste scritte sopra e scartandoli uno ad uno. «In parole povere, se non sei un esploratore, non puoi partecipare».
«Ooh... capisco», mormorò la Pokémon Lupo, con tono deluso, rimanendo a guardare mentre lo Shinx esaminava con cura la bacheca alla ricerca di una missione adatta. «Allora... vi aspetterò qui, immagino».
«Ah, eccola qui!», commentò soddisfatto Tracy, picchiettando come meglio poteva su un foglietto sbrindellato; in alto a destra, c'era disegnato il volto di un Pokémon, un Cacturne, mentre a sinistra era scritto il suo nome e in basso la richiesta vera e propria. «Uuh, per questa sembra ci vorranno un paio di giorni, senti un po'». Si schiarì la voce ed iniziò a leggere. «"Salve, il mio nome è Otozumi, e sono un musicista girovago. Qualche giorno fa, mentre attraversavo il Canyon Elettrico per dirigermi a Rosarbustia, sono stato colto all'improvviso da una tempesta di sabbia. Sono sopravvissuto (per fortuna), ma ho smarrito la mia preziosissima armonica! Io mi guadagno da vivere grazie alla musica, e senza alla mia armonica sono fregato! Dovete aiutarmi a trovarla! Non posso offrirvi molto in cambio, ma vi prego, aiutatemi al più presto!"». Tracy diede una rapida occhiata al fondo del foglio. «Wow, non stava scherzando... la ricompensa è relativamente misera per una missione di questa portata... cinquecento Poké». Sospirò, rassegnato, ma mise lo stesso su un sorriso ottimista, per poi rivolgersi ad Alex. «Be', qualcuno dovrà pur fare questo lavoro, e nel Canyon Elettrico sono avvantaggiati i tipi Roccia ed Elettro, quindi direi che questa è una missione perfetta per-». Si interruppe, notando che sul muso del Rockruff era apparsa un'espressione che non gli aveva visto fare spesso; un'espressione scontenta. «E-ehi, Al, che cos'hai?».
Il Rockruff sbuffò. «Niente», rispose, sedendosi e avvolgendo la coda attorno alle zampe.
Tracy sbatté le palpebre un paio di volte, perplesso. «Al, lo sai che riesco a leggerti come un libro aperto; cosa c'è che non va?».
Il Pokémon Cagnolino distolse lo sguardo, per poi mormorare qualcosa che lo Shinx non riuscì bene ad afferrare. «...con noi».
«Cosa?», domandò il tipo Elettro, piegando leggermente la testa di lato. «Potresti ripetere, scusa? Non sono sicuro di aver capito».
«...vorrei che... con noi», biascicò Alezander.
«...Al, davvero, parla meglio», insistette Tracy, avvicinandosi ulteriormente all'amico. «Non ho capito-».
«Ho detto che vorrei che Lya venisse con noi!», esclamò il Rockruff, tenendo però la voce ad un sussurro, di modo che soltanto il compagno di squadra potesse sentirlo. «Per l'amor del cielo, Tracy! È mia sorella! L'unica parente che mi sia rimasta in vita! Capisco che abbiamo da lavorare, ma voglio passare del tempo con lei! Non... non puoi chiedermi di affrontare una missione dalla quale torneremo dopo due giorni!».
A quel punto, Tracy sospirò nuovamente, salvo poi dire qualcosa di cui si sorprese persino lui stesso. «Ok, d'accordo. Lya può venire con noi, se la cosa ti fa tanto piacere». Per la seconda volta, lo Shinx realizzò quello che aveva appena detto. "E-ehi, a-aspetta un secondo! Questo va decisamente contro le regole! Avrei potuto... no, avrei dovuto semplicemente scegliere una missione diversa, più breve... ma che diavolo mi sta succedendo?!". Si prese un momento per riflettere. "Se ci penso attentamente... era come se fosse stato qualcun altro a pronunciare quelle parole al posto mio... anche se sono uscite dalla mia bocca". Un brivido gli attraversò la schiena. "Come nei miei sogni... come nei ricordi di Paladine... non me ne sono reso conto, ma mentre dicevo quelle cose, non avevo il controllo delle mie azioni...". S'incupì visibilmente. "...non so cosa stia succedendo, ma non mi piace per niente!". Fece un respiro profondo. "No, no, Tracy, stai calmo e ragiona; cosa potrebbe essere successo?".
«È il filo rosso del destino. I Campioni solo collegati fra di loro».
In preda ad un mini-attacco di cuore, Tracy si voltò di scatto, lanciando una piccola Scarica pericolosamente vicino al bordo della bacheca, che essendo di legno avrebbe potuto facilmente prendere fuoco.
«Ehi!», lo rimproverò Simon, che si trovava lì vicino assieme a Manhattan, di ritorno da un'esplorazione iniziata il giorno prima. «Fai attenzione, razza di sconsiderato!».
«C-chiedo scusa!». Lo Shinx abbassò umilmente la testa, sentendosi morire dall'imbarazzo. «Prometto che non accadrà più!». Mentre il Meowstic si allontanava assieme al Lucario borbottando un "sarà meglio", le rotelle nel cervello del giovane esploratore ripresero a girare. "Ok, no, seriamente, COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?! Quella voce di prima... era maschile, e molto profonda. Inoltre...". Si sfiorò la fronte con una zampa. "...non so perché, ma me la ricordo... anche se sono certo di non averla mai sentita in vita mia". Fece un secondo respiro profondo, nel tentativo di calmarsi per poter riflettere meglio. "Cos'è che aveva detto? Il filo rosso del destino... e che i Campioni sono 'collegati fra loro', qualunque cosa voglia dire...". Una teoria incominciò ad affiorare nella sua mente. "...io e Lya... siamo entrambi Campioni, entrambi abbiamo i poteri di due Pokémon unici. Però... forse, lei non può ricevere le memorie di un precedente Campione di Diancie, perché... perché non ce n'è mai stato uno! O almeno, le Cronache dicevano così- aaaah, ma allora come fa a sapere di essere una Campionessa, se non ha ricevuto memorie che lo confermano?! Be', però immagino che guadagnare all'improvviso l'abilità di creare diamanti dal nulla sia un indizio abbastanza evidente. Tornando a quella cosa del collegamento e del destino... forse-".
«TRACY!».
L'urlo di Alexander, così improvviso e a distanza tanto ravvicinata, fece prendere un colpo al povero Pokémon Baleno, che compì un balzo importante, atterrando ad un paio di metri di distanza. Il vocalizzo del Pokémon Cagnolino, inoltre, ebbe anche l'effetto indesiderato di interrompere il ragionamento di Tracy, facendogli momentaneamente dimenticare della voce, del "collegamento" e di tutto il resto.
«Ma porc-!», imprecò il felino elettrico. «Alexander, non mi gridare nelle orecchie così all'improvviso!».
«All'improvviso?», ribatté il Rockruff, perplesso. «MA SE SONO CINQUE MINUTI CHE TI CHIAMO!!!».
«...ah», fu tutto quello che Tracy riuscì a dire. «S-scusami, ero... un po' sovrappensiero».
«Ehi». Lya, che nel frattempo si era limitata ad osservare la scena, si inginocchiò di fianco al fratello minore, per poi sussurrargli nell'orecchio; «Ma lui fa sempre così?», e indicò lo Shinx.
«Be', no, mai», rispose Alexander col medesimo tono bisbigliante della sorella maggiore. «Oggi si comporta in modo strano».
«Guarda che ti ho sentito!», protestò Tracy, avvampando per l'imbarazzo all'idea di fare la figura dello stramboide di fronte ad una Campionessa, anche se la conosceva solamente da un giorno. «E poi, io non mi sto affatto comportando in modo strano, capito?!». Si fermò, ansimando, quando si rese conto che con quel suo grido aveva attirato su di sé parecchie paia di occhi da parte dei membri della gilda. Abbassò lo sguardo. «A-ad ogni modo, andiamo a preparare l'occorrente».
«Oh, è già tutto pronto», spiegò Alexander, muovendo i fianchi per far risuonare gli oggetti all'interno della sua borsa a sella. «Sei rimasto imbambolato per così tanto tempo, che ho avuto tutto il tempo di raccattare qualsiasi strumento o provvista che ci potesse tornare utile. Ho addirittura preso la tua borsa e l'ho riempita con tutto il necessario, ma non ti sei accorto manco di quello; sembravi immerso in una trance, da quanto eri concentrato».
«...ah», fece nuovamente lo Shinx, imbarazzandosi sempre di più per l'atteggiamento da imbranato che stava dimostrando quel giorno. «Uh... o-okay, ehm... grazie, immagino».
«Che poi, se non sono indiscreta», domandò Lya, non appena ebbe messo piede fuori dall'edificio assieme al team Champions, «a cosa diavolo stavi pensando da rimanere così imbambolato tanto a lungo?».
«O-oh, be', sai com'è!», biascicò Tracy, cercando di inventarsi una scusa, dal momento che non si sentiva ancora pronto ad affrontare l'argomento "Campione" con Lya e Alexander. «Stavo pensando a... cose... cose da esploratore...».
«Oh?». La Lycanroc parve sinceramente incuriosita. «E che genere di cose?».
"MERDAMERDAMERDA! Svelto, inventati qualcosa!", pensò Tracy, cercando di non lasciarsi sopraffare dal panico. «Sì, insomma, ad esempio... le tattiche da usare nei dungeon!».
«Ah, davvero?». Lya piegò leggermente la testa verso sinistra. «Be', io ho attraversato solo due mentre viaggiavo e sempre da sola, quindi non so un granché delle esplorazioni in gruppo». Si grattò il mento con un artiglio, chiudendo gli occhi e sorridendo. «Mi potresti dare qualche dritta?».
«I-io?! V-v-volentieri!», acconsentì Tracy, sollevato che la Lycanroc si fosse bevuta la sua piccola bugia. «Vedi, anzitutto è importante conoscere per quali ruoli sono portati i membri del tuo gruppo, e ciò può essere stabilito in base alle mosse che conoscono. La formazione più usata è solitamente quella più efficace; i Pokémon che sono più versati negli attacchi fisici stanno tendenzialmente in avanti, mentre quelli che sono bravi con gli attacchi a distanza li supportano dalle retrovie».
«Ooooh!». Una scintilla si accese negli occhi cremisi della Pokémon Lupo. «È davvero interessante! Quindi non conta solo la forza bruta, ma anche l'intelligenza?».
«Esattamente, ma c'è molto di più», continuò lo Shinx, lasciandosi trascinare dalla spiegazione. «Durante un'esplorazione, può capitare di venire divisi dai propri compagni di squadra; in quei frangenti, bisogna evitare di farsi prendere dal panico e di ingaggiare scontri inutili. La priorità assoluta, quando si viene separati, è cercare di tornare assieme, e soltanto dopo si può riprendere con l'esplorazione».
«Che forza!», commentò Lya, sinceramente colpita e desiderosa di sapere di più. «E poi, e poi?».
«Ah, adesso non saprei spiegarti tutto», ammise lo Shinx, «ma nella biblioteca della gilda ci sono un sacco di libri sull'argomento, che ti consiglio vivamente di leggere. Inoltre, ho recentemente comprato un libro sui combattimenti... mi pare si intitoli "Guida ai kata", e ti spiega tipo che esistono molti modi diversi per utilizzare una stessa mossa, per renderla ancora più potente o darle un utilizzo completamente diverso. Servirebbero un istruttore e diversi anni di allenamento per padroneggiare anche solo i primi dieci kata, ma io ho intenzione di impararli da solo», si vantò il Pokémon Baleno. «E chissà, forse magari finirò per crearne uno nuovo... ma sto divagando troppo».
«Ehi, ma... i kata non sono tipo delle posizioni da fare assumere al corpo?», domandò la Lycanroc, sfiorandosi la guancia sinistra con un artiglio. «Insomma... per aiutare a colpire meglio, o a schivare più velocemente, o cose così?».
«In sostanza, è corretto», rispose Tracy, «ma è un discorso un po' complicato, e non ho ancora imparato bene la definizione corretta di quella parola».
«Ah... capisco», si limitò a commentare Lya, per poi chiedere; «E... nella biblioteca ci sono altri libri?».
«Oh, sì, moltissimi», fu la pronta risposta dello Shinx. «Abbiamo almeno un migliaio di scaffali pieni di volumi, ci crederesti? Lì puoi sapere ogni cosa di qualsiasi argomento; matematica, geografia, storia, mitologia, tutto!».
«Forte!». La Lycanroc si passò una zampa sulla nuca, lievemente imbarazzata. «Sai com'è... io ho avuto una vita abbastanza... movimentata, quindi non sono mai riuscita a dedicarmi allo studio».
«In tal caso, chiedi pure a me!», le propose Tracy entusiasticamente, agitando la coda. «Sarò più che felice di aiutarti!».
«Eh? Davvero?!». Lya sorrise, contenta. «Grazie!».
"ANCORA?!". Lo Shinx dovette resistere alla tentazione di sbattere ripetutamente la propria faccia contro il terreno per la frustrazione. "Ma che cazzo sta succedendo?! Non faccio altro che dire cose strane! Insomma, va bene che Lya potrebbe voler riprendere gli studi, ma non potrei mai cercare di aiutarla personalmente con ciò! Al massimo, potrei cercare di metterla in contatto con un Pokémon erudito, che sicuramente saprebbe insegnarle molte più cose!".
«Se vogliamo andare al Canyon Elettrico», esordì all'improvviso Alexander, in testa al gruppo, distogliendo Tracy dai suoi pensieri, «dovremmo prendere un Avioscafo, no?».
«E-eh?», fece Shinx, disorientato, prima di ricomporsi. «S-sì, esatto. Salendo sul dorso di un Pokémon di tipo Volante, arriveremo lì entro due giorni».
Il tragitto per arrivare all'Agenzia Aviotrasporti fu breve, dal momento che si trovava in centro città, ma si risolse con un esito alquanto deludente per tutti e tre. Infatti, non appena furono arrivati alla baracca di legno con annesso un ampio spazio per i decolli, si meravigliarono molto nel notare che tutte le porte e le entrate erano sbarrate.
«Ehi! Che diavolo significa?», domandò Tracy a nessuno in particolare, mentre si avvicinava alla struttura per controllare. «OHI! C'È NESSUNO DENTRO?!». Non ricevendo alcuna risposta, lo Shinx si guardò attorno, notando che alla porta principale della casupola era appeso un cartello. «"Chiusi per lutto"», lesse ad alta voce il Pokémon Baleno, per farsi sentire anche da Lya e Alexander. «Be', che dire? Mi dispiace per loro». Sospirò, desolato. «Ci toccherà tornare indietro e prendere una nuova missione, immagino».
XXX
«Le strade di Rockville sembrano diverse rispetto a prima», commentò Bellatrix, le mani adagiate sui fianchi, lo sguardo intento a scrutare la città sotterranea in tutta la sua vitalità mattutina. «Ad esempio, guarda quella!», e indicò un immenso sentiero scavato nella roccia, abbastanza largo ed alto da farci passare quattro Wailord. «Mi chiedo perché lo abbiano scavato...».
Gwrtheyrn si guardò attorno, meravigliato. «Incredibile... questa città è cresciuta così tanto! Ci sono un sacco di facce nuove in giro, e tantissimi negozi e case che non avevo mai visto! Vedere come questo posto sia cambiato nel corso degli anni... mi riempie il cuore di gioia».
«Ehi!». Con l'ottimismo e l'entusiasmo che la caratterizzavano, Bellatrix si levò il cappuccio, sbracciandosi verso una Thievul di passaggio. «Ehi, signoraaa!».
«Mh? Sì?», domandò la Pokémon Volpe. «Posso aiutarvi in qualche modo?».
«Ecco, vorremmo sapere-», esordì la Cinderace, ma un gorgoglio roboante proveniente dal suo stomaco anticipò la domanda. «...c'è una qualche locanda dove possiamo fermarci?! È tutta la notte che camminiamo!».
«Oh, certo!». La Thievul indicò con la zampa un edificio in pietra dalle pareti pitturate di azzurro e bianco, così grande che avrebbe potuto ospitare anche un kyojin. «Il "Fiocco di Neve" è stato ultimato giusto una settimana fa. Troverete sicuramente lo spazio per dormire, e il cibo è delizioso».
«Ah, perfetto, grazie mille», fece Gwrtheyrn, affiancandosi alla moglie.
Bellatrix salutò la Pokémon Volpe, poi, seguita dal marito – nonché compagno di squadra – si diresse a passo svelto verso la locanda. Entrambi erano già in grado di percepire l'odore di cibo nell'aria, ed i loro poveri muscoli ed ossa non desideravano altro che un po' di riposo.
XXX
Gli occhi di Fiadh si strabuzzarono a quella vista. Il Fiocco di Neve sembrava già grosso da fuori, ma una volta entrati quel luogo pareva ancora più gigantesco, anche per i suoi standard! Riusciva a stare in piedi, girare su sé stesso, sedersi e sdraiarsi con una libertà di movimento che fino ad allora aveva sperimentato soltanto all'aperto. Una lacrima affiorò nei suoi occhi, mentre guardava in basso verso la gestrice del locale, una Tsareena di nome Bloom.
«I-io non... non riesco a... sono senza parole...», fu tutto quello che il kyojin fu in grado di dire. «P-prima la s-strada, p-poi l-l-la t-t-t-t-t-torta di compleanno e adesso... a-a-adesso...». Tirò su con il naso, incapace di esprimersi oltre.
«Era il minimo», rispose umilmente la Tsareena sorridendo, anche se dalla sua fisionomia non lo si capiva. «Insomma, Fiadh... siamo arrivati fino a qui... questa città è cresciuta così tanto anche grazie a te!». Spalancò le braccia. «Hai vissuto per anni senza una fissa dimore, dormendo in balia degli elementi... anche se sei un kyojin, dev'essere stata dura...». Fece una piroetta, combinata con un ampio gesto delle braccia, come per illustrare l'ambiente circostante. «Quindi, d'ora in poi, nella mia locanda ci sarà una stanza apposta per te!».
Il Vulpix si ritrovò nuovamente incapace di esprimere la propria gratitudine, limitandosi a piangere mentre cercava di non versare troppe lacrime sul pavimento.
«Ora», riprese Bloom, dopo essersi involontariamente fatta una doccia di lacrime, «se vuoi mangiare qualcosa, è pronta la colazione».
->-Spazio Autore-<-
Se siete arrivati fin qui, cari lettori, ci tengo a ringraziarvi per avermi supportato (e sopportato) fino a questo punto.
Non sto continuando a scrivere Dark Side of the Moon.
Ho solo deciso di pubblicare gli ultimi due capitoli che avevo scritto, dal momento che non credo sarò in grado di continuare a scrivere Determinazione durante le vacanze di Natale, e non volevo lasciarvi senza niente da leggere.
Buone feste!
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