Capitolo 20: Una Notizia Shock-ante!

«Dunque... eccoci qui», commentò Red, le zampa su fianchi, mentre osservava ciò che restava di Borgo Gelato. Si girò. «Ci serve un piano, gente. Non sappiamo dove sia questo Oscuro, e... stando a quanto dicono le leggende, ci sono voluti ben nove Campioni per sconfiggerlo l'ultima volta. Noi abbiamo una Espeon fresca di un'evoluzione precoce, una Ultra-slayer e due portatori di Soul». Inspirò a fondo, per poi lasciarsi andare ad un sospiro sconsolato. «Siamo nella merda».

«Fidati che si capisce». Charlie spostò nervosamente il peso da una zampa all'altra. «In fondo, però, ce l'hanno fatta nove Pokémon, e noi siamo in quattro... forse... abbiamo una qualche possibilità. Se quei Campioni-».

«Appunto!», la interruppe Ivy. «Erano in nove, ed erano Campioni, mica Pokémon normali; erano un qualcosa di diverso!».

«Ehi!», fece Travis, falsamente offeso. «Nemmeno io sono un Pokémon normale. Cioè... sparo fulmini verdi che girano!». "Che potere del cazzo", avrebbe voluto aggiungere, ma ebbe abbastanza buonsenso da stare zitto. "Diavolo... ora che ci penso, è una fortuna che Ivy sia rimasta incinta; se fossimo partiti per la spedizione... avremmo avuto ancora più problemi! Non avrei potuto contare su Red, o su Charlie. Mi chiedo come la prenderà il Capitano Selkie al suo ritorno... ora che ci penso, chissà come sta Scott?".

Mentre il Pokémon Topo era perso nei suoi pensieri, anche Red stava ragionando sul da farsi, ma ad alta voce.

«Ricapitolando», esordì, «non abbiamo idea di dove si trovi l'Oscuro, non sappiamo come trovarlo, né tantomeno se saremo effettivamente in grado di sconfiggerlo». Si grattò la testa con la zampa. «Inoltre, non abbiamo idea di quando potrebbe risvegliarsi! Per quanto ne sappiamo, potrebbe avere già infranto il sigillo!».

«No, non credo». Ivy fendette l'aria con la coda biforcuta. «Se l'avesse fatto, a quest'ora saremo probabilmente bell'e che morti».

«O forse lo ha fatto», propose Charlie, «ma adesso ha sfruttato tutta la forza che gli rimaneva, e adesso si è rintanato da qualche parte, per recuperare le energie».

«Se davvero fosse come dici tu», esordì Red, rivoltosi alla Pokémon Multigene, «allora faremo meglio a trovarlo e a sconfiggerlo ora che è così debole».

«I Pokémon di Borgo Gelato sanno già della cosa?», domandò la Espeon cromatica.

«Nyatsuko ha detto che ci avrebbe pensato lei ad informarli», rispose Travis, tornato alla realtà. «Ma non so se le crederanno».

«Be', è pur sempre la vice Capitana», fece notare la Pokémon Sole. «Perché mai non dovrebbero fidarsi di lei?».

«Perché questa intera storia è tanto assurda quanto un sole che sorge ad Ovest». Il Pikachu incrociò le braccia. «Un Pokémon malvagio che si risveglia dopo un millennio di letargo? Quattro Pokémon che intendono sconfiggerlo?». Scosse la testa. «È come una fiaba per bambini, o il racconto di un libro di fantasia, o una semplice leggenda; nessuno ci crederà mai».

«Ma hanno visto la distruzione causata dall'Ultracreatura», puntualizzò l'esploratrice. «E, se quello che Charlie ci ha detto è vero, allora ne spunteranno molte altre. La storia dell'Oscuro suonerà decisamente convincente alle orecchie di qualsiasi Pokémon, ne sono sicura!».

«Vero», ammise il Pikachu. «Non ci avevo pensato».

«Pensa alla faccia che farà il vostro Capitano, quando tornerà dalla spedizione e lo verrà a sapere», disse Red, un sorriso che già affiorava sul suo volto. «Spero soltanto di essere lì per godermi il momento».

XXX

Lentamente, Michael aprì gli occhi, trovandosi lo sguardo ostacolato da un grigio muro di pietra. Era sdraiato all'interno di una stanza quadrata di tre metri per tre metri per tre metri. L'unica fonte di luce era costituita da una lanterna, dentro cui brillava flebile la fiammella di una piccola candela. La testa gli faceva un male terribile. Voltò lo sguardo, trovandosi faccia a faccia con un'inferriata composta da solide sbarre di metallo. Sbatté le palpebre un paio di volte, stordito; come diavolo c'era finito lì? Poi ricordò; era stato sbattuto in prigione, dopo che uno Shinx gli aveva assestato una bella batosta. Sentì montare dentro di sé la frustrazione; era stato sconfitto da un ragazzino! Quanti anni poteva avere avuto quel Pokémon Baleno? Undici, al massimo dodici. Si alzò in piedi di scatto, e tirò un calcio al muro, facendosi male.

«Merda!», imprecò sottovoce. «MERDA, MERDA, MERDA!». "Dopo tutto quello che ho dovuto passare", pensò, mordendosi un labbro, "dopo tutto quel che ho dovuto sacrificare... MI RIFIUTO DI MARCIRE IN GALERA!".

«Posticino squallido, non trovi?», mormorò una voce alle sue spalle. «Non è un granché, ma... non ho bisogno di un palcoscenico».

Istintivamente, il Leavanny si voltò; dietro di lui, in qualche modo, si era materializzato un Lucario. La flebile luce emanata dalla lanterna lo illuminava a malapena, ma era sufficiente a mettere in risalto la sua espressione tranquilla e posata, in totale contrasto con lo splendore sinistro emanato dai suoi Ferrartigli.

«Qiang-Yong!», esclamò sollevato Michael. «Grazie al cielo!». Avrebbe voluto abbracciare il Pokémon Aura, ma il rispetto che nutriva nei suoi confronti era sufficiente a frenare un simile impulso. «Devi aiutarmi! Mi hanno arrestato».

«Questo lo vedo», commentò Qiang-Yong, senza nascondere una punta di disprezzo.

«Be', mentre ero nel dungeon che mi avevi affidato», si affrettò a spiegare il Leavanny, «ho incontrato due esploratori incredibilmente potenti! Erano una roba assurda! Non ho avuto possibilità-».

«Piantala di dire stronzate!», lo apostrofò il Lucario, interrompendolo. «Stai mentendo, lo capisco dalla tua aura... e dal fatto che ti ho tenuto d'occhio per le ultime due settimane. Ero nascosto lì vicino, ho visto cosa è successo veramente». Serrò il pugno. «Ti sei fatto sconfiggere da due ragazzini, Michael! È imperdonabile e patetico».

«M-ma io...», balbettò il Pokémon Balia, «...i-io non mi aspettavo che q-quello Shinx fo-fo-fosse così forte!».

«In effetti», ammise il Lucario, «ho percepito diverse stranezze nella sua aura, mentre ti lanciava quell'attacco». Si portò una zampa al mento, alzando lo sguardo verso il soffitto della cella. «Potrebbe essere uno di quei Pokémon...», mormorò, rivolto più a sé stesso che al Leavanny. «Proprio quello che cercavamo».

«Di cosa stai parlando?», domandò Michael. «Chi sono "quei Pokémon"? E se ne cerchi uno... be', sappi che io sarò più che felice di andare a prenderlo, una volta che mi avrai aiutato ad uscire di qu-!».

Un liquido verdastro e denso macchiò il pavimento della stanza, mentre Qiang-Yong estraeva i Ferrartigli dal torace del Pokémon Balia. La sua espressione era furiosamente calma; solo i movimenti degli occhi tradivano quanto fosse arrabbiato in realtà. Lentamente, il Leavanny si accasciò a terra, portandosi una foglia alla ferita, per poi alzare lo sguardo verso il Lucario.

«M-ma... p-perché?», sussurrò, quasi senza fiato.

«Hai fallito», fu la semplice risposta del Pokémon Aura, mentre rinfoderava gli artigli. «Ti sei fatto battere da un moccioso; vero, forse era in possesso di una grande forza, però tu eri riuscito praticamente a sbudellarlo. Avresti potuto finirlo all'istante, magari tranciandogli la testa di netto... ma no! Hai dovuto sopravvalutare le tue capacità; ti sei convinto di averlo ucciso, mentre in realtà lo avevi solamente ridotto in fin di vita. C'è una bella differenza fra l'ammazzare ed il ferire mortalmente, Michael».

«I-io prometto c-che mi renderò più utile!», supplicò il Leavanny, tendendo un braccio verso il Lucario. «M-mi basterebbe avere... un pezzetto dell'energia... di quella Pokémon... mi abituerei subito, e a quel punto sarò in grado di servire Black Moon come un essere ancora più potente!».

Gli occhi di Qiang-Yong si ridussero a due fessure.

«Mi stai forse dando un ordine, Michael? Dopo aver fallito in una maniera simile, hai persino il coraggio di dare a me, l'Asso di Picche, un ordine simile?».

Terrorizzato, il Leavanny fece subito retromarcia, scuotendo la testa con vigore.

«C-cosa?! N-no, no, no!». Nonostante la ferita al ventre, riuscì a mettersi in ginocchio, supplicante. «H-hai capito male, non-».

«Io ho capito benissimo», proclamò il Lucario, visibilmente alterato. «Non mi sono mai sbagliato su niente. Non hai modo di negare ciò che dico. Qualunque cosa io dico sia giusta, è giusta. La mia parola, così come quella del nostro capo, è assoluta». Digrignò i denti. «Tu hai provato a dirmi cosa fare! Meriti di morire».

E, a quel punto, gli mozzò di netto il capo con Ferrartigli. La testa del Leavanny atterrò con un lieve tonfo sul pavimento di pietra, mentre dal collo zampillava sangue verdastro. Il Pokémon Aura rimase impassibile a fissare il cruento spettacolo, prima di infilare una zampa nel tascapane che portava sempre appresso. Ne estrasse un piccolo anello dorato, lucidissimo. Lo poggiò a terra.

«Tra l'altro», aggiunse, ben consapevole del fatto che il Leavanny non poteva più sentirlo, «quella Pokémon ci è scappata il mese scorso; abbiamo una quantità di energia molto limitata». Sospirò, stanco. «Per il potere conferitomi dal nostro contratto», aggiunse a quel punto, conscio di cosa stava per accadere, «io evoco la mia seconda promessa».

Passarono un paio di secondi, durante i quali l'anello rimase completamente inerme. Subito dopo, però, si sollevò in aria, e al suo centro si formò una specie di vortice bluastro. Dopodiché, l'oggetto metallico iniziò a farsi più grande, fino a che il suo diametro non ebbe raggiunto una sessantina di centimetri. A quel punto, dal bel mezzo del vortice, apparve un Pokémon. Era alto circa mezzo metro, prevalentemente di colore viola pallido. Sebbene possedesse delle braccia, queste non erano attaccate al corpo, bensì fluttuavano vicino alla sona delle spalle. Ai lati della sua testa sporgevano due corna grigie. I suoi occhi, dalla sclera gialla e l'iride verde, tradivano una certa impazienza. Attorno al suo bacino, privo di gambe, era stretto un anello dorato.

«Ehilà, Hoopa», salutò ironico il Lucario.

«Hai utilizzato la tua seconda chiamata», disse il Pokémon Birba, ignorando completamente il Pokémon Aura. «Cosa vuoi?».

«Devo uscire di qui», lo informò Qiang-Yong, «e andare direttamente alla base. Puoi farlo?».

«Certo che sì!», fece Hoopa, con tono offeso. «Io posso fare quasi di tutto! Solo mio padre Jirachi mi supera». Indicò con un braccio il portale dimensionale da cui era appena uscito. «Ho già impostato le coordinate di arrivo. Ti basterà entrare lì dentro».

«Bene», commentò il Lucario, facendo un passo all'interno del vortice bluastro. «Grazie».

«Mi raccomando», disse Hoopa, prima che Qiang-Yong scomparisse. «Ricorda che ti resta un'ultima promessa, dopodiché i miei obblighi nei tuoi confronti non persisteranno più. Usala con cautela».

«Sì, certo», promise il Pokémon Aura, pochi istanti prima di svanire completamente nel portale.

XXX

Tracy fece un respiro profondo; era nervoso e, per la prima volta da quando si era unito alla Blue Ocean Floor, avere Alexander al proprio fianco non lo aiutava per niente. Non che il Rockruff fosse messo meglio di lui; lo Shinx lo stava guardando da un paio di minuti, ed era piuttosto sicuro di aver scorto non pochi brividi attraversargli la spina dorsale, dalla base del collo fino alla punta della folta coda.

«Paura?», domandò d'un tratto il Pokémon Baleno, distogliendo l'attenzione dell'amico dall'enorme e minacciosa porta in mogano che si trovava davanti a loro.

«Un pochino sì», ammise il compagno di squadra, voltandosi verso lo Shinx e sorridendo in maniera leggermente forzata. «Più che altro, sono nervoso, ma... immagino che tutti si sentano così quando-».

Una determinata, forte e decisa voce femminile interruppe l'affermazione del Pokémon Cagnolino, pronunciando una semplice parola. «Avanti!».

I due del team Champions deglutirono, prima di fare un passo avanti all'unisono. Ad aspettarli trovarono una stanza per lo più spoglia, fatta eccezione per un'enorme scrivania scura, appoggiata con i gomiti alla quale si ergeva una figura longilinea, le zampe congiunte come in una malefica preghiera, alta all'incirca un metro e quaranta. Dalle zampa, si dipanavano due lunghe "maniche" di pelo biancastro, che ricadevano abbondantemente sul piano della scrivania. Una lunga, irregolare cicatrice ricopriva un altresì perfetto muso affusolato, passando sopra alle palpebre dell'occhio destro, tenuto costantemente chiuso.

La Capitana Xue-Yong non era una tipa da prendere alla leggera; dopo il decesso del precedente Capitano, la Mienshao si era guadagnata il proprio posto grazie all'incredibile ammontare di missioni riuscite e criminali catturati. Inoltre, era anche famosa per la sua forza fisica, eccedente addirittura le già strabilianti capacità della maggior parte dei tipi Lotta in quell'ambito; alcune voci di corridoio sostenevano che anche senza l'uso di mosse come Forza o Granfisico, quell'esile Pokémon fosse comunque in grado di sollevare un macigno da venti tonnellate senza il benché minimo sforzo. Ovviamente si trattava solo di voci, e come tali andavano prese con le pinze, però una discreta quantità di Pokémon preferivano non doverne accertare la veridicità di persona.

«E-ecco», esordì nervoso Tracy, chinando la testa, venendo subito imitato dal compagno, «t-team Champions a rapporto, signora».

«Bene, bene», commentò con tono allegro la Mienshao, posando le zampe superiori sul piano del mobile. «Di cosa si tratta, ragazzi?».

Alexander era concentrato al massimo su quanto avrebbe dovuto riferire, ma il suo corpo era combattuto; una parte di lui avrebbe voluto rilassare i muscoli, visto il tono di voce amichevole della Pokémon Marziale, che pareva non essere per niente tanto minacciosa come la descrivevano i pettegolezzi; un'altra parte di lui, invece, era costantemente all'erta, spaventata dalle vibrazioni di forza che Xue-Yong pareva emanare. Il pelo sul corpo del ragazzo era a tratti dritto dalla paura e a tratti rilassato.

Ma tutto di questo, tuttavia, il Pokémon Cagnolino non si accorse, poiché subito iniziò a raccontare gli avvenimenti di quella mattina. Ogni tanto, Tracy lo correggeva o aggiungeva dettagli che il Rockruff aveva dimenticato o riteneva di scarsa importanza. In particolare, i due riferirono del bizzarro attacco utilizzato dallo Shinx contro Michael Kraftwerk, attacco che ritenevano essere troppo potente per essere una normale Scintilla.

«Noi crediamo», confessò allora Alexander, «che possa trattarsi di una nuova mossa».

«Avrebbe senso», gli diede corda Tracy, «soprattutto perché è la teoria più plausibile che ci è venuta in mente. Però, abbiamo deciso di consultarci prima con lei a riguardo. Cosa... cosa ne pensa, signora?».

Xue-Yong rimase in silenzio per un secondo, ponderando sulle parole dei due giovani esploratori. "...è mai possibile?", si chiese ad un certo punto, fissando con l'occhio buono il giovane Pokémon Baleno. "...del resto, non sarebbe la prima volta che capita". Fece un respiro profondo, cercando le tre caratteristiche che meglio potevano definire Tracy. "Esuberante, ma anche prudente e responsabile quando la situazione lo richiede". Ovviamente, era impossibile definire la personalità di un qualsiasi Pokémon con tre sole parole; la cosa, però, la aiutava a farsi un quadro generale. "...io una teoria l'avrei, però... per la prima volta nella mia vita... spero di sbagliarmi, e di grosso!". «Onestamente», esordì, dando voce ad una piccola parte dei suoi pensieri, «credo di essermi fatta un'idea della situazione». Lo sguardo di Tracy si illuminò, così come quello di Alexander, mentre scodinzolavano all'unisono, come cuccioli in un negozio di Gomme. Grande fu quindi la delusione del Rockruff quando Xue-Yong, incrociando le braccia, gli disse; «Ho bisogno di parlare in privato con Tracy. Per favore, attendi al di fuori della stanza».

Il muso basso e la coda fra le gambe, il Pokémon Cagnolino fece quanto gli era stato detto, dimenticando che l'etichetta degli esploratori gli imponeva di nascondere il suo disaccordo nei confronti della Capitana. Tracy osservò l'amico aprire la porta, uscirne e infine richiuderla. Immediatamente, lo Shinx iniziò a preoccuparsi, non solo per il compagno di squadra, ma anche per sé stesso; di solito, quando la Capitana richiedeva di parlare in privato con uno dei suoi esploratori, era perché aveva intenzione di punirli, promuoverli di rango o espellerli dalla gilda. Il Pokémon Baleno attese, nervoso, il verdetto di Xue-Yong; certo, avevano sconfitto un ricercato di classe S, ma si era trattato puramente di un colpo di fortuna. Non avevano fatto niente per meritare una promozione. Tuttavia, lo Shinx lavorava in squadra; quindi, se la Mienshao aveva intenzione di punirlo, perché solo lui? Una miriade di domande si formarono nella mente del tipo Elettro, domande a cui non riusciva a trovare risposta, per quanto ardentemente lo desiderasse. E poi, rimaneva la questione più importante, quella per cui lui ed il compagno di squadra erano venuti nell'ufficio della Capitana in primo luogo; cosa diavolo era successo nella foresta?

«Tracy Troy D'Arby».

La voce della Mienshao lo riportò alla realtà; alzò lo sguardo, e notò che fra le zampe della Pokémon Marziale era comparso quello che aveva tutta l'aria di essere una specie di registro.

«Età; undici anni», proseguì Xue-Yong, in un tono di voce indecifrabile. «Team; Champions. Posizione all'interno del team; Leader. Rango attuale; Normale. Compagno/i di squadra; Alexander D'Arby». Fece una lieve pausa, mentre girava pagina, per poi continuare a leggere. «Specie; Shinx. Specie del padre; Raichu. Specie della madre; Luxray. Abilità; Dentistretti. Segni particolari/insoliti; nessuno». A quel punto, la Mienshao richiuse il fascicolo, appoggiandolo con delicatezza sul ripiano della scrivania. Passarono istanti, che allo Shinx parvero ere geologiche, prima che la Capitana, fissandolo nelle palle degli occhi dorati, gli dicesse; «Hai idea del perché io abbia deciso di fare uscire Alexander?».

Colto di sorpresa dalla domanda, Tracy rimase immobile per qualche istante, prima di scuotere la testa e rispondere; «No, signora, non ne ho idea».

La Mienshao si alzò dalla sua sedia, iniziando a camminare per la stanza, descrivendo un cerchio attorno al mobile e al Pokémon Baleno, le braccia incrociate dietro la schiena. Il suo occhio non si staccò dallo Shinx neanche per un istante, tanto che questi si chiese se per caso la Capitana non lo stesse sottoponendo ad una qualche specie di "prova". Questa sua teoria si dimostrò sbagliata, in quanto, dopo il settimo giro in tondo, la Mienshao tornò a sedersi dietro alla preziosa scrivania di mogano.

«Ho una domanda per te», proseguì a quel punto la Pokémon Marziale, poggiando i gomito sul piano in legno e congiungendo le zampe come in preghiera, assumendo esattamente la stessa posizione che aveva quando, pochi minuti prima, i due del team Champions avevano messo zampa nel suo ufficio. «E perdonami se non ti sarà subito chiaro il motivo per cui ho fatto uscire Alexander; ho ragione di credere che ci arriverai da solo». Inspirò a lungo, poi espirò. «In realtà, ho ben più di una singola domanda da farti», ammise, cercando di alleviare la tensione con un lieve sorriso. «Se devo essere onesta, non immaginavo che mi sarei mai ritrovata in questa situazione». Sospirò, palesemente a disagio. «Ok, ecco la prima domanda; Tracy, è la prima volta che ti capita una cosa del genere?».

«I-in che senso?», chiese il Pokémon Baleno, ricordandosi solo in seguito che era maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda. «Ah, cioè... volevo dire... le chiedo scusa».

«Non importa, non importa. Mi riferivo a quanto successo quando hai sconfitto Michael Kraftwerk. La mossa che hai scagliato... ricordi per caso di averla usata... altre volte?».

«No, assolutamente no! Ne sono sicuro, al duecento percento!».

«Bene, molto bene. Questo ci porta automaticamente alla nostra prossima domanda; come ti sei sentito, mentre usavi quell'attacco?».

«Mmmh... difficile descriverlo a parole. È stato come... come... una specie di calore... sì, ecco! Un calore di fiamma, che si espandeva per tutto il mio corpo».

"Le descrizioni corrispondono", comprese Xue-Yong. «Ultima domanda, ma non per questo meno importante». Si sporse dalla scrivania, torreggiando ancora di più sul piccolo Shinx e forse intimorendolo più di quanto non avrebbe voluto. «Sai chi era Paladine?».

«Eccome!». Il Pokémon Baleno si inorgoglì, alzando il mento, mentre i suoi occhi brillavano. «Paladine il Luxray, Campione di Zekrom e Protettore della Terra della Luce!». Sorrise, agitando la coda; nulla lo rendeva più felice, che parlare della sua storia preferita. «Si dice che, mille anni or sono, un gruppo di nove Pokémon, dotati da Arceus dei poteri dei Leggendari o di Pokémon Misteriosi, affrontò all'unisono una grande minaccia! Dei nove, tuttavia, solo due sopravvissero alla battaglia; Kaminari la Raichu e, appunto, Paladine il Luxray!».

«Bene, bravo; vedo che a scuola ti hanno insegnato delle cose alquanto importanti», commentò ironica Xue-Yong, ovviamente riferendosi al fatto che l'argomento dei Nove Eroi contro L'Oscuro era ancora considerato una leggenda, un mito, dalla maggior parte degli storici. «Dimmi, sai per caso qual era l'antico nome della Terra della Luce?».

Lo Shinx, stranito dalla domanda, scosse il capo. «Nossignore, non lo so».

«Eppure, ho ragione di credere che tu lo abbia già sentito», fece la Capitana, mentre tamburellava sulla scrivania con le dita. «Anzi, facciamo così; se ho ragione io, e tu hai già sentito quel nome da qualche parte, ti lascerò decidere se mettere o meno il tuo compagno a parte di quanto sto per dirti».

Ancora più stranito, il Pokémon Baleno piegò lentamente il capo verso sinistra, prima di annuire. «O-ok... se lo dice lei...».

La Mienshao fece un respiro profondo, poi, fissando attentamente Tracy negli enormi occhioni dorati, sganciò la Fuocobomba.

«Anticamente, la Terra della Luce era conosciuta con il nome di... Aeralia».

Ci vollero un paio di secondi a Tracy per assimilare la notizia. «...cosa?».

«Allora ho indovinato», commentò Xue-Yong, sorridendo. «Hai davvero sentito quel nome, prima. Lasciami indovinare; lo hai sognato, non è vero?».

«M-ma io...», mormorò lo Shinx, facendo istintivamente un passo indietro, verso la porta, «l-lei... c-come...?».

«Tracy, Tracy». La Mienshao mise le zampe avanti. «Non devi avere paura; posso spiegarti tutto».

Passarono un paio di secondi, trascorsi i quali il giovane esploratore fece, seppur con riluttanza, un paio di passi avanti.

«Mi chiarisca le idee», mormorò. «Perché credo di essere rimasto invischiato in qualcosa di molto più grosso di me».

«Ti spiegherò tutto e subito, senza mezzi termini», promise la Mienshao.E fu di parola. «Il sogno che hai ricevuto, in realtà, non è un vero e propriosogno; si tratta di un ricordo puro, inalterato... ma non sei stato tu a viverlo,bensì Paladine». Sbatté le due palpebre dell'occhio buono. «Stai ricevendo lememorie di Paladine... perché tu sei il nuovo Campione di Zekrom».

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