Capitolo II: Trattoria Sberletese

Il locale si presentava come una qualsiasi delle tipiche taverne di quell'area geografica. Il pavimento era composto da assi di legno scuro, di cui alcune scricchiolavano non appena qualcuno ci poggiava il piede o la zampa sopra. In seguito al discorso del nuovo sindaco fatto quella mattina, diversi degli abitanti erano giunti fin lì per mangiare o bere qualcosa, tanto da lasciare liberi solo un paio di tavoli. Anche se fuori dalla portata della vista dei due nuovi arrivati, i piatti e le posate abbandonate lì sopra indicavano come per l'oste ci fosse parecchio lavoro per quella giornata.
Non riuscendo a guardare sopra i tavoli, Fuji alzò la testa fino a notare il candelabro che illuminava gran parte della locanda, decorato con delle corna di Sawsbuck. Tornando col muso verso il basso, adocchiò due sgabelli rimasti davanti al bancone e, tirando Rei per una manina, giunse presso essi. Come c'era d'aspettarsi, arrivava a metà dello sgabello al massimo dell'estensione, costringendo così il Phantump a sollevarla da terra e adagiarla sopra il cuscinetto, mettendosi sul posto di fianco all'altra.

<<Doppio bicchiere di succo di Baccarancia, buon Pokémon>> esclamò il tipo Fuoco non appena si sedette. L'atmosfera aveva alimentato il suo crescente entusiasmo, tanto da voler emulare i personaggi protagonisti di alcuni racconti ambientati, appunto, in un posto come quello. E, come c'era d'aspettarsi da una richiesta così inusuale, molti degli individui presenti lì si zittirono dalle loro discussioni. Ci fosse stato un accompagnamento musicale si sarebbe repentinamente stoppato, ma da un paio di settimane a quella parte i bardi e i cantanti di quel paese erano traslocati in altre zone, a quanto si diceva.
Quel silenzio, che tanto metteva ansia a Rei, venne interrotto da delle crescenti risatine e sghignazzi da parte di alcuni Pokémon che si trovavano attorno a quei due. Putacaso, entrambi i clienti seduti ai lati dei piccoletti si girarono verso loro. Il più grosso, un Barbaracle avvolto in un manto di pelliccia bianca con striature nere, spostò gli occhi della testa e delle mani verso la Cyndaquil, la quale già corrucciò la sua espressione. Alla piccolina quel Pokémon di tipo Roccia/Acqua provocava solo che antipatia, vista la propria debolezza ad entrambi quei tipi.
L'altro, un Graveler, stava ancora sghignazzando quando mutò il proprio ghigno in un'espressione decisamente meno amichevole. Si avvicinò inclinandosi sullo sgabello, alzando un ciglio nello squadrare il Phantump, che da lì a momenti se la faceva nell'ectoplasma.

<<Ehi ehi, da quando hanno aperto un asilo nido qui?>> fece sprezzante il Pokémon Aggregato, portandosi il boccale di birra che teneva con la zampa fino a berne un sorso. <<Si saranno sicuramente persi, questi bambocci>> si aggiunse il Roccia, intrattenuto dalla stasi del piccoletto. Dovendo difendere sia sé stessa che il suo supervisore, Fuji sbuffò una fiammata dalla schiena, facendo arretrare il Barbaracle. Egli temeva di rovinarsi il pregiato mantello, che ad occhi e croce poteva costare più di loro quattro messi assieme.
<<OHI RAGAZZINA, vedi di non fare->> la parola successiva era sconosciuta a Rei, ma la sua curiosità venne frenata dal colpo che il Pokémon diede al bancone con il boccale, dal quale sfuggì qualche goccia di alcolico. Il tipo Spettro/Erba sarebbe voluto intervenire, ma il temperamento focoso del tipo Fuoco fece arretrare anche lui. <<Ma stai attento tu, faccia di- uhm, mano!>> tentò di ribattere questa, sebbene gli anni che aveva non le conferivano molta creatività in quanto ad insulti.

A quietare i due litiganti, giunse il Pokémon che dava il nome a quel locale. Riconoscibile dal grembiule sporco, lo sguardo accigliato e delle mani forgiate da anni di schiaffi, un Hariyama camminò dietro il bancone, fino ad arrivare proprio davanti ai quattro.
<<C'è qualche problema?>> chiese, con una voce apparentemente calma, ma capace di far tremare loro le zampe. Negarono con la testa all'unisono, pronunciando in coro un "no signore". I belligeranti tipi Roccia tornarono a concentrarsi sulle loro bevande, mentre i giovanotti rimasero a guardare timorosi il tipo Lotta.
<<Vi posso portare due bicchieri d'acqua, non abbiamo succhi qui>> espresse dopo, segno che aveva sentito la richiesta iniziale. Né a Rei né a Fuji dispiacevano, per cui annuirono entrambi, con il Pokémon che andò a prendere due calici puliti.

Quella quiete ritrovata fu sufficiente per la tipo Fuoco di tornare spensierata come prima. Stava pure per far rissa con due tipi Roccia, ma quell'imponente tipo Lotta era stato perfetto per metterli tutti momentaneamente in riga. <<Non è una forza Rei? Siamo in mezzo a un sacco di Pokémon grandi, grossi e cattivi>> sussurrò al Phantump, che trovava molto attraente fissare il legno del bancone. Ne era così affascinato che aveva gli occhi solo per esso, tanto che non riusciva a percepire altri movimenti attorno a sé. Potete dunque capire come avesse il nonesistente cuore in gola.
<<Oi, che succede?>> Fuji provò a scuoterlo, ma il pauroso Rei fece uscire un urletto da quel contatto inaspettato, beccandosi un'altra occhiataccia dai loro vicini, che stavolta se ne infischiarono e bevvero un altro sorso della loro birra di malto.

Per qualche forma d'empatia, c'era un Hariyama che comprendeva le preoccupazioni del piccoletto. Tornato con un calice per mano, appoggiò vicino ai due l'allettante acqua che aveva offerto loro.
<<Bevi un po', giovanotto. Sembri una corda di violino>> rivolse a lui quelle poche parole di conforto, che bastarono per ricevere lo sguardi dei grandi occhi rossi di Rei. Pure quell'oste gli faceva paura, un po'. Neanche riuscì a formulare un minimo ringraziamento, volendo affogare l'imbarazzo in quel liquido trasparente. <<Grazie mille signore!>> ci pensò la Cyndaquil a parlare, sfoggiando un sorriso caldo come le sue fiamme.
C'era da dire che, mentre i due bevevano i primi dissetanti sorsi, nell'aria attorno a loro cominciò ad aleggiare un odore piuttosto sgradevole. Non è da dar la colpa al profumo dei liquori, o alla fragranza dei clienti, nemmeno al deposito che Rei potrebbe aver lasciato sul seggiolino. Era più che altro odore di...

<<Oi, oste, sta bruciando qualcosa?>> fu la fatale domanda che il dubbioso Graveler porse. Anche il suo compare di tipo Roccia/Acqua se lo domandava, guardandosi attorno con la testa e una mano libera. Ma a delle narici più attente era comprensibile come tale odore provenisse proprio da lui.
<<In effetti è ver->> non pronunciò l'ultima O che uno dei suoi occhi lo portò a inquadrare la vista di un suo timore ora realizzato. <<IL MIO MANTELLO!>> saltò giù dallo sgabello su cui sedeva, agitandosi come un Magikarp appena uscito dall'acqua. Con un arto provò a sventolare via l'accenno di fuoco che si ritrovava sulla pelliccia, e quel genio del suo compare pensò di dare una di quattro mani per spegnere le fiamme. Lanciando il contenuto del proprio boccale sperando di spegnere il fuoco, non facendo altro che provocare una vampa ancora più grande. <<TESTA DI CIOTTOLO, MA CHE FAI->> urlò il Pokémon aggregato, prima di venire investito da uno spruzzo d'acqua. Stavolta si ebbe il risultato sperato, e il mantello di pelliccia bianca smise di bruciare. I quattro voltarono il capo verso l'unico che sembrava aver agiro, ovvero l'oste Hariyama. Questi guardò loro con uguale sorpresa, però gli ci volle poco per capire che non si aspettavano una cosa del genere.
<<...Acquadisale>> pronunciò, portandosi un panno per asciugare un paio di goccioline d'acqua salata rimaste sulla bocca.

In quel secondo silenzio calato nella trattoria, la mano che componeva la testa del Barbaracle ruotò con lentezza verso l'unico Pokémon che gli era vicino fino a prima: Rei.
<<Che avevo appena detto sul non fare [parola sconosciuta], topastro?!>> la sgridò il Roccia/Acqua, che ancora con un arto teneva il lembo bruciacchiato. La testa calda, ovviamente, rispose a tono. <<Embè? Tu e la tua stupida tovaglia potevate stare un po' alla larga!>>.
Per l'altro il tempo delle parole era bello che finito. Alzò l'arto destro, tra le cui dita stava cominciando a formarsi un Conchilama, sotto gli occhi spalancati(?) dei due Pokémon più piccoli e il ghigno compiaciuto del Graveler. Incurvò gli artigli all'indietro e con inaspettata velocità scagliò l'attacco sul muso della Cyndaquil.

Almeno, ci provò.
Il Barbaracle sentì che, ad un paio di centimetri dal naso di quella marmocchia, il suo braccio non proseguiva oltre. Guardò incredulo cosa gli stesse succedendo e, con sua sorpresa, trovò una lucida lancia metallica posta a bloccargli la mossa. Per quanta forza ci mettesse, non si mosse di un singolo millimetro, né l'arto né l'arma.
Rei, tolte le manine dagli occhi non sentendo l'amica subire danni, vide un nuovo Pokémon appena dietro l'aggressore. Una delle sue due lance era la stessa che teneva bloccato il tipaccio, metallica come il carapace che copriva gran parte del suo corpo. A contrastare il grigio della sua corazza vi erano il frastagliato cimiero del suo elmo e una sciarpa bianca e rossa che girava due volte attorno al collo del lanciere. Ora che stava vedendo bene, il salvatore della Cyndaquil si trattava di un fiero Escavalier.

<<Perdoni l'intromissione, messere, ma non mi sembra il modo di trattare due ragazzini>> affermò il tipo Coleottero/Acciaio con tono calmo. Il tipo Roccia/Acqua, che tanta voglia di parlare non ne aveva, caricò un Conchilama con il braccio libero e, sfiorando di poco il muso di Rei nel girarsi, provò a colpire il lanciere. Ma costui era più rapido e sfilando la lancia che teneva saldo il suo braccio si scansò così da evitare quel colpo.
<<Messere, non è con tal barbaria che si può risolvere la questione>> lo canzonò l'Escavalier, i cui brillanti occhi gialli si palesarono da sotto la visiera. <<Ma parla come mangi, insettucolo>> affermò il meno raffinato Barbaracle, che ormai stufato della condizione slacciò i lacci che tenevano saldo il suo mantello. Con ampio gesto di braccio si liberò la pelliccia, ora finita in faccia al compare Graveler. Per poco questi non cadde a terra.
Dalle spalle ora libere, spuntarono due Binacle che si misero a fissare rabbiosi il loro obiettivo. <<La risolviamo adesso la questione, non stare a preoccuparti>> fece con tono di sfida il Pokémon Aggregato. Anche se fermi ai loro tavoli o sgabelli, ogni Pokémon in quella sala aveva occhi solo per quei due, Rei e Fuji compresi.
Sentendo la formazione di un pubblico per il loro duello, il Pokémon  Cavaliere posizionò una lancia in verticale di fronte al proprio viso. <<E sia. Accetto il guanto che voi avete lanciatomi con beffardi occhi>> enunciò egli, puntando in seguito l'arma contro il suo sfidante.

Il Barbaracle, ora con tutti gli arti disponibili, aprì le danze con un Conchilama in rincorsa, ma anche questa volta il suo attacco andò a vuoto, finendo per andare addosso al tavolo che stava dietro all'avversario. Sorbendosi i primi insulti per aver rischiato di mandare in aria un pasto, girò la testa e gli arti sulle spalle di 180 gradi, voltandosi col resto del corpo di conseguenza. Quell'Escavalier non aveva ancora usato una mossa e si mostrava più veloce delle sue, doveva darci molto più che due occhi. Alzò le braccia per mettersi in guardia e, fatti un paio di passi veloci per prendere la spinta, tentò un affondo con gli artigli. La differenza di questo attacco fu un colpo di lancia a bloccarlo, proprio in mezzo ai due artigli. <<...in guardia, ordunque>> disse il Coleottero/Acciaio, cambiando atteggiamento di fronte allo sfidante. Con l'altra lancia mosse un colpo verso di lui, non fosse stato per il pronto intervento del Binacle avrebbe già inferto un danno sul carapace roccioso.
Ripresosi da iniziale sorpresa, il Roccia/Acqua cominciò ad attaccare anche con l'altro braccio, sferrando ganci a intervalli regolari contro il suo nemico. La maestria del lanciere era tale che bastava una parata per poter vanificare ognuna delle artigliate, portando l'aggressore a innervosirsi sempre di più. Si mise a colpire sempre più forte e veloce, camminandogli pure incontro per diminuire le loro distanze, ma il Cavaliere rispondeva con nonchalance a quella furia.
I due presero a girare per il locale, sotto gli sguardi attoniti degli spettatori, i quali lasciavono tranquillamente che passassero tra i loro tavoli fino a finire sopra di essi. Vi era una tavola parecchio lunga, di solito adibita ad accogliere numerosi clienti, ma adesso improvvisata ad una passerella di combattimento. Da lì sopra erano messi ancora più in risalto gli attacchi e le risposte dei due Pokémon.
Il Barbaracle, stanco che ogni colpo di tutte e quattro le sue braccia non portavano a niente, decise che era giunto il momento di usare qualche altra mossa. Ad un'ennesima parata, saltò indietro provocando un forte rumore. E facendo sobbalzare chi stava al tavolo e l'oste Hariyama, che possiede quel tavolo.
<<V-Vediamo se pari questo, maledetto>> affermò il Barbaracle, di nuovo iracondo dopo aver appurato che le assi di legno non erano crollate sotto di lui. Aprì tutte e quattro le braccia, concentrando le energie sulla punta dei suoi artigli. Per lo sforzo, gli occhi sui palmi si spalancarono, muovendo le pupille verso l'Escavalier che dovevano colpire. <<INCROCOLPO!>>
Per darsi ancor di più la carica, l'Aggregato chiarì a tutti quanti qual'era la mossa che stava per sferrare, pure al suo avversario. Certo, veder qualcuno così concentrato fece un attimo rabbrividire il lanciere, ma per quanto forte urlasse o quanto fossero le sue braccia, il malcapitato che aveva osato sfidarlo si beccò la punta di una di quelle lance in mezzo agli occhi.
Un Sottilcorno così veloce aveva così tanta forza da colpire prima della mossa del Barbaracle e a far volare questi contro il muro della locanda, facendo perdere i sensi ad ogni Binacle che lo componeva. Ancora immobile nella posa adoperata per scagliare l'attacco, la punta della lancia ancora fumante, l'Escavalier alzò appena la testa, mostrando lo sguardo di chi aveva dato una lezione a quel bruto. <<Forse dovrebbe andare all'angolino e farsi un esame di coscienza, messere>>.

Un'esplosione di voci si scatenò quando il lanciere concluse la sua frase ad effetto. Era dovuto a tutta la tensione accumulata durante il duello e che adesso poteva avere finalmente sfogo.
I nostri due piccoli Pokémon fermi al bancone non si erano schiodati dai loro posti. E se Rei era immobile come il pezzo di legno qual era, Fuji si era messa a saltellare scoppiettando fiamme dalla schiena. <<YUHU! GRANDE CAMPIONE, GLIEL'HAI FATTA VEDERE A QUELLO LÀ!>> squittiva tra un salto e l'altro. A momenti voleva andare a chiedergli un autografi, anzi, ne aveva assolutamente voglia. Senza bellarsi della condizione del Phantump a lei accanto, lo prese per mano e se lo tirò dietro, camminando spedita tra i tavoli. Schivando qualche pozzanghera di bevande e lo sputo di uno screanzato, la piccoletta giunse nelle prossimità del suo nuovo idolo. Il Pokémon Cavaliere, sceso dal tavolo sul quale si trovava, si era messo a colloquiare con una avvenente Liepard avvolta in un boa di piume Bordeaux e dallo sguardo magnetico per un tipo Acciaio come lui. Da come rideva gentilmente, si poteva intuire come le parole che l'altro Pokémon le stava rivolgendo, tenendo con una delle sue mani la sottile zampa di lei, erano molto gradite.
Il lanciere da che lodava l'accattivante fascino della Pokémon Buio sentì un lembo della sciarpa venir tirato dal basso. Prima di dar un'occhiata chiese permesso all'altra, la quale insieme a lui abbassò lo sguardo sui due ragazzini.

<<Signor lancia, sei stato davvero fico!>> esclamò Fuji appena incrociò gli occhi gialli del Coleottero <<Hai fatto bum e poi bam, e io ho fatto wow! Sei davvero fortissimo>>.
Nonostante vi fosse una Liepard in sua presenza, l'Escavalier si abbassò all'altezza dei due e, mollando l'altra lancia a terra, poggiò le mani sulle loro teste. <<V'è piaciuto assai lo spettacolo, a quanto i miei occhi da cavaliere dicono>> rivolse loro queste parole, strofinando i loro capi con simpatia. <<Quell'indecoroso crostaceo s'è sorbito la lezione che meritava per aver provato a torcere alla vostra persona un singolo pelo>>.
Rei balbettò qualche parola per precisare che se non fosse stato per il fuoco di Fuji si sarebbe potuto evitare tutto quanto, ma la sua bocca venne tappata da una zampa della Cyndaquil. <<Io e il mio amico le siamo molto grati! Ci stavamo pure domandando quale fosse il nome di un Pokémon così forte>> impose la propria posizione il Pokémon Topo.

Una tale richiesta doveva essere assolutamente soddisfatta per il Pokémon Cavaliere. Impugnata di nuovo la lancia e rialzatosi diritto, si pose una mano sul petto con tono solenne. <<Il mio nome è Sir Tristan di Borgo Pietrisco, protettore degli indifesi->> scompose la sua posizione per tendere la mano verso la tipo Buio di fianco a lui <<-e delle affascinanti madame come la qui presente>>. Tale maniera nel parlare gli fece guadagnare l'ammirazione dei due e la simpatia dell'altra.
<<E io sono Lady Fuji di Borgo Pietrisco, gran mangiatrice di bacche e bruciamantelli di professione>> fece la piccoletta, ridendo sotto i baffi <<E questo qui è Rei>>.
Per quanto indegna e anticlimatica fosse la sua presentazione, il Pokémon Ceppo chinò il capo con rispetto. <<Molto...piacere>> riuscì finalmente a parlare, dopo aver deglutito rumorosamente.
Guarda un po', l'umiltà di quel giovanotto fece sorridere Tristan, il quale disse: <<Posso esservi d'aiuto, baldi virgulti?>>. Il tipo Fuoco venne preceduto dal tipo Spettro/Erba il quale, ora che aveva preso coraggio, chiese: <<Le saremmo molto grata se ci riaccompagnasse dai genitori>>.

Fuji sgranò gli occhi(?). Dopo tutto quel divertimento voleva già che tornassero da mamma e papà? Che ceppo noioso.
<<Per mille alabarde, me ne occuperò subito!>> esclamò l'Escavalier, smuovendo il cimiero per un movimento improvviso. <<Mi scusi infinitamente signorina, ma un cavaliere deve tener fede ai propri compiti>> si congedò così dalla Liepard insieme ad un elegante baciazampa, speranzoso che non se la prendesse per un'uscita di scena così repentina. Adesso ripresa in mano l'altra lancia, si pose in mezzo ai due Pokémon, accompagnandoli fino all'uscita della Trattoria Sberletese.
Saldo nella sua imponenza, l'oste Hariyama guardò i tre andare via, scuotendo la testa intanto che stava pulendo il bicchiere con un panno. Abbassando lo sguardo, si ricordò di un paio di faccende da sistemare: un Graveler a terra avvolto in una pelliccia bruciata e un Barbaracle svenuto incastrato nel muro. Non fosse stato un cliente abituale, poteva fare una certa figura come decorazione.

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