Capitolo I: Il nuovo Sindaco
<<Devo salvare->>
Un tonfo a terra.
Un lieve dolore alla testa, ancora la vista da dover mettere a fuoco.
Il piccolino aveva avuto proprio un risveglio improvviso. Quando capì che ciò che stava vedendo era un soffitto, gli venne palese pensare di trovarsi all'interno di una stanza. Cosa che, muovendo appena la testa, poté confermare.
È così, dunque, che si alzò da terra, stando a fluttuare come un piccolo palloncino. Un palloncino con la testa composta da un ceppo di un alberello uscito da chissà che bosco, con ancora qualche piccola fogliolina attaccata ai due rami che sporgevano dai lati, sembrando due piccoli corni.
Con una delle sue manine si stropicciò gli occhi, finendo per emettere un acuto, ma tenero sbadiglio.
<<Che sogno strano...è lo stesso da qualche giorno>> mormorò a sé stesso, intanto che le sue iridi rosse si muovevano dentro la stanza. Oltre al suo letto, forse un po' grande per la sua minuta stazza, se ne trovava un altro, vuoto e con le rosse coperte smosse. Fu più forte di lui avvicinarvisi e sistemarle, per poi fare lo stesso col proprio giaciglio. <<Sarà già andata a fare colazione...>> ragionò, sempre con sé stesso come unico interlocutore. Fluttuando verso la porta, spinse con entrambe le mani la maniglia verso il basso, riuscendo così ad aprirla. Si mosse con un lieve cigolio, e il piccolo Phantump sgattaiolò fuori, ora più vegliardo di prima. Percorrendo prima il corridoio e poi le scale, giunse al piano terra. Con occhi attenti, si guardò attorno fino ad arrivare nella cucina dell'abitazione, sentendo la fame come tra i primi bisogni in quella mattina. Peccato che, nella stanza, non era più l'unico presente.
Un altro Pokémon, anche questa non molto grande, ma dal muso allungato e il dorso blu, era seduta nel centro del tavolo, tenendo tra le zampe il coperchio di un barattolo di vetro. Al suo intero era rimasta solo qualche briciola, così che il Phantump capì dove fosse finito il contenuto.
<<Fuji, non mi dire che hai mangiato tutti i biscotti>> si lamentò lo Spettro/Erba. Giacché, la Fuoco ruotò il capo, sbuffando scocciata. <<Potevi svegliarti prima, pigrone. Chi dorme non piglia Magikarp>> disse lei, canzonandolo. Rimise il coperchio a tappare il barattolo, per poi saltare giù dal tavolo e correre fuori dalla stanza. Il piccolino, infastidito da questo suo comportamento, prese il contenitore e fluttuò a rimetterlo a posto con il suo solito buon senso. Ma fu quando aprì la dispensa che si sentì addosso due nuovi occhi.
<<Rei, che stai facendo?>> gli chiese una voce calma, ma autoritaria. Il Pokémon Ceppo mosse la testa a piccoli scatti verso la nuova entità, vedendo nell'alto del suo metro e settanta una Typhlosion dallo sguardo corrucciato.
<<S-Scusi, signora Futago>> disse sommessamente, finendo di chiudere la dispensa <<Ma le posso giurare che è stata Fuji!>> cercò di difendersi, stringendo i pugnetti.
<<Ti ho beccato con le mani nel sacco, più provi a mentire più mi arrabbio>> rispose lei, rimanendo all'apparenza ad un livello di compostezza pari alla battuta prima. Ma Rei sapeva che non era così e chinò lentamente il capo, accettando inesorabilmente la sua possibile punizione.
In suo soccorso giunse un'altra voce, familiare, sicura e dal sottotono sempre scherzoso. Un fruscio precedette l'arrivo di un Pokémon dalle nove code dentro la cucina. <<Tesoro, l'imputato qui è innocente>> esordì questi, con un sorriso sotto i metaforici baffi <<Ho beccato la piccolina con ancora qualche briciola sul muso>> spiegò, affiancandosi al Pokémon Vulcano. Costei guardò prima il Volpe e poi il Ceppo, esalando un sospiro. <<Ugh, scusa Rei, giornata stressante alla fornace>> affermò, incrociando le zampe anteriori.
Comprendendo la stanchezza della signora, il Phantump si mise a fluttuare per la stanza, andando a recuperare qualche bacca avanzata e un piccolo tagliere dove poterle riporre. Quel gesto venne gradito da entrambi i tipi Fuoco, che si sedettero a due dei posti attorno al tavolo. Per un attimo il Ninetales stava per andare ad aiutarlo, ma il piccolo negò con la testa, finendo per smuovere il ciuffetto nero che spuntava dal teschio legnoso. <<Lasci fare a me, signor Lanai>> fece con gentilezza, tanto che all'altro scappò un sorriso. <<Ti ho sempre detto che non serve il "signore". Sei di famiglia ormai>> gli rispose, con tanto della Typhlosion che scosse la testa anche lei sorridente.
I due tipi Fuoco cominciarono così a parlare della mattinata che Futago dovette passare: a quanto sembrava, le persone si stavano facendo meno pazienti ed esigevano sempre più pane caldo. Non sarebbe risultato un problema, se la panetteria in cui lavoravano non fosse l'unica rimasta in città. E la concorrenza sempre maggiore dai negozi più moderni che avevano aperto nei dintorni non stava per niente aiutando. Quel che era certo è che la Typhlosion, dopo quella mattinata, non avrebbe più voluto vedere un altro Pokémon che non fosse della sua famiglia.
<<Suvvia cara, non serve dire così>> rispose il Ninetales, che diede qualche colpetto sulla zampa sul dorso della compagna <<Senti, ci facciamo un giro insieme ai ragazzi così stendiamo i nervi->>.
Fu al sentire quella proposta che slittò in cucina la Cyndaquil di prima...certo, non si poteva dire dallo sguardo, ma dalle fiamme scoppiettanti che uscivano dalla schiena sembrava parecchio felice.
<<Facciamo un giro in città! Evviva!>> esclamò, saltando sopra le gambe della madre e ricevendo così una carezza sulla testolina. <<Certo, lo faremo. Tutti tranne te>> fu la risposta di Futago, che trasformò la carezza in un pizzicotto. Rei, che stava passando a raccogliere le bacche ormai mangiucchiate, guardò il Pokémon Topo con un piccolo ghigno maligno sul volto, contento che si prendesse un attimo di punizione.
<<Ma mamma, non è giusto!>> si lamentò Fuji, staccandosi dalla presa e saltando tra le zampe del padre in cerca di protezioni. Il Volpe, ridacchiando, cercò di contrattare la decisione del Vulcano. <<La piccolina potrà venire con noi se promette di non fare casini>> disse, portando in basso la testa per incrociare lo sguardo(?) della figlioletta.
<<La tengo d'occhio io>> propose Rei che, per quanto volesse fare la figura del Pokémon responsabile, si stava tenendo le manine e osservava il pavimenti di travi di abete. La Typhlosion lo guardò per qualche istante, con sguardo serio. Il pesante sguardo fece incurvare il Phantump, che deglutì timoroso di ricevere una risposta negativa. <<...può andare. Ora però è meglio che vi prepariate>> disse, alzandosi dal suo posto.
Rei fece un sospiro di sollievo e Fuji saltò ancora una volta, finendo in piedi sul pavimento. <<Sì, andiamo subito!>> esclamò senza fare tante storie, prendendo per la mano il Ceppo e correndo nel bagno di casa, sotto lo sguardo divertito dei due genitori.
Entrati nella stanza, i due piccoli si avvicinarono allo specchio. Se per il primo fu sufficiente alzarsi un po' di quota, la seconda si dovette arrampicare su di uno sgabello per potersi vedere in faccia. Riuscì a scorgere qualche ciuffo di pelo ancora scompigliato, per cui si passò le zampe sulla testa per pettinarsi, diciamo.
Rei, anche se ci provava, nel proprio riflesso vedeva sempre le stesse cose. Le quattro foglioline sui rami, la stessa intaccatura nel ceppo appena sopra l'occhio destro e, sempre parlando di questo, il colore delle iridi più sfumato sul rosso a confronto degli altri Phantump. Si lasciò andare un sospiro e andò a guardare l'altra. <<Fuori farà piuttosto freddo, sarà meglio che ti copri>> le disse premurosamente. Ma la cura che il piccolo aveva per lei non venne ricambiata. <<Ma sono un tipo Fuoco, santi cieli!>> affermò la suddetta, che saltando ancora tornò sul pavimento e uscì dalla stanza.
Il tipo Spettro/Erba la seguì a ruota e, prima di uscire, diede un altro sguardo al proprio riflesso. Per qualche strano motivo, vide al proprio posto una indistinta sagoma bianca. Stropicciò gli occhi, credendo fosse la stanchezza. Diede un'altra occhiata e trovò ancora la propria immagine, che ora chiuse la porta.
Fluttando per il corridoio, fece una veloce capatina alla camera sua e di Fuji. Si avvicinò alla cassapanca riposta a ridosso di una delle pareti, la aprì e si mise a rovistare tra gli abiti e gli oggetti che erano conservati al suo interno. Tra qualche panno e giocattolo, scorse una stoffa a lui familiare. Quasi si immerse dentro a quel baule, fino a tornare fuori con una sciarpa tra le manine. Era di colore blu scuro, con un motivo a quadri di colore azzurro. Al tatto si poteva riconoscere la lana di Wooloo con cui è stata confezionata, il che l'avrebbe resa ideale per quella giornata. Chiusa la cassapanca e uscito dalla camera, il Phantump fluttuò giù dalle scale, fino a incontrare la famiglia di tipi Fuoco aspettarlo alla porta di ingresso.
<<Menomale ci pensa Rei>> commentò Futago rivolgendosi alla figlia che, avvicinandosi all'altro con lo sguardo altrove, gli prese la sciarpa tra le mani. Mugugnando un "grazie", uscì dalla porta, venendo seguita dalla madre più evoluta.
<<Se senti freddo stammi vicino>> disse gentilmente Lanai, rivolgendo un sorriso al Pokémon Ceppo. Lui lo ricambiò per cortesia, poiché sapeva che la sua tipologia Erba lo rendeva suscettibile alle temperature basse. Anche se si sarebbe potuto contestare, data la tipologia Spettro-
Ma non volendosi perdere in questi discorsi, anche questi due Pokémon uscirono di casa, con il Ninetales che chiuse la porta dietro di loro sfruttando una delle code.
Borgo Pietrisco, una piccola cittadina situata al sudest della Terra dei Liti. Non splende di certo per la grandezza delle sue case o per la ricchezza che può offrire, ma i Pokémon che apprezzano la tranquillità può venire tranquillamente chiamato "casa". In quella mattina, i tetti in legno delle abitazioni così come la via principale, lastricata in tasselli di pietra intagliata, erano ricoperti di candida neve. Bianca, per la maggior parte.
Rei, Fuji e genitori stavano passeggiando per quella strada, con alcune nuvolette che uscivano dalle loro bocche. Faceva freddo sul serio, tanto che entrambi i piccoletti erano appiccicati a uno dei due genitori ognuno, confidando nel loro tipo Fuoco per poter trovare un po' di calore.
Facendo girovagare i propri occhi, il Phantump scorse le più varie delle strutture che rendevano iconici il suo borgo: il negozio della sarta, quello del tagliapietre e perfino la panetteria della signora Futago. Inoltre, nascosta sotto il portico di un edificio appena più grande degli altri, si trovava la Bacheca delle Missioni, ora convertita a bacheca degli annunci, siccome la Gilda d'Esplorazione aveva tolto da poco tempo la sua ambasciata in quella città. Sulla bacheca, questa volta, era affisso un grosso manifesto che la copriva per più della metà. Ritraeva la figura in bianco e azzurro di un grosso Mamoswine, con una folta peluria sul muso che poteva rassomigliare una barba. Il suo sguardo era fisso sull'osservatore che, di fronte a un figuro simile, si sarebbe sentito decisamente piccolo. Sotto l'immagine, a caratteri cubitali, era scritto "VOTATE! Partito Fiocco di Neve, per un futuro di benessere perenne". Una promessa molto azzardata, per la mente del Pokémon Ceppo.
Il quartetto giunse alla piazza del Borgo, nella quale era radunata una fitta folla di gente. Per gli individui più bassi era difficile vedere oltre alle gambe e alle zampe degli abitanti, indi per cui la Typhlosion si prese sulle spalle la figlia Cyndaquil, mentre al Phantump bastò alzarsi di quota. Il Ninetales, a causa della sua postura quadrupede, trattenne un ridolino e si arrese all'idea di rimanere in ascolto.
Da quella nuova altezza, Rei poté vedere davanti alla fontana della piazza un palco rialzato con un leggio sul lato rivolto alla folla. Una tenda a strisce bianche e azzurre erano affisse sul lato opposto, gli stessi colori del manifesti visto poco fa. Infatti, salirono su di quel palco due Pokémon adulti e dalla stazza riconoscibile. Il primo era un Coalossal, la cui pila di carbone sulla schiena era ormai bassa a causa degli anni di combustione. Il secondo, guardacaso, era un Mamoswine simile a quello del manifesto, se non uguale. Se fino ad allora gli altri Pokémon erano rimasti perlopiù in silenzio, ora produssero un insieme di urla e applausi, rivolti ai due arrivati. Il Carbone alzò una mano e subito la folla si zittì. Spostò la mano davanti alla propria bocca e si schiarì la voce, ora pronto a fare il suo annuncio.
<<Cari abitanti di Borgo Pietrisco, in questa mattina siamo qui raccolti per dare omaggio al vincitore delle elezioni della città. L'egregio Ljuba, premier del Partito Fiocco di Neve, ha conseguito alla carica di nuovo sindaco cittadino con un totale del 76% dei voti totali>> espose il Pokémon, rivolgendo l'altro braccio al Pokémon Duezanne che, fiero nei suoi due metri e mezzo di altezza, si stagliava come una grossa sfera marrona da sopra la folla. Conseguì un altro applauso, che prontamente venne zittito dal tipo Roccia/Fuoco con un'altra alzata del braccio. <<Lasciamo che il nostro sindaco faccia il suo discorso>> concluse, allontanandosi dal leggio così da permettere all'altro Pokémon di esprimersi. Il Mamoswine mosse alcuni passi, abbastanza decisi da far traballare il palco. Giunto al leggio, osservò la gran parte dei presenti, facendo piombare un gelido silenzio tra di loro. Inspirò, la sua voce vigorosa, ma composta faceva tremolare ulteriormente le travi di legno. <<Signori. Signore. Piccoli e grandi, Pokémon di tutte le età, specie e generi. Non sapete quanta gioia mi dà sapere che avete scelto me e il mio partito come rappresentante di Borgo Pietrisco. I tempi che stiamo passando sono duri come il ghiaccio, ma è grazie alla fiducia che avete riposto in me e nei miei colleghi che stiamo riuscendo a trovare una via per migliorare. Ora, come vostro nuovo sindaco, mi farò carico del compito di condurre questa città al progresso e al benessere!>> parole decise e pause scandite furono abbastanza per far andare in visibilio la maggior parte degli abitanti.
Rei vide, con la coda dell'occhio, che la Cyndaquil a lui vicino stava scendendo, perciò scese pure lui. Entrambi guardarono i genitori, specie la Typhlosion, che non sembrava gioiosa come i compaesani a loro vicini. <<Parleranno quanto vogliono, intanto alla panetteria sta arrivando sempre meno grano>> sbuffò, dando un ultimo sguardo al palco in piazza. Il Ninetales si trovava d'accordo, annuendo in silenzio. <<Da quando sono arrivati quei tipi Ghiaccio non ho visto troppe differenze da prima>> cercò di commentare a bassa voce, non volendo attirare l'attenzione di qualche fanatico. Il Ceppo e il Topo si guardarono. Entrambi alzarono le spalle, avendo capito poco o nulla del discorso dei politici. Le percentuali neanche le avevano fatte a scuola.
La cerimonia di consegna delle chiavi e firma di autografi continuò per qualche minuto, con la folla che si disgregò sempre di più. Il nostro quartetto stava per proseguire per la sua strada, ma due nuovi personaggi fecero il loro ingresso, ad ostacolare il loro ingresso.
<<Futaaagooo, carissima!>> squillò la voce femminile di una Blaziken, che giunse da loro tirando per una mano un altro componente della sua specie, la cui espressione non mostrava un'altrettanta gioia di vederli.
<<...Huo Qi, qual buon vento>> ricambiò il saluto il Pokémon Vulcano, volgendosi con il Volpe verso i due Vampe. I due Pokémon più piccoli capirono quale tragedia stava per accadere: i due Pokémon adulti hanno incontrato delle loro conoscenze. Il passato ricordava loro quanto tempo sarebbero rimasti a parlare tra di loro, ignorando lo scorrere del giorno, della notte e delle stagioni.
<<Ti prego, Arceus, non oggi>> si lamentò Fuji, ovviamente ignorata da entrambi i genitori. Provò ad attirare l'attenzione, ma quelli spilungoni sembravano troppo impegnati a discutere del discorso del nuovo sindaco. O erano lamentele del nuovo aumento di prezzo dell'olio per lampade? Mah, i discorsi dei grandi erano così confusionari per quei due.
La Cyndaquil strattonò per un braccino il Phantump, allontanandosi a passi veloci da lì, con il secondo che provava inutilmente a resistere. <<Fuji, ma che ti passa per la testa?->> domandò a lei, iniziando ad agitarsi. <<Dai Rei, continuiamo il nostro giro!>> gli rispose lei, andando a nascondersi dietro l'angolo di una casa. Si sporse con la testa e, vedendo ora le figure dei tipi Fuoco rimaste piantate in mezzo alla piazza, si ritrasse sghignazzando.
<<Per favore, smettila con queste cose>> mormorò, provando ad uscire allo scoperto solo per venire strattonato ancora dall'altra. Questa volta ebbe la forza di corrucciare lo sguardo, ma non aveva ancora fatto con l'espressione supplichevole del Pokémon Topo. <<Rimani qui, non è divertente senza di te. Per favorino, per favorino!>> gli chiese a manine giunte.
L'attacco Supplica di Fuji fu superefficace. Distogliendo lo sguardo, Rei borbottò un "e va bene...", giustificandosi che almeno rimanendole vicino sarebbe riuscito a tenerla sotto controllo. Ricevette un abbraccio dalla piccolina, un abbraccio così caloroso che lei sprizzò alcune fiamme dal dorso. Spaventato alla vista del fuoco, il Ceppo si staccò trattenendo un urlo, con il Topo che squittì l'ennesima risata. <<Bene bene, vediamo un po' che c'è nei paraggi..>> esordì lei, incamminandosi per quel vicolo, seguita dall'altro. Non ci volle molto che qualcosa di abbastanza sgargiante attirasse l'attenzione dei due.
Incastonata tra altre due case, una terza aveva una larga vetrata a tasselli gialli e arancio che decorava la parete su cui era situato l'ingresso. Sopra la porta, di un legno più scuro in confronto alle altre abitazioni, pendeva un'insegna a forma di due larghe mani a tre dita. Entrambi i Pokémon si avvicinarono così la leggere cosa vi fosse scritta, e da quella vicinanza notarono la forma di due piccoli occhietti arrabbiati, proprio sopra i pollici delle due mani. <<"Trattoria Sberletese">> lessero in coro, avendo due reazioni diverse tra di loro. Rei era palesemente preoccupato, quel posto sembrava un luogo solo per gente più grande di loro. Gente violenta. Fuji, come c'era d'aspettarsi, trovò molto ilare il termine S b e r l e t e s e. <<Andiamo, apri>> esortò lei, dando una leggera spinta all'altro. <<C-Che? Ma non v-voglio ritrovarmi con un coltello sul ceppo!>> ribatté il poveretto. Ma la Cyndaquil continuò a punzecchiarlo, rinfacciando come fosse lui il responsabile tra loro. Esalando un sospiro, il Phantump mise entrambe le mani sulla maniglia, impiegando più forza di quanto impiegasse per la porta di casa loro, mostrando così l'interno di quel locale, sotto lo sguardo(?) curioso dell'altra.
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