Capitolo 8: L'incredibile team Silent Ways
Gilda Whitenoise, Terra della Luce, Promontorio Nord
Pioveva. A dirotto. Le gocce d'acqua producevano un forte scroscio. Non che a Blue dispiacesse; era risaputo che il suo Tuono, il quelle condizioni, risultava infallibile, il che era un bene. Peccato che quel pomeriggio non avrebbe dovuto lottare; si trattava di una semplice visita di piacere, dal momento che aveva faticato tanto per ottenere il resto di quel giorno libero. Aveva completato dieci missioni quella mattina... era stata una vera e propria sfacchinata, ma ne sarebbe valsa la pena.
«Che dici, Ram, andiamo?», domandò il Pikachu dagli occhi blu, voltandosi. «Oggi, per la Blue Ocean Floor è un giorno speciale... sicuramente lo troveremo dentro. Non credi?».
La Buneary alla quale era stata rivolta la domanda non disse nulla; se ne stava seduta per terra, stringendo il pelo sull'addome fra le zampe. Per tutta risposta, si alzò ed iniziò a strusciare la zampa destra sul pavimento.
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«Va bene», commentò Blue, che l'aveva compresa benissimo. «Allora andiamo; però annodati un Nastrometeo attorno al collo, non voglio che tu ti prenda un raffreddore».
A quelle parole, Ram si tirò il pelo della pancia fino alla faccia, cercando inutilmente di coprirsi il volto. Blue sospirò; Ram era sempre stata molto timida. Ad ogni modo, la Buneary aprì la cassa che stava in un angolo della stanza e ne estrasse un Nastrometeo e un Meteocerchio. Si annodò il primo attorno al collo, come le era stato detto, poi lanciò il secondo al compagno, che lo afferrò al volo e se lo mise al braccio. A quel punto, erano pronti per partire; Blue si mise in spalla la borsa (per arrivare a destinazione, avrebbero dovuto attraversare una sezione della Foresta di Smeraldo nota come Bosco Nero, un dungeon particolarmente pericoloso), poi si avviò verso l'uscita, esclamando: «Coraggio! Andiamo a trovare mio fratello!».
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«Bene!», esclamò Simon, per l'ennesima volta ritto in piedi davanti alla bacheca delle missioni. «Coraggio, compari! Stavolta andremo fino in fondo!».
«Simon...», esordì Charlie, non riuscendo a tenere gli occhi aperti.
«Coraggio!», ripeté il caposquadra del team Bluemoon. «Aaah... non so perché, ma ho una gran bella sensazione! Come se nulla potesse andare storto!».
«Simon», ripeté Charlie, questa volta con un po' più d'insistenza.
«Sarà fantastico!», esclamò l'Espurr, ignorandola nuovamente. «Mitico! Meraviglioso! Oh, cielo! Sono così eccitato! Ora, prendiamo... hey, ma dove sono finite le missioni? Eppure erano qua fino a ieri sera...».
«SIMON!», gridò Charlie.
«COSA!?», sbottò Simon. «Non vedi che sono impegnato? Devo cercare di capire perché tutte le missioni sono sparite... mmmh... eppure, gli altri membri della Gilda non sembrano essere preoccupati... fanno tutti colazione così tranquillamente... chissà perché?».
«PERCHÉ OGGI È L'ANNIVERSARIO DELLA GILDA, ZUCCA VUOTA!», risposero all'unisono Charlie, Manhattan e Red.
«...oh», fu tutto quello che riuscì a dire Simon, sbattendosi una zampa sulla faccia. «OH! Che idiota! È vero; oggi è l'anniversario! Quanti anni ha adesso la nostra Gilda? Duecentoquarantotto... circa?».
«Duecentocinquanta», rispose Manhattan. «Tanti auguri alla Blue Ocean Floor».
«Mi dispiace solo per chi è rimasto intrappolato in un dungeon», commentò avvilita Charlie. «Ma questo è l'unico giorno libero valido per tutti gli esploratori della Blue Ocean Floor... oh, cavolo! Dimmi, Simon; se la caveranno?».
«Certo», la rassicurò l'Espurr. «Vedi, durante giornate come queste le altre Gilde del continente ricevono tutti gli incarichi che di norma andrebbero a noi. E siamo proprio noi esploratori a spedirli. Tutti i Pokémon nella Terra della Luce sanno di questo evento, quindi si premurano di non inviarci richieste. Voglio dire... anche noi abbiamo diritto ad un giorno di riposo di tanto in tanto, no?».
«Bene», esordì Red. «Quindi ora... che si fa?».
«Te lo dico io, che cosa faremo». Manhattan gli posò una zampa sulla spalla. «Faremo... UN SACCO DI COSE FICHISSIME!».
«Già...». Il Pikachu era palesemente a disagio. «Non contate su di me».
«COOOSAAAAAA?!», esclamò Manhattan. «Ma perchéééé?!».
«Io... vorrei scrivere una lettera a Blue», spiegò Red. «Sai... è da tanto che non ci sentiamo».
«Capisco...», mormorò Manhattan, abbattuto. «Ok... va bene... sì, suppongo sia meglio così».
«Insomma», riprese il Pikachu, «Blue è mio fratello. Lui è un amico. Lui è il mio fratellino. Lui è...».
«Lui è qui», lo punzonò una divertita voce maschile, «e gli si può parlare direttamente».
I membri del team Bluemoon si voltarono; alle loro spalle, erano comparsi un Pikachu e una Buneary. Red si avvicinò di corsa al primo di loro, gridando: «BLUE!».
Il Pikachu dagli occhi azzurri spalancò le braccia, esclamando: «RED!».
Si abbracciarono. Nonostante uno dei due fosse più grande, erano identici, come due gocce d'acqua, Stessa altezza, stessa voce, stessa intensità di sguardo, stesso odore... persino il loro pelo era pettinato in modo identico. Sembravano li avessero fatti con lo stampo... sì, come quelli che venivano utilizzati per produrre i Distintivi della Gilda. Erano... letteralmente identici! Se non fosse stato per il colore degli occhi, probabilmente nessuno sarebbe riuscito a distinguerli.
«Come stai?», volle sapere Red. «Cavoli, stavo giusto per scriverti una lettera... cosa ti porta qui? Come sapevi dove trovarmi?».
«Perché, non posso fare una visita al mio fratello maggiore?», rispose Blue. «Siccome, stamattina presto, io ed il mio team abbiamo fatto un lavoro super-mega-iper grandioso, il nostro Capitano ci ha concesso il resto giorno libero. Per rispondere alla tua seconda domanda, sappi che un bravo esploratore è sempre ben informato su tutto quel che accade nelle altre gilde... e, non mi presenti i tuoi compagni di squadra?».
«Io sono Simon», esordì il caposquadra, facendo un passo avanti. «Sono il caposquadra... e loro sono Charlie e Manhattan».
«Hey, tratta bene mio fratello», lo minaccio ironicamente Blue. «Altrimenti sarò costretto a uccidertiiiiiiih... AHAHAHAHAH! No, dai, stavo scherzando... senti, sono curioso di sapere come il mio fratellone ha parlato di me. Avanti, che ti ha detto?».
«Che hai i superpoteri», disse semplicemente Simon, il quale poi si rese conto dell'espressione non esattamente felice che stava facendosi strada sul volto del suo interlocutore. «Cioè... era un'emergenza! Eravamo stati attaccati da una Mismagius con poteri strani... Soul, giusto? E allora... e allora Red ha usato i suoi poteri, e così, quando gli abbiamo chiesto spiegazioni... e-e-e poi, anche la nostra amica Charlie potrebbe possederne una, e... è affetta da amnesia, quindi non... cioè... io... noi... insomma, questo è tutto!».
I lineamenti di Blue si rilassarono. «Ah... capisco. Ok, scusa; non dovevo arrabbiarmi. Ad ogni modo... vi presento Ram, la mia compagna di squadra! Insieme formiamo l'incredibile team Silent Ways! L'ho incontrata quattro anni fa, quando mi sono unito alla Gilda Whitenoise... siamo ancora al rango Bronzo, ma ce la stiamo mettendo tutta per arrivare all'Argento!»
«...ah», commentò allibito Simon. «Io e Manhattan siamo qui da ben più di quattro anni, e siamo ancora al rango Normale... il che, mi lascia parecchio perplesso in merito ai sistemi di promozione della Federazione Gilde».
«Io», esordì a quel punto Red, raggiungendo Blue e mettendogli un braccio sulle spalle, «vorrei scambiare due parole in privato con mio fratello... CIAO!».
E, a quel punto, i due fratelli si dileguarono, il maggiore che tirava per un braccio il minore, il quale tuttavia non sembrava particolarmente infastidito. Anzi, aveva l'aria di qualcuno che era molto abituato a cose simili.
«...uh», commentò Charlie. «Ok, ragazzi, suppongo che questo significhi che... ragazzi? RAGAZZI?!».
Simon e Manhattan erano spariti. Charlie li cercò con lo sguardo, e li beccò a strafogarsi di gelato al bancone del bar. Del resto, erano amici di vecchia data... si voltò, e si ritrovò faccia a faccia con Ram, che la fissava in maniera piuttosto intensa. Soltanto ora, la Purrloin si rendeva conto del fatto che aveva un aspetto alquanto inusuale; i ciuffi di pelo sull'estremità dell'orecchio destro, sul sopracciglio, sul piede destro, e sulla parte destra della pancia erano color crema... mentre le corrispettive parti a sinistra erano rosa. La cosa era ancora più evidente proprio sull'addome; non era una sfumatura di colore, sembrava proprio essere un taglio netto. Persino gli occhi erano di due colori diversi; color crema con pupilla nocciola il destro, color rosa con pupilla granata il sinistro. Charlie doveva certo ammettere che Pokémon del genere ne aveva visti davvero pochi in giro... anzi, non ne aveva visto proprio nessuno!
«Quindi», esordì la Purrloin, cercando di attaccare bottone, «tu sei Ram, giusto? Felice di conoscerti... io mi chiamo Charlie».
Tese una zampa alla Buneary. Essa rimase immobile e in silenzio per un istante, poi si tirò il pelo che aveva sull'addome fino alla faccia, provando, senza riuscirci, a coprirsi il voltò. Iniziò a sfregare un piede per terra, producendo un fruscio.
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Charlie non sapeva cosa dire. Era una specie di rito fra esploratori di cui non sapeva nulla? La situazione si aggravò quando la Buneary riprese a strusciare il piede sul pavimento, ma questa volta in modo diverso.
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La Purrloin inarcò un sopracciglio, poi, anche a costo di sembrare estremamente ignorante, chiese: «Scusa, ma... cosa stai facendo?».
Ram la fissò per un istante, poi chinò la testa e si allontanò; sembrava... abbattuta. Charlie non conosceva il perché della sua tristezza, ma avrebbe tanto voluto aiutarla. Aveva detto o fatto qualcosa di male? Non ne aveva la benché minima idea, ma sentiva la necessità di rimediare ad un suo eventuale errore. A meno che...
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«...interessante», commentò Betty, «davvero, davvero interessante... dunque, hai visto o no questa ragazza? Hey... sto parlando con te!».
Qiang-Yong non era esattamente nelle condizioni di poterle rispondere. Viso tumefatto, sei costole rotte, due fratture alla gamba destra, quattro alla sinistra... ed era solo il dieci percento delle sue ferite; era messo davvero, davvero malissimo.
«...uff», sbuffò la Lopunny, mentre una serie di righe verdi iniziavano ad apparire sul suo corpo. «Body Regeneration... dovrebbe andar bene, per il mio scopo».
Le ossa del Lucario si risaldarono, le sue ferite si rimarginarono, e complessivamente tornò al pieno della sua forma fisica. Betty gli diede un paio di colpetti in faccia, facendogli riprendere conoscenza.
Qiang-Yong aprì gli occhi, poi, visto il volto della Pokémon che lo aveva massacrato in cinque secondi, la sua prima reazione fu la tentata fuga, ma non riuscì a muovere un muscolo; si sentiva... pesantissimo e stanchissimo. Eppure, stava bene; nonostante la lotta affrontata (o meglio, il pestaggio subito), non provava alcun dolore, ma non riusciva comunque a muoversi.
«Ho guarito soltanto le tue ferite», spiegò Betty. «Significa che, fisicamente, stai a posto... ma la 'fatica' accumulata nello scontro è rimasta. Ora, dimmi... hai visto o no quella Purrloin?».
«No», rispose il Lucario, rimediando un bel calcio nella zona pelvica, che gli fracassò il bacino.
«Body Regeneration. Avanti, dì la verità: continuerò a pestarti e a guarirti finché non ti deciderai ad essere sincero».
«Ti assicuro che non ne so null-». La frase venne interrotta da un altro calcio, che stavolta fu talmente veloce e potente, da fargli un bel buco nello stomaco.
«Body Regeneration», ripeté la Lopunny, facendo sparire i danni da lei causati al povero Lucario. «Sai, sto incominciando davvero a seccarmi... senti, se non di decidi a dirmi la verità, allora ti praticherò una vasectomia amatoriale, per poi sbucciarti il cazzo come una banana! Quindi, sii sincero, o preparati a patire le pene dell'Inferno, brutto bastardo!».
«BLUE OCEAN FLOOR!», sbottò infine Qiang-Yong. «Blue Ocean Floor... si tratta di una Gilda poco distante da qui, sul Promontorio Ovest... per raggiungerla, devi attraversare un dungeon chiamato Bosco Nero... e buona fortuna! Lì accadono cose terribili ai viaggiatori incauti... anche se non sembra, sono uno dei Quattro Assi di Black Moon, la gilda criminale più temuta del continente, quindi so sempre cosa accade in questa terra... e i miei colleghi a quest'ora sapranno certamente quello che mi hai fatto... e fra poco verranno qui... per fartela pagare cara!».
La Lopunny gli rivolse uno sguardo di sufficienza, poi gli sussurrò all'orecchio: «Allora, farò meglio ad andarmene subito... mi dispiacerebbe molto trovarmi nuovamente costretta ad affrontare qualcuno che è più debole di me... ciao».
E, a quel punto, si dileguò con una velocità assurda, lasciando Qiang-Yong a terra, esausto. Quest'ultimo, dopo un paio di minuti, fu nuovamente abbastanza in forze da rialzarsi e raggiungere l'uscio del locale. Mai... mai, in tutta la sua vita, aveva subito una simile umiliazione. Pensare che al mondo esistesse un Pokémon in grado di fare una cosa del genere a lui... a lui, che era l'Asso di Picche della Bodom... lo lasciava senza parole.
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Si sentiva... sola. Tutto quello che voleva era trovare un angolino appartato, e sedervicisi, in modo tale da restare un po' da sola. Ma pareva impossibile; la hall della Blue Ocean Floor era strapiena! Ovunque, si vedevano Pokémon che mangiavano, bevevano, si rilassavano... e parlavano. Ram si morse un labbro, stringendo ancor di più le zampe sul pelo del ventre.
"Non sono invidiosa", iniziò a ripetersi, "non sono invidiosa, non sono invidiosa, non sono invidiosa... loro hanno qualcosa che io non ho, ma anch'io ho qualcosa che loro non hanno. Quello che loro hanno, una volta anch'io avevo; ciò che io ho, l'ho ottenuto ad un prezzo. È la natura delle cose, ed io lo so bene, meglio di chiunque altro. Io... io... non sono invidiosa. Io non... non sono affatto invidiosa. L'invidia è uno dei sette mali peggiori di questo mondo, io non sono invidiosa, non sono invidiosa, non sono invidiosa, non li invidio, non li invidio affatto!".
Ma aveva sempre la sensazione che quelle affermazioni non fossero altro che bugie che ripeteva a sé stessa. Da sempre.
"Non... non riesco a capire", dovette ammettere, quando finalmente trovò il coraggio necessario a sedersi su uno sgabello al bancone del bar. Il barista era un Octillery con un papillon allacciato al collo. Ovunque ne avesse uno. "Voglio dire... ho sentito di esploratori che hanno perso un braccio, una gamba o entrambi gli occhi, e che conducono tuttora vite soddisfacenti... io ho perso qualcosa, ma ho ottenuto qualcos'altro in cambio, quindi per me non dovrebbe essere un problema... ma allora, perché mi sento così? Probabilmente... probabilmente, deriva dal fatto che soltanto Blue e gli altri membri della Whitenoise riescono a capire cosa dico. Io... per risvegliare la mia 'anima', ho pagato un prezzo terribile... me ne sto pentendo?".
Aveva fissato il muro per tutto il tempo, quindi si sorprese non poco quando la sua coda rotonda venne sfiorata da un'altra più... appuntita. Si girò verso destra; era la Purrloin con cui aveva avuto una 'discussione' qualche minuto prima... se non andava errando, il suo nome era Charlie. Cercò di farsi il più distante possibile; le conversazioni l'avevano sempre messa a disagio. Peccato che lo sgabello su cui era seduta fosse fissato saldamente al suolo. Ma cosa voleva?! Le intenzioni della Purrloin le furono subito chiare quando questa le porse cinque fogli di carta e un carboncino.
«Io non ho idea», esordì Charlie, «delle ragioni dietro a questo tuo 'silenzio'... ma non sarà un ostacolo per nessuno di noi due. Ram... mi sei apparsa triste, prima, quando te ne sei andata... c'è qualcosa che non va?».
Ram non disse niente; si limitò a prendere un foglio, vi scrisse sopra tre parole e lo riconsegnò a Charlie.
"Perché ti interessa?".
Charlie scrisse la risposta sotto la domanda.
"Perché sono curiosa di sapere perché strusci il piede in quel modo invece di parlare".
E comunicarono così, scritta dopo scritta.
"Perché io non posso parlare".
"Perché?".
"Il potere della mia 'anima' porta con sé una maledizione crudele. Ho ottenuto una 'capacità', ma ho perso la voce. Per sempre".
"Oh... capisco. Non ne avevo idea. Quindi... quando sfregavi il piede contro il pavimento, cercavi di comunicare con me come immagino tu faccia da tempo don Blue, visto che siete compagni di squadra. Mi... mi insegni?".
"Perché ti interessa?".
"Perché, casomai dovessimo incontrarci di nuovo, sarebbe sicuramente più comodo che usare tutta questa carta. E poi, l'idea di un 'linguaggio segreto' mi piace. Allora... ti va?".
"...sì. Quando iniziamo?".
"Anche subito, se vuoi".
"Ok... allora, una determinata sequenza di fruscii corrisponde ad una determinata lettera. Segnerò i fruscii lunghi con un trattino, e quelli brevi con un punto, mentre gli spazzi saranno sostituiti da una barra. Ci sei?".
"Sì".
"Perfetto! Allora, la lettera 'a' si indica con '.-'. Tutto chiaro fin qui?".
Fu una serata splendida. Charlie fu felice di aver incontrato Ram, così come quest'ultima fu felice di aver incontrato Charlie. E, quando si salutarono, ebbero entrambe la netta sensazione che si sarebbero davvero incontrate di nuovo.
«Perché sorridi?», le domandò Manhattan, una volta a letto.
«Oh... mi sono fatta un'amica», rispose semplicemente Charlie, addormentandosi poi di botto.
Manhattan e Simon si scoccarono un'occhiata di intesa, poi decisero anche loro di addormentarsi; domani mattina, avrebbero ripreso la solita routine.
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