Giornata buffa.

Mi sveglio, inizia un altro giorno. Realizzo che è iniziata un'altra settimana. Quando esco dalla mia stanza vedo mia sorella già pronta per uscire, e con la sua solita fretta mi saluta di sfuggita. Mentre preparo il caffè inizia a suonarmi la sveglia, di fretta e furia mi dirigo in stanza per spegnerla, cosi evito di dar fastidio a mia madre. Dopo aver bevuto il caffè mi preparo per scendere. Mi trovo davanti all'ascensore e penso:" Cazzo, è il momento di fare la faccia felice ed allegra, quella che "piace" a tutti.". Questo è il mio momento preferito della giornata, andare a scuola, da solo, con le cuffie a palla, è uno dei pochi momenti che mi fa sentire bene, perché ci sono solo io e la musica. "Sfortunatamente" arrivo a destinazione. Ludovica mi vede da lontano e inizia a salutarmi sorridendo, da lì, capisco che è finita, saranno sette lunghe ore di "felicità", felicità che durerà solo quelle sette, sei ore di scuola. Mi avvicino a lei, abbracciandola, vedo che è vestita con la sua giacca nera (che a me piace tanto), una felpa aderente nera e un jeans verde oliva aderente. Per darle fastidio, le tocco i suoi capelli ricci, per strapparle un sorriso, e naturalmente, non le strappo un sorriso ma un calcio. Subito dopo mi raggiunge Ezio, e con una pacca sulla spalla mi dice scherzosamente:"HEY VECCHIA ROCCIA!". Noto che è vestito con i vestiti che avevamo comprato il giorno prima, vestiti che stanno bene solo a lui, e lo invidio per questo. Nelle prime due ore abbiamo italiano (una noia mortale), fortunatamente nelle ore seguenti molti professori non c'erano. Ezio durante un'ora bucata mi chiede di andare al bar giù nel cortile, io naturalmente ho accettato.  Mentre uscivamo dal bar Ezio mi disse che voleva farsi una "passeggiata" e naturalmente mi obbligò ad andare con lui. Mentre salivamo delle scale vicino alla nostra classe, incontrammo Ludovica che sì unii a noi. Arrivammo al terzo piano, Ezio voleva entrare per forza nel museo della scuola (naturalmente si scelse un posto in cui non si poteva andare), io ero il grillo parlante della situazione.
:" Dai lambo andiamo lì, ti pregooo"
:" Ezio, se ci beccano finiamo nei casini, poi lì vicino c'è il bidello."
:" Dai su Lambo, vieni con noi, tanto non ci dicono niente, ne sono sicuro."
:" Eh va bene..."
Ezio si "avventurò" per primo silenziosamente, seguito da me e Ludo. In quel momento il cuore mi stava esplodendo, ero in prede all'ansia. Incredibilmente riuscimmo ad entrare nel museo, mi sentivo come un bambino a Disney Land, era bellissimo, quadri ovunque, quadri meravigliosi, c'è n'erano di tutti i generi, tristi, allegri, di paesaggi, un'infinità. Ad un certo punto la porta del museo inizia ad aprirsi, quindi tutti e tre ci precipitiamo verso le scale antincendio.
:" Ezio, dobbiamo rifarlo."
:"HAI RAGIONE LUDO AHAHAHAH"
:"Ezio, tu sei un pazzo."
Quando si fecero le tre, tutti a casa, questo significa che le sette ore di felicità erano finite. Cuffiette nelle orecchie, musica sparata a palla e si torna a casa, la mia triste casa. Appena entro a casa vedo mia sorella che dorme sul divano, mi avvicino a lei per prendere il telecomando e spegnere la televisione.  Dopo aver studiato e cazzeggiato, mi metto a letto a pensare.
:" Cazzo, che giornata buffa."

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