Oh io! Oh vita! delle domande di questi candidati,Dei treni interminabili di fedeli, delle città piene di stolti,Di me stesso che sempre mi rimprovera, (perché chi è più stolto di me, e chi è più infedele?)Di occhi che invano bramano la luce, di oggetti meschini, di lotta sempre rinnovata,Degli scarsi risultati di tutti, delle folle faticose e sordide che vedo intorno a me,Degli anni vuoti e inutili del resto, con il resto di me intrecciato,La domanda, oh io! così triste, ricorrente - Che c'è di buono in tutto questo, o me, o vita?Una delle poesie più brevi e celebrate di Whitman, "O Me! Oh Vita!" mette in luce la lotta quotidiana che è la vita. Dopo i primi lamenti, il poeta conclude che il senso della vita sta nella vita stessa: che siamo presenti, vivi e possiamo contribuire alla vita con i nostri versi. Nel caso di Whitman questo è letteralmente un verso, ma metaforicamente si riferisce a qualunque cosa porti sul tavolo.